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1876
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(v. n. 149). 112. — 1303, ind. I, Maggio 11. — c. 32 t.°— Avendo Zugno de Volcasso da Ragusi comperato da Giovanni Soranzo di S. Angelo la quarta parte e più della nave S. Maria a 1. 712 l/.2 il quarto di nave, egli si obbligò al doge e suo consiglio di non rivenderla a forestieri, e ne diede a malleveria una sua casa a S. Matteo di Rialto confinante con Marino Volcasso, Paolo Querini e la strada
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1876
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, in Treviso, con Valdebruno e Stencato di Padova la morte di un Delfino veneziano ; vi si aggiunge che i sicari furono varie volte in Venezia senza riuscire. Se non ubbidirà, si provvederà giudizialmente. La presentazione fu commessa a Iacobello scrivano ducale. 286. — (1306), ind. V, Settembre 25. — c. 91 t.° — Marino Badoaro podestà di Trieste, entrato in carica il 10 Agosto, dichiara che il 12 Pietro
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1876
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?). — c. 6. — Ducale di Lorenzo Tiepolo a David ebreo di Negroponte, che, per le sue benemerenze, è dichiarato cittadino veneto coi relativi diritti (v. n. 30-32). 1271, Settembre 26. — V. 1306, Luglio 28. 5. — (1277), indizione V, Marzo 18. — c. 161. — Bodolfo re dei romani scrive al doge Iacopo Contarmi, dichiarandosi amico ed ammiratore di Venezia; accorda, a richiesta dell’ ambasciatore Marino Pasqualigo
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1876
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grande, e che aveva sostenute le parti d’ esso testimonio in una causa contro casa Barbo e Giovanni Badoaro. Marino Pisani di S. Simeone profeta dichiara d’ aver accompagnato più volte il de Mare al maggior consiglio. V. Tentori, II vero carattere politico di Baiamente Tiepolo ecc., 78.
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1876
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) t.°— Ducale che ordina a tutti di trattare come veneziano Zonta cultrario (v. n. 345). Data nel palazzo ducale di Venezia. 347. — (1322), ind. VI, N >vembre 28. — c. 130 (129). — Marino Morosini conte e capitano di Traù rimette al doge, dietro suo ordine, il privilegio riferito al n. 3, che dice confermato da re Stefano (IV) figlio di Bela (IV) nel 1270 e da Ladislao (III o V) nel 1275. Aggiunge
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le ragioni della Repubblica, il cardinale Camillo Borghese, poi divenuto papa Paolo V, gli abbia detto che se fosse stato papa avrebbe scomunicato il doge e il Senato e che egli abbia risposto che se fosse stato doge, pur venerando il papato, non avrebbe accettato la scomunica ! Riunitosi il conclave per la morte di Marino Grimani, con universale consenso fu innalzato al dogado, il io gennaio 1606
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1939
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ad abitare con la madre nel palazzo avito a S. Angelo. Nello stesso testamento le assegna sessanta lire di grossi, purché però non potesse disporre della sua dote e non avesse una provvigione dal Comune di Venezia. Secondo il Barbaro egli avrebbe avuto anche un figlio di nome Giacomo procuratore ed altro di nome Marino, che fu multato per illegali pratiche fatte a Roma per ottenere un beneficio dal papa
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1883
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da parte dei collegati ed aderenti ad esso duca. Data a Pavia. 140. — 1398, ind. VI, Ottobre 4. — c. 93 t.° — Fra’ Pietro da Teramo cappellano e procuratore di Antonio patriarca di Aquileia (procura in atti di Francesco da Perugia), dichiara di avere ricevuto da Pietro Civrano, Michele Malipiero e Rosso Marino ufficiali alle rason vecchie, lire 65, soldi 12, gr. 5 di grossi d’oro, rata di Marzo 1397, 1. 229, s. 13, gr
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1883
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el spedo) ; dagli ufficiali alle rason : Bertuccio Loredano e Nicolò Romano. — Atti Nicolò de Girardo da Chioggia notaio veneto e scrivano ducale. Allegato: 1364, ind. Ili, Dicembre 3. — Deliberazione del Maggior Consiglio che assegna al Gussoni, in risarcimento come sopra, una possessione posta nel circondario di S. Angelo, stata già di Marino Faliero doge e del fu Lorenzo Soranzo ed ora appartenente
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1883
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, a. 5 del pont. (XVI kal. Iun.J. Seguono le annotazioni che furono spedite : 1367, Settembre 24. — Quattro galee sotto il comando di Marino Veniero, e tosto dopo un’ altra condotta da Pietro Grimani, quindi una cocca guidata da Maffeo Michele. 1368, Settembre 24. — Quattro galee, capitano Marco Giustiniani. 1370, Ottobre 20. — Due galee, capitano Nicolò Loredano. 1371, Luglio 18. — Una cocca, patrono Nicolò Moro
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1939
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monache coi nomi di suor Pacifica e suor Vienna. Il Barbaro gli attribuisce altri tre figli* Girolamo, Giorgio e Marino ed il Sanudo un’altra figlia sposata con Fiancesco Foscari. La dogaressa, quando morì il marito, era ammalatissima e fu tenuta all’oscuro della di lui morte, finche non guarì. Lasciò questa vita il 30 luglio 1496, disponendo nel testamento del 16 luglio del ' *43
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1939
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, e quattro maschi, Pietro e Lorenzo ricordati, Giovanni conte di Ossero e Andrea, valorosi generali che cercò oltre misura ed in ogni modo di rendere grandi e potenti, facendo loro conseguire eminenti cariche ed uffici in patria e fuori. Tanto che, per mettere fine a questo abuso. Marino Morosini che gli successe, dovette giurare nella Promissione di non cercare di far domandare uffici
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1883
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del fu Marino da Ponte socio del Donato (v. n. 245). 247. — (1402), ind. XI, Settembre 21. — c. 138 (136). — Giovanna di Sanse-verino contessa di Conversano, risponde a lettere del doge : non aver potuto pagare, per le guerre onde fu travagliata, il suo debito verso Antonio Barbaro, il quale sarà soddisfatto tosto eh’ ella possa incassar le somme che aspetta da’ suoi beni di Francia. Data nel castello
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1939
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nero ballottati Giovanni Michiel, Giacomo Foscarini e Vincenzo Morosini cavalieri e procuratori, Agostino Barbarigo, Marcantonio Barbaro, Gian Francesco Priuli, Nicolò Venier e Giacomo Emo prò-curatori, Antonio Venier, Nicolò e Vido Morosini, Alvise Loredan, Marino Grimani, Antonio Bragadin, Marco Bollani, Francesco Va-lier, Giovanni Vendramin, Luca Michiel, Leonardo Dona ed Agosti-no Emo
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1883
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appoggiato nelle sue pratiche. Nella lettera è nominato Marino Caboga agente raguseo in Venezia. Data a Suthisca. V. Ljubic, op. cit., IV, doc. CCCCLIX. — Mon. Hung. hist., Ada ext., II, doc. 463.
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1939
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DEDIT ASSIDUOS PATRIE MEMORANDUS HONORES - ET QUIA CLARA SQ-NANT POPULIS SUA GESTA PER ORBEM - PLURA SINIT CALAMUS MERITO RECITANDA NOTARE - DANDULA QUEM SOBOLES PEPER1T GENEROSA DU-CATUM -ANDREAM OMNIMODA VENETUM RATIONE MERENTEM - SEPTIMA DUMQ. DIES SEPTEMBRIS MILLE TRECENTOS - QUATUOR AT DECIES IAM QUINQ. DEDISSET OBIVIT (Monumento nella basilica di S. Marco, cappella del Battistero). MARINO
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1939
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, che lo aveva d’argento al capo di rosso. Si dice pure che abbia fatto mandare a Venezia da Costantinopoli marmi a suo figlio Ranieri vicedoge per la fabbrica del suo grande palazzo sul Canal Grande, che arrivava fino al campo di S. Luca. Secondo il Barbaro da lui nacquero, oltre a Ranieri ricordato, Vitale, Marino e Fantino, che fu secondo patriarca di Costantinopoli, ed una figlia, che andò sposa al marchese
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1883
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, Angelo da Castello aretino arciprete a Padova, Galvano da Bologna dottore di decreti, Giovanni da Lisono dottor di leggi e prete Nicolò benefiziato nella cattedrale di Padova. — Atti come al n. 445. 485. — 1369, ind. VII, Febbraio 27. — c. 107 (104). — Giorgio de’ Torti (v. n. 484), dichiara di avere ricevuto da Marino Buono e Tomaso Minotto ufficiali alle rason due. d’oro 328, gr. 3, picc. 1, rata
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1939
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Andrea Grittl in moglie Caterina Loredan, che morì prima che il marito giun-gesse al dogado. Nel testamento del 13 giugno 1499 aveva di' sposto di essere sepolta in un’arca, che doveva essere costruita a S. Francesco della Vigna. Essa gli procreò cinque figli, Marino, Do-menico cardinale, Vincenzo marito di Elisabetta Soranzo, Gero-lamo di Elena Priuli e Pietro cavaliere di Rodi
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1883
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, mentre l'imperatore era propenso a tutte le possibili concessioni. Il Contarini cercherà scusarsi; il doge saprà qual fede prestargli. Data a Costantinopoli. Segue nota che l’originale fu consegnato a Marino Malipiero ambasciatore ad Amurat I imperatore dei Turchi e a Costantinopoli. 188. — 1384, Luglio 10. — c. 90 (93) t.° — Francesco da Carrara signore di Padova, al doge. Già nello scorso Settembre, in seguito
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