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, il 4 schawal 139(1.° marzo 757), lo richiamò a Cordova, e si fecero feste solenni, ove si distinse con atti di beneficenza e liberalità. L’ anno dopo (1) Queste ritti erano state prese da Carlo Martello nel 737 ; ma era-no quasi tosto ritornate ai Mussulmani. IV III.1 T. II. 23
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DEI MOKI DI SPAGNA 39i loro prime armi in quella guerra di vendetta si distribuirono ricompense. Quest’anno 253 (867) l’Africa e la Spagna furono afflitte da estrema siccità, che durò oltre dieci anni. L’anno dopo v’ebbe una ecclissi totale di luna, che pel volgo fu il presagio di nuove sciagure. Mohammed inviò una (lotta sotto gli ordini dell’ammiraglio Walid ben Ab-del-hamid hen Ganem per far guerra sulle coste di Gali-zia. Felice fu la traversata; ma al momento di sbarcare alla imboccatura del Minho, venne da orrenda procella rovinato il maggior numero dei vascelli, che si ruppero contra gli scogli o si fracassarono l’un contra l’altro: sicché Walid non ne ricondusse indietro che piccolo numero. La quale disgrazia dei Mussulmani inspirò tanto ardire nei Galiziani, che, invasa la Lusitania, l’anno stesso (868), presero Sa-lamanca ed assediarono Coria. Grande fu la costernazione di Cordova per cosiffatti disastri, che dà virtuosi furono considerati come un castigo del cielo per avere i Mussulmani, occupati di piaceri di feste, e trascurato le pratiche e la propagazione dell’islamismo. I Cristiani aveano preso Pamplona. Ishak ben Ibrahim al Okaili e Zaid ben Roustem- assalirono la città per ordine di Mohammed, l’anno 255 (869), e stavano per impadronirsene, quando un’armata francese li obbligò a levare l’assedio e ripiegarsi sovra Tudele e sulla destra dcll’Ebro. Un’altra armata mussulmana, reduce da un’invasione fatta negli stati del re-delle Asturie, dando la caccia ad una Landa di prigioni e di bestiami, andava innanzi spensierata disprezzando le forze nemiche, allorché assalita dai Cristiani in una stretta, ove non potea agire la sua cavalleria, perdette tutto il retroguardo. Nella notte del venerdì, 20 safar 256 (27 gennaio 870), il popolo fu spaventato dall’apparizione di luminosa meteora di un vivo rosso e della forma di un manico, locchè per altro non distolse il re di mandare suo figlio Al-Moundhir per contenere i Cristiani e i ribelli sulle frontiere del nord e dell’est. Il principe assediò in Saragozza il wali Mousa, che avea ricusato di cedere il posto al suo successore. Dopo essere rimasto per 25 giorni davanti la piazza, lasciò truppe per continuare l'assedio, si portò alla frontiera di Fran-
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DEI MORI DI SPAGNA 5o3 intravvederc i suoi ulteriori disegni, ritornò a Marocco nel ramadhan 4^3 (novembre ioqo). Motamed, prevedendo la sorte che lo minacciava, si pentì di aver tratti in Ispagna ,i Mori: fortificò in fretta le mura ed il ponte di Siviglia, e pose in istato di difesa le altre sue piazze. Avendo gli Africani ricevuti rinforzi, si divisero in quattro divisioni; una, comandata da Schyr ben Abou bekrj fu incaricata del conquisto di Siviglia o. di Badajoz; due altre doveano attaccare Cordova e Ronda,di’e-rano governate dai due figli di Motamed; e la quarta era destinata per agire contra il re d’Almcria. Schyr, dopo aver vanamente posto in opera l’astuzia e lepromesse per indurre il re di Siviglia a sottomettersi.gl’intimò di consegnare le sue piazze e recarsi a giurar obbedienza a Yousouf, supremo emiro dei Mussulmani. Motamed, senza considerare ¡’inferiorità delle sue forze, senza essere trattenuto dalle predizioni degli astrologi che aveano presieduto alla sua nascita, non rispose che coll’attaccare i perfidi suoi ausilia-rii. Troppo debole per cimentare una battaglia, si limitò a semplici scaramuccie, c sostenne per qifalcnc tempo quella disugual lotta con alterni sutccssi. Ma la perdita una dopo l’altra di Iaen, Baeca, Ubeda, Castro al-Yelad, Almodovar, Assachira, Segura, quelle di’ Ronda e di Cordova, ove due de’ suoi figli furono trucidati in onta alla capitolazione; c finalmente la presa di Cannona, che seguì per assalto il 17 rabi i.° 484 (9 maggio 1091), raccolte avendo tutte le forze del nemico davanti a Siviglia, non rimase più a Motamed altra speranza clic nei soccorsi da lui reclamati dal re di (bastiglia. Alfonso, meno forse per generosità che per far fronte ai progressi allarmanti degli Africani, inviò un’armata di 60,000 uomini sotto gli ordini del conte Gomcz, clic, dopo aver dato il guasto nella provincia di Cordova, fu battuto dalle truppe Al-Moravide. Quest’ultimo scapito avendo privato Motamed del suo unico spediente, si arrese ai voti ed istanze de’ suoi sudditi, ed acconsentì a capitolare. Ottenne garanzia per lui, pe' suoi figli, figlie, donne, famigli c per tutti gli abitanti. Schyr prese possesso di.Siviglia un giovedì 0 una domenica 19 0 11 rcdji'b 484 (6 o 9 settembre rtsgi) é imbarcar fece lo sventurato Motamed in un alla sua famiglia. Inesprimibile fu la desolazione di quegli sfor-
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altro segno d’indipendenza e d’insubordinazione. Gli Stati non aveano promulgato questo decreto; si conformavano ad esso per primi, e lo fecero poi pubblicare. Nulla poteva determinare la gioventù bollente e tempestosa a rientrare in dovere; essa inalberò perfino lo stendardo della ribellione, percorrendo sino dal dì seguente le strade"della città, ed insultando l’autorità del governatore con atti
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af.i CLONOLOGIA STORICA «lini clic loro darebbe il direttorio; finalmente clic le porte di quella città, nonché le chiavi dei suoi tesori e le sue truppe, fossero tutte a sua disposizione. Mengaud. cui eransi fatti conoscere questi atti di sommissione, rispose il r 3 febbraio che la maestà della repubblica francese non soffrirebbe di lasciarsi avvilire per ingiuriose tergiversazioni
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CRONOLOGIA STORICA nc dell’elettorato. (1) Era chiaro per altro che Carlo-Teo-doro non potea cedere ad una potenza straniera, la quale d’ altronde non potea muovere che vaghe pretensioni, una parte dell’elettorato, senza violare i patti di famiglia che costituivano un sol tutto indivisibile dell’ intera successione della Baviera, e senza il consenso del suo più prossimo parente ed-erede, qual era il duca di Due-Ponti: l’atto Suindi da lui segnato era nullo e illegale. Per buona sorte duca di Due-I'onti,fortemente stimolato e sostenuto dalla Prussia, fece valere i propri diritti: la Francia si dispose dalla parte di Federico II; la Russia prese-'il medesimo partito; cosi fecero parecchi membri dell’impero; e se la guerra tra Giuseppe e Federico nulla decise, non fu così delle negoziazioni di Maria-Teresa,chc era entrata in timore, e non senza ragione, di essersi tratti addosso tanti nemici in proposito della successione alla Baviera. Colla pace di Teschen, segnata il i3 maggio 1779, si restituì a Carlo-Teodoro un elettorato di cui erasi colla sua debolezza mostrato poco meritevole, e fu così impedito il rin-novcllamento della scena del partaggio di Polonia. Il nuovo elettore di Baviera rinunciò in favore dell’ Austria la parte del circolo di Burkhausen limitata dalla Salza, Pinne il Danubio; e si obbligò verso l’elettore di Sassonia a pagar- {;li in i2 rate,nello spazio di 12 anni, la somma di sei miioni di fiorini, cedendogli al tempo stesso i suoi diritti si-gnoriali sovra Glaucha, Waldenburg e Lichtenstein in cambio delle pretensioni della Sassonia sulle terre allodiali di Baviera (2). La perdita che soffrì la Baviera per la cessione (1) Il conte di Goertz, Mem. stor. della negoziazione nel 1778 per la successione della Baviera. Francfort, 1812. (2) Indipendentemente del trattato di pace concliiuso a Teschen tra l’Austria e la Prussia, fu nel giorno stesso (i3 maggio 1779) segnato una convenzione tra l’imperatrice regina e 1’ elettore Palatino, di cui ecco i tre articoli capitali: » Art. I. Tutti i distretti attualmente possessi dalla casa d’Austria in Baviera e nell’ alto Palatinato, saranno rimessi all’ elettor Palatino cd alla casa di Baviera sotto le condizioni dichiarate agli artic. IV, V e VI. 11 detto elettore rinuncia a tutte le pretensioni potesse avere a motivo di essa presa di possesso, e l’imperatrice regina, dal canto suo, svincola l’elettore dalla convenzione 3 genn. 1778, e rinuncia per sempre ogni pretensione sulla successione dell’ elettore di Baviera.
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della vittoria ottenuta due anni prima dal partito popolare, i nativi suscitarono una più generazioni nella città, eran t dunque par- tecipazione di governo. Gli argomenti speciosi e la seduttrice eloquenza di Voltaire,di Rousseau c dei loro numerosi discepoli, incitavano i nativi a reclamare i diritti del popolo. Scoppiò il nembo il i5 febbraio; l’autorità dei magistrati venne beffata, e si passò ad atti clic
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D’ALEMAGNA 99 scaut un brigantino dei Paesi-Bassi per cominciare a porsi in possesso della libertà da lui reclamata. Egli avea sostenuto,contra il suo ministro Kaunitz, clic il legno olandese di guardia stazionato a Saffingue, non avrebbe osato far fuoco sul brigantino imperiale; ma il fatto fu clic gli Olandesi lo respinsero a colpi di cannone, e Kaunitz scrisse in Ungheria all’imperatore che gli Olandesi aveano fatto fuoco (1). I quali colpi di cannone furono il segnale della guerra, c forse se li era attesi Giuseppe per cominciare 0 meglio proseguire le ostilità. Il suo ardore per altro s’intiepidì di molto allorché intese la Francia farsi sostenitrice dell’Olanda, e la Prussia favoreggiare la causa delle Provincie-Unite. Egli moderò le sue pretensioni, e non altro chiese che Maestricht ed una soddisfazione per l’affronto recato alla bandiera imperiale; poscia vedendo che l'Olanda, forte per l’appoggio lranccse, non gli accorderebbe una piazza cosi importante «piale Maestricnt, si mostrò disposto a ricever denaro a titolo di riparazione d'onore. Federico re di Prussia avea già preveduto questo esito singolare delle trattative , ed avea detto all’ambasciatore olandese».La vostra repubblica darà una soddisfazione pecuniaria all’ imperatore c non se ne parlerà più » E di fatti acconsenti l’Olanda a sborsar denaro a Giuseppe II. Dice de Segur (2). » E chiaro che niente assolutamente gli era dovuto, ma 1’ amore della pace c le suggestioni di Francia determinarono gli Olandesi a non chiuder 1’ orecchio alle proposizioni dell’ imperatore. Se ne rese mediatore il gabinetto di Versailles. Le domande dapprima esorbitanti dell imperatore eransi ridotte a nove milioni e 5oo mila fiorini, ma gli Olandesi si rimasero ostinatamente alla prima loro offerta di cinque. Il mediatore troncò nobilmente la difficoltà e pose termine a quella lotta, incaricandosi pagare all’ imperatore i quattro milioni e mezzo che rimanevano in quistionc». Coxe non diflerisce dal de Segur se non sull’ ammontar delle somme: giusta lo scrittore inglese, l’Olanda pagò (1) Coxe, Storia della Casa d’ Austria T. V. cap. ia5. (2) Hist. des principaux evénements du regne de Frrderic-Gutl-laume II, Tom. I.
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. Più riserbato peraltro egli era nei suoi discorsi ed atti pubblici. Asserisce Thiebault nelle sue Rimembranze di Berlino, che regnassero alla corte di Federico molte superstizioni e pregiudizi. Aveva il re fatto scavare in un luogo aperto dirimpetto al suo gabinetto di studio di Sans-Souci una tomba P/IIL* T. II. 14*
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il suo malcontento, rimise la minuta ad Un consiglio, affinché fosse esaminato e vi si praticassero le modificazioni necessarie. Si cancellarono molti passi, cui peraltro Fautore riguardava pei più energici ed atti a far impressione in Francia; cd un tale Rcnfncr, membro del consiglio, fu poi incaricato di rannodare i passi soppressi. Il manifesto in tal guisa corretto fu mandato a M. de Stein per essere stampato
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, ed atti ad esser membri del consiglio dei 200, ma non ammissibili nel senato ed alle più elevate cariche del governo; 3.° i nativi,figli d’abitanti nati in Ginevra, ma eli erano esclusi dal governo, e non godevano nemmeno dei privilegii municipali , ad eccezione di un piccolo numero di franchigie commerciali; 4-° gli abitanti stranieri,cui non era permesso di valersi di verun diritto, tranne
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CKOiNOLOGIA STORICA. lo di mantenere i cadetti nobili. I gesuiti,a malgrado della soppressione del loro ordine,conservarono grande influenza in tutta la Baviera: in generale il clero ebbe alla corte un credito clic sovente fu inciampo di progressi dei lumi e delle utili riforme. Massimiliano-Giuseppe,poco disposto a governare in persona, avea lasciato che i suoi cortigiani commettessero atti
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pro pena et nomine pene observantibus et non contrafacientibus libras denariorum Yenecialium mille. Sig'num suprascriptorum, etc. Testes Albertus Creppo et Nicoletus benado. [Cassa Vili. Casella VI. Filza VI. Miscellanea Atti Notaj diversi].
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CRONOLOGIA STORICI Durante ciò, un corpo di cipaj, inviato a rinforzo delle, operazioni del generai Paget nell’Assam e il Catchar, giunto che fu, il i.° novembre, a Barrackpur, avea ricusato di marciare innanzi sotto pretesto di mancare de’mezzi di trasporto pe’ suoi bagagli. Difatti è costume dare a ciascun reggimento di cipaj centocinquanta buoi da carico e degli Hin-dous di casta inferiore per portare i loro bagagli^ precauzione necessaria quando trattasi di far guerra a distanze considerevoli e in mezzo a grandi calori. Si è anche supposto che le milizie cipaje avessero orrore di far guerra ai Birmani riguardandoli come potenze magiche. Il generale temendo il cattivo effetto che potea ciò produrre fece attorniar i cipaj da un corpo di artiglieria e da truppe fidate ^ e persistendo esse nel loro rifiuto ordinò di far loro fuoco. Molti furono gli uccisi, altri affogarono nell’Hougly volendo passarlo a nuoto:, il rimanente si arrese a discrezione. Vennero impesi trenta dei più rei. Gli uffiziali indigeni, benché non avessero preso parte alla negativa di marciare, furono congedati dal servigio, perchè non si erano con bastante energia opposti alla rivolta. Finalmente il reggimento fu cassato come infame dal quadro dell’armata. Giusta il calcolo pubblicato dalla compagnia dell’Indie per l’anno 1824, gl’introiti ascesero a tredici milioni duecentoquindicimila trecento lire, le spese a nove milioni quattrocentonovantamila scttecentosettantasette lire, quindi una rimanenza attiva di tre milioni settecentoventiquattromi-la cinqueccntoventitre lire, a malgrado le spese occasionate dalla guerra contra i Birmani. i8a5. Al principio di quest’anno, Canning rimise ai ministri esteri, accreditati presso il re della Gran Bretagna, nota ufìiziale la cjuale diceva: » che in conseguenza delle trattative aperte in più riprese, e sempre infruttuosamente, da S. M. Britannica presso la corte di Spagna, relativamente al riconoscimento dell’indipendenza dei nuovi stati di America, avea deciso S. M. Britannica di nominare incaricati di affari presso gli stati di Colombia, Messico e Buenos-Avres {>er concludere con essi reciproci trattati di commercio in >ase della riconosciuta loro indipendenza ». Corse voce, che tale importante misura, benché annunciata da due anni come effetto necessario degli avvenimenti « vivamente sollecitata
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paesi ereditarli dell’Austria. Ecco ciò che risulta da al- 1 ri atti, presentati alla dieta e sanzionati dall’imperatore. S. M. permette l’esportazione dei grani, ed in generale di tutti i prodotti del suolo; perciò diminuisce, o sopprime le imposte, ad eccezione di quelle percette al passo de’fiumi od alle barriere: l’esportazione de’vini godrà degli antichi privilegi, e sarà francata dall’obbligo
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1790 ad atti di saccheggio e di ribellione contra i loro ufficiali, uccidendo, tra gli altri, 33 dei loro concittadini dei reggimenti di Castella e di Vigier, e ferendone 53. Uno dei capi dei quali ribelli fu da un consiglio di guerra di ufficiali svizzeri condannato ad essere ruotato vivo; 22 impiccati, e 41 condannati alle galere per 3o anni. Scnonchè per decreto dell’assemblea legislativa vennero
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, ordini, o decreti pronunciati, sarebbero definitivamente esaminati e riformati dall’alta corte del parlamento d’Irlanda esclusivamente. Alcuni altri stabilivano 1’ Habeas-Corpus, e rendevano i giudici indipendenti dalla corona. Questi atti delle due legislature acquetarono l’ardore per le riforme parlamentarie. Nel ao gennaio 1783 furono sottoscritti a Versailles i preliminari della pace
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ancora dell’ America. Nel 20 novembre lord North propose un bill che annullava, come insufficienti, tutti gli atti precedenti alla restrizione del commercio, e autorizzava il governo a nominare commissarii, investendoli del potere di accordare il perdono ai particolari, e di decidere se una fiarte d’una colonia od un’intera colonia sia rientrata nel-’obbedienza, tanto da poter godere della pace del re; finalmente
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di significare a Dumourier l’ordine di comparire alla sbarra della convenzione. Il generale rispondeva loro con ironia, e dimostrava il più profondo disprezzo per la convenzione c per tutti i di lei atti, anzi e dichiarava perfino che se ne avesse avuto il potere, essa non esisterebbe un’ ora di più. II deputato Camus, ri-spondcvagli ch’egli lo sospendeva dalle sue funzioni di generale e che arrestavalo
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che su lei pesavano. Questi generosi sentimenti trovarono un eco in Marblehead, i cui abitanti offrirono ai negozianti di Boston 1’ uso dei propri cantieri e materiali, e perfino di aver cura gratuitamente delle loro spedizioni. Ben presto giungevano due nuovi atti contro la provincia di Massachusets, e ponevano il colmo all’indignazione ed ai timori delle colonie. Il comitato di corrispondenza di Boston formò
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