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1830
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da esso sostenute . Fra i varii patrizii di questo nome e casato che nel secolo XVI fiorirono, trovo due degni di memoria. 1. Alessandro Contarmi figliuolo di Andrea q. Pandolfo. Fino dal 1514 troviamo ne’ Diarii del Sanuto essere stato il Confarmi sopracco-mito di galea; tale anche era nel i518-19-20. Nel settembre i525 capitanio di tre galee di Barbaria, ritornato già a Venezia, riferiva a’ padri e al Doge
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1830
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più onestamente possa la famiglia sua; canonicato che poco dopo ebbe a richiesta del Senato da Papa Alessandro VI ( Bembo Voi. I. p. 167. e Orologio serie de canonici di Padova an. 1499. pag. 28 ) (2) È però a notarsi che lo storico Andrea Navagero ( Rer. Ital. T. XXIII. col. 1211 ) dice che il Boldù mori a Milano; io nondimeno preferisco il Bembo cui concordano e le genealogie del Barbaro, e i Diarii di Marino
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Page 383
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1830
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per varie imprese nel regno di Napoli intorno al 1480. Fu del i5oi podestà a Chioggia e del ìoo'j a Bergamo. Nel 1507 era provveditora Faenza. Poi fu capo del consiglio di X. (Sanuto Diarii ); se non che 1’ anno i5i2 a? i3 di Luglio nell’ andar duca in Candia per fortuna di mare insorta annegossi (Cappellari,e Barbaro; e FI. Corn. Creta sacra voi. 11. p. 412 )• H Sanuto nel voi. xiv de’ Diarii p. 090
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1842
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; e che foggilo di là in lempo di notte ti riparo a Treviso. E assai osservabile che i principali storici stampali e mss. di quell’ impresa a Quer, il Bembo, il Mocenigo, Luigi da Porto, il Bonifacio, Giorgio Piloni, Mons. Du Boíq, Vettor Cappello, la Cronaca Trivigiana del Zuccato, e tante altre Cronache e Diarii Veneti da me esaminali, non fanno punto menzione della prigionia del Miani. Il solo è il Sanuto
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1842
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35a GL’INCVRABILI. relli al chiudere del Maggior Consiglio nel 1297, e quindi essendo passati nell’ordine cittadinesco ebbero varie cariche a’cittadini spettanti. Trovo in fatti nel Sanuto ( Diarii XXX11I. pag. 317, 318) che una sentenza dei Consoli de’Mercanti emanata nel i522 mese di luglio, a favore della compagnia del q- Cristoforo Ascarelli contra il Banco de’Garzoni fu intromessa (appellata
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1926
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per dimostrare che non furono viste nepo-tiste il momento che diede veramente il tracollo nella scelta della posizione da parte del papa, bensì la sollecitudine per l’indipendenza politica e spirituale della Santa Sede. aggiungersi le relazioni dell’ambasciatore veneto in Sanudo XX, 471, 478, 508,. 509, 510, 526. Stando a lui il Guisa non sapeva latino e parlava soltanto francese : arrivò a Roma il 2 agosto
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1928
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LE CONDIZIONI SANITARIE ECC. 49 la casa delle munizioni. Lo spettacolo di un incendio è descritto con molta evidenza dal Sañudo (1). Nella notte del 16 agosto 1532 s’appiccò il fuoco nel palazzo a San Maurizio, che il procuratore Giorgio Cornaro aveva acquistato dai Malombra per ventimila ducati. La casa, che sorgeva sul canalgrande ed era bellissima, anzi, secondo il Sañudo, la più bella di Venezia e potria dir d'Italia, fu in poche ore distrutta. Non ignote le cause dell incendio. Da Cipro, ove i Cornaro possedevano la celebre Commenda, erano giunte molte casse di zucchero e di cotone. Per asciugare lo zucchero nelle soffitte, fu acceso il fuoco in alcuni bracieri, nè alla notte si ebbe cura di spegnerlo interamente, così che pel gran calore le travi a poco a poco bruciarono e, verso le cinque del mattino, il fuoco divampò. Alcuni, che passavano per lastrada, videro il fumo e bussarono con impeto alla porta del palazzo gridando, ma quelli che lo abitavano erano immersi nel sonno. Sfondate le porte, si diede subito opera a trasportare nelle vicine case dei Zorzi e dei Malipiero gli ori, le argenterie, gli scrigni pieni di danaro, a buttar giù dalle finestre le masserizie più grosse, mentre i fanciulli e le donne correvano spaventati per le stanze, dove molti erano entrati per stuar e molti per robar <2). Furono bruciate o guaste molte robe, che avevano appartenuto alla regina di Cipro, molti quadri, una testa di marmo romana, che valleva uno stado, e gli adornamenti ricchissimi dell’appartamento di Francesco Cornaro, vescovo di Brescia. Un coraggioso, salito tra il fumo e le fiamme sino al tetto, non potendo più ritornare per la scala incendiata, scese con una corda. Precipitò la facciata con immenso fragore, seppellendo tre uomini (3> e sconciando malamente un quarto. Allo schianto delle travi, all’indescrivibile fracasso della rovina, alle grida, rispondevano dai campanili di San Marco, di San Maurizio, di Santa Maria Zobenigo, di San Vitale, i cupi rintocchi delle campane. « Io « verso nona — continua il Sañudo — havendo « grandissimo dolor e tanto che più dir non « posso, sì per il privato che questa casa è mia « amicissima, sì per il pubblico ch’è la più bela caxa de Venezia... andai per barcha per « canal grando... a veder il fuogo qual era sì grando e di tanta bampa che mi spaventai... da poi andai a cha Malipiero da sier Iacomo Corner a confortarlo, dicendoli: « Deus dedit Deus abstulit ». Sulla via più bella del mondo, apparvero, la mattina dopo, nere e fumanti le rovine del grandioso edifizio, non essendo rimaste in piedi se non le colonne sull’approdo del canalgrande, e due muri così traballanti, che faceano paura a vederli. I Cornaro pensarono subito a rifabbricare il palazzo, e affidarono l’impresa a Jacopo Sansovino. (1) Sañudo, LVI, 751. (2) Il giorno dopo (17 agosto 1532) il Sañudo (LVI, 771) scrive: « Fu posto per li Consieri una Taja per le robe è « sta robade a l’incendio da Chà Corner... ». (3) Il Sañudo (LVI, 792): « 26 agosto 1532. Da poi disnar fo Pregadi. Fu leto una suplication di una madre di un « Alvise de Simon.... di rArsenal, qual è morto a l’incendio di Chà Corner, et ha 7 sorelle e il padre vivo. Et fu posto « per tutto il Collegio che soldi X l’avea al zorno a l’Arsenal oltra li soldi 6, siano dat ;a la madre per il suo viver... ». Mol menti, La Storia di Venezia nella Vita Privata — P. II. 4 QAf- DISEGNO del grevembroch. (Museo Correr).
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Page 90
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1927
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70 CAPITOLO II. dramma, che si chiuse con la decapitazione del doge, la tradizione volgare assegna una parte principalissima alla moglie Aluica o Lodovica di Niccolò Gradenigo. Fu a lungo ripetuto che la cospirazione del Faliero ebbe origine dalla vendetta di un’offesa, che feriva l’onore della dogaressa e non parve al doge abbastanza punita dai magistrati. Un vecchio testo riferito dal Sanudo
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Page 184
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1987
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le corde per tirare le barche innanti e indietro. » Il carro o macchinario di Fusina iMarin Sanudo, Itinerario in terraferma, edito da Rawdon Brown tav. III.).
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1938
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X. Veneziani in Levante. — Il disegno di Marin Sanudo per la conquista dell’Egitto. — Altre osservazioni. Nei loro rapporti con i popoli dell’Oriente, oltre il contributo delle armi e delle navi da guerra, i veneziani portavano l’aiuto delle loro risorse finanziarie. Essi erano come gli americani che, nel tragico 1917, giungevano in Francia coi soldati e con i dollari. Grano, vino
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1910
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LUIGI MARINI 17 computo del tempo attribuito al ducato e non alla vita dello Zeno e non declina il giorno in cui morì. Come avvenne anche questo divario ? Il Cappelletti autore moderno di una Storia della Repubblica di Venezia (Voi. II pag. 386) dice : « La morte dello Zeno deve essere notata sotto il dì 7 Luglio 1268. E dietro questi due (Dandolo e Sanudo) la segnano sotto al medesimo giorno
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1910
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22 LUIGI MARINI nell’interregno dello Zeno aveva fatto d’accordo coi Correttori una « lieve modificazione circa V età dei votanti ed altre ceremoniali esteriorità di poca importanzn che il Sanudo appena le accennò di volo. (Cappelletti 1. c. p. 389). Ora eccoci alle induzioni inerenti alla nomina del primo Cancellier Grande dedotte per analogia, dal tenore della nota al Decreto che elesse
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1933
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gravidi d’insegnamento, e sopratutto la Veneta costituzione, che, secondo il Sanudo, fu « primitiva e rozza » e perciò senza legislatore e senza rivoluzione, la quale avrebbe così smentito tante dottrine moderne, cui sono polarizzati, dice il Nostro, gli intelletti di certi filosofi posti sotto « il giogo delle adorate unità » (vedi Contratto sociale, ecc). Com’egli superando l’indole puerile o scozzese
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Page 76
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1969
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127 MDXVIII, OTTOBRE. 128 Sier Piero Trun, fo savio a Terraferma, qu. sier Alvise........40.123 Sier Marco Minio, fo savio dii Consejo, qu. sier Borlolamio........69. 96 Sier llironimo da cha’ da Pexaro, fo capi-tanio a Padoa, qu. sier Beneto procu- ralor...........60. 99 Sier Gasparo Malipiero, fo savio a Terra ferma, qu. sier Michiel.....-47.112 Sier Lorenzo Capelo, fo Cao dii Consejo di X, qu. sier Zuan procurator . . 45.110 Sier Hironimo Justinian procuralor . . 74. 87 Sier Andrea Foscarini, lo Cao dii Consejo di X, qu. sier Francesco . . . 30.134 67 * Sier Marin Sañudo, fo savio a Terra ferma, qu. sier Francesco.....40.122 Sier Alvise Grimani, fo Consier, qu. sier Bernardo........ . 66. 96 Et fono cavadi et publichadi quelli, per questi tre mexi, che sono ubligadi di Pregadi, Zonta et altri of-fìcii andar in li di solenni acompagnar la Signoria soto pena etc., et in questo numero fo cavadi : sier Antonio Sañudo di Pregadi e sier Marin Sañudo qu. sier Francesco di la Zonta; et Io sier Marin Sañudo sarò li altri tre mexi che vera. Veneno zoso di Pregadi il Colegio deputato, perchè 1’ ultimo Consejo di X fu preso relenir sier Jacomo Cocho di sier Alvise, qu. sier Jacomo, zove-ne di anni 18, per aver portato una barila di vin e non la lassò luor a li oficiali eie., il qual si apresentò subito, et fu posto in ... II Colegio è: sier Francesco Bragadin consier, sier Balista Erizo Cao dii Consejo di X, sier Nicolò Michiel dotor, avogador, et l’In-quisitor è a Padoa, qual mai intrù dii Consejo di X per esser indisposto sier Nicolò Trivixan, benché ’1 vene poi. Die 16 Octobris, in lìogatis. Infrascripti fecerunt se scribi adprobam lectura greca loco qu. domini Marci Musuri. f 2 Victor Faustus doctor, eivis venetus origmarius, greca; et lalinae lingule peritus.......121. 26 1 Constantinus Paleocapus grecus ere-tensis, offert se exponere ordi-nariam lectionem Ialine et grece, denique gramaticam speculalivam et positivam, dareque imilationes grecas volenlibus latinas; legere minime vult eoque ab homiue greco non egent veneti lectioni- bus latinis.......38.113 3 Joannes Hector Maria Lascari cogno- minalus Pirgoteles.....30.120 Exemptum. C8 In litteris secretarli Carotài, datis in Gambuto die nono Octobris 1518. Serenissime Princeps eie. Significai a Vostra Serenità, per ultime mie da questo loco, la morte de lo illustrissimo marchexe de Monferà, che fu a dì 4. A dì 6 Monsignore illustrissimo andò a CaxaI, et arivassemo al tempo de le exequie. Sua signoria acompagnò el corpo a la chiesia de San Francesco dove se fese 1’ officio et sepullura. Fo recitata una oratione funebre in laude de la fanieglia de Monferà, che hano origine et da li Paliologi che sono stati imperatori, et da la fameglia de Brandemur alemani. Da poy fu publicato el testamento, per el qual el sopradito marchexe Vieimo instiluisse gubernatriee et tutrice del marchexe Bonifacio suo lìolo de anni sei, quale era ivi presente al funerale, la moglie madama Anna, che è sorela del duca de Binson. Et fu publicato diclo Marchese. Da poi Monsignor andò a condolerse cimi la dieta signora Marchesa, et volse che Io andasse cum sua signoria; la qual era in una camera tanto obscura, et per la nocle et per li panni negri, che solamente se udiva la voce el singulti. Sua signoria la matina se-quente volse atrovarsi a duo messe de morti can-tade per li episcopi de Alba et Aquis etc. Da poi di-snar, ritornato a visitar madama la Marchesa, venis-semo ad allogiar a Mortare. La terra di Chasale ha facto gran demostration de amare dicto Marchese, perchè per tutta la terra non se sentiva altro che pianto de ogni sexo, età et conditione, et cum so-nitu proiit memoria ejus. Tuto el paese è rimasto malcontento vedendo esser remasto el fratello episcopo de Casal, homo inepto al governo, et el fiol de anni sie, che dimostra non haver bona prosperosità ; ma in vero la Marchesa, che è rimasta guber- ; natrice, anchor la sii zovene de anni 24, la dimostra esser discreta et graliosa, et è ben amala dal paese, et cum el braso de Monsignor, come lui me ha dito, farà che tutti sterano quieti, o voglia o no, a la obe-dientia sua. Dicto Marchexe ha lassalo duo fiole fe-mine, una de le qual è promessa al signor Friderigo
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Page 251
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1905
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locum, vocatum Apano Sivrite occupavit, ibique cum exercitu se firmavit, et castrum quoddam F1G. 99 — * KÀSTELOS (AMARl) : UNA DELLE TORRI. (621). edificava. Marcus autem (cioè Marco Sanudo) prope locum occupatimi per du-cham quoddam specu cuiusdam arduissimi montis conscendit, et ibidem, suis collectis gentibus, trepide morabatur „(1). Tale località, nominata già nella “ divisio Cretae „ del 1212
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Page 61
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1911
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Marco defunto (Gen. Barbaro). Agostino Barbarigo, nella propria elezione, faceva parte dei 41 che lo elessero. Esso ebbe 28 voti favorevoli, e 23 voti ebbe lo storico Bernardo Giustiniani. Il Sanudo dice nella vita dei dogi, che il Giustiniani era senatore sapientissimo e di gran reverenza a tutti. Il Giustiniani al quinto scrutinio disse al Barbarigo, voi siete magnifico e ora sarete Serenissimo
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Page 220
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Date
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1929
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ed angoscioso ritorno da Candia perduta, gagliardo nei suoi sessantasei anni di età, rispose ai saluti agitando il bastone di capitan generale e promettendo a sè medesimo la rivincita. Dato l’ordine di salpare, presero con lui le mosse la galera di Marino Bragadin capitano in golfo, la galera di Benedetto Sanudo governatore dei con-£ dannati (capo disciplinare, cioè, degli addetti ai / remi per condanne
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Page 120
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Date
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1795
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L. 2500 Heriedi de sier Zuane Sanudo L. 3000 sier Lorenzo Foscarini L. iOOO sier Lunardo Barbarigo L. 400 sier Marin Zen L. 4000 sier Marco Bondimier L. JOO sier Nicoletto Lombardo L. yoo sier Nicolò Lion L. 14000 sier Piero Polani L. 3000 sier Zanin Soranzo L. 1800 Antonio Bon, castalda L. 3 yoo Anzolo dalla Crose L. 6 00 Arrigo dalle Biazodelle L. 1200 Bernardo Naslnbè L. 5000 Bar-
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Page 112
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1795
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io6 Libro Primo Heriedi Diacomo da Leze | ¿ier Giacomo Trevisà sier Lorenzo Dandolo sier Lorenzo Vitturi sier Moretto Vitturi sier Maffio da Mosto sier Marco Morosini sier Nicolò Nani sier Piero Cabriel sier Polo Zorzi sier Piero Marin qu. Lodovico sier Piero Michiel sier Polo da Mosto sier Stefano Trivisà sier Vido Trivisà sier Vidal Sanudo sier Vettor Trivisà sier Zuanne Trivisà sier Zuanne
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Page 174
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1795
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ì68 Libro Primo. sier Rafaletto Mazamà L. 600 sier Simonetto Zancani L. 3000 sler Zuanne Corner L. 20000 sier Zuanne Saìiudo qu. Moretto L. 4000 Antonio di Rizardo, L. IOOO Albe-rtin Diente L. IOOO Agustin de Pellegrì varoter L. 45°° M.r Alberto da Vola specier L. iooo Bonaventura Coltrer L. 300 sier Bertuzzi da Pesaro L. 300 D.a Costanza Bedoletta L. 0 0 Francesco Juda L. loco Francesco spade r L. IOOO Francesco Lonato L. 500 I Heriedi de sier Zacaria Dolivotò L. 500 Lunardo Bonomo L. 0 0 Lorenzo Roso pelizer L. 0 0 Maffio Giuda L. 55000 Marco Zancarella L. 4000 Marco Amigo L. 8o<^ Maffio dì Lazaro cimado’r L. 500 Nicolò de Rizardo dalla farina L. 500 Nicolò Bochesin frutàruol L. 300 Piero dalla straglie're L. 500 Rinaldo Pazo L. 5000 Cristofolo di Lorenzo L. 300 Zuanne cotteler L. 2500 M.r Julio miedego L. 2000 Zuanna di Bello e fratelli caner L. IOOO Zuà di Pisienor L. k/M 0 0 Le Case di S. Aponal L. 1500 L. 185200 VII.
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