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,W no ¡1 te ¿altra che, fi li T urcbi tuoi [oidi chifltHino in <jlla parte di Albania JagualetupoJpdrHtYÀ "oalpaefe mio fono votati co armata mano ad (¡{potarmi, fe locarne meritauuno libo itati [uperaii,& cofi <t( quiflit mi ijlla parte,la colpa veramete no e fiata mia, ma di loro, co di cbi li ha fpinti cantra dime.Et di più-fi io ho rotto. iMeJercito che uene con (\hbegBaj]a tuo, non credo ha2 rfitto contra
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* ma non cominciauano.it lepre fìaua a buona guardia con tut fili fiioi foldati fecondo T ordinefuo» Capitolo X» VEnne in tanto nuoua a Scad*che Lech ducaginofigli»* lo del S.Paulohauia occifo Lech Zacharia.i.dellacit ta chiamata il Dagnio, lacuale e in Albania prejfo al fiume Drino.Della cui morte Scand.affaifi dolfe perch’egli era fia to fempre amiciJftmo.Etfendo cofi mortofcn%a laffar di Jefi gitoli Scd.pretedeua
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foldati per doutr cóbattcre co li ntmi ti del Re Ferrante^opo principia la pugna. acar. n&H Il conte lacobo fainfidie contra la per fona di Scan, acar. 14 Scand.allafine ottiene vittoria contra tutti li nemici del ReFer rante/ecupera tutto il flato di quello dopo queflo fi fin no gran filaci &triomphi. acar. 24 16 Scand riama in Albania^cue inchoraft fogrd folenita. ca.17 Il gran Turchoprende
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Jàn9 Wjàlfio nelJuopaefe, Capitolo,XXXVl. Dopo quejlo Vàtedetto Mabumeth uenein Albania co da cèto mila 1 urcbi a cauallo & apiedi,1?miffe capo fotta Cto\a,i3fice prometter doni alla prima a quelli che erano dea trOjfevoleuar.orenderfiapatttj? no conjentendo minaaiaua d’ucctderli tutti.Ma loro gli dette buona njpejla d'ojpri colpi di bobarde,JJ)ifigarde,fihioppi,baleftre
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per via della Tracia,& della Macedonia, & che per niente tnai ft fcopriffc.ne alcuna mofjà foceffe ft prima Ballaban non fùf fe gionto nell’Albania^Siche chi prima ariuaffe douejfe ajj>ettar il compagno,accio affàltajjìno all’improuifo il S.Scand. Bai* labanper l’altra via con umti mila caualieri turchefchi} C7 quat tra mila fanti a piedigiunfe prima nell’Epirro, isr miffe lifitoi padiglioni
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tonimi dopo tal morte nondimeno pergratla di Dio, quel pél fe fi ha fmpre difefi,nonfen^a danno, 12 morte de turchi inntt mirabili- Allafine ejfi tiranno con ogni juaforza venne in Albé mjnpfina 12 tutti l i fiignori di qlla che non voljefùgire) furo no fatti morire}o menare ut mifiranda,i2 crudehjjima f truitu» Si chepreflo fibiugoquajì tutta quella prouincia d’Albania. Ma la attavittoricfi
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gup era venuto in Albania,per la via di Belgrado,tt haueua de predato & mejfo a fuoco <& fiama molto patfe. intefa queflo Scund.cbegiajàpeua la mente di lagup,eh'era affettato da fid laban,accio prendeffiro quello di me^o,amaeflro l'efercito fuo & lo innammogrademente io furiandolo, eh e ni temtffe punto fedici mila Turchina cht poco auanti bauta[confitti,xxiiiumi
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chora in Roma)&1 in più altre parti dci'ltal ¡a, & altroue era in ottim o credito , (ff meritamente perche era ottima creatura f buotno innocente,dotto in greco,& latino,eloquente, tS molto pratico,delle cofi diurne,w bumane,da tutti amato,<£T reuerito majjime dalli principi d’Albania crferialmente da Scand.chf ripofàua tutto in quello,ilqualefi cbiamaua Paulo di cognome Angelojtr
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, di quello che in Albania, & altroue operavate contra li Turchi (? altri nemici¡nondimeno fopraqueflo fi drbbemolto confideiarerperche non è vna fattion medefima fendo quefli Ito bufii con li Francejìnemici del noflro Re,tutti coperti di firro
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,che ne ferai dolente & pentitoci vederaife li Venitianiti potranno capare dalle mie mani,effcndo tu debole picco!fignore di qt lofolagte d’Albania che hai, cr iofiapur iperatore re,et ftgno re di tate potentie,che mai potrai refflere al mio far or e,Dump 'fiderà li fatti tuoi,W fa qfla pace di bona voglia,accio tu pof /' monr fignore di cajà tua}(0 la defcédètia tua, altrimenti fan tuo d ano
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fi firia allhora partito. Ma dopo queflo alli. 14.di Maggio* 1449.effe tiranno giunfi etfuo campo in Albania con cento¡V fefanta mila Turchi, to ombardegrojfemolte altre anelane, etpofe l’affedio per ttamente alla prefata citta Sfitigrad, oue Pietro periato era I opitano¿¡quale infieme con quelli della Dibra fupencre,iy co I itti li altri ¿h1 erano in quel affcdio,ianto virilmente fi dipori iorono
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fera liberata quella patria dalle ma \ ni de turchi Jiche ritornerà a laudar iddio vero purchéfi fida vera penitetta con l'antedetta riforma, Duro la guerra del tur cho co Scan,venti fei anni cotinui, Ma doppo la morte di quello duro contra altri f ignori dell'Albania vndeci anni che in tutto I fanno trentafiu Et tutto ciòfiaper lo meglio^ad honor&gl» ria di 1 ’ I
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DOpo ¡¡¡lo il Turco maio vn altro fuo capitano, chiami to Affdmbeg co foldati affaiffmi in Albania, Oueprmi fiata grade battaglia Wvccifi fùbito li cujlodi del fuo efircito li turchi fi miffiro tutti in figa/tfùrnocondutti alla morre.ht il Baffa fi finto nel braccio deflro da vnafietta} yper ejjtft la fera tardafùgi in luogoficuro con alquanti delti militi fuoi, M<* Scand<auiJàto di queflo
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per tamberlan esso guasto ogni sua nobil-„ tade. et e vulgo in queste parte questa esser stada la citade de „ fusi dove se dixe Alexandro tollese la bataja con Dario, e al pre-„ sente el fiol de Charaisuf ne Signor e questa e nel arminia gran-„ da. „ V’è poi la provincia di Siroan verso il mar Caspio, e dicesi: „Questa provincia antichamente se diceva Albania.,, Inob-tre: „ in questa provincia de Siroan
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d’Angiò, insignoritosi del regno di Sicilia, si propone di restaurare la marina del suo stato, sulla quale ei contava assai per coronare l’ambizioso disegno di assidersi sul trono di Bisanzio. 1/ intento dell’Angioino era palese, poiché in tutti i porti delle Puglie ei faceva allestire i mezzi per la grande spedizione; nel medesimo tempo iniziava trattative diplomatiche con le città d’Albania e nel 1277
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VENEZIA E I TURCHI. I Turchi nella Balcania - Prime guerre turco-venete - I Turchi e l’Adriatico - Lo Scanderbeg — Tentativi di leghe cristiane - Scorrerie turche in Friuli - I Turchi a Scutari d’Albania - I Turchi ad Otranto - I Veneziani nelle isole Ionie - Guerra di Ferrara - Le vicende mediterranee dal 1484 al 1571 - Rivalità veneto-spagnola - I Veneziani nelle Puglie - Lega veneto-francese
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austriache sull’Albania, Bosnia, Erzegovina e Montenegro. Nè cessava il Direttorio di tempestare il Bonaparte di istruzioni, avvertendolo particolarmente come l’occupazione austriaca di Ragusa reclamasse quella francese di Malta. E nell’ottobre, quando la pace era imminente, tornava alla carica, ripetendogli le precedenti proposizioni ed ingiungendogli di nulla cedere ai Napoletani e di conservare Ancona
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, che il più grande ostacolo alla loro espansione era la potenza marinara della Repubblica e che quindi occorreva pure ad essi un formidabile naviglio da guerra e non delle semplici galee da corsa : il che divenne necessità, quando Murad II restaurò il dominio ottomano nella Balcauia, si spinse nefl’Albania, prese Salonicco, occupò la Grecia. All’assalto decisivo contro Costantinopoli 11 Sultano disponeva
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1930
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alla unione all'Albania o almeno ad una autonomia nella quale siano riapettate le loro tradizioni e la loro lingua. • • • Molto più importante per il grande numero di aderenti dei tre precedenti partiti a fondo confessionale, era il partito repubblicano dei contadini (li (¿ve»ti -oik oncuun |u««i airi>Utni«mo p«r •irvllarr i «aaUgfi cW la Mtix Part» rUrgir» loro. I privilegi rnnMiirtma in raricfce
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1930
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, dell'irredentismo »e ri mi e della democrazia non sarebbero bastate alla costi-tuzione dell'unità. se forze esterne non avessero portato il loro contributo direttamente alla costitu-zione di questo nuovo Stato, e fra di esse particolarmente l’Italia, che, salvando l'esercito serbo dallo sfacelo attraverso l'Albania nel 1916, stipulando il Patto di Roma (8 aprile 1916) e concludendo il trattata
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