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1938
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anche al « De Regi, Pontifici et Imperatori compendio » di Marino « Barletta » 2. Del pari, i menzionati editori del Compendio, nella loro dedica ad Andrea, in data 7 maggio 1555, asseriscono che esso era già stato stampato tempo addietro 3. Disgraziatamente, non abbiamo potuto trovare questa prima edizione, che d’altra parte non è ricordata in alcuna raccolta bibliografica. E’ vero che in uno studio del Sufflay
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1938
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, nello scrivere la biografia di Scanderbeg, il Bar-lezio si valse pressoché esclusivamente di fonti orali, donde non avrebbe potuto trarre se non, tutt’al più, indicazioni cronologiche molto vaghe. Barlezio, ibid., X, 126—132 v. 2 Infatti quando avvenne la battaglia di Troia (18 agosto 1462), che decise la guerra in favore di Ferrante (Simonetta, XXIX, col. 736— 739), Scanderbeg — malgrado che Marino lo ponga
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1938
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più crudele 3. Altrove ci fa sapere che i Turchi non usano troppo di comprare schiavi tra i prigionieri albanesi, per aver constatato che essi e gli Ungheresi, a causa del loro orgoglio, non sono idonei e del resto, mai diventano dei buoni Musulmani 4. Poi, Marino non tralascia di ricordare i meriti e i sacrifizi « dei popoli d’Ungheria » 6 nella difesa della Cristianità. Ai mercenari tedeschi di Scanderbeg
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1938
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II, che il ribelle ha infranto « il vincolo del dovuto tributo »7. È probabile che si tratta, come si è detto sopra, d’un tributo dovuto da Scanderbeg ai Turchi — cioè ricevuto dai medesimi già dal padre dell’Eroe e preteso in seguito anche più oltre —però mai pagato8. Marino dice che l’Albanese manteneva cordialissime relazioni di « amicizia » con Alfonso V e con il suo successore, « l’adolescente » Ferrante
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1795
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contro quelli che portavano legnami ai Saraceni . 867 ) Gii Imperatori Basilio e Costantino terri-biliter minantes si erano querelati , che i meica-danti Veneti portassero legna, armi &c. ai Saraceni . In tal occasione il Doge Pietro Candidilo IV, con Vitàl Candiano suo figliuolo Pa.s di Grado , Marino Vescovo Olivolense , e gli altri Vescovi della sua provincia , e laici di ogni condizione , vietarono portar legna
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Page 263
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1795
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Cap o IX. 157 car cbelor prete, digando molte altre parole per mio bonore, perche no volea, che le persone crcdese chel me fose tolta la Cominione per qualche mia ribalderia, publicando al popolo che giera in gitsia , chel me era fta negato la Cominione per la. decima, la qual dovea pagar a mio bon piaser ; in fatti nel Testamento dicevasi, dandos ut videbitur matri men» de comissaria ; e- li di prete, ne M? lo piovan mai non me a fato notitia alchun, che no deve se _ venir a co-mini ar : e se li dite me avese dato notitia, corno loro anno fato li ami passati , non sonte fora del mio inteleto , che fosse fiata tanta paza , che fose andata in giesia a svergognazarme, come loro mea-no vergognata cor am populo. Pregando V. R. V. li volia darli tal ponitione, che quela sia exempio a-daltro, e che non cor a in tal erore. Il Prelato negli esami rilevò, che il Prete finse di non vedere detta Marina che chiedeva l’Eucaristia. : che ella lo tirò pel Camiso , ed egli a bassa voce gli disse all’ orecchio : Madona, no ve posso comune^ar , perchè el ghe xe comandamento de M-r "Patriarca, che tutte quelle persone, che fosse debitor delle decime non lì dobiamo dare li Sacramenti . E che ella ad alta voce soggiunse : Terchè no me vdeu dare i Sacramenti ? che songio exeommunicada ? ^inderò a com-municarme a Caflella . Rilevò ancora per deposizione d’una donna che testificò , che Vidit ipsum D. Tlebanum apponentem manum super caput illius D. Marina, & ipsam absolventem , seu facìentem signum absolutionis cura manu in capite & moven-tem os : & poflea vidit ipsam D. Marinam extra-hentem unum nasitergium , & solventem nexum quem-dara, & dantem certum quid in mauibus ipsrus D. Tom. III. R Vie-
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1896
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Crute e fratelli, ciò che ebbe in dote Muza de Vano di Antivari in Dulcigno. A Rado Borchi e ai suoi, la casa di Maurian che apparteneva ad una di Antivari, e la vigna de Slava Demetri da Bore. A Teodoro Ciiiurco, i Cochuli ed una casa di Marco de Valle, e una vigna alla Postuma. A Duca e Teodoro Armenia, la metà del molino superiore e la casa di Marino de Dabre coi suoi beni. A Giorgio di Michele
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1896
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). — Quattro simili, a favore di Antonio della Spesa, Marco Cervo, Lorenzo di Iacopo e Marino Minio, rispettivamente per caratelli 70, 16, 80 e 80. 331. — 1430, Marzo 8. — c. 109 (107). — Annotazione simile a favore di Nicola de Nardono per 100 caratelli. 332. — 1430, ind. Vili, Marzo 16. — c. 109 (107). — Tre simili a favore di Guido di Schinella, di Giuliano Volpe veneziano e di Svitico da Pola, rispettivamente
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1896
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ai medesimi (rappresentati da Giovanni del fu Antonio de Porro cancelliere di Giorgio, e da Antonio del fu Domenico da Gologna — procura in atti Marino de’ Sori not. di Venezia) in feudo nobile il castello di Cimbergo col suo contado nella Valcamonica, Bagolino nella Val Sabbia, e i beni che furono dei ribelli Jacopo Trivella e Baldassare de’ Nassini bresciani, e di mastro Beretta e fratelli Beretti
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Page 371
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1896
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CORREZIONI Libro XI. Pag 6 lin. 10 contra --- contea » » » 40 (Venda) --- (Venda?) Reg. 40 » 7 dalle --- delle » 48 » 5 Cai’isano --- Chiarisacoo » 68 » 28 della Sala --- dal Sale » 67 » 26 quella --- quello » 88 » 4 Mariuo --- Marino » 89 » 2 annuire --- annuire » 91 » 6 agl’ --- all’ » 123 » 19 Janni --- 7 anni Pag. 47 » 17 da Bonisio --- de Boniaio Reg. 129 » 4 Cettigne --- Cettine Pag. 49 » 17 Rotaz --- Rotezo » 51 » 35 Franceschi™ --- Franceschino Reg. 160 » 19 Luca --- Lucca » 171 » 7 due. --- due. » 180 » 9 fn --- fu » 191 » 6 di --- de’ Pag. 66 » 33 223 - 232 » 71 » 13 (Fossa ?) --- (foce 1) » » » 34 permettendosi --- promettendosi Reg. 222 » 4 Murazzano --- Mulazzano » 231 » 6 Scutari --- Scutari, » » 2> 11 Rolezo --- Rotezo » 232 B 28 Verne --- Verme Pag. 76 » 23 Fischi --- Fieschi » » » 43 deila --- della Reg. 247 » 7 Mazzano --- Muzzano » 265 » 5 Marcinasao --- Martinasco » 267 » 2 fo --- fu » 274 y> 6 (.Marchiane) --- (d’Este ?) » » » 7 Antonio e --- e Antonio » 286 » 4 Brodolano --- Bordolano » 289 » 27 298 - 288 » 298 » 3 Acquefredda --- Acquafredda » 302 » 2 Brambilla --- Brembilla » 306 » 5 Comenzano --- Comezzano » 307 » 2 Comenzano --- Comezzano p 308 » 3 Casterzago --- Castrezzato » 309 » 6 Jorciuo --- Jorcino » 312 » 3 Morano --- Murano » 581 » 2 Trevisauo --- Trevisano Libro XII, pag. 120, 122, 124, 126, 128, 130, 132, 134, 136 lin. Pag. 120 lin. 18 Carlo --- Pandolfo Reg. 9 » 2 Vallaresco --- Vallaresso i> 95 » 3 Ismagna --- Imagna » 108 » 2 Brambilla --- Brembilla » 114 » 2 Podiano (Pediano ?) --- Pudiano 7> 137 » 8 Bietro --- Pietro 142 » 11 fn --- fu » 147 » 3 Tidone --- Didone » » » 4 Tidone --- Didone » 169 » 1 Candola --- Caudola » 178 » 3 Valle --- Valle » 180 » 8 Languito --- Langusco 1. Libro XI — Libro XII.
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1896
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DOGE : FRANCESCO FOSCARt. 153 marchese di Mantova, Leonardo Moeenigo, Bartolomeo Donato e Fantino Michele, procuratori di S. Marco, Lodovico del Verme del fu Jacopo, Jacopo del fu Stefano Travisano, Giovanni Navagero, Francesco, del fu Giorgio Loredano, Tomaso del fu Marino Malipiero, Andrea del fu Francesco Priuli, Francesco del fu Candiano Barbaro, Guglielmo di Castelbarco di Lizzana, Carlo
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1896
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DOGE : FRANCESCO FOSCARI. 107 dalle ciurme delle galee stesse nell'isola di Stalimene, e 500 con obbligazione di Marino del fu Francesco Mocenigo. Data nel palazzo ducale di Venezia. 248. — 1437, Ottobre 10. — c. 150 (100) t.° — Bolla piccola di papa Eugenio IV ai vescovi di Castello e di Treviso. Richiamandosi al prescritto da papa Nicolò IV intorno alle visitazioni dei fratelli e sorelle
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1896
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nel Ferrarese. 84. — 1421, ind. XIV, Agosto 5. — c. 61 (59) t.° — Ducale a Marino Bonzi podestà a Drivasto ed ai suoi successori. Ad istanza di Raico Summa inviato di quel comune, la Signoria confermò quanto sta nel n. 80. Ordina : che Francesco vescovo ed Andrea abate di S. Giovanni di quella città continuino a godere dei loro benefici, e cosi pure tutti quelli a cui i benefici furono conferiti dal papa
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1939
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Il magnifico doge Marino Grimani giace insieme alla doga* ressa Morosina Morosini in un sontuoso sepolcro, esistente nella lontana chiesa di S. Giuseppe di Castello, che si sviluppa attorno e sopra la porta laterale. È questo diviso in tre parti da quattro colonne di marmo chiaro mischio di ordine composito, con le basi e i capitelli di marmo bianco. Sui piedestalli delle colonne centrali
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1939
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Marcello, moglie di Alvise I Mocenigo, Morosina Morosini di Marino Grimani, Paolina Loredan di Carlo Contarini, ed Elisabetta Querini di Silvestro Valier hanno le loro figure marmoree nei monumenti dei mariti. Elisabetta Contarini, moglie di Francesco Dandolo, è dipinta insieme al marito in una lunetta sopra l’urna, la moglie di Giovanni Dolfin, che era una Giustinian, è scolpita col marito sull’ urna
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1939
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posti vari competitori, fra i quali, i procuratori di S. Marco, Marino Caravello, Antonio Contarmi, Leonardo Mocenigo e Pietro Lore-dan e il cavaliere Francesco Bembo, figure di primo ordine nella vita pubblica veneziana, e venne fatto rilevare che era troppo giovane, non abbastanza ricco, che aveva troppi figli e che non avrebbe pensato che a guerre e conquiste. Ma nulla valse
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1939
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di difficile eloquio, che aveva stranamente rinunziato alla procura-tia di S. Marco, e i procuratori Alvise Loredan, Francesco Foscari, Marino Caravello e Antonio Contarini. L’annunzio della nomina gli capitò mentre era ambasciatore straordinario con Antonio Contarini e Francesco Foscari a Lodi per mettere pace fra il papa e l’imperatore. Il messo si limitò a dir loro: « Uno di voi tre è stato fatto doge
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Page 544
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1939
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MARINO FALIER. BRUNETTI M. : Venezia durante la peste del 1348, in « Ateneo Veneto », 1909, voi. I, fase. 30 e voi. Il fase. i°. BRUNETTI M.: Marin Falier e la sua congiura, in Rivista di Venezia», gennaio-febbraio 1931. . CECCHETTI B.: La moglie di Marin Faliero, in « Archivio Veneto», t. I. Cecchetti B.: La dote della moglie di Marin Faliero, in «Archivio Veneto», t. XXIX. Fulin
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1939
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. Fu buono e molto prudente, pieno di fede e di verità, amante della patria. Fu il primo ad entrare in Tiro. Ricuperò l’Istria e Pola con cinquanta galere capitanate dal figlio Domenico e da Marino Gradenigo. Questo doge glorioso e nobilissimo fece pace con la Chiesa, prima turbata dalla grande discordia fra il doge Polani e il patriarca Enrico Dandolo, e col re di Sicilia col quale i Veneziani erano in grande guerra
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Page 131
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1939
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, Costanza Morosini, lo precedette di due anni circa nella tomba. Da essa ebbe due figli, Paolino e Bertucci e due figlie, Contarina, moglie di Tommasino Giustinian, ed Antonia, moglie di Maffeo Gradenigo. Secondo il Barbaro avrebbe avuto altri due figli, Domenico e Francesco. Lasciò pure un figlio naturale, di nome Marino, frutto di illegittimo amore della sua prima gioventù scapestrata ! Sontuoso
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