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l’insinuarsi; il Montenegro, cui certamente per la virtù del suo augusto Principe, è riserbato un grande avvenire fra gli Slavi, ma che, per i buoni uffici della Russia e con la complicità di altre Potenze, ingranditosi a spese dell’Albania, vuoisi che non disdegnerebbe di addentrarsi nel cuore di essa, pur non illudendosi che non facilmente gli riuscirà di far tacere del tutto i sentimenti più teneri
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, —il quale sembra che abbia definitivamente assunta la funzione di protettore della Sublime Porta, —denunziandogli i moti di Albania, i moti di Macedonia, ed esprimendogli il timore che essi non possano, da un momento all’altro, rivolgersi contro la integrità dell’impero ottomano. Guglielmo II gli ha risposto rassicurandolo completamente, e pare a noi che queste assicurazioni non siano state fatte soltanto pro bono pacis, ma corrispondano
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dei gioriosi, che, uno contro cento, pugnarono per la Libertà e per l’indipendenza della Patria, e pugnando vincevano. Cotesto aiuto e cotesto conforto han tenuta salda la nostra fede; hanno tenuta, nello avvicendarsi di tanti ostacoli e di tante contrarietà, viva la nostra speranza in un avvenire auguroso che non poteva fallire. Albania, avanti ! Il Signore è con noi ! In alto i cuori
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, a quelle del Kalamas, sul Jonio; diritto all’Austria di occupare e di amministrare la Bosnia e l’Er-zegovina e di tenere presidio nel distretto di Novi-Bazar. Così l’Albania veniva a far le spese della guerra, con la perdita dei territorii di Kusumlje e di Vrauja ceduti alla Serbia; con quella di Antivari e dell’annesso litorale, meno Dulcigno, e di altri territorii attribuiti al Montenegro; con quella possibile
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tempi migliori e sperasse sempre nella protezione e nella simpatia della Russia. Agl’inizi della guerra del 1877-78, molti emissari russi percorsero l’Albania da un capo all’altro per farla insorgere; ma disgraziatamente 1’ esperienza dolorosa del passato rese vana l’opera loro. Or è certo che fino a non molto tempo addietro, o col pretesto religioso, o col rinfocolare gli odii e i rancori deg-li
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della distribuzione di queste terre albanesi non conquistate dalle armi, fu la formazione della Lega di Prisrendi. Gli stessi Mirditi vi aderirono. Il primo passo verso l’unità nazionale albanese era fatto. Il Concerto europeo dovette cedere di fronte all’attitudine decisa della Lega. » Dopo d’aver fatto rapido cenno del movimento intellettuale che, ad onta di tutti gli ostacoli, sempre più progredisce in Albania
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ed altrove, a danno dell’ ellenismo nell’Epiro e della stessa Grecia, facendosi strumento dei nemici dei veri interessi albanesi; sollecitando scientemente o inscientemente l’occupazione dell’Albania e dell’Epiro da parte di una vicina potenza straniera. Chi riesce a vedere l’Italia di Antonio Fratti e di tanta balda gioventù italiana morta a Domoko, attraverso una così prudente e diplomatica riserbatezza
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più volte tentato di esercitare sull’Albania la sua influenza più o meno diretta, eppur sempre deleteria, come si è veduto a proposito della ribellione di Mahmud di Skodra. Da allora non tralasciò mai la sua campag’na d’insidie e di lusinghe d’ ogni maniera, pur avendo più volte, per dolorosa esperienza, dovuto riconoscere la non dubbia avversione degli Shkiptari di sottomettersi a nuovi padroni. Maria Teresa
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, dovrebbe riassoggettarsi alla razza latina. Nè la nostra simpatia, per dir così ereditaria, verso il popolo greco, offusca a tal segno la ragione nostra e ne rende insensibili così, da non farci soffrire ripensando come nel 1885 la Confederazione d'Oriente proponesse che dell’Albania, la parte che da Argi-rocastro si estende alle montagne di Skutari, si desse alla Serbia; la parte sino al fiume Strimone, Salonicco
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le posizioni di Malja e di Visocica, mentre i Montenegrini si arrestavano solo al di là di Spuz. La sconfitta di Dervish chiuse la campagna del 1876 ; le sue truppe si ritirarono di là di Mala Hotti e non restarono a Spuz e a Podgorizza che le solite guarnigioni. Poco dopo l’esercito d’Albania fu sciolto e parte delle forze furono mandate in Bulgaria e verso il Danubio, e quindicibattaglioniritornaronoa
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al Yardar, giusta i confini di cui sopra si è detto;— salvo, s’intende, a regolare in seguito e nel miglior modo tutte le questioni ancora pendenti con la Grecia, con la Serbia e col Montenegro; noi venivamo nella conclusione che, se mai i nostri desiderii dovessero avverarsi e se mai l’Albania dovesse riacquistare la sua piena libertà e indipendenza, solo allora potrebbe per avventura realizzarsi il bel
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! Per tanto la Petersburkia Vieclomosti, nei primi di ottobre del 1901, invitava il Governo ad aprire gli occhi sulla larga propaganda cattolica che facevasi in Albania, e accusava l’Austria di appoggiare palesemente il movimento , popolando la regione di preti e di suore e danneggiando così la Russia, protettrice degli ortodossi. « Agenti segreti , concludeva quel giornale , lavorano nascostamente per l’Austria
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, e avrebbe potuto risollevare d’un tratto tutte le altre questioni balkaniche e compromettere irremissibilmente la pace europea. Gli stessi allarmi, naturalmente, levavansi da Vienna, dove anche si segnalavano dei timori per i moti del mlajet di Janina, e per i preparativi che voleansi far credere ivi già pronti per una insurrezione, nel nome dell’indipendenza e unità dell’Albania. Ma ben presto l'ufficiosa Bwlgarija
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, la Serbia, la Rumania, la Bulgaria. Oggi a Creta soltanto sventola festosa la bandiera della Croce; domani saranno la Macedonia , la Vecchia Serbia, l’Albania a riconquistare la libertà; poiché nessuna forza potrà opporsi al compiersi dei destini dei Cristiani, sui quali, con materna cura, la Russia ha sempre vegliato. L’ oppositore della liberazione di Creta, l’imperatore Guglielmo, ha compiuto
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— 597 — -di Torino, non solo è in grado di dare in Albania la voce del -comando nella lingua degli Shkiptari, come giustamente pretendeva la Lega; ma anche per la tradizione eroica della Sua Augusta Famiglia, per la rigida educazione ricevuta, per la condotta intemerata di cittadino, di soldato, di Principe, per le innate tendenze liberali, per la generosità e rettitudine dell’animo
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intrighi in Albania, nè dei vertiginosi preparativi militari, di cui già si è fatto cenno; al certo erano fatti degni di non poca attenzione l’incontro del Re di Romania col Re di Grecia, dovuto ai buoni uffici de! governo di Vienna; la visita del capo dello Stato Maggiore austro-ungarico e i brindisi scambiatisi fra lui e il Re Carlo , improntati alla più calda e viva amicizia
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— 419 — indomito amore verso la nostra Patria di origine. Un tal metodo a questo punto intendiamo usare a preferenza, dacché ci offre un’occasione nuova per mettere in rilievo ancora una volta i sentimenti del popolo italiano a favore dell’Albania, non meno che intesi alla tutela dei veri interessi dell’ Italia, in rapporto alla questione balkanica. Già fin dai primi giorni dopo il convegno
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circa l’Albania, ai quali perciò non avrebbe potuto più venir meno; è vero che si affermò come, subito dopo tale colloquio , fossero pervenute da Vienna alla Consulta delle risposte definitive sui punti dell’accordo austro-italiano per l’Albania, che erano ancora controversi; è vero che il convegno di Abbazia fra il conte Golu-chowski e l’on. Tittoni, avvenuto a villa Flora il 9 aprile, fece dire alla Vossische
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, ciò che per la stessa rappresentano nell’ Asia i Curdi selvaggi e sanguinarii, in un futuro più o meno prossimo, le truppe imperiali e reali avrebbero potuto compiere in Albania, senza commuovere alcuno, le imprese già perpetrate e consumate nella Bosnia e nell’ Erzegovina. La Russia ufficiale, a sua volta, guardava l’eventualitk di una guerra turco-bulgara da un doppio punto di vista: o la Bulgaria, specie
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hanno sempre valso a conseguire una maggiore cerchia d’azione agli stranieri, e non hanno mai mancato di raggiungere lo scopo al quale miravano. Nei dintorni della Macedonia inferiore e dell’ Albania (Toscheria), dove chiese e scuole funzionano in lingua greca, i Greci ci tengono quasi in sequestro, come se fossimo dei loro, e si atteggiano a nostri protettori ed affini di sangue. Nella Macedonia superiore
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