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1859
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condotto in marmo di Carrara dal prof. Luigi Ferrari, che poggia su fusto di colonna di marino greco, esprimente il conte Sceriman, dono del pronipote Felice de'conti Mim i fitto nel 1857 e con analoga iscrizione. 15 qui l’oratore si sciolse in lodi del benefattore, dell’edilìzio e delle stabilite diverse scuole, dirette dal Regolamento 10 giugno 1857 e attivato a’ 9 del successivo settembre
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1859
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1 ’Hipnerotomachia ossia del romanzo artistico, il Sogno di Poliftlo, l’altro commentando antichi scritti e disegnando, che si operò il grande cambiamento, che da secoli si attendeva. li poi singolare , che ciò si operasse da architetti nazionali, anziché da artefici nativi di Venezia o sue Lagune. E pure uou mancavano valorosi architetti veneziani, ma forse mal accetti in patria,Marino Cedrino innalzava la chiesa
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1859
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e due laterali: Nel primo si collocò una bella pala di Damini, da Castelfranco, colla Visitazione, e due stupendi latera- li, opere, una del Bonifazio, l’altra della scuola di Paolo. 3o. Domenicani di s. Domenico. Morto nel 1312 il pio doge Marino Zorzi, in conseguenza di sua benefica disposizione nella parrocchia di s. Pietro di Castello fu edificato un convento per 12 domenicani, con ospedale per l’orfane
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del carattere, la severità de’ profili, e la nobile sprezzatura di certe regole divenute quasi per altri di convenzione. Il senatoreGirolamoGrimani, pa-dredi Marino poi doge, commise quest’opera al principe fra gli architetti militari, ed uno de’più distinti celebrali fra’civili ; il quale si accinseal grand’uopo, dellecir-costanze sconfortanti dell’irregolare pia tifa, con quella fiducia che gl’ inspirava
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1859
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nelle sue deliberaziooi, ne’senatori Giacomo Foscarini e Marc’Autonio Barbaro procuratori di s. Marco, Marino Gri-mani e Leonardo Donato, i quali ebbero lieta e benevola accoglienza. Si apprende dal p. Tempesti, Storia della vita e geste di Sisto V, che entrarono in Roma vestili di lungo paludamento di velluto nero, e furono accolti dalla nobiltà romana e da’gentiluomini dc’cardinali su cavalli nobilmente bardati
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tuttora vedesi la sua statua in marino rosso con iscrizione. L’ anniversario ili questa vittoria, detta di Colliano, venne fino a non molto festeggiata con solenne messa e commemorazione. Ma anche l’esercito tedesco era quasi distrutto, mentre gli avanzi del veneziano ritira* ronsi a Roveredo. Laonde il desiderio di pace si rinnovò vivissimo tra ambe le parti, e già prima della battaglia di Cai-liano
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e somigliantissima da incognita e valente mano),da dove si degnò iuviarmela il principe di Canino d. Carlo Bonaparte in uno agli Alti della medesima, e dove contemporaneamente sotto gli auspicii del granduca regnante, nella corte dell’università fu innalzata la statua di marino rappresentante quello cioè (secondo le preten- sioni de'fiorentini per l’altro illustre con 1 zionale Americo Vespucci),clie
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è imperitura, come uno degli uomini più grandi che onorino le storie del mondo, non sapendo dirsi, dichiara il Meschini, se fosse più accorto di mente, o valoroso di mano, o generoso d’animo. Dopo la sua morte i veneziani di Costantinopoli elessero a loro capo il ricordato Marino Zeno,col titolo di Podestà e dominatore della quarta parte e mezza dell’impero di Romania. Nella forinola da lui usata si legge
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politico dell’Italia nel 1750, dici che Venezia cogli stali diTerraferraa,cb« s’inoltravano fra la Lombardia Austria-ca sino a Crema, e colla Dalmazia ed altri stabilimenti in Levante, si governivi in forma aristocratica, é dirigeva tulle le sue osservazioni a conservarsi uellotU to in cui era, così le repubbliche di Gt-nova e di Lucca, prescindendo dalla repubblica di s. Marino per la sua piccolezza
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quello magnifico de’ss. Gio. e Paolo, ov’ebbe tomba, colla lode di prode nelle uraii, valente nel consiglio, pio e religioso. — Marino Morosità XLIlr doge. Ad evitare quind’ innanzi i disordini che potevano succedere dalla parità de’voti nelt’elezio-ni de’dogi, caso avvenuto nell’ultima, e ad impedire che si l iuuovasse, fu og- 107 giunto un altro elettore a’quaranta; e fu stabilito eziandio
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difesa da Pietro Emo, s’avanzò Marino Soranzo fino a Feltre, prendendo la chiusa di Quer , facendo uso delle bombardelle, specie di cannone che allora cominciavasi a costumare , come dissi nel § XIV, n. 4 (Noterò che il eh. lì a ni bel 11 , Lettere intorno invenzioni e scoperte italiane, lett. 80: Artiglierie, e-¡uditamente prova colla storia, doversi all’Italia l’invenzione delle moderne artiglierie
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1859
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. Nel 1 1 53 annate 5o galee il doge ne affidò il comando al figlio Domenico, ed a Marino Gradenigo per ricuperare Pola e alcune altre terre dell’Istria eh’erausi ribellate, o erano state occupate da’corsari, e che poi dovettero assegnare quell’annuo tributo alla chiesa di s. Marco che registrai in quel § e numero poc’anzi citati. Nondimeno nella biografìa del doge è detto: due migliaia d’olio per Pola
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di rota (a’aa novem-'f,l/,9),ed a lui avendo alla vacanza Il uditorato fatto altrettanto il senato, •t*!«« Giovanni Cornaro (che poi dicliia- 10 uditore a’6 marzo 1759: fu vicario di *■ di Ruma del veneto litolare car-■**<« Aotooio Marino Priuli, poscia di-V*** Co\<ernatore di Roma, iodi car-*• e allora disse quel mollo arguto **■ foprio cognome contro il successore 1 - i-attlo Spinelli
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dal tribunale degli avogadori); come ancora per avere rinnovato un antico decreto, che non potes-sero gli ecclesiastici acquistarla lì innanzi Beni stabili, con obbligo, se loro ne fossero lasciati per testamento, di venderli; e filialmente per essere stata proibita la fabbrica di nuove chiese senza licenza del senato. Per questo concepì gran fuoco il Pontefice, e nel dicembre spedì un breve al doge Marino
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e uno de’secondi in palazzo e scambiandosi ogni settimana; l'anziano firmasse in nomee come luogotenente del doge. Raccoltisi quindi per morte del Dandolo i quaran-tuno, avanti di procedere all’elezione furono invitati a promettere,che eleggendo alcun nobile assente, noi pubblicherebbero fino al suo ritorno sotto pena di li* bre 1000, e subito avvenne il caso nella elezione del seguente. 14. Marino Faliero
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, tribuno d’ E-quilio , alcuno lo disse Andreadi quasi fosse cognome, ovvero per questo i copisti presero il nome paterno. — Al brevissimo suo governo sottentrò ÌI17.0 vescovo Marino Cassianico, che sedette più di 20 anni, encomiato per virtù c pietà. Nel 971 si adunò in ltialto un sinodo, in cui nuovamente fu vietata qualunque comunicazione «/saraceni. Morì nel 986 o al più tardi nel 987.—Dopo probabile
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1897
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, de casa Cardona........ » 4.000 Nolilia che tulle le lerre murale nel regno sono.....numero 1558 El li casali aperti Inibitali nel reame sono........ » 1594 ltflm, li arcivescovi del reame sono......... » 17 Li vescovi del reame sono ... » 104 Dilecto filio nostro Marino S. R. E. presbitero j io’) cardinali Grimano. Clemens Papa VII. Dilecte (ili noster, salutern et aposlolicara be-nediclionem. Gralas
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. Odmoliti, lini, vap. terminar di pregare: — svoje gijehe. pregar pel perdono de' proprj peccati. Odmor, m. 1) riposo, ristoro dalla stanchezza; ‘¿) pausa, respiro; raditi bez -a, senza posa. Odmorac, rea, in. vento marino, garbino. Oduiorak, rka, ni. V. Odmor. Odinoran. ma. o, agtf. riposato, ristorato (dalla stanchezza). Odinorica, f. riposo (dopo un lavoro). Odnioriite, a, n. luogo di riposo
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1921
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BRA — 41 — BRA Brajov, a, o, agg. del fratello. Brak, m. 1) matrimonio, conjugio; (antic.) nozze; 2) morski —, fortiere; 3) corallina, frutice marino. Bralac, braoca, m. V. Berne. Brale! vocat. (fam.) fratello! Brana, f. 1) erpice; 2) gora arginata (nel molino). Brasati, nani, vai. erpicare. Branba, f. difesa. Branica, f. frutto (p. e. pera, mela) raccolto dall' albero; (anat.) diaframma
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1921
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| marcio, fracido, imputridire; — fig. ! poltrire, marcire. | Gnjiv, m. V. Gnjev e deriv. j Gujizdo, a, n. V. Gniezdo. Gnjizdura, f. orecchione (nted.). Gnjoj, m. V. Gnoj e deriv. Gnjurac, rea, ni. 1) mergo (uccello marino); 2) palombaro. Gnjurai, ni. palombaro, marangone. Gnjurati se, ram se, vri. tuffarsi sott'acqua. Gnjuriti, rim, vni. tuffarsi o nuotare sotf acqua. Gnjus, m. V. Gnus e deriv
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