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                , pag. 362). (2) E altrove: c 11 signor Janus voleva farli uno (3) Ibidem, pag. 152. turiou apresso con do ale di muro, venissero a con- (•) Ìbidem, pag. 205. zonzersi con la terra ». (M. Sanuto: I diarii cit., (•’) Ibidim, pag. 102.              
 
       
              
      
        
          
          
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                120 I DIARII DI MARINO SANUTO Il Muratori, il Foscarini (1) e il Tiraboschi (2), ne parlarono per i primi, distinguendo il Sauuto fra tutti gli scrittori della storia veueta per due segnalati pregi : il primo d’ essersi tenuto libero da passioni, scrivendo le cose con sincerità, 1’ altro di avere convalidati i fatti che narra con documenti tratti dagli archivi che egli frugò con incredibile              
 
       
              
      
        
          
          
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                124 I DIARI! DI MARINO 8ANCTO copia, nella quale poi mancano le stampe inserite nell’ originale e parecchie cose ritenute dal Dona di lieve importanza. E naturalmente surse più vivo il desiderio che i Diarii originali venissero dati alle stampe, locchè si rese possibile per 1* avverarsi della seconda circostanza, che fu la istituzione della R. Deputazione Veneta per gli studi di Storia patria              
 
       
              
      
        
          
          
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                26 1 DIARII DI MARINO SANUTO nella lettera dedicatoria al doge Mocenigo, qui sopra riportata (1), quanto in più luoghi del manoscritto (2). Pubblicando quel codice, 1’ ab. Bettio, ne ridusse 1’ ortografia e ne corresse alcune maniere di dire un pò troppo trascurate, ma riconobbe che non poteva essere il testo originale del Sanuto, perché questi confessa nella lettera al senatore Barbaro              
 
       
              
      
        
          
          
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                34 I DIARII DI MARINO SANUTO Il Monticolo, con cultura ed erudizione di cui sono mirabili prove i fascicoli finora usciti in luce (1), non solo ristabilisce il testo del Sanuto, ina lo confronta e completa colle varie cronache alle quali egli attinse (2), coi documenti da lui trascritti e riassunti, e colle fonti ufficiali e sincrone che illustrano gli avvenimenti, per cui le Vite dei Dogi              
 
       
              
      
        
          
          
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                78 I DIARII DI MARINO SANUTO nese (1) dove rimase 13 giorni, poi andò per una settimana a Fiera, presso Treviso (2), dove in quella stagione, come è addesso, si tenevano le fiere con feste popolari : « perhò avendo lassato a Venezia chi dovesse investigar le nove che oc-» correva, perchè a la ritornata potessi scriverle (3) ». Poco sollievo ricavò dal riposo e dalla breve villeggiatura              
 
       
              
      
        
          
          
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                1902              
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                 un poco dalle fatiche e per confortarsi ritornò ai primi di ottobre, insieme al nipote Marco Antonio Venier nel suo diletto Sanguinetto sul vero- (1) Cugino in secondo grado. (2) Diarii XXX, 480. (3) Ibid., 402. (4) Promissione ducale era 1’ atto di giuramento del Doge. La formula breve nei tempi antichi, andò sempre aumentando per correzioni ed aggiunte. (5) Diarii XXX, 405. (6) Ibid., 408, 409. (7) « Io andai              
 
       
              
      
        
          
          
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                1902              
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                10 I DIARII DI MARINO SANUTO » Oratori ovvero Rettori nostri, a ciò possa comporre detti Diarii fondata-» mente » (1). Se anche i Diarii di Marino Sanuto ci avessero conservato soltanto questi documenti, sarebbero certamente di una preziosità inestimabile. Ma essi sono altresi una miniera inesauribile di notizie importanti, raccolte quotidianamente con ogni minuta cura e con grande acume              
 
       
              
      
        
          
          
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                1902              
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                PREFAZIONE 45 Simone Raimondi : « Pieridum cultor famaque ingentior ornili.... » (1). Poi una lunga lettera latina, del 1515, nella quale, Lorenzo Rocca dopo di aver lodati gli antenati del nostro Marino e particolarmente il dottissimo padre suo, enumera ed encomia le sue opere e lo incoraggia a proseguire l’impresa deiDiarii(2). Anche Marcantonio Sabellico nel mandare al Sanuto il suo scritto              
 
       
              
      
        
          
          
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                1902              
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                Text              
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                 come si proponeva i Dìarii a forma letteraria di storia, perchè il Sauuto, grande raccoglitore di notizie e di documenti, aveva già dato prova di non possedere quella virtù di assimilazione e quella potenza di sintesi che occorrono al yero storico, e d’ altra parte privando i Diarii della ingenua e spontanea loro naturalezza, a-vrebbe potuto farci perdere gran parte delle notizie più importanti, e ottenebrare              
 
       
              
      
        
          
          
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                1902              
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                 li successi » con ogni verità, lassando per hora l’liornato stile (6) ». Vi rimase il solito semestre cioè fino al 31 marzo del 1504, sempre promuovendo utili proposte in ogni ramo di amministrazione, o combattendo quelle chi3 a lui non parevano tali. E scrive in quel giorno nei Diarii (7) : « Aduncha, in » nome di Dio Eterno, ogi ho compito 1’ oficio mio di Ordini, nel qual sono stato sie » volte, a mexi              
 
       
              
      
        
          
          
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                Text              
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                94 I DIARII DI MARINO SANUTO Fu soltanto nel mese di settembre 1531, quando il Sanuto aveva già 65 anni e quasi compiuto il volume LIV dei suoi Diarii, che il Consiglio dei X gli accordò una provvisione annua vitalizia di 150 ducati d’ oro, purché continuasse la sua cronaca e ne servisse il Bembo, nominato storiografo della Repubblica (1). Il provvedimento fu assai opportuno al nostro Sanuto              
 
       
              
      
        
          
          
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                1902              
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                Text              
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                 uomini e cose proprio come- si videro, quasi per mettere il lettore in condizione di argomentare da se. Lo spirito dei Diarii è essenzialmente onesto, sincero, patriota. I racconti del Sanuto sono vivissime narrazioni che ci interessano come se fossimo spettatori dei fatti narrati, hanno il pregio di testimonianze oculari o sincrone. Fanno poi conoscere anche la vita intima di Venezia              
 
       
              
      
        
          
          
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                1902              
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                Text              
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                 » Quos vix terra capit : hic locus uuus habet ». Nei Diarii, al 28 aprile 1516, scriveva « che fino allora la sua biblioteca avea, come abbiamo detto, libri 2800 (1) e gli era costata ducati 2000 », più tardi poi, nel suo testamento (2) affermava che i volumi erano 6500 « i quali mi ha costà assà de-» nari, et è cose bellissime et rare, et molti di lhoro non si trova » e pregava gli esecutori              
 
       
              
      
        
          
          
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                1902              
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                Text              
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                , sul rilascio del prigioniero conte Francesco di Frangipane (11) ; e sulla elezione dei Savi alla correzione delle leggi (12). 15 con tutto il vigore inspiratogli dalla dignità e dall1 interesse del patrio commercio sostenne doversi continuare il periodico viaggio delle galere di Fiandra, contro il parere dei Savi che ripu- (1) 22 gènnajo 1517. Diarii XXIII, 510 e segg. : « et al Consejo piaque tal opinion              
 
       
              
      
        
          
          
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                1902              
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                Text              
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                 di Pregadi, che è za » quattro anni non son stato . . . . , ma questo rimaner per tutto el Consejo è » stato più honorifico. Idio sia ringraziato, che sa il mio cuor tutto a beneficio di » la Republica nostra e mia cara Patria (2) ». Approfittò il Sanuto di questo intervallo di tempo, in cui rimase estraneo ai pubblici ufticj, per dedicarsi con maggiore attività ai suoi Diarii, e per dar termine              
 
       
              
      
        
          
          
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                128 I DIARII DI MARINO SANUTO posizione, sia pure razionale, dell’ intero testo, raddoppiarne quasi la mole, — sarebbe stato come tentare l’indice di una enciclopedia. Per ciò appunto, ci siamo ristretti alla compilazione dei due Indici consigliati dalla Deputazione di storia patria. Vi sarà chi vorrà tentare 1’ aggiunta, ai due già fatti, di un terzo indice per materie ? auguriamo di cuore              
 
       
              
      
        
          
          
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                1902              
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                38 I DIARI! DI MARINO SANUTO copia, da cima a fondo, del manoscritto del Sanuto, guardandosi bene il Guazzo dal nominare, anzi da fare al nostro autore la più lontana allusione, nell’atto stesso che ne traduceva in discreta lingua italiana, letteralmente, l’ingenuo dialetto, ma con evidenti errori di traduzione che più manifestano il plagio (1) e col falso criterio di escludere le notizie che a lui parevano prive di opportunità e di importanza, per modo che se il plagio è prova della impudenza del Guazzo, le ommissioni danno anche indiziò del suo scarso criterio (2). Il codice della Biblioteca nazionale di Parigi, dal cui confronto si riconobbe il plagio famoso, fu per concessione del governo francese dato a trascrivere nel-1’ Archivio di Stato di Venezia. Con fatica non lieve, per la scorrettezza del manoscritto, fu quindi pubblicato nel 1883 da Rinaldo Fulin, il quale dopo di aver dimostrato il plagio del Guazzo (3) conclude dicendo « che un superficiale con-» fronto delle Eistorie coll’ opera Sauutiana basta a dimostrare il plagio anche ai » ciechi ; ma che un esame più attento dimostra pure che il plagio è riuscito cosi » imperfetto da lasciarne tutta la vergogna all’ autore, senza togliere alla cronaca » Sanutiana la novità ed importanza che gli studiosi vi hanno riconosciute ». Successivamente, G. Mazzatinti e poi A. Sarfatti trovarono nella stessa Biblioteca nazionale di Parigi, un codice col n. 1441, in parte autografo, il quale contiene parecchi nuovi documenti che il Sanuto aveva preparati per aggiungere al testo della Spedizione di Carlo Vili che servi alla edizione del Fulin. Vi è poi una lettera diretta dal Sanuto a suo cognato Giovanni Malipiero, la quale è necessario di qui riportare, perchè discorre di questo e degli altri suoi lavori, e giova alla piena conoscenza della sua vita letteraria : (4) « Magnifico viro Joani Maripetro Pauli filio, sororio amantissimo, Marinus Sanutus » Leonardi filius patricius venetus, salutem pluriman dicit. » Quanta ubligazioue babbi, da poi il primo Motor dii cielo, a tua Magnificen-» tia, cugnado suavissimo, longa saria e anchora gran faticha e più difficile a scrivere, » non tanto per la affinità eh’ è fra noi, quanto perchè sei stato causa di cosa di la » qual non picola laude spero di li avere se non ne li presenti seculi negli posteri. (1) Por esempio, quando ricorda i piati (le barche grandi ed adorne) che condussero gli ambasciatori di Lodovico il Moro il 4 marzo 1493, in Venezia nella casa del marchese di Ferrara, e dove Sanuto dice il protettor nostro S. Marco. 11 Guazzo mette il protettor loro S. Marco (p. 553) e malamente traduce piati con patti, dimostrando di non conoscere la lingua in cui era scritto il testo che copiò. (2) Cfr. De Leva, Discarso tenuto al Congresso per la proprietà letteraria ed artistica a Venezia. Venezia, Visentin! 1888. (3) Cfr. la Spedizione di Carlo Vili in Italia, di Marino Sanuto, per cura di Rinaldo Fulin. Venezia, Visentini 1873. 11 Fulin dice che primo a riconoscere il plagio fu Bartolomeo Capasso. (4) La lettera è a carte 61 del codice 1441, della Biblioteca nazionale di Parigi.              
 
       
              
      
        
          
          
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                1902              
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                PREFAZIONE 119 Ma pai negli ultimi anui della Repubblica si scopersero 1 Diarii, per le indagini dell’ ultimo storiografo Fraucosco Dona, che tutti i volumi a sue spese, fece ricopiare per uso proprio, con ommissioni ed inesattezze bensì, ma con tre serie di indici per ogni volume, cioè indici di nomi, di materie, e di documenti. Al principio dell' anno 1805, essendo imminente la guerra              
 
       
              
      
        
          
          
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                54 I DIARII DI MARINO SANBTO Schivava gli onori, non li cercava. Ma quando accettava un’ incarico questo in lui trasformavasi in una missione, nella quale metteva tutta 1’ anima sua. Rigido osservatore delle leggi, anche in questo agitato periodo della sua vita, si fece notare in Senato, come censore di ogni debolezza e severo vindice di ogni diritto dell’ erario nazionale. Per ciò appunto              
 
       
           
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