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1903
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per danni dati, ed Abdullah di Algeri corsaro. Essi saranno tutti mandati alla Porta. Fatto in galea sotto Castelnuovo. 55. — 1558, Agosto 6. — c. 35 t.° — Versione in volgare di documento con cui il sultano dei turchi dichiara avere il bailo veneto Marino Cavalli versato 500 ducati al tesoro imperiale pel tributo per Zante dell’ anno 1557-58. Data a Costantinopoli. 56. — 1558, Agosto 6. — c. 35
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1903
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parte dei 200000 scudi prestatigli ; e le parti si fanno di ciò reciproca quitanza (v. u. 107 e 176). Fatto in Venezia, in Collegio. — Testimoni : Gian Pietro del fu Antonio Balbi, Antonio del fu Alvise Marino già segr. due., e Giovanni di Carlo Bondi. — Atti di Cesare Ziliolo cancellier grande, e di Vittore de’Maffei not. imp. Allegato: 1571, Ottobre 7. — Versione in volgare di documento con cui Carlo
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: Gueeio — Guercio » 1 : (1559?) — (1550 ?) » 3 : imprese — imprese, LIBRO XX.III lin. 32 : 1537, Ottobre 31 ecc. — [Da omettersi]. » 4 : spaci — spahi » 3 : decisi — decise » 23 : Castel Tliiery — Castel Ottieri. » 5 : Pier Francesco — Guido » 7 : ferma — ferma (v. n. 92). » 3 : Unterwald — Untenval-den » 10 : Marino — Marini » 12: 1571 — 1571 (1572?).
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1903
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contro i francesi presso la Biviera di Genova (a Bapallo). Data a Milano. — Sottoscritta dal duca e da B. Calco. 23. — 1495, ind. XIII, Agosto 13. — c. 31 — Il doge coi suoi consigli, in seguito a quesito fatto dal re e dalla regina di Spagna, danno facoltà a Francesco Capello.cav. e a Marino Giorgio dott., ambasciatori (presso quei sovrani) di rispondere solennemente in nome della Signoria : se quei sovrani
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primicerio di S. Marco, a Francesco de’ Rossi da Murano. Essendo stato, dopo la morte di Marino de’ Martini prete titolato in S. Giovanni di Rialto, eletto (dal doge, da Alvise Zoia pievano, da Pietro de’ Peregrini prete titolato, e da Marco Trono e Marco Oraziani procuratori della detta chiesa — v. n. 153 del libro XVII) a succedergli il de’ Bossi, esso Faustini investe costui del benefìzio, e commette
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e Celso nella diocesi di Brescia, in restituzione di deposito di rendite di detta commenda fatto nella camera fiscale di quella città. Fatto nell’ ufficio dei camerlenghi del comune in Venezia. — Testimoni : Pietro ' del fu Luca Michele, Alvise del fu Marino Giustiniani e Pietro del fu Andrea Zantani segretario due. — Atti Bernardino Ambrosi. 82. — 1505, Aprile 26. — c. 152. — Il doge
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1903
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e Marino Gritti danno facoltà *a Giovanni Torretinò da Lucca cittadino di Milano di esigere, in nome della veneta Signoria, da Girolamo figlio ed erede del fu Ambrogio Corti (de Curie) cav. di Milano quanto quella doveva avere da quest’ ultimo per sale consegnatogli per uso dello stato milanese. E ciò in seguito ad obbligazione 17 Aprile 1497 d’ esso Ambrogio in atti di Paolo Balsano. Fatto nella sala
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1903
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III di disporre di certi benefizi nelle cattedrali di Padova e Treviso, per conformarsi ai desideri della Signoria, rinunzia a quei privilegi onde di essi benefizi dispongano i capitoli delle due chiese. Data a Roma nel palazzo di S. Marco. — Sottoscritta dal cardinale e da Marino del Poggio segretario. 6. — 1535, Aprile 26. — c. 1 t.° — Carlo V imperatore ecc. A togliere ogni esitazione intorno all’ osservanza
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1876
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dell’ ambasciatore padovano Corrado de’ Grimaldi. Risarciti i danni ai proprietari dei molini e fulloni di Leonardo Veniero e Marino Giustiniani, Padova non è obbligata a permettere la libera importazione ed esportazione dei grani e panni che i veneziani vi fanno lavorare ; riconoscerà i diritti provati. L’antichissimo dazio di Lendinara fu sempre pagato dai veneziani ; il marchese d’ Este non poteva esentameli
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1876
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dal notaio di questo, Pace da Chioggia, al quale_ diede la somma in Francolino, presenti Marino Trevisano, Ruggero Foscarini e Fino fonticaio ; il notaio partitosene, fu ucciso da una pietra di mangano. 444. — (1310), ind. Vili, Luglio 27. — c. 153 t.° — Pietro di Castro Pola, capitano generale di Pola, e quel comune, in risposta a lettere ducali, dichiarano falsa la voce che nella loro città nort
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1876
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. — 1302, ind. XV, Aprile 17. — c. 24. — Litaldo banditore ducale, spedito a Vicenza per arrestare Margherita rea di furto a danno della sua padrona Elisabetta moglie di Leonardo Giustiniani, riferisce non aver voluto il podestà di Vicenza consegnarla, nonostante le requisitorie del doge e del podestà di Padova. 90. — (1302), ind. XV, Maggio 8. — c. 28 t.° — Commissione data da Marino Gradenigo rettore
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1876
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intimazioni del doge di abbatterla, cessando allora dalla carica il podestà Marino Badoaro; e quando il successore Andrea Va-laresso stava per farlo, la palata fu distrutta dai veneziani. Aver poi Venezia proposto 1’ arbitrato, accettato dai padovani, reso impossibile dagli stessi proponenti per nuove pretese sul luogo del Ponte di Pietra. Il luogo della Tenzon fu sempre di Padova, che 1’ affittò a Pietro
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1876
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., I, VA2. 385. — s. d., (1323, Settembre?). — c. 145 (144). — Gaddo Maggiolino dichiara (in italiano) che, in seguito al contratto n. 382, ebbe incarico dai compratori del grano di ordinare a Marino Marini di portarlo a Genova. Ciò seguì il 25 Settembre 1323, a stile pisano, nel mare dell’Elba; ma il 26, trovandosi la nave nelle acque di Piombino, fu sorpresa da due galee pisane e costretta a recarsi a Porto
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1876
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d’ aver mancato alla fedeltà giurata a Venezia, ne rinnovano il sacramento a Saladino Premarino capitano della riviera dell’ Istria, commissario del comune di Venezia. Fatto sotto il portico del palazzo comunale di Pola. — Testimoni : Marco del fu Giannino Trevisano, Marcobono del fu Pietrobono, Corrado del fu Vivante Trevisano, Bono Ariano del fu Antonio, Marco del fu Iacopo Catapane, Pier Michele di Marino
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1876
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172 COMMEMORIGLI, LIBRO II. 10. — 1307, ind. V, Maggio 23. — c. 48. — Istrumento in cui si dichiara che avendo Andrea Zane, Iacopo Querini e Marino Badoaro ambasciatori veneti al papa, al re di Francia ed a Carlo fratello d’ esso re, conte di Valois, Alencon, Chartres ed Angiò, chiesto a quest’ ultimo il giuramento per 1’ osservanza della convenzione stipulata dai suoi ambasciatori Tebaldo
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1876
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. — c. 1. — Prezzo dei cavalli di Marino Vioni eletto consigliere in Candia. Uno di 3 anni da 1. 3 di gr., ed-uno di 2 anni da s. 40 di gr. Simile di quelli di Iacopo Gradenigo. Uno da 1. 4 1’ altro da 1. 3, s. 5 di gr. 36. — (1317), Marzo 28. — c. 4. — Mahaut (Matilde) di Hainaut principessa d’Acaia scrive (in francese) al doge che, in seguito a discordie fra Andrea Cornaro, Bonifacio (delle Carceri) da Verona
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1876
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. Fatto in Rialto. — Sottoscrivono : il vescovo, Iacopo Massimiano primicerio, Pietro prete, Vitale diacono, Viticlino e Pietro preti, Ugolino decano, canonici, Tomaso, Sergio e Marino, sottodiaconi, e Pietro accolito. — Testimoni : Pietro Deti, Giovanni Martinacio e Pietro Giusto. — Atti Marco Semitecolo diacono e notaio. — Autenticata nel 1326 da Nicolò di Marchesino notaio ducale (V. 1325, Dicembre 20
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1876
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e dai consiglieri Pancrazio Barbo, Marino Baseggio, Michele Morosini, Nicolò Zane e Fantino Dandolo. Fatto nel palazzo ducale di Venezia. — Testimoni: Tanto cancellier grande, Donato Lombardo e Giovanni di Marchesino notai e scrivani ducali (v. n. 209). 206. — 1301, ind. III, Novembre 16. — c. 59. — Poltrono di S. Maria Zobe-nigo, Marco Barbo di S. Pantaleone e Ma (fio Bianco di S. Paterniano stanno mallevadori
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1876
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Battista e Nicolò Pistorino. — Atti Marino Benedetto. 326. — (1322), Agosto 3. — c. 126 (125) t.° — Carlo re d’ Ungheria al doge. Boleslao vescovo di Strigonia gli riferì aver Venezia dato aiuti alle città di Croazia e Dalmazia per vantaggio del re. Ringrazia, ed annunzia che sta per recarsi in dette sue città. Chiede che Venezia non voglia usurparsene alcuna. Data a Temesvar fili non. Aug.J. V. Liubió
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1876
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, seguitando le parti del principe (d’ Acaia), fu fatto prigione alla battaglia data a questo dalla jSCompagnia e da Ferrando di Maiorca (che vi mori). Che in un trattato di pace concluso dalla società dei Franchi con Michele Mo-rosini bailo di Negroponte, col suo consigliere Marino Zeno e coi membri del consiglio privato del bailo Roberto da Canale, Ruggero Premarino, Iacopo Trevisano, Marco Contarmi
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