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1795
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R.D. Gas-par. de Marianis, vulgo e/ gobo , olìni presbjter ft tit. Ecclesìa S. Thom# , y inde plebanus S. Mauri- m tlt ' 1518 -- Gaspar, S. Mauri-tii. tloo Marianus, Patricius. ■Vic. S. Moysis . 11x3 de Marin, Prosper, fts. Felicis, sub quo Ecclesia vetustate corruit . PmVo». XVI, 243. lWz Marino , Hieronym. j®. Mattliaei. 1421 -- Johannes , S. Can-tiani. In jlBìs Cur.Gra-dens. V. de Martinis. 14
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1930
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la configurazione del fondo marino. Il Marsili prosegue poi parlando del lavoro di alluviona-mento delle correnti fluviali e dimostrandone gli effetti in ordine sia alla morfologia delle coste che alle condizioni bati metriche del mare. « Nelle foci di tutti i fiumi e torrenti che in tanto numero si veggono nella spiaggia nostra dell'Adriatico, o vi sono scanni di arena, se queste conducono, o di giara
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1795
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2$0 I N £> i090 Martinaccius , Andreas , S. Joh: Brag. 1211 - Mattfraeus, S. Joh: Bfag. de Martinengo. V. de A recordiis. 1605 Martini, Gaspar, S. Agnetis. 1421 de Martinis , Johan nes, S. Cantiani. In AB. C. C. dicìtur, Marino. 1613 — Johannes, S.Pantal. 1527 -- Nicolaus , S. Joh; Eleem. 1551 — e Martini, Balthas-sar, S. Moysis. 13*6 Martino, e Mancio , Petrus, S. Joh: Brag. 1195 Martinus
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1795
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1 n d nes , S. Mauricii • Ex jcbed. S chiappai alba . 1693 Gaspari, Johannes, S, Fuscae . 1761 - Joh: Bapt., S. Angeli . 1789 Gasparini, Joh: Bapt.y S. Joh: Eleem. 1711 Gasparinus , Marcus Antonius, S. Martini . 1572 Gataneo, Aloysius, S. Barnaba t J632 Gatti, Alexander, S. Sim. proph. 1569.de GattiSjFranciscus, S. Eustachii. 1464. - Leonardas, S. Silvestri . 1563 Gatto, S. Pauli . V. Catta . 1595 - Alexinder, S. Eustachii, sed irrita eleciio-m. Scomp. 51. 1419 , 3 Januarii. Gattuso, Andreas, S. Pantal. Per-•mutavit plebem cum ALr-chidiac- Castellano. Scomp. 4, sub anno 1453 , 20 Tebruarìì . Dicitur Olitr plebantis S. Gervasii. 1443 Gatuzi, Andreas, SS. Gerv. & Prot. ^48. Cttr. Cast. 10 Julii, alibi Ga-tuxo. Ibìd. 1436 Gavixio, Andreas, SS. Gerv. & Prot. V. Gatuzi . 1185 Gausonus, Andreas, I'{ob. Vir. Can. Castella-nus & pkb. Eccl.* S.Her-mag. In Cod. Tubi. p.827. Eodemanno Andreas Gau- I C E . soni pleb. S. M. dè Mtì-riano, p 994: & ann, 1271 , pleb. S. Mari# di Muriano , p. 996 : pro qua Ecc.“ habebat Vica. rium V. Marinum Trevi-san um. p. 1002. 1563 Gazzaniga. V. de Maroni bus . 1385 Gazzo , Joh: S. Joh: Decoll. ir%z — Joh: S. Joh: Decol/. Corn. XII, 113. 1345 de Gebellinis, Donatus , S. Ubaldi. 1482 de Geminiani, Bene-diilus, S. Euphemiae . 1311 Geno, Raynerius , SS. Hermac. & Fort. IJ96 -- Luciatms , S. Can-ciani. Corn. XVI, 344. 1434 Gente, Andreas, S, Basilii . [Anno 1449, \ Septemb. in Aff.C.C. dicitur , Olim plebanus. 1484 Gentilinus, Jacobus, SS. Gerv. & Prot. 1521 qu. Geergii , Petrus, ' S. Pauli. Scomp. 30. 1473 Georgii, Antonius, S. Gemin. 1490 de G’eorgiis, Joh: S. Barthol. I\ardin. 1552 — Paulus, S.Agnetis. 1439 Georgius, S.Sim. proph. iAil-C.C. 6 Mariti. 1192 — S. Moysis. V. Ca-valcalupus, Gregorius. 1312 — Petrus , S. Moy- ■> sis. 1630 — Petrus, S. M. M. Dom. 16^1
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1795
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C À f o XIÎ. ît ítem quia mulier ex Parochia in qua Matrimo-nium contraxit , quandoque discedit, & marito in aliena Parochia adhxret, & alteri Parocho subjici- Itur; ne Sacerdotes labantur consuetudine quadam dufli , quæ ipsos a suspenfione per Conc. Trid. Cap. i , de Ref. Matrim. Session. 47, illata nequáquam excusat , Conftitutionibus item Synodalibus ad verbüm inherentes, declaramus NUPTIALEM BENEDICTIONEM ad eum Parochum speöare, intra cujus Parochise fines conjuges tempore bene-|iéiionis suscipiendæ inhabitant & habent domicili urn, & a quo uti a vero & proprio Parocho Sacramenta omnia suscipienda sunt . Unde fi coram uno Parocho Matrimonium fuerit contraftum , at-que mulier ad domum viri in aliena Parochia fue-rit tradußa j tunc Parochus mulieris diftos Conjuges non bsnedicat absque noffra , vel illius Paro-phi licentia, in cujus Parochia degunt . Ut autem ab eo nuptix benedicantur, coram quo Matrimo-nium eft contraâum , atque penes eumdem descritta sunt Matrimonium & Desponsatio, per secundum Parochum transmittetur Fides Benedidionis ad Parochum Contraftus in ejusdem librum referenda . Parochis item injungimus etiam ex hac causa , ut quo tempore coram eis matrimonia contra-I|intur, efficacibus verbis Contrahentes hortentur, ne ante susceptam in templo benedictíonem sacer-dotalem in eadem domo cohabitent, suafionibusque inducant, ne diutius suscipere différant . Parochos vero domicilii hortamur, ut fi sublatam consuetu-dinem sequi voluerint, facile iicentiam hujusmodi priori Contraftus Parocho concédant ; ficut etiam nos concedemus, pnesertim fi conjuges id expo fluía-
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. La carovaniera marittima dell’Adriatico prevale su quella continentale, e fluviale del Danubio. I paesi balcanici commercialmente da danubiani diventano adriatici. Se ne avvantaggia Brindisi, che ritorna ad essere l'imbocco del ponte marino fra la via Appia latina e la via Egnazia balcanica. Ma se ne avvantaggiano anche Trieste e Piume che, per la loro posizione più interna, attrarranno
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1832
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, ma fu ristabilito da Marino. La sua elevazione alla santa Sede fu 1’ opera di una fazione ch’egli avea, per quanto dicesi, formata sino dal pontificato di Giovanni Vili. Liutprando asserisce che Formoso avea gran zelo per la religione, e una poco comune conoscenza delle scritture divine. Ne die’ prove 1’ anno 891 nell’affare di Fozio, rispondendo con lettera a Stilia-110 vescovo di jNeocesarea, che intercedeva
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; ma egli era probabilmente qualche ebreo possente e fazioso, il quale essendosi ribellato contro Achaz, avea eccitato e fomentato questa guerra colla vista di seacciar- RE D’ISRAELE. leva improvisamente inette a rischio il vascello su cui si trovava. Giona dichiara eh’ è egli stesso la causa del pericolo , e che cesserà la bufera tosto che Io si avrà gettato iti mare. Così si eseguisce. Un mostro marino lo inghiotte
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1848
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di Cismon e S. Marino. I primi, tuttoché in numero di 2,000, furono vigorosamente respinti; 44 di essi caddero prigionieri, e molti furono morti e feriti. Nella mattina del susseguente giorno 9, s’incendiarono 24 mine, ed in tal modo, con rocce e scoscendimenti grossissimi di rupi, e di greppi, 43 Giugno.
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1848
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. Se tra noi c’è uno, che abbia meritamente amministrato cose militari, starà alla nostra Assemblea, se anche civile, eleggerlo a formar parte di questa Commissione. Perchè^ ad esempio, nella Commissione di commereio non dovremo metter un marino? lo convengo adunque che quanto è stato detto su questa parte debba trascurarsi, e che si lasci alla coscienza dei deputati il saper eleggere quegli 41 individui per ciascuna Commissione
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1848
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266 Si sta per conchiudere il contralto eli acquisto per le macchine di un piroscafo da guerra, ottenibili in quattro mesi dall’anticipazione di un terzo del loro valore, col pensiero di apparecchiarsi, come in ogni altro caso, alla disponibilità delPinlera somma; per cui, come v’indicava, ogni buon volere è sempre alla possibilità dei mezzi legato. In quanto alla costruzione dello scafo in Arsenale, nel contralto si contemplò la immediata spedizione dei piani pegl’indispensabili concerti fra i costruttori delle macchine, e gl’ingegneri navali; ottenuti questi, saranno intrapresi i lavori, e spinti possibilmente colla celerità della costruzione delle macchine. Mi resta infrattauto lusinga di veder coronata di un risultamento felice la patria idea, sorta nella Marina ed accolta con entusiasmo da tutte le classi dei cittadini, di procurare fra breve un altro piroscafo allo alla guerra. L’eroismo dei sacrifizii alla patria è divenuto ora nella città nostra una virtù cosi spontanea e generale, che diventa persino difficile lo avanzarci l’un l’altro nella gara generosa e continua. Come si avanza il lavoro di costruzione di una nuova penich, ed è già condollo ai 48 carati quello del brich Pilcide, così si procede alacremente al progredimento della grande fregata l’Italia, porlata già a 12 carati. Dacché l’allestimento compiuto dei legni minori, il cui stato ci offriva il più pronto mezzo di attività, permise di rinforzare i lavori intorno a questo grosso legno da guerra, il suo avanzamento si è spinto il più possibile, e si là progredire di pari passo coll’allestimento di tanti oggetti d’armo e corredo. Si sono commissionate all'estero le grosse sue artiglierie, il cui contratto di acquisto, vincolato all’anticipazione di una parte del loro valore, ce ne assicura il possesso pel momento del suo armo; si sono pure acquisiate le piante per procedere alla composizione delle sue alberature. L’espediente a cui si ricorre, in alcuni casi di urgenza, del lavoro ad impresa, non poteva adottarsi in questa circostanza, in cui si tratta di procedere nella costruzione, e non già incominciarla. Sarebbe però sempre in ogni altro caso da bilanciare la convenienza di questo espediente prima di ricorrervi, tanto nel lato economico, quanto nella riuscita delle o-pere, giacche, poco soddisfalli degli avuti esempi, non lo si vede adottato in massima dalle grandi Marine di guerra. Alla squadra sarda, che cooperò a tenere aperte le comunicazioni dal lato di mare, imponendo ai legni da guerra dell’Austriaco, prestò l’Arse-nale la sua opera per molti lavori occorsi a’suoi legni, tanto a vapore che a vela, avendone però il rimborso d’ogni spesa sostenuta, sì pel materiale, che per la mano d’opera. E riguardo ai marinai civili, se ne addestrano 120 in Arsenale pel pronto armo di una divisione leggiera di riserva, come pure si è riattivata la scuola dei garzoni, quale esisteva sotlo il Veneto Governo. Le Officine di artiglieria, ove s’impiega una gran parte di operai militari di quell’arma, prestandosi ai lavori per la Marina^ pei Forti e per l’armata di terra, spiegano un’attività la più soddisfacente; ed ivi raccolti anche i più esperti meccanici, se ne ritrae, ogni dì più, utilissimi risili-
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461 pomio dirsi troppo, quando si consideri il numero delle truppe qui concentrate , i bisogni di rifornirle, e di equipaggiare completamente li corpi di nuova formazione, e quando si rifletta, che la nostra marina provvede all’armo completo dei bastimenti disposti per la difesa delle lagune, e di quelli, che uniti alla flotta alleata ci tengono libero il mare ». 11 ministro della marina e della guerra Paolucci fa il suo rapporto, che daremo domani. I rapporti dei tre ministri furono accolti dagli applausi dell’Assemblea. Dopo la lettura, la seduta fu sospesa, e si riprese ad un’ora pomeridiana. II deputato Bellinato sale in bigoncia : « La prima deliberazione dell’Assemblea tenderebbe a determinare se la presente condizione politica debba essere decisa subito od a guerra finita. Credo che per trattare questa questione si debba fare una ipotesi che a me sembra facilissima. Figuriamo, onorevoli signori, che al momento in cui parlola guerra fosse finita. In quali casi si potrebbe trovare Venezia se la guerra fosse finita ? Io non ne so vedere che due. Quello , cioè , che la barbarie austriaca, colla prepotenza e colla ferocia giungesse a sconfiggere il nostro esercito e stabilire nuovamente il suo dominio nelle nostre provincie. Ciò per altro non avverrà, perchè Pio IX ha benedetta l'Italia, e perchè in tutta Italia tarassi ogni sforzo di vita e di averi, e perchè noi tutti Italiani faremo ogni sforzo per non cadere sotto il suo dominio. Ciò per altro non toglie che si possa fare questa ipotesi. Verificandosi questo caso, a noi sarebbe tolta la possibilità di ogni deliberazione. L’altro caso che io suppongo è quello più lieto e più sereno, che, cioè, l’esercito prode del Piemonte, capitanato dal suo sovrano ed assistito da tutte le altre armate degli Italiani, scacciasse da tutte le nostre prc-vincie FAustriaco e lo confinasse oltre le Alpi. Quale decisione prenderebbe Venezia sul proprio conto? Questo è quello che formerà il soggetto della seconda delibera ch’io desidero. Espongo la mia opinione e dico, che il deliberare subito torrebbe il paese da quelle angustie nelle quali attualmente si trova; che deliberando subito, si mostrerebbero le proprie intenzioni e si avrebbe diritto di un trattamento più franco c più generoso dal popolo alleato; mentre poi mi permetto di soggiungere che in questa santa guerra debbano essere estranee le mene diplomatiche , perchè non si tratta di guerra da sovrano a sovrano, ma si tratta di una guerra fatta da popoli fratelli, che tentano con ogni sforzo di liberare l'Italia dal nemico e di acquistarle la propria indipendenza (Applausi). Domando se , in seguito alla mia proposizione , alcuno abbia nulla da osservare ». Il presidente fa la stessa interrogazione (Silenzio). Manin chiede al presidente se egli sia sicuro che nessuno voglia parlare sul proposito, rivolgendosi al deputato Tommaseo. 11 quale soggiunge: Dimodoché, se non vi fossi io, altri non parlerebbe. Il presidente invita di bel nuovo i deputati a pronunciarsi ; ma, continuando il silenzio, il deputato ministro Tommaseo legge un discorso nel quale sostiene che decider subito non è inevitabile, non utile, non decoroso.
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6 2 LINO LAZZARINI verso la pace 1) e nell’aprile Marco Corner e Marino Grimani partirono per la via di Segna alla volta dell’ Ungheria 2). Ma inutilmente. Ludovico ruppe a guerra col re di Serbia e con Venezia, mettendo a sacco le campagne della Dalmazia e del trevisano. Durante l’infuriare della guerra attorno a Venezia, durante la tregua dal Novembre all’Aprile 1357, al riaprirsi
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PAOLO DE BERNARDO E I PRIMORDI DELL’UMANESIMO IN VENEZIA 127 porti con Venezia1). Era una forma diffusa: la vedemmo tra i notai (de Bernardo) e i medici (Giovanni Dondi: così probabilmente l’Ale-manno). — Queste forme avranno usate quei patrizi, che solo la Leandreide ricorda come poeti: Giovanni Foscarini e il figlioBernardo, Giovanni e Niccolò Boccassio, Maffeo da Pesaro, Marino Dandolo
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, come suo avvocato e difensore lo aveva fatto parlare ancora il Benintendi, in una preziosa e singolarissima lettera (V. 7 ed. Bas.). Quattro giorni dopo la morte del Dandolo, veniva eletto Marino Falier (11 Sett. 1354), che la naturale saggezza aveva temprata partecipando per un quarto di secolo alle vicende più importanti 26 gennaio; la risposta del Petrarca è la F. XIX. 11 del 19 maggio 1356. Per la data cfr
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, amico del Miani, del Tomasini Pa-ruta, di Marino Caravello. 3) Cfr. a pag. 4) Epist. di P. P. Vergerlo ecc., pagg. 174-5. Biblioteca dell' « Archivum Romanicum » - Serie I. Q
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e un altro. (Cfr. V. Lazzarini, Marino Fatiero ecc., pag. 78-80, 101-2). Questo deriva dal l’aver messo in relazione questa lettera con l’Ep. 1 del De Bernardo (cfr. Voigt, Die Briefsammtungen ecc. pagg. 53-5).
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) ; diceva infatti al Petrarca : « Ut audire saepius potuisti, hic mos, gloriosum quippe patriae nostrae decus, ducibus nostris est, ut quamvis in eos dignitatis titulus sit collatus, potius sequi quam ducere, nec tam imperandi quam parendi sibi potestatem asciscunt » (V. 1 1 ed. Bas.). Tuttavia per i suoi rapporti col successore del Falier, Gio- J) V. Lazzarini, Marino Faliero : La Congiura (Venezia, 1897
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della distribuzione della cultura in questo periodo) fu Marino Sanudo Torsello (1270?-1343?), centro di rapporti internazionali. Diede la sua attività per l’unione della chiesa greca e latina e pel riacquisto di Terra Santa; a questo scopo, non ultimo di quella schiera che aveva dato Marco Polo, intraprese lunghi viaggi in Oriente ed Occidente, e scrisse varie opere (nelle quali si dimostra buon geografo
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Marin Faliero, ne seguì la triste sorte3). Di questi poeti patrizi, quattro ne dette la famiglia Grioni : Marino, che fu al servizio di Roberto di Napoli, Pietro e Marco (vissuti intorno alla metà del secolo) 4), e Franceschino, del quale solo ci rimane un componimento, una leggenda di S. Eustachio (1321)6). I due più forti rimatori però furono della famiglia Quirini. Nicolò, pievano di S. Basso
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