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1923
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Antonio VI. Montone, fiume 22. Murano 5, 7. Musone, fiume 30. Navarrino 34. Nicolò (S.) di Civita 34. Nicolò (S.) di Lido, porto 9, 31 sgg. Noventa 22, 31 Oderzo 22 Olivieri Giacoma di Bartolomeo V. Orfano, canale 5. Padova 4, 22. Palermo d’Albania (Palormo) 34. Pastene, porto 3. Piave 22, 23, 31 sgg. Piega, canale 23. Poveglia 5 Quaglio (Quaglie), porto 34. Raguseo, porto 34. Rangone Tomaso VIII
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1932
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1477 le cose in Oriente si era»" svolte in modo sempre più triste. 11 15 di giugno del 1478 la valiti;' fortezza di Croja era finalmente caduta nella lotta contro le for; superiori di Achmedbeg. Schabljak, Alessio e Drivasto avevaii" subito la stessa sorte «Iella capitale dell’Albania. Soltanto Antivari e Seodra resistevano ancora faticosamente ai lunghi e duri assedi' In pari
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1930
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dell’opera sua, 273. Paolo V e i maroniti copti, 274. La Francia favorisce la missione dei Gesuiti a Costantinopoli, 275. Le missioni in Bosnia, in Serbia e in Albania, 275-276. Le condizioni religiose dell’America sotto Paolo V, 277-278; il progresso delle missioni nel Canada e nel Paraguay, 279; le «Riduzioni» o colonie agricole fondate dai Gesuiti, 279-280; benemerenze dei Gesuiti in prò degli schiavi
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1766
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Sibbatino , che 100. anni fono fu Proto-Ingegnero di queft’Eccsll. Magiftrato, ed in altre memorie manuferitte di varj Autori , che quello mare Adriatico non folo, ma fecondo alcuni, tutto il Mediterraneo ha una perpetua correntìa circolare, con la quale circonda le rive tutte, in modo che partendo Tacque per efempio di Coifù, vengono verfo Venezia, corteggiando fempre T Albania , e la Dalmazia
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1766
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IlMare quello Golfo, co’ quali ho avuto occafione di parlarne, effer fra loro maf-lima collanti ili ma nelle loro navigazioni, che tal correntìa fia perpetua in quello Golfo nel modo già detto; onde hanno per regola, venendo di Cor-fh a Venezia, corteggiar fempre le rive Settentrionali del Golfo, cioè a dire l’Albania, la Dalmazia, l’Iftria, il Friuli ec., ed all’incontro nel ritorno verfo Corfu
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1855
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31)8 migliorare la propria condizione, VII, 200.— Risposte della repubblica veneziana , VII, 200. — Pretensioni del papa circa il dominio di questa città, VII, 272. Risano: distretto dell’Albania, XI, 350. Riviera di Salo' : territorio della provincia di Brescia, XI, 270. Roberto da Recatati, condottiero di truppe, ordisce congiura nell’ esercito veneziano all’ assedio di Chioggia, e ne paga
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1855
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per l’innanzi Veneto del Levante, cioè : Cor.fù, Zanle, Ce-» faionia, S. Maura, Cerigo, ed altre Isole dipendenti, nonché il » ìiutrinlò, Lat ta, Vanizza, ed in generale tulli i stabilimenti per » l'innanzi Veneti in Albania, che son situali più abbasso del Golf) » di Lodrino. » VI. La Repubblica Francese acconsente, che S. M. l’Impe-» ralore e Pie posseda in lulla sovranità c proprietà i paesi
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1855
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. — Di nuovo contro esso, V, 489— VI, 7-71. — A difesa del papa, VI, 84. — Guerra in Lombardia, VI, 114-155-182. — Contro i turchi, VI, 187. — Contro di essi nuovamente, nella Morea, VI, 262. — In Italia oontro Pietro de’ Medici, VI, 294. — Nell'Albania contro i turchi, VI,345. — Contro il papa, in assistenza dei fiorentini, VI, 385.— Si tratta di pace, VI, 391. — Contro Ercole duca di Ferrara, VII, 9 e seg. — VII, 56-59
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1854
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, e dopo lungo e caldo contrasto fu d’uopo al Ruzini acconsentire, che i turchi si tenessero la Morca e le piazze di Candia con l’isola di Tinc, e che la repubblica avesse le isole di Cerigo c di Ccrigotto, la piazza d’Imoschi nell’ Erzegovina ed altre cinque o sci piazze nella Dalmazia e nell’ Albania. Poi fu stabilita la linea commerciale, la quale partendo da sanla Maura e dallo Zante passava a trenta leghe
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1855
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, V, 364. — Spedizione dei veneziani contro di loro, VI, 443. — Guerra contro di essi, VI, 487. — Si conchiude la pace, VI, 193. — Lega dei veneziani col papa contro di essi, VI, 255. — Guerra contro di essi nella Morea, VI, 262. — Si fa lega di nuovo contro di loro, VI, 311. — Conquistano il Ne-groponte, VI, 315. — Fatti d’ar-ine contro di essi, VI, 330. — Guerra nell’Albania, VI, 345.— Sono messi
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1855
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, acciocché fossero appagate pienamente le intenzioni del senato, a cui slava a cuore in quei gravi momenti l'intiera difesa c la maggiore delle lagune. Formicolavano intanto le soldatesche venute dalla Terraferma d’Italia, dalla Dalmazia, dall’ Albania e dalle isole Jonie : e ne furono piene zeppe le abitazioni di Brondolo, di Chiozza, di Pelestri-na, di Malamocco, di Poveglia, di santo Spirito
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1851
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nelle provincie ottomane. Delle quali minaccio fatti consapevoli i turchi, ne temettero assai : queglino anzi, che dimoravano nelT Albania, nella Macedonia, nell’Epiro, fuggirono a ricoverarsi nelle piazze interne di quelle regioni. E tanto n’ era Io spavento, che al vedere da lungi le galere veneziane, e riputandole dei francesi, i turchi abbandonavano spaventali le fortezze altresì e cercavano scampo
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1855
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, eh’ è tra il golfo dell’ Arta, quello di Lepanto e le isole di » santa Maura, dello Zante e di Cefalonia, di rimpetto agli scogli Cur-» zolari, che gli antichi nominavano isole Echinadi, discoste un solo mi-» glio dai litorali dell' Albania. » Ora, è mai possibile, che chi ha
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1855
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, avesse ad essere castigato. — » Furono belle e buone le convenzioni testé recale; ma non andò guari, che venissero per parte degli africani violate. Imperciocché le coste dell’ Albania veneziana furono ben presto molestate da corsari di Dulcigno e di Algeri ; ai quali tennero dietro poco dopo con nuove molestie anche corsari di Tunisi c di Tripoli. In sulle prime la repubblica si contentò di far sentire le proprie
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1855
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(1); che, in compenso dell’isola ceduta, fossero della repubblica tutte le isole dell’Arcipelago già appartenenti ad essa pria della guerra, e distintamente l’isola di Clissa, e tutti que’ looghi che in questa guerra i veneziani avevano tolto ai turchi nella Dalmazia e nell’Albania; che la repubblica non pagherebbe veruna contribuzione o tributo più di quello che pagava in addietro a motivo delle isole
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1850
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il dì 28 marzo del seguente anno 1475, ed incominciò tosto le negoziazioni. Ma che? Sino dal principio gli fu fatto intendere, che i veneziani non otterrebbero mai la pace, se prima non promettessero di restituire al sultano le piazze occupate nel corso della guerra, e nominatamente la città di Croja nell’ Albania ; e di pagare i cinquanta mila ducati, che erano dovuti alla dogana imperiale
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1850
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alla repubblica. Era incomincialo I’ anno 1478 quando si venne a trattative scambievoli. Per facilitarne la riuscita, i veneziani non più parlarono della restituzione del Negroponte; cedevano anzi la città di Croja nel!’ Albania, l’isola di Stalimene, quella parte di Morea che si chiama Braccio di Maina, e finalmente di pagare la somma, di cui i mercatanti veneziani erano debitori verso l’imperiale dogana
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1850
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rivali, e continuò ferocemente la guerra nell’ Albania contro il Castriotto: ma vi continuò in pari tempo ad annoverare le sconfitte, (i) Noterò qui alla sfuggila, che il Con-larini, il Diedo, il Vianoli ed altri storici erroneamente posticipano di quasi venti anni 1’ aggregazione di Giorgio Castriotto alla nobiltà veneziana. (i) Uno di questi, salvatosi per com- passione dei custodi del Serraglio
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1850
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346 LIBRO XXIV, CAPO IX. del Grilli prima che il beglier-beì principiasse gli attacchi. Leonardo Boldù, provveditore dell’ Albania veneziana, raccoglieva con singolare attività truppe e munizioni per difendere la piazza. Sebastiano Badoer, ambasciatore della repubblica presso il re di Ungheria, sollecitava caldamente questo principe, acciocché accorresse colle sue forze ad offendere i turchi
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1848
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a racconciare la flotta, per poi tentare un terzo combattimento. 1 veneziani intanto, credendo vinto il nemico in guisa da non doverlo più vedere esporsi al cimento, raccolsero le grosse navi sulla costa dell’ Albania, e rimandarono le leggiere a Venezia. Roberto stava spiando ogni mossa, ed ebbe anche occasione di venirne a sapere più di quello che lusingavasi. Un Pietro Contarini, forse per privata vendetta
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