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1924
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coi Turchi, invitò i rabbini degli Ebrei, gli hogia maomettani, i padri bektasci e i preti ortodossi a invocare la salvezza nelle sinagoghe, nelle moschee, nei teché e nelle chiese, e di svegliare l’Altissimo, che aveva dimenticato l’Albania, con grida dai minareti e con lo scampanare delle chiese. Anche oggidì, i paesani albanesi, nelle supreme necessità, senza differenza di fede, picchiano
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souree d’Aemathie, et (comme aucuns adioustent) de Vumenestie, qui fait portion de Mace-doine, ayans jadis regné en Epire avec non moindre gioire que prospérité. (LAVARDIN, 1. I, e. I, p. 2). Cfr. DEMETRIO FRANCO, c. I, p. 1: «Il Signor D. Giovarmi Castriota fu quello che signoreggiò quella parte dell’Albania, la quale si chiama ancora oggi Emathia Vumenestia». (47) Jean Castriota d’une antique
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1924
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— 47 — eli Mati. Il Sultano Murat II poteva ben essere uomo giusto ed umano quale ce lo dipinge Laonico, ma prima di ogni altra cosa egli era il Sultano della Turchia. L’interesse e la tranquillità del suo impero esigevano la scomparsa dei pi’in-cipi albanesi. Egli risparmiò Scanderbeg, avendolo ingannato l’opinione che questi, tolto dall’Albania in tenera età, e educato con cura come principe
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1924
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loro i nomi e impose loro dei tutori che dovevano educarli nella fede maomettana. Giorgio prese il nome di Scander-bey, cioè Principe Alessandro (101). Il qual nome egli meritò poi di portare a causa delle guerre tra la Turchia e l’Albania. Nella corte del Sultano Scanderbeg ricevette l’educazione spettante ai principi di casa regnante. Apprese a parlare la lingua turca, araba, greca, slava e italiana
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1924
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. Più innanzi narreremo di Giovanni Castriotta tutti i fatti che sono a nostra conoscenza. Nel 1407 egli è menzionato « come principe abbastanza potente nelle terre dell ’Albania » il quale riconosce la sovranità della Repubblica di Venezia, indubbiamente per la ragione che il pericolo turco sovrastavi (67). Il giorno 3 aprile il Senato di Venezia stabilì di fare un passo presso il papa per una lettera
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1924
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quella stessa sventura che aveva colto la dinastia dei Castriotta nel 3421, toccò nell’Albania meridionale alla dinastia degli Arianita Comneno Thopia. Il Principe di Canina fu vinto dal Sultano Murat II ed obbligato ad accettare la pace a gravissime condizioni, e così Arianita andò in Adrianopoli per raggiungere i figli di Giovanni Castriotta. Laonico (8) ci dice: Anche Arianita Comneno, poi che il Sultano
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, intimava al sultano la guerra, e travestito fuggiva. Cominciavano le ostilità nella Dalmazia ; i Morlacchi principalmente condotti dal loro capo Jarko penetravano fino nella Bosnia e nell’Albania. Antonio Zeno provveditore di Cattaro, raccolte le sue genti, correva il paese fin verso Castelnuovo. Per mare la campagna cominciò collo sbarco fatto dal Morosini a santa Maura isola di grande importanza pei
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1925
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, anzi sempre desiderati e provocati gl’incontri di sagrificarla come è pienamente noto in ogni fortezza e città della Terraferma, della Dalmazia, del-1’ Albania, del regno di Morea, nell’ isole e in armata dove ho comandato per la mia Serenissima Repubblica. Hebbero principio i miei militari sudori il 1645 nell’ età di 17 anni, ardendo la allora insorta invasione memoranda nel Regno di Candia e gli ho continuati
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, dalla quale risulta che l’Istria rendeva di dazii solo D. 6,600, a cui conveniva aggiungere da Venezia pei bisogni del paese l’un anno per l’altro D. 3,500. La Dalmazia e l’Albania fruttavano D. 18,000 di dazii, e altri 20,000 di gabelle de’ sali, mentre le spese d’impiegati, del generalato, della milizia, delle galere ecc. sommavano a D. 284.000 sicché occorreva a Venezia il sussidio di D. 146,000. Il Levante
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1921
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proporzionato di rappresentanti delle Provincie Venete della Terraferma, Istria, Dalmazia, Albania ed Isole del Levante invigilerà, sotto il nome di Dipartimenti, agl’ interessi generali della Repubblica, si occuperà a consolidare i legami di patriottismo tra le Provincie e la Capitale, solo mezzo di rendere a questa Repubblica il suo primo splendore e la sua antica libertà. L’ultimo voto dei nobili veneti
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1925
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mia Segnoria per Nepanto al anno del mexe de fevrer lo limitado segondo lo consueto, che sono ducati 100 dele intrade de Nepanto corno daxevano a mio padre. E per le terre che tieno in lo cofine dela mia Segnoria in l’Albania in lo
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. — Considerazioni generali sulla condizione della Terraferma 131. — Istria ibid. — Dalmazia ed Albania 132. — Levante 134. — Conclusione 139. LIBRO DECiMONONO. CAPITOLO I. Predizione del secretarlo Giuseppe Gradenigo, — pag. 143 — Informazione di Francia di Antonio Cappello 144. — Sintomi di rivo luzione ibid. — Il disavanzo 145, — Assemblea di notabili ibid. — Il sig. Calonne, e proposte di riforme 14
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1925
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378 nemico, ma poi disordinatisi, riassaliti, ebbero a soffrire grandi perdite e piangere la morte del Contarmi. E mentre l’Albania trovavasi così minacciata, era corso e devastato di nuovo il Friuli, ove dopo sconfitto il generale veneziano Girolamo Novello (che rimase morto insieme con un suo figlio) i Turchi si gettarono come torrente devastatore nel paese e bruciarono tutte le ville
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355 alle Città tutte del dominio di Terra Ferma, Istria, Dalmazia, Albania, e Levante di-concorrere alla Madre Patria, un’amnistia generale per il passato, la libertà della stampa con proibizione di parlare contro le persone, ed il passato governo, sicurezza della religione dai nostri maggiori ereditata, delle vite, e proprietà, garanzia della solidità della Zecca, e Banco, e sicurezza ai poveri
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1882
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« ria immigrò in Italia, ebbe il nome latino di Aborigini, o « popolo, che ab origine occupò il paese dei latini, e fu ap-« punto quello dei Pelasgi Arcadi ed Euotri. » Che i Pelasgo-albanesi siano stati i primi abitatori della Macedonia, Epiro, Albania, Tessaglia, Beozia, Attica, Bosnia, Erzegovina-Bulgheria ecc. è un fatto che non ammette osservazioni in contrario. Abbastanza pure è stato dimostrato
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1882
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si propagò nel settentrione, e si è dovuta piantare « nella regione caucasea dove oggi sono la Georgia , la Cir-« cassia, la Mingrelia eia Avogasìa o Abassìa. » Queste quattro regioni per quanto viene assicurato da Strabone , formavano un tempo l’antica Albania, come da noi precedentemente venne detto , ed eccita veramente la meraviglia come il Cantù non abbia fatto cenno alcuno intorno
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1882
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Macedonia, nella Beozia, nella Tessalia, nell’Epiro, nell’Albania, nell’Erzegovina e Dulcigno sono Albanesi, bisogna per legittima illazione affermare, che gli Albanesi al presente viventi nelle suddette regioni, provincie, città e paesi non sono che discendenti , posteri o avanzi di quei Pelasgi che Omero qualifica Divini Aìoi. Sta nell’ ordine delle cose umane che quando una tribù o un popolo
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1882
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il nome di Macedonia non esisteva « punto. Dunque a dire di tutti gli antichi storici questa « Ematia fu il nome primitivo della Macedonia ed appunto cc quest’Ematia deve essere considerata come il limite e la Culla « di quel reame che in appresso divenne così potente e gioie rioso. Or in origine l’Ematia non poteva essere che quel « paese situato nelle montagne dell’Albania tra Dobre, Croya « ed i Miriditi
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1882
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leggiera, veloce. Cogni dinota magna, grande. Eraclea, significa Erculea e Veria, Estiva. Nell’Epiro abbiain notato tra gli altri paesi questi due più rinomati, Larta e Camni^a. Larta dinota la Prominente, in traslato senso la orgogliosa, aristocratica. Camw/fa,fumante o affumicante. Nell’Albania, vi sono la famosa Croja, Co^a, Malea, Dar da\i, Scampi, Spartina e Choni^a — Croja in Albanese dinota
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1882
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. Secondo Eratostene poi, citato dallo stesso Strabone, VAriana confinava al Nord colle montagne del Paropamiso, colla continuazione fino all’Est col fiume Indo, ed all’ Ovest colla catena dei monti, i quali separano la Partia dalla Media , e la Carmania dai Paretaci e Persi (Enciclopedia). Or l’Albania A-siatica dalla quale quegli antichi Albanesi mossero per venire in Europa, è circoscritta dal Caucaso, mar Nero
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