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1933
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— 22 — 27—,35 Terreno argilloso, compatto, impermeabile. 35—45,50 Zona sabbiosa colla 3a falda acquifera; col pompaggio si ottennero 25 litri, con una aspirazione di 6 metri. 45,50—67 Terreno prevalentemente argilloso. 67—69 Zona sabbiosa colla 4a falda acquifera; l'acqua si livella ad 1 metro circa sopra il suolo. 69—85 Terreno poco permeabile. 85—90 Terreno sabbioso-ghiaioso colla 5a falda acquea; col pompaggio si ottengono 10 litri al 1”, senza infuenzare i pozzi vicini; l'acqua si livella a circa m. 1,40 sopra il suolo. Per cui si prevedeva che con 2 o 3 pozzi si poteva ottenere oltre un centinaio di litri al 1” per irrigazione agraria. Per Sommariva Vedi anche Voi. II (1924), pag. 3. A Caramagna verso i 257 m. s. 1. m., nel 1923-26, dal trivellature A. Ferrerò, in proprietà della Ved. Cassini, furono eseguiti, a scopo irrigatorio, alcuni pozzi, di cui il più profondo raggiunse i 122 m. Non ne ebbi campioni, ma mi fu riferito dal trivellatore che la serie attraversata sarebbe ad un dipresso la seguente: 0—30 Alluvione sabbioso-ghiaiosa. Falde acquifere verso i 10, 20 e 30m. circa di profondità. Col pompaggio se ne ottengono circa 10 litri al 1”. 30—55 Sabbie grigie fini con poca acqua. 55—122 Sabbie con fossili marini e frustoli lignitici. (Acqua poco abbondante, saliente a m. 1,50 sopra il suolo con getto naturale di 1/2 litro al 1"; col pompaggio se ne potevamo ottenere 5 a 10 litri al 1”). Sgraziatamente la mancanza dell’esame dei campioni non permette un giudizio cronologico. Probabilmente sotto i 30 metri di profondità si entrò nel Pliocene che verso i 50 metri era già mariino, forse del Piacenziano superiore. Nei pressi di Caramagna la Soc. An. Massarenti eseguì, nel 1930, una trivellazione che attraversò la seguente serie di terreni: 0—2 Argilla. j 2-4,60 Ghiaia con sabbia. ' Zona acquifera 4.60—8,60 Ghiaia con sabbia e ciottoli | 8.60—16,50 Ghiaia con sabbia. 16,50—19,60 Ghiaia con argilla. 19,60—21,60 Ghiaia e sabbia.
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giallastra. 118---118,50 Ghiaia. 118,50---123 Argilla giallastra. 123---128 Argilla verdastra con Conchiglie. L’acqua in questo pozzo si livellò a m. 9,80 sotto il suolo, con portata, anche al pompaggio, di solo 12 litri al 1”. La trivellazione, attraversata la potente formazione olocenica e plistocenica, raggiunse il Piacenziamo marino fossilifero. Nella località di Piumazzo, nel Comune di Castelfranco
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135 Argilla con ciottoli. La trivellazione, dopo una cinquantina di metri di profondità, entrò nel Pliocene marino, senz'acqua, come di solito. A Curavecchia nel Comune di Roasenda un pozzo trivellato nel 1930 dalla Ditta Massarenti, mostrò la seguente serie: 0—6 Argilla giallastra con ciottoli. 6—14 Argilla giallastra.
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acquifera. 64---67 Argilla giallastra. 67---70 Argilla bleuastra e Conchiglie. 70---79,50 Ghiaia, argilla cinerea e Conchiglie. Il livello statico dell’acqua di questo pozzo rimase a m. 22,70 sotto il suolo; la portata idrica fu, col pompaggio, di 30 litri al 1”. Non ebbi campioni in esame, ma pare che la trivellazione abbia attraversato il Pliocene marino nella sua parte inferiore. Ho creduto opportuno
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— 279 — 32—38 Ghiaia grossolana con sabbia, acquifera. 38—47,50 Argilla giallastra con ciottoli. 47.50—52,50 Argilla grigio-cinerea, compatta e ciottoli. 52.50—56 Argille grigio-cineree sabbiose con Conchiglie. L'acqua di questo pozzo si livella a m. 15,80 sotto il suolo e, malgrado il pompaggio, ha la portata di appena 9 litri al 1”. La trivellazione raggiunse in basso il Pliocene marino
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sopra « Il Pliocene marino attorno ai Colli torinesi » (1930). Tale specie di sbarramento pliocenico è costituito in gran parte di sabbie giallastre in alto, grigiastre in basso, piuttosto fini e quindi poco acquifere, come ha mostrato anche ultimamente il pozzo di 60 metri trivellato dalla Ditta Massarenti a Tetti Oche presso Sca-ienghe con esito negativo, almeno per lo scopo di irrigazÌ0ne pel
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con Conchiglie. 101,50—102 Argilla cinerea. L’acqua di questo pozzo rimane livellata a —60 m. e dà, col pompaggio, solo 20 litri al 1”. 11 ritrovamento di Conchiglie pare indichi l’incontro del Pliocene marino; ma non He ebbi campioni in esame. Per Velate Vedi anche Voi. li, pag. 109. Nello Stabilimento Dinamiti del Comune di Vergiate (Varese), la Soc. An. Massarenti eseguì, nel 1929, una trivellazione
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. Terreno argilloso; Terreno sabbioso; -0,20 sopra inizio del Pliocene marino, con fossili. Terreno sabbioso-argilloso. Terreno sabbioso; emanazioni gazose; odore di petrolio. Terreno argilloso-sabbìoso. Terreno argilloso ; con fossili. Alternanze di strati argilloso.-sabbiosi sussegue una inizia qui il e di strati conglomeratici, a cui formazione sabbiosa; emanazioni gazose. Forse si Miopliocene
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. 51,20---56,70 Argilla e ciottoli. 56,70---59 Ghiaia, acquifera. 59---65,50 Argilla con ciottoli. 65,50---69,20 Conglomerato. 69,20---74,50 Ghiaia, acquifera. 74,50--- Argille sabbiose con Conchiglie. L’acqua si livella in questo pozzo a — 19 m. ed ha ima portata, col pompaggio, di 50 litri al 1”. La serie sovraccennata poggia direttamente sul Pliocene marino. A Podenzano (Piacenza), la Soc
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; ma più in basso, specialmente dopi) i 11:5 o 120 metri circa di profondità, secondo la relazione fattami dal trivellatore Ferrerò, incominciano sabbie fini intercalate a strati marnosi (marne che diventano grigie e più potenti verso i 132-140 in.) che paiono indicarci il Pliocene, probabilmente marino (Piacenzkmo superiore?), come provarono i fossili del poco lontano pozzo di Faule. Un chilometro
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si ottennero solo 7 litri al 1”. Questa trivellazione pare abbia raggiunto il Pliocene marino. A Ronco di Cornegliano, borgata presso San Giorgio Piac., (a circa 15 Km. da Piacenza), il Consorzio della Chiavica fece trivellare, dalla Soc. An. «Alfa Romeo», per ricerca d’acqua, un pozze che, nel complesso, attraversò i seguenti terreni: 0—10,50 Terreno arenaceo con argilla e ghiaia grossolana. 10,50—80
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al 1”. La presenza di Conchiglie a —144 m. parrebbe indicare il Pliocene marino, ciò che sarebbe assai interessante, ma non potei averne campioni per esame. *** Nella regione collinosa delle Langhe, deH’Astigiano e del Mbn-ferrato, si fecero molte trivellazioni in parte geologicamen te assurde' ed inutili. Ne ricordo alcune. Nella regione di Cherasco specialmente secondo i dati fornitimi dal Geom. C. Formica
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un po’ agglomerata; 3* zona acquifera ma poco abbondante. 36.50—38,50 Argilla grigiastra, compatta. In questo pozzo l’acqua si livella a metri 8,30 sotto il suolo ed ha, col pompaggio, una portata di 45 litri al 1”. La base della serie potrebbe già essere di Terziario marino; il Museo geologico del Politecnico di Torino possiede alcuni campioni di questa serie (N.° d’Inv. 36.840). A Torino (via Cibrario; regione
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sotto detto piano; la portata, col pompaggio, è di litri 4,5 al 1”. Purtroppo non ne ebbi in esame i campioni, ma mentre le Conchiglie dei — 40 metri sono probabilmente lacustri, invece quelle incontrate negli orizzonti —143 e —144 m. lasciano dubitare possano essere già del Pliocene marino. Nelle regioni di Santena-Cambiano-Troffarello a Sud di Torino, furono fatti recentemente diversi pozzi rlalla Ditta
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dell’antica fiumana della Stura, appare il Pliocene marino, che però differisce da quello piacenziano finora incontrato sotto le alluvioni della regione torinese. Infatti si tratta di sabbie giallastre fra cui trovatisi tratto tratto veri nidi di fossili, rappresentati da crasse Ostree (Ostraea edulìa var.), Pettunculi, Cardii, piccoli Pettinidi, Nasse, Scalarie, Ringicule, Naticidi, piccoli Pleurotomidi
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, probabilmente dopo che vi era cessata la confluenza della fiumana del Tanaro. t La trivellazione raggiunse il Pliocene marino. Presso Troffarello alla C* S. Giovarmi d’Arena, sita a circa 700 m. dalla suddetta C.a Pesce, ad una cinquantina di metri dallo stradone di Torino-Genova, per conto del sig. F. Feiles, la Ditta Saracco, neH’ottobre-novembre 1928, trivellò un pozzo che indicò la seguente serie: 0—4,80
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— 49 - La trivellazione non riuscì idricamente fruttifera; essa pare abbia raggiunto il Pliocene marino, ma non ne ebbi in esame i campioni nè i fossili. Rimane un po’ incerta la determinazione cronologica di questa serie, probabilmente plistocenica nella prima quarantina di metri, poi villa franchiamo; però verso gli 80 m. di profondità compaiono sabbie ed argille
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1933
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: Quarzo, Felspato, Granato, Zircone, Antibolo, Glaucofane, Tormalina, Epidoto, Iperstene, Staurolite, Cianite, talora anche Magnetite, ecc., secondo l’esame fattone dal Prof. Chelussi. L’interpretazione cronologica di questa serie è abbastanza semplice, cioè i primi 28 m. rappresentano l’alluvione fluviale olocenica, mentre invece la sottostante formazione è riferibile al Pliocene marino, probabilmente
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1933
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La poca acqua trovata in questo pozzo vi si livella a —28 m. Sgraziatamente non potei avere i campioni conchigliferi per ve- dere se trattasi di deposito lacustre o di Pliocene marino. Nella località di Monasterolo Vaprio d!Adda, nel Comune di Cassano d’Adda (Bergamo), la Soc. An. Massarenti eseguì, nel 1923, una seconda trivellazione che attraversò la seguente serie di terreni: 6---7 Ghiaia
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1933
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di S. Vittore, altri sei pozzi sino a circa 150 m. (di cui uno, toccante i —154 m., attraversava pure parecchi metri di Pliocene marino), e poi nel 1927 un ottavo pozzo (in Via Ghilini) spinto sino ad oltre 300 m. di profondità, come è indicato in una speciale Nota del Prof. Mariani (3). E’ notevole che questi diversi pozzi, pur essendo poco lontani fra di loro, mostrano serie un po’ differenti specialmente
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