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1926
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— 262 — Sordo, Gentil’huomo Raguseo», ne pubblicarono a Venezia presso l’Aldo le poesie italiane, dedicandole, com’ era stato desiderio di Savino, con una lettera, all’ « illusstr. sig. il signor Marino di Andrea Bobalio», loro zio, uomo molto facoltoso e in relazione d’amicizia con alcuni dei più cospicui personaggi di quel tempo in Italia, che pare si fosse assunto le spese della stampa
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, che va sotto la data del giugno 1300, ma che ha bisogno di molte correzioni, ci aiuta a vedere un poco più addentro nella natura di questo ufficio. Si tratta di certe convenzioni stipulate tra gli ambasciatori di Marino Zorzi, conte di Curzola, e l’eligendo vescovo della erigenda diocesi di Curzola e Stagno. Gli ambasciatori si obbligano di eleggere a vescovo il domenicano fra Giovanni de Crosio
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1926
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e Recanati; Nicolò Butchi (?) da Rimini e Cesena, e Galeazzo Brugnoli da S. Severino mille soldati, con sufficiente numero d’officiali. Ed erano comandati da Jacobuzzo de Ursinis (Jacobo Orsini, secondo Giovanni di Marino Gondola) e Giuliano da Fano, rinomati capitani di fanterie italiane in quei tempi » 2). La vicinanza delle due terre fa sì che anche a Ragusa e ad Ancona si formino colonie
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1926
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». Il Consiglio dei Dieci l'accetta e lo stesso giorno concede libertà a Marino Falier e ad Andrea Michiel — che già il 2 gennaio avevano avuto facoltà di trattare la morte di Baiamonte e del Quirini — di promettere *) VERCI G. B. Storia della Marca Trivigiana e Veronese, Venezia, Storti, 1788, voi. Vili, doc. 863, pag. 103. *) VERCI G. B. Storia cit., voi. Vili, doc. 882, pag. 124. 3) Vedi in appendice
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ha ricevuto in ogni tempo » (p. 41). Sorvoliamo sulle relazioni del Pasquali coi letterati suoi conterranei, che scrissero in italiano o in latino, come Giovanni Bona, Giorgio e Marino Bisanti, 17
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.): Studio in alba ogni dì ciò, che compose Aristotel de’ logicali intrichi, Chiave di tutte le cagioni ascose. Ma, per dirvene il ver, par ch’io m’intrichi (Cosa, che sol mi turba, e sol m’annoia) Più d’ora in ora; e ’n van me n’affatichi. Nel 1589, quattr’anni dopo la morte del poeta, i fratelli di lui, Sigismondo e Marino, col titolo « Rime amorose, e pastorali et satire del Mag. Savino de Bobali
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scrivono ai provveditori di consegnare a Marino Morosini, conte di Traù, il danaro che avevano « prò facto Baiamontis proditoris » J). S'era allora già delineata la tragica sorte che doveva toccare a Mladino; e Traù, è noto, era il luogo veneziano più vicino al territorio dove Baiamonte s'aggirava, e a un passo da Clissa dove forse si trovava. A Clissa, dice Mica Madio, Mladino rimase quindici
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1926
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) e, secondo l’Appendini, Marco di Ragusa (1448), Simeone di Ragusa (1459), Marino di Ragusa (1479) e Ragusio de Ragusis che nel 1512 dall’Università di Perugia fu « chiamato alla seconda cattedra di legge civile in quella di Padova » ’). Domenico Galeotti Rollando professò astrologia e medicina all’università di Bologna dal 1391 al 1422, anno in cui morì. Agostino Naie, valente teologo studiò nella Provincia Domenicana
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, avvenne un episodio significativo : un tal Marino tribuno, approfittando di un momento in cui gli altri erano intenti ai preparativi del nuovo viaggio mentre era in una taberna, preso un coltello, si uccide ; gli altri sono avviati a Milano. Coteste punizioni inflitte nella stessa Aquileia, codesti cortei di prigionieri male trattati e spinti alla disperazione potevano anche essere presentati
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1930
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però recentemente da mons. Paschini (3), persuade che il nucleo maggiore delle antichità appartenute a Marino Grimani patriarca di Aquileia e ceduto poi alla Signoria, sono di Roma e di Grecia e non di Aquileia, se si escludono forse taluni pezzi che nell’inventario stesso non è possibile identificare (4). Un’opera assai ampia e quindi una trattazione assai diffusa di Aquileia
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1930
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di Venezia (7) appartenuto ad Apostolo Zeno e fu compilata circa il 1521 da Antonio Belloni notaio del patriarca Marino Grimani di Aquileia ; tali iscri- (1) IL. V, p. 79 n. X. (2) Cod. Ambr. O. 125 sup., ff. 298: precede f. 299 con la data 5 octo-bris 1524, una rassegna delle principali città che si trovano tra Venezia ed Aquileia: Marghera, Mestre, Treviso, Sacile, Spilimbergo, Udine; ff. 299 v./300
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1930
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CAPITOLO VI - LA POPOLAZIONE E IL COSTUME nari di Costanzo II, contro i seguaci di Gallo (1). L’episodio del tribuno Marino che si sarebbe ucciso durante una sosta nel passaggio per essere trasportato a Milano ad esservi giudicato, mi pare che sia appunto uno di quelli che la tradizione riporta, spigolando fra gli episodi, che hanno potere, qualunque sia la loro importanza assoluta
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1930
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, dove nel 355p si uccise un tale Marino tribuno, che era di passaggio dalla città per essere tradotto a Milano ad esservi giudicato di lesa maestà ; tale taberna vorrebbe essere perciò una specie di albergo ; e ad una (taberna) Marciarti, dove si dovrà acquistare il vino per le libazioni funebri e che si dovrebbe trovare in un vicus provinciae o provincialis, allude la stessa iscrizione di M. Antonius Valens
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MAUROCENI LIB. Y. 475 Marino Juftiniano, ad Ferdinandum Romanorum Regem le- 1537 gato, imperatum eft, ut prifcis, ac recentibus a Turca illatis P ... u r . r j j-rrj* fic,a cum ìnjurns exatperatum acrius commoveret, atque ad diilidia cum Ferdinando Joanne Hungario Rege tollenda fuaderet, quo expeditius ar- '* ma in Turcas verteret, & a barbaris acceptas injurias genero-fo impetu femel
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1847
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. Fino da quando era compilatore delle leggi il conte Marino Angeli, desiderava il veneto governo eh’ egli si occupasse della riordinazione e riforma del veneto statuto vulgato. Fosse per difetto di tempo, o di lena, o di volontà, sembra che questo utilissimo lavoro non venisse intrapreso o non fosse compiuto. Nel secolo seguente il compilatore Angelo Sabini fece una scelta e raccolta di leggi criminali, che, dietro
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1847
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in Ferrara, e la domata città consegnarono al pontefice. Il ducato di Marino Morosini fu pacifico, e quando sotto quello di Ranieri Zeno fu bandita la croce contro Ezzelino Romano dello il tiranno, virilmente han combattuto insieme cogli alleati per distruggere questo feudatario dell’impero; per distruggere una casa di troppo potenti vicini. Fu chi appose ai Veneziani la nefanda strage di Alberico
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1847
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in antico. Vuoisi, per esempio, » che nel 1311, o in quel torno, standosene, dopo la morte del » doge Pietro Gradenigo, gli elettori alla finestra per prendere il » fresco, vedessero traversare la via Marino Giorgi, uomo di spec-» chiati coslumi e cognominato il Santo, e che presa occasione da » quella vista, si ritraessero senz’ altro a nominarlo al ducato. An-» cora, un mezzo secolo dopo, essendo corsa
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1847
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dei dogi di Marino Sanudo. Notabili parole che soccorrono lo storico nello spiegare la procellosa vita del Foscari e gli avvenimenti del suo ducato. Noi non possiamo non ricordare la morte dello Scipione veneziano, Carlo Zen. Il quale ebbe tutti i gaudi e dolori del romano ; vittorie grandissime e condanna. Nel visitare gli archivi del Carrarese, si trovi) avere egli ricevuto da lui trecento ducati
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1720
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dalle lettere di Marino Giorgio fuo Ambafciatore, di Filippo la morte, deftinò Luigi Mo-cenigo Procurator di S. Marco, e Giacomo Querini Cavalier per Ambafciatori eftraordinarii al nuovo Rè Carlo , di cui per la tenera età non fi poteva confidcrar che l’indole reale, e la fperanza di veder in lui rifvcgliate le rare doti de’ fuoi maggiori . Nè mancarono alla República fteffa oltre la guerra altri nojofi
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1719
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: qui poitea per multos annos arduis rempefta-tibus coniilio, virtute, mira prudentia in Reipublice admini-{Iratione excelluit. Cefar, audito Hieronymi Adurni obitu, Marino Caraccio- lo , qui poitea a Paulo tertio in Cardinalium collegium coo-ptatus eit, ac tunc Orator ad Pontificem fuerat deiignatus , ut Adurni loco Vcnctias acccdcret , inchoatumque negotium denuo fuicipcrct, iinperavit. Quocirca intentiore
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