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1934
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in curia uel extra, occasione predicta, sed dictam quietationem perpetuo firmam et ratam habere et tenere etc. Actum in palacio comunis, presentibus ser Nicola Petri et ser Jancio Leonis iudicibus predictis, testibus et Marino Desse examinatore. XXXVI 1360, 29 aprile. IV, 1!I. 80/95 v. (Protocollo c s.): Die penultimo aprilis. Comes Ladislauus uicecomes Spaleti, uice et nomine magnifici uiri domini
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1934
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che stupisce, ma che si spiega unicamente coll’uso costante delle due lingue nella conversazione (2). Tracce ben solide dell’ uso della lingua italiana nella vita privata dei Ragusei si leggono nelle commedie in croato di Marino Darsa (Driic) (1520-1567). Uno studio accuratissimo sulla lingua del Darsa, pubblicato di recente dal noto filologo croato M. Resetar (Rad jugosl. Akad., voi. 248, Zagabria, 1933
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1934
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una canzonetta bilingue, di due versi in italiano e quattro in serbo-croato (pag. 118). Parlano italiano anche i personaggi seri; gli uomini, incontrandosi per strada si salutano in italiano: «Addio fratelli; Dundo, bon di; Ben trovato, misser ; O Vlaho bevegna ; Siate li ben venuti ; O ben trovato, Signor Marino ecc. ». Giustamente conchiude il Resetar: Poiché nelle commedie del Darsa i Ragusei
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1927
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statuta Spalati. Cuius tutele constitutioni, prefati domini uicarius et judices suam et comunis Spalati auctoritatem interposuerunt...... et prò dictis tutoribus et curatoribus fideiussit ser Petrus Marci. Presentibus Marino Uannis et Johanne Per-uosclaui testibus. Die XXI octubris. Qui tutores et curatores inuentarium fecerunt de bonis condam dicti Bogdani et mihi notario infrascripto presentauerunt
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1927
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— 165 — Ragnina, del Gondola (Giovanni di Marino), del Razzi, del Luccari, del Resti, la storia dalmata del Lucio e l’opera monumentale del Farlati ci offrono esempi evidentissimi. Maggior copia di esempi porgono gli storici letterari, i cui saggi, in buona parte, sono una rigida elencazione di dati biografici, di nomi d’opere e d’autori. Marco Dumaneo, p. es., in « Synopsis virorum illustrium
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Page 64
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1927
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des Frères-Prècheurs, in Revue d'hìstoìre eccle'siastique, XV (1914), I, e l’ottima recensione con nuovi contributi per ciò che concerne l’Italia, del compianto storico della scuola G. MANACORDA, in Giornale storico della letteratura italiana, voi. LXVI1 (1916), pag. 129 sgg. 2) Vedasi il nostro lavoro, Scuole e maestri in Arbe nel medioevo e nel Ri-nascimento in Museum, San Marino, annata 1924, pag. 62
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1861
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, M. A. Bevilacqua Lasise, Marino Marini. 1872. Bonturini Giuseppe. Elogio di Fabio conte di Maniago, illustratore delle belle arti friulane (dedicato a Jacopo conte Otellio, canonico d’ Udine). — Udine, Onofrio Turchetto, 1842, p. 24, 8.° 1873. Elogio storico di Lorenzo Selva, ottico veneziano, del cav. Giovanni Santini, membro effettivo ec., letto in occasione della solenne distribuzione de' premj
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Page 465
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1861
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. 3612. Poetici componimenti per le felici nozze della nob. sign. contessa Giustiniana Beltrame, di Valvasone, col nob. sig. conte Marino Zuliani, di Ceneda. — Venezia, Zatta, 178.r>, p. XL, 4."
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1884
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. Queste lettere, dirette al conte Girolamo Silvestri di Rovigo, furono cavate dalla Concordiana e riguardano le discipline naturali ed economiche, nelle quali Antonio Zanon udinese era maestro. Le precede una breve ma succosa biografia del Zanon, compilata per l’occasione dal diligente T. Minelli. 598. Lettere del cardinale Marino Grimani a Giangiorgio Tris-
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Page 144
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1861
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131 889. Orazione di Gio. Domenico Salomoni, cancelliere dell’illustre comunità di Udine, detta da lui in nome pubblico, nelle esequie dell’ ili. e rev. Giovanni Grimani, patr. d’Aquil., nel duomo d’ Udine, il dì 21 ottobre, 1593, all’ili. sig. il sig. Marino Grimani, dignissimo procurator di s. Marco. — Udine, 1593, Giambattista Natolini, e. 8, 4.° 890. Marnano (di) Scipione. Lagrime
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1861
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M4 triarchat con Aqimeja. — Leggonsi in Mittheilungen des histori-schen Vereins fiir Krain. — Laibach, 1847, p. 51, 59, 74, 85-87, 107-111 ; 1848, p. 5-18. 760. Monumenta medii aevi, nunc primum edita, e tabulariis aquilejensibus deprompta. — Leggonsi in Gorii. Simbolae littera-riae. — Florentiae, 1748, voi. II, p. 93-112. Comprendono a) Ludovici II imperatoris praecoptum pro monasterio sancti Michaelis in Diliano, anno 852, ex autograplio aquilejensi, XV cal. decembris; b) Eugenii papae IV bulla zagabrien-si et lindensi episcopis, monasterii b. Mariae in Oberburg, et plebano pleb¡3 s. Petri in Rodmondorf, aquilejensis dioecesis, 17 cal. julii, 1445. 11 primo documento, con nota, fu tratto dall'archivio del capitolo d’Aquileja. 761. Itinerarium in visitatione habita in partis Germaniae, per Potrum episcopum Caprularum, delegatimi Marci Barbi, patriar-chae aquilejensis. — Brixiae, Rizzardi, 1761. Soppressione del patriarcato. 762. De vinculo quo adstringuntur episcopi ad defendenda ecelesiaruni suarum jura, liber unicus ad tuendum patriarchatum aquilejensem evidgatus. — Brixiae, 1750, Joan. Mar. Rizzardi, p. 8, 4.° Non fu pubblicata che la Synopsis in due parti, attribuita al card. Angelo Maria Querini. 763. Litterae apostolicae et acta consistorialia, spectantia ad temporaneam deputationein vicarii apostolici (aquil.). —Leggonsi ili tìenedicti XVI bullarium. —Romae, 1753, toni. Ili, p. 546-559. Contengono a) Erectio vicariatus apostolici in parte dioecesis aquilejensis, austriacae familias dominio subiecta (29 nov., 1749), p. 546-559; b) Allocutio habita in consistorio, feria 2.a, die 1. dee., 1749, post editionem praemissi brevis, p. 549-552; c) Deputatio in specie vicarii apostolici ad regimen illius partis dioecesis aquil., quae austriacae familiae dominio subiecta est (17 junii, 1750),p. 552-559. 764. Benedetto XIV. Lettera scritta di proprio pugno da Castel Gandolfo alla seren. rep. di Venezia, in cui adduce li motivi del suo operare intorno agli affari del patriarcato d’Aquileja,
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Page 277
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1884
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. (B. C. U.) Dieci amici offrono agli sposi questa prima stampa dello statuto che il patriarca d’Aquileia Marino Grimani concesse ai Sanvitesi nel 1528, per compensarli che il suo predecessore Domenico Grimani avesse offeso gli antichi diritti garantiti alla comunità nella transazione corsa nel 1420 tra il patriarca e la republica veneta al tempo della dedizione. Gli statuti sono in latino e richiamano i modi
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Page 194
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1884
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174 condo lui, interpretati dall’Henzen, dal De Rossi, dal Mommsen e dal Bertolini. Fra queste è curiosa l’epigrafe che Marino pose sul proprio monumento e così suona tradotta: « se qualche altro cane, figlio di cane, vorrà essere posto nel sepolcro, paghi al fisco lire sei d’argento. » E corso però un errore di citazione nell’epigrafe di Saturnino che è corretta in modo men chiaro assai
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1861
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18 — e) Diversarum gentium historiac antiquae scriptores tre» : Jornande» etc. hidoruti Ilispalemis etc. Pauli, Warnefridi f., diaconi de gestis Langobardorum libri sex.—Ilamburgi, 1611, 4.° — /') La stessa opera. — Ilannoviae, 1G13. — g) Pa«Zi Warnefridi longobardi f., diaconi forojuliensis de gestis Langobardorum libri VI, ad inss. et veterum codicum fidem editi. E stampata nell’opera : Hintoria Gothomm, Vandalorumet Langobardorum ab litigone Grotto partita verna, partirli in ordine in digesta, Amstelodami, per Ludovicum Elzevirium, 1055, 4.°, p. 741-932. I libri sono suddivisi come nell' edizione 1595. -I.) Punii, Warnefridi langobardi tilii, diaconi aqnilejensis, de gestis Langobardorum libri VI. Leggesi in Maxima bibliotheca veterum patrum, Lugduni, 1677, toni. XIII, p. 160-200. — i) Pauli, Warnefridi langobardi, diaconi forojulieusis de gestis Langobardorum libri VI, ad mss. et veterum codicum fidem editi a Friderico Lindenbrogio Belga. Accesserunt varino loctiones codicum ambrosiani et niodoetiensis, et annotatioues lloratii Blanci romani. Sta in Muratori Ludov. Scriptores rerum italicarum toni. I, (Mediolani, 1723) p. 405-531, con figure. Procedono 1' opera, «) le prefazioni di Lodovico Muratori p. 397-398, e d’Orazio Bianco, p. 399-400, b) un saggio di scrittura dei due codici ambrosiano membranaceo, n. 72, e di .Monza, p. 400, c) il catalogo di 21 re longobardi; d) l’epitufio di Paolo Diacono scritto dall’ab. Ilderico ; e) la dedica, la prefazione e la notizie, come stanno nell' edizione 1595. Si è ammessa la «tessa suddivisione di libri, eccetto il terzo ripartito in 34 capitoli. Le noto sono preziose nei rapporti bibliografici; rischiarando-visi molti passi di storia friulana. — k) Pauli Wittfridi diaconi scripta quae supersunt universa ex variis, hisque optimis foutibus eollecta, recensita, emendata atque in umuu corpus, quod uemo adirne praestitit, oadiuiata, auctore I. P. Mivrne, tomus unicus. Volume XCV della Patrologie Paris, I. P. Migne, 1851, 8.® — I) Paolo Diacono della chiesa d'Aquileja. Della origine et fatti dei re longobardi, tradotto per M. Lodovico Domenici».— In Venezia, appresso Gabriel Giolito de Ferrari, 1548, c. 104, 8.° — 1584.
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Page 311
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1884
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‘291 sino. (Nozze Papadopoli-Hellenbach) — Schio, tip. Marin, 1880; in 8° di pag. 15. (R. O-B.J Marino Grimani, ce lo ripete il prof. Bernardo Morsolin che mandò innanzi una breve prefazione a queste lettere, divenne patriarca d’Aquileia e di Costantinopoli dopo la rinunzia fattagli da suo zio cardinale Domenico Grimani ed era più atto alle cose civili che alle ecclesiastiche. Le cinque lettere
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Page 218
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1884
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198 ruinò la publica vecchia loggia e la chiesa di S. Giovanni. Per demolire quest’ ultima, i deputati dimenticarono di chiedere l’assenso al patriarca, onde nel 1539 domandarono al Cardinal patriarca Marino Grimani l’assoluzione. Questa fu concessa, però a patto che il dì di S. Giovanni uno dei deputati, portando in bocca una fronda di olivo, la offrisse al sacerdote durante l’offertorio
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1987
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che venissero riveduti i loro privilegi dagli Avogadori di Comun, di poter assistere al dibattito pubblico « per tutela de le soe raxon », di sperare in un risarcimento ed anche in una concessione di scavi limitata..« Ser Marino (Memo) e.... ser Marco Corner et ser jeronimo Malipiero come principali de questa materia.... possano elezer duo fosse per chadaun dove che li piaxera et siano i primi a elexer
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Page 32
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1987
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PREFAZIONE 27 sostanza. Infatti, ad un certo punto, lo Zendrini, invece di leggervi « fra Moro da S. Michiel de Muran », come dal ms. marciano chiaramente si ^sume, vi fece un guazzabuglio, e, non pensando che si parlasse del celebre camaldolese, preferì superar le difficoltà con un eccetera ; altrove, incontrandosi nello stesso nome, vi lesse : fra Marino l. Anche il codicetto marciano
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Page 21
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Date
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1987
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alle condizioni che aveva fatte a Marino Memo di Nicolò ; e poco dopo (29 sett. 1452) permettevagli anche di prendersi dei soci. Ben volentieri ; perchè convinto che dovevasi incoraggiare in ogni modo un’ opera, la quale mirava a ritrovare nelle sue terre qualche vena o miniera d’oro e d’argento o d’altri metalli, qualche nuova fonte di ricchezza. « Sit facienda, dicevasi in Senato, omnis experientia
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Page 42
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1851
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in porticibus sive salis do-morum suarum, tam offensiva, quam defensiva. » Appendevansi poi ai tetti delle chiese, e innanzi ai sepolcri, le arme o stemmi gentilizii, formali di legno, o di rame, indorali, e di grandissima dimensione: morto nel 4252 il doge Marino Morosini fu appesa per la prima volta al tetto della basilica di san Marco la impresa di lui. Se non che avvedendosi, che la moltitudine
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