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1915
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coltivate ricordiamo il mais, il frumento, l’orzo, il tabacco e gli ortaggi; fra le piante arboree viene in prima linea l’ulivo, ma è coltivata anche la vite e gli alberi fruttiferi. Condizioni economico-agrarie della pastorizia. La pastorizia ha in Albania una grande importanza; essa è infatti favorita dalla esistenza di estesi territori incolti di piano e di monte, che costituiscono buoni pascoli
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1840
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di Costantinopoli, cli’egli compì il 28 di maggio del 1453. Sottomise al suo impero gli stali ancora indipendenti di Caramania, Bosnia, Valacchia, ed Albania. Cacciò i Genovesi dalla Crimea, e i Veneziani dall’isola di Negroponte. Sbarcò una mano di sue genti in Italia; s’impadronì di Otranto, cd incusse un generale spavento in tutta cristianità. Amò le nobili discipline, e fu chiaro appresso
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1864
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42 71. Siati della Repubblica di Venezia in terraferma, divisi in cinque parti. Chique volumi, in 4 transv. P. Vincenzo Coronelli. V. p. Ili, che porta il totolo Mari, Golfi, Isole, Spiaggie, Porti, Città, Fortezze, et altri luoghi dell’ Istria, Quarner, Dalmazia, Albania, E-piro e Livadia, delineati e descritti. 72. Disegno a penna della città di Trieste, dell’anno 4694, inserito
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1847
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degl’ili.mi ed ecc.mi Inquisitori sopra l’amministrazione dei pubblici Roli, 44 agosto 1774, 42 gennaro 1772,21 maggio 1774, 16 dicembre 1776, 24 gennaro 1776, ed alle cose del Levante, Dalmazia, ed Albania, e Savio di Terra-
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1847
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dall’armi Ottomane per l’alte imprese del vastissimo Regno della Morea e delli alti acquisti fatti ne’ regni di Albania e nella Dalmazia. Rovere, per Antonio Goio, 1692, in 4. L’ autore è di cognome Rizzi Clemente Maria, nativo di Sala nel Bresciano. 984. Illustrerai Venetorum rempublicam quam venenatos conira Maliumedani Regni insultus non Neplunus ec. sed deus defendi I, Disserlalio Eberhardi Comitis
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1864
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from Istria to Albania by W. et A. K. lohn-ston, under the Superintendence of Archibold Paton. Litografia in foglio, 353. Die Vier Mosburger, richtiger: Topographie Inneroster-reichs im Mittelalter, von Dr. Th. Franz Xav. von Richter. — Klagenlurt, 4849. — K. 354. L’ Istria e Pola. Nel Mondo Illustrato di Torino, n. 52, 43 gennajo del 4849. 355. Dell’antica Alvona o Albona d’oggidì e di un antro stalagmiti
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1847
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. Sono tavole Lxxxvm. Non comprendono le Isole circonvicine n Venezia; ma quelle dell’ Istria, Dalmazia, Albania ed altre già soggette al Veneto dominio di mare; quest’ è il motivo per lo quale si è dato qui luogo a questo libro, anziché notarlo ove parlasi delle Isole vicine alla nostra Città. 1/ autor principale è Gianfrancesco Camozio che dedica il primo intaglio fatto fare da lui (rappresentante il golfo
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1933
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copta fu importante che Clemente XIII confermasse le costituzioni4 che >i monaci di S. Stefano in Roma avevano formulato non soltanto per sè, ma anche per i loro confratelli in Oriente. Del resto Clemente XIII si sforzò in tutte le maniere di ravvivare le missioni e riconfermarle nella loro vocazione. Ai francescani in Albania e Macedonia, che solevano impegnarsi per la missione per 12 anni
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1762
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nell’ Armenia , ricuperò quella Provincia , prefe anche V Iberia ; Albania , la Bulc-acia , e la *Media, e raunata una gran copia di tributi da quelle Provincie , mandò un immenfo teforo all’Imperadore . Tutti doveano dire: oh bello ! Ma col tempo s’ avvidero dell’ imprudente condotta del Principe loro . Anno di Cristo dclxxxvii. Indizione xv. di S e R G i o Papa i. di Giustiniano IL Imperadore
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1762
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quello fatto da Giovanni Lucido ne’fuoi Libri del Regno della Dalmazia e Croazia. ♦ Anno di Cristo dcxxiv. Indizione xn. di Bonifazio V. Papa 6. di Eraclio Imperadore 15. di Adaloaldo Re 10. L’Anno XIII. dopo il Confolato di ERaclio Augusto. MAndo’ in quell’Anno il Re Cosroe un fuo Generale appellato Sarablaga, uomo ben provveduto di iuperbia, nell’ Albania,'per impedire allTmperadore Eraclio di avanzarli
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1933
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Danubio e perfino in Albania, ove l’arcivescovo di Ocrida assieme ad altri vescovi aveva già pregato il principe Eugenio di liberarli dal giogo degli osmani.4 Quanto sincera fosse allora la tendenza della Porta a concludere la pace, sarebbe ancora da vedere. Comunque nè Carlo VI nè il principe Eugenio accettarono frattanto di iniziare negoziati e respinsero anche la molesta mediazione dell’Inghilterra
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1933
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poste sotto la propria giurisdizione: Olanda, Inghilterra, 1 * « Memoria per l’Em. de Zelada » del 22 agosto 1773, Archivio di Propaganda, Miss. Misceli. V. Vedi sopra p. 241, n. 6. Nel pacco di lettere per il nunzio di Bruxelles si trovavano dei Brevi destinati a vescovi in Albania e nella Russia rossa; ne mancavano invece parecchi per l’Irlanda ® la Scozia. * Ghilini a Borgia, 21 settembre 1773
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1933
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42 Clemente XIV. 1769-1774. Capitolo I. che in segreto era contrario all’elezione del Colonna, è bastata ad abbattere tutta la congiura » raccontò più tardi con compiacimento il Bernis.1 In realtà ciò era riuscito a fare svanire ogni probabilità di riuscita del Cardinal vicario; ma i numerosi voti che gli furono dati fino al penultimo scrutinio costituirono una protesta contro la sconveniente inframettenza delle corti.2 Un’altra eloquente testimonianza della pressione esercitata senza riguardo sul conclave dagli inviati borbonici è fornita dalla sorte toccata all’arcivescovo di Milano Pozzobonelli. Trattenuto da una malattia,3 il Pozzobonelli era entrato in conclave soltanto il 15 aprile, ma era preceduto da una rinomanza favorevole. Il « piano per il conclave » del 1765 lo comprende tra i papabili e prevede che nel prossimo conclave egli farebbe parlare di sè, non avendo da temere alcuna opposizione da parte delle potenze.4 Il Eoda lo menziona al quinto posto tra i papabili che egli si segnala per giudizio ponderato, saggezza, per buone qualità amministrative.5 Nelle liste 6 stava da principio tra gli indifferenti, essendo poco o punto conosciuto nei circoli diplomatici di Roma, ma le osservazioni fatte sul numero troppo ristretto degli eleggibili lo avevano fatto passare nella classe dei « buoni ».7 Era ben visto anche tra gli Zelanti, essendosi risolutamente opposto alla proibizione della Bolla In coena Domini. Fin dai primi giorni, il suo nome non scomparve mai dalla lista degli scrutini.8 Lo stesso Bernis, il quale si contraddice nei giudizi dati successivamente sul Pozzobonelli, è d’avviso che egli possa diventare il capo del partito più forte e più autorevole, perchè l’ombra dell’imperatore può molto in Roma;9 e anzi potrebbe riunire un gran numero di voti sul proprio nome, se non fosse appunto il fiduciario del gabinetto di Vienna nel conclave.10 1 * A Choiseul, 17 maggio, in posssesso dei gesuiti, De sup-pressione, d. * * « L’affaire du Cardinal Colonna est finie, quoiqu’il eut hier matin 13 et le soir 12 voix » (Bernis a Aubeterre, 14 maggio, ibid.). 3 * Albani a Colloredo, 25 marzo, Archivio di Stato di Vienna ; * Bernis a Choiseul, 19 aprile, in possesso dei gesuiti» loc. cit. 4 * « Piano per il Conclave :> (vedi sopra p. 4, n. 2). 5 * A Grimaldi, 23 febbraio, Archivio di Simancas, Estado 5012. 6 * Vedi sopra p. 27 ss. 7 Choiseul a Aubeterre, 14 marzo, in Carayon XVII 145; * Azpuru a. Grimaldi, 16 marzo, Archivio dell’Ambasciata di Spagna a Roma, Registro 108. 8 * Azpuru a Orsini, 25 febbraio, Archivio di Stato di Napoli, Esteri-Roma 290/1035; * Centomani a Tanucci, 4 aprile, ibid. 471/1216. 9 * A Choiseul, 5 e 12 aprile, in possesso dei gesuiti, loc. cit. 10 * A Aubeterre, 16 aprile, ibid.
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Page 420
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1892
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cristiana spadroneggiò in Arcipelago e poi a suo tempo passò nell’Ionio a. spalleggiare Scanderbeg in Albania. Morto Calisto nel 1458, fu chiamato a succedergli Enea Silvio Piccolomini umanista e degli umanisti protettore. Pico della Mirandola, Angelo Poliziano, Bessarione cardinale, Pomponio Leto, il Valla, Leon Battista Alberti, Poggio Bracciolini gran caldeggiatori cogli scritti del riscatto, del-l
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1892
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, perchè non impedirono ai Turchi di governare il Mar Nero ; e nemmeno'che l’armata Turca fosse all’esercito utilissima. Bramo qui ricordare che èssa imbarcò sulla costiera d’Albania 40,000 uomini capitanati da Suleyman-Bascià e li trasse attorno alla penisola Ellenica fino al Mar Nero d’ond’egli marciò alla difesa del passo di Schipka ; e la squadra condusse Osman-Bascià a Varna d’onde corse a trincerarsi
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1892
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della vittoria Aziaca. Era una fortezza di cui i Turchi facevan gran conto e non a torto, perchè è la chiave di quell’ Albania abitata da tribù bellicose, bramose di saccheggi, turbolentissime e pronte a servir chi meglio le paga, senza scrupoli di fede nè religiosa nè politica ; e gli Osmani si decisero a contrastare qualunque sbarco che il capitano generale volesse praticarvi. Morosini ricorse
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1763
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ic)i Annali d’ Italia. vernator dell’ armi Venete chiufo in Trivigi, Città allora a {Tediata dal Re Unghero. Spedì il Senato Veneto Ambafciatori al Re, pregandolo di lafciarne liberamente ufcire il loro Doge. Secondo i Cortuiì, e i Gatari, Lodovico cortefemente accordò lor quella grazia ; ma per atteftato del Careiìno, la negò loro, gloriandoli di tenere attediato un Doge di Venezia. Da lì nondimeno a qualche tempo ne ufcì il Delfino, e felicemente condotto a Venezia falì fui Trono , ma in tempo in cui fi trovava foprafatta da troppo gravi calamità la fua Repubblica . Per maneggio di Niccolò Acciaiuoli gran Siniscalco riufcì in quell’ Anno nel Mefe di Novembre a Luigi Re di Napoli di occupati)Manco re il fortittìmo Gattello di Mattagriffone fopra Meffina (a): l',‘pLl-pL 7'Per la cui prefa, e pel bifogno ancora, che aveano di vettovaglia i Melimeli, anche la Città alzò le di lui bandiere: acqui- lo , che fu creduto dover decidere la controverfia del dominio della Sicilia. In quella importante Città fecero la loro entrata nel dì 24. di Dicembre il Re Luigi, e la Regina Giovanna , e grande allegrezza e gala nel loro accoglimento fece tutta quella Cittadinanza. Anno di Cristo mccclvii. Indizione x. d’ Innocenzo VI. Papa 6. di Carlo IV. Imperadore 3. Quantunque il Cardinale Egidio Attorno^ Legato del Papa tante prodezze avelie fatto ne gli Stati della Chie-fa, dove altro non gli reftava da fottomettere, fe non f oitinato Francejco de gli Ordelafji Signor di Forlì e Cefena: (b) Lo ftejfo ( b ) pure per uno di que’colpi fegreti , che facilmente accadono i6. nelle gran Corti, fu egli richiamato dal Papa ad Avignone, e mandato in fua vece al governo dell’ armi con molta autorità Androino Abbate ài Giugni, che s’intendeva più di dire il Breviario, che di trattar affari di guerra. Tenne il Cardinale nel dì 27. d’Aprile un gran Parlamento in Fano, dove fi licenziò * e raccomandò a tutti la fedeltà verfo la fanta Sede -, ma cono-fcendo ognuno, di che errore e pericolo fotte il lafciar partire in sì fatte contingenze un uomo di tanto fenno, tutti, ed anche lo fletto Abbate di Clugnì cotanto lo fcongiurarono di differir almeno fino al Settembre la fua andata, che fi fermò.
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Page 335
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1763
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Anno MCCCL1V. 175 do ; però confufo fe ne tornò a cafa . Fra Mortale, quel gran masnadiere , di cui abbiam parlato di fopra , dopo avere meffa in contribuzione la Marca, e la Tofcana, commette innumerabili iniquità, e raunato gran te foro, capitò a Roma, o per vifitare due de’ fuoi Fratelli, o perchè chiamato colà dal Senatore, per valerfene ne’bifogni della guerra. Fu riferito a Cola di Rienzo, effere Scappato di bocca a coftui, che voleva uccidere etto Cola . 11 fece prendere e tormentare, e poi tagliargli la tefta nel dì 29. d’Agorto: pena degna de’fuoi misfatti , e applaudita da gl’ Italiani, ma che tirò addoifo a Cola un univerfale mormorazione de’Romani, perchè fu creduto un ca-lunniofo prefetto per ifpogliarlo delle ricchezze e prede fatte in tanti paeiì. Una fola parte nondimeno n’ ebbe ; la maggiore toccò a Giovanni da Cartello . L’ aver poi Cola porta una Gabella fopra il vino , che difpiacque forte, fatto troncare il capo a Pandolfuccio di Guido, uomo virtuofo ed amato da tutti , e varie fue capricciofe pazzie, che degeneravano in crudeltà, fervirono a fargli perdere il concetto , e a guadagnargli l’odio della maggior parte del popolo. Pertanto nel dì 8. eli Settembre levatoli a rumore erto popolo contra di lui,l’af-fediò in Campidoglio, ed attaccò fuoco al Palazzo. Se ne fuggì egli travertito da facchino ; ma riconofciuto fu uccifo a forza di pugnalate dall’infuriata gente. Così in breve tempo ebbero fine due aborti della fortuna , che diedero molto da ragionar di sè in quelli tempi, infegnando , che non è mertier d’ ognuno il fondare de’Principati con fidarli dell’incoftanza de5 Popoli, e fenza gran provvilìon di prudenza. Ora il Cardinale Albomo{ Legato del Papa, avea già fatto pubblicar le feomu-niche Pontificie contra chiunque occupava in Italia gli Stati della Chiefa Romana ; ma perchè quelle armi fenza le temporali alla pruova fi trovavano fpuntate, morte l’efercito fuo contra di loro. (a) Il primo aflalito fu Giovanni da Vico Prefetto . Co- (a) Mmeo rtui trattò torto di pace, ma poco tardò a mancar di parola; e Villani però il Legato gli tollè Tofcanella e 1’ attediò in Orvieto. Perlit>'4’c' r0‘ ^aura di peggio il Prefetto andò a gittarfegli a’piedi, egli con-iègnò quella Città. Seppe far meglio i fuoi affari Gentile da Mogliano , Signore di Fermo , perchè lènza voler afpettare la forza, andò fpontaneamente a trovare il Cardinal Legato a Foligno, e gli diede la tenuta di Fermo: atto così gradito da etto Legato, che dichiarò Gentile Gonfalomer della Chiefa Romana. S 2 Stre-
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1892
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al tre per cento i diritti doganali sulle merci veneziane, che fino allora erano stati del cinque. Lungo l’Albania Venezia serbò tre punti che strategicamente sono molto importanti, cioè Butrinto, Parga
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1763
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, e vi fece la fu a entrata il Conte Carmagnola, che ne prefe il poiTeffo a nome del Duca, e rimile in caia tutti i fuorulciti e banditi. Di quello patto camminava la fortuna del Duca di Milano. Men profpe-rofa non era quella de’ Veneziani. (¿) Effi in queit’Anno ri- ^ Sanuto cuperarono Drivalto, Antivari, Dulcigno, e quali tutto il re- Ifior. dì Ve. Sto dell’ Albania. Prefero ancora nel Friuli alcune poche Caltel- j}1“’22
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