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98 I.’ALBANIA postierc francese, tutti armati come se dovessimo pulire dagli uomini l’intero mondo. — Si parte senza scorta di carabinieri, Stiefèni? — domando al mio cavàs. — È più prudente per vostra signoria — risponde il cavàs, ben dritto sugli arcioni, uno dei membruti discendenti di quello Scan-derbeg che, quando si vide venire incontro il condottiero Jacopo di Niccolò Piccinino, lo prese
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38 l’albania basso, tra gli olivi e le querce, le rovine grige d’un castello, delle sue torri speronate, delle mura a stella, del mastio quadrato. Castello normanno, veneziano, albanese? Nemmeno a Filippiada, dove arriviamo due ore dopo, nessuno me lo sa dire. * * * Filippiada, più nota sotto il nome di Luros, è una borgata sventrata dalle cannonate greche quattro anni fa, ricostruita
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1902
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l'albania zarra e dipinte di rosso — quattro o sei montanari con fucile, rivoltella e doppia cartucciera, silenziosi, con le ciglia aggrottate, il passo lungo e quel dondolamento del torso che dipende dall’antica abitudine di appoggiar le braccia sui pistolotti e i jatagàn dell’antico arsenale infilati già nella cintura e ora sostituiti dal più sicuro e più corto revolver. Sono i giudici
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76 l’albania necessarii per domare i Sulioti che emigrarono a Parga e, quando Parga fu nel 1819 abbandonata dagli inglesi ad Alì, si sparsero profughi nelle isole Jonie, pronti a divenire coi due Botzari, coi due Zavella, con Lambro Veico gli eroi della guerra per l’indipendenza greca. Ma di Alì — oltre queste scene di guerra feroce e oltre la tomba nella fortezza di Litha-ritza che domina Jànina
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. Palermo, 1867. (Trad. di Niccolò Camarda). Giannone, Dorsa, Taiani, Ascoli, Op. cit. Periodici: La giovane Albania, la Bandiera albanese, la 'Nazione albanese. Fallmerayer. Das albanesische Element in Griechenland. Abhandl. bayer. Ak. Monaco, 1857-1860. Philipson. Reise durch Mittel uni Nordgriechenland. Zeitschr. d. Gesellsch. f. Erdkunde. Berlin, 1890.
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- 2JI — Storia dell’Albania (in albanese) scritta da un ghego anonimo, op. cit. Giuseppe Gelcich. La Zedda e la Dinastia dei Balscidi: Studi storici documentati. Spalato, 1899. Mijatovic'. Cenni storici sulla Zedda 0 Zeta (Glasnik di Belgrado, XLIX ; serbo-croato). G. Musaccui. Historia de Casa Musacchi (nelle Croniques gréco-romanes del prof. Hopf. Berlin, 1873). Petrovic'. Storia
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, il quale lasciò il tempo che aveva trovato, come a nessun risultato condusse la speranza collocata in Giuseppe Garibaldi e dall’eroe dei due mondi incoraggiata con un proclama ai popoli slavi. Giuseppe Garibaldi, cambiando di un tratto proposito, dedicò invece nel 1862 tutta l’anima sua all’impresa che lo condusse ad Aspromonte, e di una insurrezione albanese più non si tenne parola. I gesuiti in Albania
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). E perchè lo chiamano Gambettùnta? Cad. — che ne so io ? asd. — Anna, l’uragano sopravviene. Possa la nostra nave, che torna dalle Baleari, non trovarsi a mezzo mare questa notte (torna e siede a tavola). il archi anò. L'Albania e l’opera di G. De Rada 13
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30 L’Albania e l'opera di G. De Rada to di sdegno, che da tutte le provincie del regno delle Due Sicilie, scuotendo gli animi, commovea le moltitudini; le grida altisonanti o compresse che reclamavano libertà; il consiglio del generale Statella, che s’era precedentemente rifiutato di soffocare nel sangue i dispetti del popolo ; il commovimento di tutt’Italia, che, come sotto una scossa
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, prendetelo, prendetela; kjèlin, porto, kjèlna, portateci; ndlghem, m’aiuto, ndì-gh6na, aiutateci. Discorre della quantità e dell’accento. È notevole nel-l’albanese la scala graduata delle vocali, più larga e complessa di quella del latino e del greco. Già gli otto suoni vocalici (l’autore novera sette) a, a, e, e, S, i, o, u indicano Marchiano. V Albania e V opera di G. De Rada 19
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226 L'Albania e l'opera di G. De Rada Mezzogiorno, organizzando un’amministrazione, che esinaniva i Consigli provinciali e comunali, depauperava le famiglie e demoralizzava la giustizia. Un’ onda d’impiegati, che doveano far puntello al potere delle classi dirigenti, avea invaso l’Italia, la quale era stata unificata nel loro solo vantaggio e in quello dei loro padroni
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1902
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190 L'Albania e l’opera di G. De Rada Albanese (1). È preceduta da due epigrafi, una italiana, quella del Tasso: Giace l'alta Cartago, ecc., e un’altra albanese: L’augelletto cui rapì il nibbio pià non vide sua madre, tutte e due, a mio parere, inopportune o disadatte; ed è dedicata alla principessa Adele Strongoli-Pignatelli. Nella dedica il poeta dichiara gl’intendimenti
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1902
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290 L’Albania e l’opera eli G. Da Rada una gradazione distesa, che è arricchita da una varietà ugualmente distesa di toni. Ma egli dichiara di non essere in grado di rilevare tutte le tonalità : le parole seguenti hanno toni differenti: oréx, dèlja, mòtti, mòn: ma al di fuori di queste ci sono altre gradazioni accentuative. L’autore non le sa distinguere graficamente. Io ho tentato
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). Tristlci : Dola cuntrèlha u catùndit aan, E mbèr t’agchuzhònsha mora peen, Se gkifl' gadhiit ona shcuan e vaan. Albania, epigrafe. (Uscii di rincontro alla patria mia, E invece d’allegrarmi presi pena, Perchè tutte le nostre gioie passarono e andarono via). Tristici con dissonanze interrotte : Ce fexen kieli mbii ré'/evet aan, Attiè siper cheshtenjat, cà catùndi Ngcreghet me affer nj' iil
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1902
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184 L’Albania e l’opera eli G. De Rada per il suo dramma pastorale I decapitati di Pizziglìa. In questo curioso poemetto, che è ricco di leggiadre canzoni, (si veda sopratutto il Telaio, da cui trasse il suo Telaio, divenuto famoso, il poeta calabrese V. Padula da Acri, e lo scherzo graziosissimo delle voci degli animali), s’alternano sciolti italiani con anacreontiche albanesi, composte
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, nella terra de’ loro avi ; vogliono e chiedono un assetto politico più corrispondente ai diritti dell’uomo. E ricorda ne’varii nomi dell’Albania — Pelasgia, Macedonia, Illìria, Makiljia, Shkiperla — le sue fasi storiche ; con fede, che non di rado fa velo alle ragioni scientifiche, passa in rassegna la lunga schiera de’ personaggi illustri della sua terra natale. Ove se v’ è chi troverà da ridire
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Page 389
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1902
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„ (1). v. Quante volte nell’operosità, instancabile e invitta del suo spirito, dalle vette silvestri, che cingono il suo natio villaggio, librando sul mare Jonio, che in vista rapiagli l’animo, l’occhio vivissimo ed avido, stette affisso in un’ idea lontana, con la fronte pensosa e il cuore in tu- (1) Knorr, A O. De Rada in Nuova Albania, a. II, 15-16, p. 1. Ecco il testo tedesco: Noch weht der Wind, der in den heil gen Eichen Von
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Page 377
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1902
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dal 1834, quando cioè l’esistenza di un’Albania era un mito, e tra-luceva appena qual raggio di sole da nuvoli folti nelle menti degli scarsi viaggiatori della penisola balcanica, de’ missionari della chiesa cattolica, di un qualche solitario poeta e de’ profughi vegliardi delle colonie d’Italia. Quest’albanese, allora ventenne, soffusa l’anima dalle melodie dei canti popolari, rapita la mente in memorie
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1902
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192 lìAlbania e l’opera di G. De Rada Nella recondita mente del poeta la maledizione di Sofonisba dovrebbe essere il fato; ma essa resta soffocata e depressa da forze esteriori, che han più potere del fato, onde la maledizione della madre è, per lo meno, un’inutile crudeltà che rattrista. V’è qualche scena di grande vigore, ma fuori posto o solitaria e del resto lasciata cadere in negligente
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Page 17
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1885
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austriaca è, per lo meno in via transitoria. Nuova Austria. . Se in avvenire essa debba estendersi fino al-I*Arcipelago occupando l’Albania e la Macedonia,
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