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he in oltre un Zio per nome Pietroì fratello di fuo padre , Senatore di molto credito, e tre Fratelli, Marino Carlo , e Bertuccio . Quelli , come nel feguito di quelle memorie vedremo, gli furono compagni nelle prime fpedizioni militari , ma non eguali nella grandezza dei fuccelfi; e nondimeno, forfè più felici nella non con-tefa moderazione della fama, di quel- lo ila ilato poi Vettore
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, o gridate viva „ S. Marco <c , ed in tal modo per alcun poco il folto popolo fi tacque, finché un nuovo accidente lo fe ri- Vtornare al fraca/fo di prima. Era nella Città un uomo popolare , chiamato Marino Corbaro inquieto di natura , amatore della novità, e difcendente da que’che s erano mefcolati nelle ultime congiure ; ma infieme ancora di virtù militare, d’ingegno pronto, e peritiffimo nel-j
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dei congiunti , che urgendo di preparare la Città agli aifalti della Lega ftabilitaii con potentiflime forze nella prortimaCitata di Chioggia , fu il dopo pranzo mede/imo di quel giorno chiamato alle confulte de’ Savj deftinati aipro-vedimenti della guerra , tra quali il trovavano due fuoi parenti , Antonio Pifani fuo Cugino , e Marino Sanudo, ch’ebbe poi per moglie una fua Nipote. Importanti filmi punti
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; e fino il giovanetto Marino Pifani fu privo per fempre della direzione di legni armati , e dell’ intern’ ammini-flrazione delle pubbliche cofe. Solo fu Vettore , che falvo rimafe , e dalle mani dell’inimico, e da condanna, benché alcuni pochi Cittadini , invidi delle primizie del valor fuo, avef-fero operato in modo , che foffe imputato anch’ effo di mala condotta . Quindi ne venne, che quattro giorni
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Viene chiamato in ferri alla Patria. I76 no rivettiti. Nè mancarono di favorirla , benché per altre vie , anche due capi del Coniglio dei Quaranta, Marino Malipiero, e Marco Dandolo, che con altri non pochi portavano grandi ifima invidi’ a Vettore , vedendolo, fopra ogn’altro dell’ordine patrizio, riverito, amato, ed accarezzato dal popolo, e maifime dalla gente di marina. Nè valfe , che, fparfa
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12 le opportunità ; perchè alcuni’“'mefi dappoi facendoiì nuovo appreftamen-to di altra piccola fquadra di cinque galee, ottenne di una di quelle il comando, ed operò in modo, che un’ altra foife data a Marino . Del rimanente, due furono desinate a Lodo-vico da Molino , ed a Giovanni Corraro , già compagni di Vettore anche nell’altra campagna; la quinta fu affidata ad Enrico da Molino
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184 effendo fiata creduta troppo indulgente . Ciò vedendo Simon Michie-le altro Conigliere , mandò fepara-tamente dai Colleghi , che per fei meiì fi teneife rinferrato in quella prigione, dove s’attrovava , ed ebbe più iucceiTo degli altri . E maggiore ancora il capo del Configlio dei Quaranta Marino Malipiero, che opinò, che per un folo meie fi fermafTe nella prigione indicata, ma foife tanfa-to
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nuovo argomento di rimetterlo nell’ aura primiera , venendo poco dappoi deftinato con Marino Avonale, ed Andrea Morofini all’ efecuzione d’importante pubblico lavoro d’architettura militare, che far occorreva in certa fituazione del te-nitorio Trevigiano, detta Sioncello, pre- predata, c guaita dalle genti di Car- lo IV. Imperatore, fcefo in Italia a portar la guerra ai Vifconti Duchi di Milano. Perloccliè
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, e rimafe Vettore pieno di calde fperanze in mezzo alla fua famiglia. Ivi induife Marino fuo Fratello ad intraprendere anch’egli la militare carriera, cui fem-brava difpoilo, profittando del credito del padre , ed accendendo/! fempre più della lufìnghevole immagine di confeguir’ eifo lui , e comunicare al fratello fotto gli aufpicj paterni quei mezzi di preftar alla patria fegnalati fervigj
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inforte molefte competenze trà Marino Michele Commiffario , e Pietro Valiero Proveditor Generale con publico diifervitio, il Senato venne in riiolutione di rimuoverli ; e fù foftituito al Generalato Girolamo Cor-naro Cavaliero, e per Commiifario Antonio Molino. Per dar anco 168% Chini* fmarcle conditio con iS. mille ducati aW anno. 1 Provifioni feria Dal-mat ¡a.
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miglia in circa dittante da Cliifa. La natura 1’ha difefo da due parti con un grebano inacceiTibile , ma nell’altre poco vi hà contribuito l’arte, tenendo un recinto irregolare con alcune Torri amiche. Si avanzò nel fine del Mefe di Marzo con ottocento Fanti, & alcuni pochi Cavalli * e con un buon Corpo di Morlacchi Marino Michele, che (otteneva la Carica di Proveditor eftraordinario
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del Capitan Generale nell’acquifto di Coron fù di fomentar la buona difpofitione de i popoli della Maina ad una gcnerofa rivolta, così havendone intefo qualche principio, Iafciati Barbon Bragadino Governator de i Con-dennati, ch’era fucceduto nella Carica a Marino fuo Fratel- lo , mancato di vita dopo fofferti lunghi difagj, c li Sopra- comi-
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, che i Turchi al numero di otto mille haveano invafo Chie-lafà nella Maina, dov’ era Proveditor Marino Gritti fucceffo a Lorenzo Veniero, che havea intraprefa la Carica di Capitan eftraordinario delle Navi. A tal notitia fciolfe egli fenza dimora da Corfù con ¥ Armata fottile, e toccata Santa Maura per levar altre Militie, giunfe opportuno in quattro giorni con indicibile follecitudine al luogo del bifogno
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LIBRO Q.UARTO, 13; gno fopra una Galera baftarda, legno ordinario della Cari-ca, che venne a riceverlo aH’IfoIa di San Giorgio con nume-rofo accompagnamento, e col pieno concorfo di tutti gl’or-dini della Città. Erano feco le Galere di Marino Bragadi-no, e di Benedetto Sanudo Capitano in Golfo l’uno, e 1* altro Governatore de i Condennati, cinque Galeazze, quattro di nuovo armamento
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troppo riftretto, fi accrebbero fino a quaranta nell’elettione del fucceiìore Orio Maftropiero $ e per toglier nella parità de voti la confuiìo-ne uno fe n’aggiunfe nell’elettione di Marino Morefini. To-lerò il popolo quefta mutatone, poiché con ammirabile prudenza i cittadini, che reggevano le cofe publiche, raffegnati E z i pri-
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. pedona d’ accorto ingegno, & di molta prudenza, che con le fue nobili maniere s haveva acquiftata la gratia de’ Senatori ; fu in luogo di lui da Cefare fatto venire a Vinetia, Marino Caracciolo Protonotario Apoftolico, il quale era già dipartito di Spagna, deftinato Ambaiciatore a Roma. Quelle pratiche venute a certa notitia del Rè di Francia , il quale ne haveva prima ancora havuto non leggiere
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del veneziano governo, il celebre codice dato alla propria marina mercantile nel secolo XIII, che primo di lutti ha servito di’ tipo e di modello alla legislazione marittima delle altre nazioni. Compilalo da Nicolò Querini, Pietro Ba-doaro e Marino Dandolo, sotlo gli auspici del doge Benieri Zeno, che presiedette alla repubblica dal 1252 al 1268, laudato ed approvato dalla pubblica concione, venne reso
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G, ne derivava per corollario, che la chiusura di quell’antica porta di mare era da assegnarsi come effettuata anteriormente all’anno stesso 1516, ma non prima del 1500, per testimonianza della pianta Durerò. Se non che a confondere codesti nostri ragionamenti, ed a rettificare in parte, ed in parte a smentire le indicazioni del Contarini, vale una Memoria che recentemente abbiam letta ne’ Diari di Marino
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1718
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infieme una groffa banda di contadini raccolti in Val di Marino , con quelli , & con la fua cavalleria leggiera paffò con molta preflezza in quelle parti, & conitrinfe i nemici, per l’improvifa fua venuta fpaventati, ad abbandonare la città , & a cercare di falvarfi con la fuga . Ma Calepino cacciato di Feltre fi ritirò ne’confini di Ballano con difegno di faccheggiare quella terra
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1718
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¡26 DELL’ HISTORIA 1521 ro a quello tumulto prigioni il Triultio , Mercurio Bua Prigioni di capitano de’ cavalli leggieri de’ Vinetiani , Luigi Marino (ondmone. 5ecretari0 deba Republica, & molti altri. Ma Lotrecco a niun’altra coia parve che penfalfe , fuori che a falvare la cavalleria, con la quale tutta intiera, & Salva, ufcen-Lotnecefai- do di Milano fi conduffe fubito a Como
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