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1718
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: farebbe flato coftretto di procurare alle cofe fue più fermi prefidii con 1’ amicitia de’ Vinetiani. Per la qual cofa ha-vendo il Senato Vinetiano eletto Marino Giorgio Am-bafeiatore a Roma in luogo di Pietro Landò, gli commifero , che doveife col Pontefice trattare con maniera diverfa da quello , che fin’ allhora s’era ufata , per far prò-va fe con protellargli il pericolo fi poteife rimuoverlo dal bf
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MAUROCENI LIB. Y. 475 Marino Juftiniano, ad Ferdinandum Romanorum Regem le- 1537 gato, imperatum eft, ut prifcis, ac recentibus a Turca illatis P ... u r . r j j-rrj* fic,a cum ìnjurns exatperatum acrius commoveret, atque ad diilidia cum Ferdinando Joanne Hungario Rege tollenda fuaderet, quo expeditius ar- '* ma in Turcas verteret, & a barbaris acceptas injurias genero-fo impetu femel
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1719
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: qui poitea per multos annos arduis rempefta-tibus coniilio, virtute, mira prudentia in Reipublice admini-{Iratione excelluit. Cefar, audito Hieronymi Adurni obitu, Marino Caraccio- lo , qui poitea a Paulo tertio in Cardinalium collegium coo-ptatus eit, ac tunc Orator ad Pontificem fuerat deiignatus , ut Adurni loco Vcnctias acccdcret , inchoatumque negotium denuo fuicipcrct, iinperavit. Quocirca intentiore
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1720
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~ * Territorii della República j onde Marino Molino, ch’era datarie (tato aifunto al carico di Pro veditore Generale di Cavalli, per m!'da* ' reprimerli, e rifarcirfi , gli attaccò in quattro luoghi , & in ''"“'con 4uc^e fattioni reftando uccifo Muftaffà, turbatore principa- morte di le della quiete, fù il rumore eftinto con la fua vita. Celiava ^"quietano
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1720
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, & a Marino Molino quella di Novegradi, come Proveditori Eftraordinarii. Tra le difpofitioni per ladifefa non omet- ¿,uftifi. tendo la più ficura via del negotio, fcriife il Senato lettere ad IT Amurath , & al Primo Vifir, efaggerando l’infulto , e l’ardire Amurath . de’ ladri, giuftificando con la convenienza , e con le capito-lationi il caftigo, e profeffando fincera , e collante volontà
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1720
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di Lagofcuro di là dal Pò,* ma da pioggia, per tre giorni inceifante, inondate le ftrade, fù fturbato il difegno ; & il Cardinal’ Antonio, fubodoratolo , rinforzò la guarnigione, e per dubbio d’intelligenze cambiò il Comandante . Anche Marino Badoaro da Figarolo tentò quella dell’altro Forte di quàj ma giunti alcuni pochi foi-dati a’ raftelli, per occuparli, eifendo flati fcoperti , obliga-rono
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1720
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da pericolofa borrafea , {corfero alla Vailona , dando tempo a’ luoghi più efpofti di premunirfi , & all’ Armata Veneta di fo-praggiungere. ConftaVa qutfta di ventotio Galee, e due Galeazze, ma non tutte in un corpo, otto delle fottili ellerdo ripartite in più polli. Marino Cappello, ò fia Antonio, detto Terzo , che , come Proveditorc , la comandava , intelo trovarli in Gollo Corfari, partito di Candia
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1720
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anco l’Ambafcerie, e i Reggimenti a tal conto. Ira-t,nemcda mediate con efempio iniìgne di puntualità il videro il gior-tuttì. no feguente le vefti depofte, reftando alcuni dall’età, dalla canitie, dal merito, e dal comune compatimento affai più, che prima non erano dalla vefte, decorati, e diftinti. Poco appreifo da Girolamo Trivifano, Girolamo Pefaro, e Marino Bragadino , Avogadori di Comun , fù tentato
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1720
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LIBRO TERZO. 99 dalla morte rapiti Pietro Badoaro, e Domenico Tiepoli am- 1646^ bedue Capitani delle galeazze , Pietro Loredano Committario , Marino Bragadino, e Francefco Mula Proveditori, querti della cavalleria, quegli di Gandia, Paolo Sagredo governator di nave, Antonio Pifani governator di galea , e moltiilìmi altri. Nella Suda poi con lagrimevole Strage nell’ anguftia del Sito infierendo
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1720
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, s’adopraro-no i fornelli , nè mancarono aflalti , e Sortite ► L’armata Turchefca partita di Canea, debole di militie,. e di fchiavi, per haverne perduto ne’ lavori, e nelle fattioni , sbarcò fo-pra Cerigo . Ma fpinta fuori da Marino Micheli Vice Provveditore la cavalleria , e ricuperati alcuni pochi prigioni, eh era-
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1720
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. Ma gli altri, difeorfo l’affare con più cauti penfìeri, deliberarono, che feelti quattro de’ più groifi Vafcelli con mille ducento fanti, e provi-iioni abbondanti, s’avviaffero al foccorfo di Canea ; le Navi fotto il comando di Simeone Leoni, Marino Badoaro, Fran-cefco Gritti, e Giovanni Bafeglio , e le militie di Rafaele Giu-fìiniani Genovefe, Sargente maggior di Battaglia. S’attendef-fero poi gli ajuti d’Italia
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1847
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. Piccola barca per uso interno. Appartiene a questo XVI secolo. Marino Sanudo, nei suoi Diari, cita un tal nome all’anno i5i2, 28 aprile, con queste parole: a E da saper ozi ( oggi ) vidi una barella nuova fai ta al arsenal, come le altre do chia-n mate cesile, la qual voga remi... et erra alla riva di San Marco et mandava a Chioza 11 ad armarla de li... n Sembra da questo concetto che le cesile
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1847
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-=3* 214 «o- I vecchi nostri operavano senza menare albagia pe’loro trovamenti, cercavano il meglio senza ostentare pretensioni, e si contentavano di aver fatto bene a sè medesimi ed agli altri senza viste di gloria e senza lusinga di ottener lodi e rinomanza ! GAGIANDRA o GAJANDRA. Galleggiante stazionario. Troviamo che, nel i355, a’tempi del doge Marino Fallerò, quando ancora eravi guerra
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1847
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dal nostro amico Pietro Selvatico ) I architettura saracena, onde ne venne quel prodigio dell’ arte che è il palazzo ducale, in cui ha posto mano un altro valoroso, Pier Basegio, contemporanco. 11 Calendario, immischiatosi nella congiura di Marino Faliero, ebbe mozzo il capo, e non abbiamo sicuri fondamenti per dimostrare se siano opere di lui i due primi piani del palazzo Foscari, e quel rarissimo monumento
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1847
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e lo sfianca-mento laterale de’bordi, senza che i mezzi adoprati in questo essenziale provvedimento portino incomodo alcuno al naviglio medesimo. 1/ invenzione era del rinomatissimo Vett.or Fausto. NAVI DI CHEBA o A CHEBA. Espressione usata da Marino Sanudo all’ anno i5ii, che intendeva .forse accennare alle navi con gli alberi a coffa, da1 marini detta gabbia, da’ Francesi hune ; appunto il volgo qui dà
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1847
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108 *3>- (li Chioggia, cioè nel 1349, battendosi co’Genovesi presso Capo Alger nel mare di Sardegna, comandante Nicolò Pisani, e nel 1376 ne fecero uso la prima volta in terraferma, comandati dal generale Marino Sanudo, contro Leopoldo arciduca d’Austria, sotto la piazza fortificata di Ouero nelle montagne del Trevisano. cJ Nè sarà per esser discaro se alcun poco ancora c’ intratterremo
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1847
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di considerazione per la storia legale e diplomatica al tempo delle Crociale; e i Diari di Marino Sanudo, di cui la copia che si conserva nella Marciana abbraccia da ben cinquantotto volumi in foglio. Non può dirsi che tali Diari siano propriamente scritti nel veneziano dialetto, ma in un tal italiano che molto ad esso si accosta. Tre volumi ne diede in luce, non ha molto, uno straniero amantissimo della città
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1847
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-=s-> 25 «c=- della Turchia e Levante. Bensi è oggetto di questione il suo disegno, che vorrebbesi preso dalla moneta d’ oro consimile col nome di san Pietro e del senatore di Roma, e della quale variamente si studia il tempo in quel piccolo scudo che offrono alcuni forse dei più antichi suoi esemplari. Vi fu di qui chi argomentò che appartenga a Marino Morosini doge al 1252
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1847
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, esistevano in arsenale, ed in esso vennero conservati fino dopo 1’ indicato anno 1569; in seguito alla qual epoca, ed ai tempi del dogado di Marino Grimani, 1595 al 1606, nulla più si è continuato in arsenale che il solo apparecchio de’ salnitri, e ne lasciò memoria anco il Botcro nella sua Relazione della repubblica veneziana, dopo di che venne tolta per sempre anche quest’ ultima pratica
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Page 174
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1847
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luglio 1479, dal quale si viene anco a conoscere che leggi rigorose erano in vigore assai prima. Marino Sanudo, ne’suoi Diarii, ci ha lasciala memoria di una parte proposta in consiglio de’pregadi
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