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1851
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, e di convocarlo tanto ordinariamente, quanto in casi straordinarii. Gl’ Inquisitori di Stato venivan tratti da questo Consiglio. Ricusando i Decemviri nell’anno 1555 di giudicar da sè soli il doge Marino Falier, reo di cospirazione contro la repubblica, dimandavano che al Consiglio loro uniti fossero venti senatori. Stimata questa unione di vantaggio alla repubblica slessfl, divenne ordinaria, di guisa
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, di Sebastiano Padavino, di Bernardo e Girolamo Collo_, di Lazzaro Ferro, di Marino Angeli, di Allobello Buono, e di Pier Paolo Arduino. In queste librerie si trovavano in copia opere di svariata natura., riccamente e vagamente legate; rare edizioni degli Aldo, dei Giolito, del Valgrisi, del Pozzo, del Tramesino e del Grillo; stimati manoscritti greci, ed altri assai curiosi, specialmente nella biblioteca
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1851
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gli stessi frati, ed a spese della famiglia dei Marciniani s’innalzò dalle fondamenta un’ altra più vasta chiesa con disegno di Marino da Pisa. Minacciando poi rovina, nel principio del secolo sestodecimo 1’ edifizio del Pisano architetto, si pensò d’ i-nalzare un nuovo tempio in più dilatato spazio e di più magnifica struttura, commettendone il disegno a Jacopo Sansovino : Andrea Palladio fu indi I’ autore
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1851
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444 el qual venuto da me et per i più antighi di san Nicolò mi fu appresentato il silo Stendardo, el qual solenemente consegnai el Stendardo al detto ser Antonio in zenochion constituendolo, et dette per mi queste parole : Io te consegno questo Stendardo per nome del Serenissimo Principe, et della Serenissima Signoria mia in segìio di Capo, Gastaldo Principal del popolo di san Nicoli e san Iiafael. » Da poi veramente iti publicà1 Gastaldo a suon di campana della chiesa predetta, et a laudalion del popolo, che si allegrava. » In uno poi dei giorni successivi 1’ eletto, preceduto da trombe e tamburi, da un alfiere, che portava il detto stendardo, colla immagine di san Nicolò, ed accompagnato dal pievano di quella contrada, dai parenti e dagli amici presentavasi al doge in Collegio affin di ricevere la conferma della carica conferitagli. Introdotto nell’ aula da un segretario del senato, il doge lo esortava ad esser buon padre di quella famiglia et ossequioso alla pubblica maestà, che ciò facendo egli medesimo gli sari'bk sempre protettore, e lo assisterebbe nelle occasioni. Dopo queste parole T eletto si accostava al doge, ed inginocchiatosi a’suoi piedi gli baciava la mano, indi il manto. Restituitosi collo stesso seguito alla propria contrada, ed intervenuto a solenne messa cantata dal pievano, convitava poscia i parenti e gli amici mentre que’popolani faceano rallegramenti grandissimi, e maschere. Il doge dei Nicolotti vestiva nelle pubbliche funzioni un’ampia veste, ch’era, conforme le stagioni, or di raso, or di tabi chermisini, or di panno scarlatto con pelli di dossi o di vai: usava calze chermisine, scarpe di marrocchino dello stesso colore, una piccola parrucca nera rotonda, berretta da gentiluomo, guanti bianchi : ordinariamente non facea uso che delle scarpe e delle calze chermisine. Aveva il privilegio di seguitare il doge con una barchetta, legata alla poppa del buceutoro, allo sposalizio del mare nel giorno dell’ Ascensione ; il diritto di esigere una tassa sopra tutte le barche pescherecce della sua contrada, e quello di tener due panche da pesciaiuolo nelle due grandi pescherie di I san Marco e di Rialto. Annualmente dava al doge un censo di lire ventidue e di dugento cefali, offerendo, parimente in via di tributo, duemilaquattrocento di questi pesci ai Giudici del Proprio, e cento altri al Cavaliere del doge. DOMENICO (chiesa e convento di san). Erano dei frati dell^' dine dei Predicatori, e sursero nella contrada di Castello (preci; sámente nel sito, in cui si vede ora il primo viale dei pubblici giardini) tra il 4512 e il 4517 per le largizioni del doge Mari«* Zorzi. Nell’anno 4560, tolto ai Francescani da Pio papa IV I’11*' fizio del Supremo Inquisitorato contro gli eretici, fu esso ^
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Morosini moglie al doge Marino Grimani, fu l’ultima dogaressa che sia stata incoronata, ed in modo sIraordina-
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REGOLAMENTO PER LA MARINA MERCANTILE. 163 ri) ricevuta di pagamento della tassa di patente. 210. I secondi macchinisti e gli aiutanti macchinisti della regia marina, i quali, a termini del disposto del citato art. 64 del Codice per la marina mercantile, possono conseguire la patente di macchinista in 2° dovranno, per ottenerla, presentare al Ministero, per mezzo della competente capitaneria di porto, i seguenti documenti : a) estratto della matricola militare, da cui risulti il grado effettivo conseguito al corpo ; b) estratto matricolare che provi l’inscrizione fra la gente di mare di la categoria ; c) certificato penalo di cui alla lettera c dell’articolo 207, ove dalla cessazione dal servizio militare alla domanda della patente fossero trascorsi più di tre mesi ; d) ricevuta di pagamento della tassa di patente. 211. (Abrogato dal B. D. 29 settembre 1893, n. 640). 212. Se il macchinista straniero appartenga ad una nazione dove lo esercizio della detta arte sia libero, egli dovrà assoggettarsi ad un esame teoricopratico, innanzi ad una commissione espressamente instituita dal Ministero della marina, che valga ad accertare la sua idoneità al grado a cui aspira. I documenti che dovrà produrre per ottenere l’autorizzazione, di cui al precedente articolo, sono quelli indicati alle lettere b, c, d dell’articolo stesso, più il certificato dell’esame prestato. 213. I macchinisti detti di guarentigia, tanto nazionali quanto stranieri, ogni qualvolta facciano parte integrante dell’equipaggio, debbono essere muniti della patente, o della autorizzazione di cui nei precedenti articoli. Capo VI. Dei costruttori navali e dei cantieri navali. Sezione I. Costruttori navali. 214. Le patenti di ingegnere navale e di costruttore navale di la e 2a classe saranno conformi al modello espressamente stabilito. 215. Compete la patente di ingegnere navale, previo lo adempimento delle condizioni stabilite dai paragrafi a e b dell’art. 28 del Codice della marina mercantile : 1° a coloro che furono laureati ingegneri navali nella regia scuola superiore
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184 PARTE SECONDA. giù dove non siedono le commissioni marittime ordinarie. 297. Gli aspiranti all’esame di perito stazzatore dovranno, per esservi ammessi, produrre alla competente capitaneria : a) domanda ; b) patente di grado, o l’estratto dai registri della gente di mare, per provare la qualità di ingegnere navale o di costruttore navale ; <;) quitanza del pagamento del diritto di ammissione all’esame. Dove l’aspirante all’esame sia un capitano marittimo, oltre i documenti di cui alle tre lettere precedenti, dovrà produrre l’autorizzazione ministeriale di ammetterlo all’esame. Dove l’aspirante all’esame sia un individuo estraneo alla gente di mare, dovrà produrre i documenti qui appresso descritti : a) domanda ; b) fede di nascita debitamente legalizzata, dalla quale risulti che è maggiore di età ; c) certificato del casellario giudiziario comprovante di non essere mai stato condannato a pena criminale per qualunque reato, e neppure a pena correzionale per furto, truffa, appropriazione indebita o frode, ricettazione o favo- rita vendita di cose furtivo, o per reato contro la fede pubblica, od avere ottenuto la riabilitazione-in tale certificato dovranno essere fatte le dichiarazioni prescritte dal presente regolamento in quanto concerne il certificato analogo che deve prodursi dagli aspiranti alle patenti di ingegnere navale, di costruttore navale e di capitano, ecc. ; d) il documento da cui risulti che il Ministero autorizzò l’ammissione all’esame ; e) quitanza del pagamento del diritto di ammissione all’esame. 298. I certificati di abilitazione all’ufficio di perito stazzatore si emettono, sulla proposta della competente capitaneria di porto, dal Ministero della marina, secondo il modello all’uopo stabilito. 299. La capitaneria che propone al Ministero della marina la emissione di un certificato di abilitazione all’ufficio di perito stazzatore deve rassegnargli : a) estratto autentico del processo verbale della commissione esaminatrice comprovante la dichiarata idoneità del candidato ; b) patente di grado, o l'estratto dalla matricola o dai registri della gente di mare, secondo che il can-
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214 PARTE SECONDA. <li porto sospende l’imbarco del marino finché non sia posto in regola il titolo d’inscrizione, ohe trasmette, occorrendo, alla capitaneria di porto competente. 485. Gli stranieri chiedenti di far parte dell’equipaggio di un bastimento nazionale devono essere muniti di carte rilasciate o vidimate dall’agente consolare della nazione a cui appartengono, ed in mancanza
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174 PARTE SECONDA cui si tengono le matricole dei bastimenti, venendo a sapere che da oltre due anni non siensi più ricevute notizie di un bastimento, procurerà di conoscere la sorte toccata al medesimo, indirizzandosi ai proprietari, agli assicuratori, ed a tutte le autorità e le persone che fossero in grado di dare informazioni. Dove da questi atti risulti fondata presunzione della perdita del bastimento, l’uffizio compilerà l’opportuno processo verbale, e, in base ad esso, cancellerà il bastimento stesso dalla matricola. 256. I bastimenti cancellati dalle matricole debbono cancellarsi anche dalla rubrica, annotandovi sommariamente nell’ultima colonna il motivo della cancellazione. 257. Quando occorra per uso amministrativo far conoscere i risultati della matricola, l’uffizio di porto ne rilascierà copia conforme all’originale. In ogni altro caso ne rilascierà copia autentica col pagamento dei relativi diritti erariali. 258. Gli uffizi circondariali, presso cui si tengono le matricole dei bastimenti, devono trasmettere alla rispettiva capitaneria di porto : a) mensilmente, un elen- co nominativo dei bastimenti cancellati od inscritti per cambio di compartimento ; b) semestralmente, entro i primi quindici giorni di gennaio e luglio di ogni anno, un elenco degli aumenti e delle diminuzioni dei bastimenti avvenuti durante il semestre precedente per effetto di nuove inscrizioni e di cancellazioni operate nelle matricole suddette. Le capitanerie di porto trasmetteranno, a loro volta, gli elenchi generali al Ministero della marina così mensili che semestrali. Sezione XI. Tipi dei bastimenti mercantili. 259. La denominazione dei tipi, cui, negli atti di nazionalità ed in ogni altro documento ufficiale, si dovranno assegnare le varie specie di bastimenti a vela ed a vapore della marina mercantile, è stabilita come in appresso : Bastimenti a vela. Nave a palo : bastimento con quattro alberi verticali, tutti a vele quadre, salvo quello di poppa, che ha vele auriche (randa e contro -randa), e bompresso. Nave : bastimento con tre alberi verticali, tutti a vele quadre, e bompresso. Brigantino a palo : basti-
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132 PARTE SECONDA. Ogni altra 'promozione è fatta a scelta. Per essere promosso da marinaio di prima classe al grado di secondo nocchiere sarà necessario di sapere leggere e scrivere. 55 Un quarto dei posti di secondo nocchiere e di nocchiere di porto sarà riservato ai sott’ uffizioli del corpo reale equipaggi i quali chiedessero di passare al corpo delle Capitanerie di porto o che fossero collocati a riposo, ma si trovassero ancora in grado di prestare utile servizio nei porti. 56- Alla bassa forza del corpo delle Capitanerie di porto è data la seguente assimilazione ai gradi del corpo reale equipaggi : Nocchiere di porto — Nocchiere di 2* classe ; Secondo nocchiere — Secondo nocchiere. Marinaio di la e 2a classe — Marinaio. Tale assimilazione determina pure le competenze alle quali la bassa forza suddetta ha diritto in occasione di trasferta per motivi di servizio. Nei casi però di tramutamento da una ad altra sede permanente riceverà il compenso stabilito per gli agenti civili di bmso servizio. 57. La divisa della bassa forza suddetta (obbligatoria per tutti i gradi, anche fuori di servizio) sarà uguale a quella del corpo reale equipaggi, secondo i diversi gradi, colle seguenti modificazioni : a) non avrà il distintivo militare delle stellette ; b) il nastro al cappello e al berretto recherà la leggenda: Capitanerie di porto. 58- Ai marinai di porto di prima nomina sarà dato un assegno di primo corredo di lire 100 per una sóla volta affinchè si provvedano dei pi-esvritti oggetti di vestiario che saranno loro forniti dal consiglio amministrativo del corpo reale equipaggi. Ogni successiva provvista d'oggetti di vestiario sarà a carico dei richiedenti, i quali dovranno pagarne il prezzo al suddetto consiglio, per mezzo di ritenzioni sul rispettivo stipendio mensile non minori di lire 10. 59 1 sott’uffiziali ed i marinai di porto sono destinati a servire nei porti e scali del litorale del Regno per disposizione del Ministero della marina. Al servizio dei porti principali potranno essere comandati distaccamenti del corpo reale equipaggi. 60. I capi di compartimento possono concedere alla bassa forza, da essi dipendente, permessi che nel corso di un anno non eccedano giorni 15. I permessi di maggiore
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del marino, quando nel suo libretto o foglio di ricognizione non fosse fatta l’annotazione di sbarco dopo l’ultimo movimento di imbarco. In questo, ed in ogni altro caso dubbio, l’uffizio
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1921
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da un porto all’altro, l’uffizio di porto del luogo in cui esiste il galleggiante sulle analoghe indicazioni da fornirsi dall’uffizio del genio civile, rilascerà un foglio di autorizzazione da cui consti : a) il galleggiante da spedirsi e il porto cui è destinato ; b) il nome del marino che è preposto al comando, il quale dovrà avere i requisiti prescritti dal Codice per la marina mercantile e dal presente
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ed a prora la rispettiva denominazione. Sezione IV. Dei piroscafi e delle barche a vapore addetti al rimorchio dei bastimenti. 927. I piroscafi con coperta, destinati al rimorchio dei bastimenti, devono essere comandati da un marino che abbia almeno la qualità di marinaio autorizzato. Le barche a vapore, senza coperta, destinate al servizio su detto, o ad altro qualunque, devono essere comandate
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, dal Bofco di Aleifandria, già Frate dell’Ordine Domenicano. Continuò egli il nome del Predeceifore, che fu, di Pio Quinto,e ti fpe- ifcptf'y’ rò da’ Chriftiani fotto i fuoi degni aufpici; la religione, e la fede altamente profperata. Eleife la Republica li quattro foIitiAm-bafciatori d’obbedienza per prefentarglifi, e baciargli i piedi; Gi-rolamo Grimani Procuratore, Nicolò da Ponte, Marino Caual- d
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Nauagiero, Ambafciatore à quel- ÌvtiL? • lo , e Marino Caualli à queili, iìaifaticailèroindimoftrarloro,^^; eiferui itata ftrafcinata la Republica da vn eilrema neceffità , di nanio. non dar’adito a’Turchi d’impadronirfene. Effi però agitati da trauagli molto più importanti , non fi lamentarono àfegnodi rompere per Marano apertamente con la Republica la guerra. Premeua à Carlo molto più il Rè di Francia
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le giurifdittio-ni ,non gi»à per alterar punto il douuto loro Vaifallaggio. Finì quefta Dieta di rompere tutti gli argini al rifpetto. Inondarono tanto per ogni luogo l’hereiìe, e i tumulti, che finalmente fu sforzata, e comandata la Principeffa dal fratello, di dar mano allarmi . Giunto frattanto à Conftantinopoli l’Ambafciatore Marino di cluluirÌ CauaUi, ratificò felicemente la pace trà Seiino, e laRepublica
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armando più fempre difedeltà.Haue-uala precedentemente munita inTreuigi con l’eshortationi, e Girolamo» le preghiere anche Girolamo Marino, publico Rapprefentan-xappTesé-te > °nde fi trouauano quei Popoli, e per natura, e per eccitameli-toinfiammatamente difpofli. Comparfoui il Dreffmo, vi fu alcuno alla prima fua comparai, che
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3*0 DE FATTI VEN ETI Mmtn a Leone Marino Georgio, in vece di Pietro Lando, che hauea già 3mllfeia terminato il tempo della Carica . Gli commife in primo capo, tort a Ro di perfuaderlo à quel bene , che haurebbe fìcuramente prodotto ma‘ per la redentione della libertà Italiana l’alienatione fuá da que* due Prencipi , troppo dominatori di Stato, & auidi di Impero. Infecondo, di affaticarfi
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, eprecipitauanogiùdelJe fcale quei,die * dopo appogiatele, tentauano di montarle, per innalzarii agli af-falti. Carlo Marino, che v’era per anco Proueditore, fermaua-ii ,ecombatteua intrepido nella parte più debole del Luogo, doue faceuano i nemici gl’impeti maggiori; madiroccatoui final- uedìton fi mente da inceifanti colpi vn Baflione intero nella punta della d'fende'-Terra fopra l’argine, non fù
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ij* DE FATTI VENETI meiTogli in numero di cinquecento Caualli Leggieri, iettecento Fanti, e quattro mila huomini del Contado, e di eifere oramai pronto alla Campagna. Se fopra vna egual bilancia ogni minimo grano da vna parte aggiunto può decidere divn graue pe-fo, tanto più il Pitigliano, agitato fra gran dubbi;, quando interi egli de- fe lo fcrittogli dal Marino, tracollò in fauore
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