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1933
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226 Carlo Tagliavini i sensi. L’albanese di Albania conosce la forma es (Bashkimi, 103), essa pure di origine slava (Miklosich, AF, I, 21; Meyer, EW, 97; Seliscev, 199). La vitellina è detta iunits-a < cr. j ù n i c a « giovenca » (e nei pressi di Zara « vitellina giovane »). L’asina è kén-a < cr. k e n j a (Rj. IV, 935); la capra, come ho detto un momento fa, è koz-a
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1933
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verso Belgrad a unirsi con quello altro exercito; et de lì se inviarano verso Soffia; inanti che ariva-rano a Soffia sarà un exercito pasa cento milia homini con quelli di Servia e di Bulgaria. Et altra parte disbarcarà in Regno di Albania dieci milia homini, et si unirano con quelli SS.ri coniurati del detto Regno, e di Arci Ducato di Hercegovina, delli quali SS.ri è una parte che non rende
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1933
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641). Il sorbo e la sorba son chiamati sórbul-a<Cven. s o r b o 1 a (Boerio 676). Il vischio è detto visc-i<yen. visco (Boerio, 796). La resina è detta tanto résìn-a<iit. resina, quanto smól-a<C.cr. smòla. Un prestito molto più antico è limù-ni « limone »<it. limone, conosciuto in tutta l’Albania (v. Bashkimi, 233; Meyer, EW, 246). Sono elementi italiani o romanzi, ma provengono
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1933
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molte lettere sollecitanti l’aiuto della Serenissima furono inviate al Consiglio dei Dieci da Francesco Ducagini: la Repubblica studiò la cosa, indagò sulla personalità dei cospiratori (13), ma nonostante il Ducagini avesse raccolto 200 fanti albanesi (14) e si tenesse pronto a Cattaro, la cosa non ebbe seguito. Poco dopo egli assicura la Repubblica che le genti d’Albania erano pronte a sollevarsi (15
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1933
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>me krezmue, ecc. Ora anche nel dialetto di Borgo Erizzo troviamo alcuni verbi italiani penetrati in questa categoria, ma tutti si trovano anche in parte dell’albanese d’Albania, per lo meno nello scutari-no; gli altri verbi di origine italiana hanno invece assunto la terminazione dell’infinito in -at o -it ad imitazione dei verbi slavi. Già Miklosich, AF. Ili, p. 3, notò che, come i verbi tedeschi mutuati
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1933
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. V, 192; kopàn-a « madia »<cr. k ò p a n j a ; dimiok-u « camino, comignolo »<cr. dòmljak « camino »; idre-a « porcile »<cr. j à r a , parola esclusivamente dalmata nel senso di « Art Stallung, stabuli genus » (Ivekovic-Broz, I, 472); obor-i « cortile »<cr. òbor « stabbio » (ma questo elemento è certamente molto più antico della venuta dei nostri coloni, trovandosi anche in Albania: Bashkimi
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1933
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ikavica corrispondente al croato letterario d je d « der Grossvater, Avus » (Ivekovic -Broz, I, 216). La zia è detta tétea, accanto a iàia; non possiamo dire con esattezza se questa voce sia stata mutuata dal croato t é t a cc zia paterna » (Parcic) dopo la venuta a Zara, perchè anche in Albania si conosce la voce tete, documentata dal Meyer, EW, 428, senza luogo di provenienza, col senso di «Tante von
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1935
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Ricerche sul dominio Ancioino in Albania 183 castro Duracini aliisque civitatibus terris et locis castris for-telliciis hominibus iuribus et pertinenciis eiusdem Regni omnibus que nunc tenet seu que tempore diete assignacionis fa-ciende tenebit cum plenaria cessione et translacione omnium iurium et actionum eidem domino Principi quocumque iure seu titulo pertinencium in ipso Regno Albanie
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1935
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. 816-7). (20) Id., pp. 128-30 (n. 502). (21) La Storia delf Albania e le sue fonti napoletane, in questi Studi Albanesi, I, 1, 1931. A proposito del quale studio, aggiungo qui le seguenti altre indicazioni bibliografiche: S. Gopcevic, Geschichte von Montenegro und Albanien, Gotha, 1914; Hahn, Albanesische Studien, Jena, 1854; C. Hopf, Chroniques Gréco-Romanes inédites etc., Berlino, Weidmann, 1873
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1935
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Ricerche sul dominio Angioino in Albania 177 vestras in Camera nostra solvere et exhibere curetis et reci-piatis ab eo exinde apodixam. Datum Neapoli anno Domini MCCCXXXVII die XXII januarij V jndictionis (35). Pro ISicolia. Robertus Dei gracia Rex Jerusalem et Sicilie Ducatus Apulie et Principatus Capue Provincie et Forcalquerii ac Pedimontis Comes. Justiciariis Calabrie necnon officialibus seu
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1935
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quando egli fu investito da Carlo II del Principato di Acaja: cfr. Camra, Annali, II, p. 110. (46) Cfr., ad es., mio Da Carlo I, p. 131 n. 5. (47) Cfr. Id., studio IX, e Caggese, Roberto, I, pp. 607-18. (48) Cfr. Da Carlo I, studio IX. (49) Cfr., sopra, ricerca 1. (50) Finke, op. cit., II, pp. 706-7. Ecco il brano: « E1 tractament era aitai, que el rey Robert per lo violari de Sicilia vos dava lo regne d’Albania
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1935
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Ricerche sul dominio Angioino in Albania 187 Me notario infrascripto nichilominus solemniter stipulante ac recipiente promissiones et obligaciones predictas pro parte omnium quorum interest et poterit interesse. De presenti autem contractu facta sunt per manus mei subscripti notarij de mandato volúntate ac requisicione dictorum domini Regis et Principis duo publica consimilia instrumenta unum
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1935
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Ricerche sul dominio Angioino in Albania 185 pisset pignus huiusmodi cabellarum et quantitas quam dictus Princeps predicto modo lucrifacere debet diminuatur pro quantitate que tunc ad solvendum sibi restaret pro rata el proporcionaliter contingente. Et ut de valore huiusmodi cabellarum utrique parti sibi cautius quolibet annorum ìiloruni quibus dictum pignus duraverit unus statuatur per eunidem
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1932
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I CONFINI POLITICI DEL REGNO D’ALBANIA 143 Gran Bretagna presieduta dal generale Enrico Teliini venne costituita il 18 gennaio 1922 ed inviata a definire sul terreno la frontiera terrestre dell’Albania. La Commissione operò sul terreno tra il 1922 ed il 1925 in mezzo a contrasti, ostruzionismi, incidenti di’ogni genere provocati dagli Jugoslavi e dai Greci. Gli ufficiali della Delegazione
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1764
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co i Deputati del primo Vitìre . Nel dì lei di Settembre reftò conchiufo 1’ Accordo, per cui fu ceduta a’Turchi la Città di Candia, divenuta un cimitero di tanti mortali, e un orrido fpettacolo di defolazione ; e reftarono in poter de’Veneziani nell’ Ifola di Candia le fole Fortezze di Suda, Carabufo, e Spinalunga co i lor territori, e Clitta con altre Terre, acquistate in Dalmazia ed Albania; e che foi
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Page 405
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1764
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ivi fatte, giacché gli flava fitto in capo il penderò di fare di effa Città un Porto Franco , libero ad ogni Nazione, fuorché a i Turchi. Per varie ragioni, e per le fegrete mene del Gran Duca di Tofcana, riufcì poi vano un sì fatto difegno. Quanto a i Veneziani , perchè itava loro fui cuore la Fortezza di Dolcigno, fituata in Albania, fopra una rupe inacceliibile, iìccome infame nido di Corfa-ri
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1764
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(ito Alile rive dell’Albania, affai riguardevole. La prefa del vicino Forte della Canina pofe tal terrore ne' Turchi, che fuggendo dalla fuddetta Fortezza, benché ben fornita d’artiglierie e munizioni, ne lafciarono libero il poffeffo a i Veneziani. Ma quivi forprefo pofcia da malattia, lafciò la vita anche l’antedetto Generale Cornaro. Terminò quefla campagna, coll’avere i Veneti forzata
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1764
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avere ubbidienza. Crefciuto poi il vento, lì fepararono le due Armate; la Veneta verfo l’Albania e Schiavonia, con perderfi cinque delle fue Galee fot-tili per la furia del mare; e la Spagnuola a Manlredonia e Brindifi. Ebbero pofeia il meritato gaftigo gh Ufiziali Veneti, che aveano mancato al loro dovere. 11 Veniero fu premiato. Non tanto per ifventare altri tentativi, che potette far l'Ofluna
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Page 303
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1764
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, in quanto che di mano in mano veniva fempre di nuove genti rinfrefcato T efercito loro. Lo fteifo Gran Signore lì era portato in Morea per dar più calore aU’imprefa, Nel Mercordì Santo a dì fei d’Aprile dell’Anno prefente un fieriffimo Tremuoto recò immenli danni alle Città della Dalmazia e dell’Albania. Andò quali rutta per terra la Città di Ragu-fi, non elìendoli falvati, che quattrocento abitanti, e leflfanta
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1923
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ancora il beneficio del reflusso, che non è in quello. 11 medesimo si può dire del porto di Sapienza e di Castel Rampane pur nella Morea, alli quali sono simili nella Zafalonia Guiscardo e Fochi, e nell’ Albania Palormo e San Nicolò di Civita, e in Schiavonia Prapò sotto Ragugi, e molti altri che sono nel mar di Mezzo ; tra’ quali il porto di Messina nella Sicilia, per il flusso e reflusso rapidissimo del faro
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