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1933
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suscitati nell’Albania del Nord per la cessione che la Porta ottomana doveva fare al Montenegro di Dulcigno, Antìvari e Podgòrica all’appressarsi dell’in-verno, ci fu un accorrere straordinario di povera gente dalle montagne, specialmente di Pùlati, in cerca di pane. Allora il P. Rettore, che era già il P. Pasi, decise di prendere quell’occasione per fare a un tempo un po’ di elemosina e di catechismo
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1933
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mi facciano morire, poiché son sicuro di andare in Paradiso. Parecchi spontaneamente facevan giuramento che certe colpe gravi non le avrebbero più commesse; e il giuramento è temuto assaissimo in Albania. La Missione diede forte impulso al culto esterno. Introdusse 0 ristabilì l’uso di conservare nelle Chiese il Santissimo, e per provvedere gli arredi necessari facendo appello alla fede e alla gnerosità del popolo
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1933
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. I parroci poi che si rendessero autori di matrimoni invalidi sarebbero colpiti dalle censure ecclesiastiche (pag. 71). Quanto ai matrimoni misti con eretici o scismatici, riferendosi agl’innumerevoli decreti dei Concili e dei sommi pontefici, i Padri ripetono che essi sono illeciti, perniciosi e detestabili, sebbene alle volte in certe regioni si possano permettere per impedire mali maggiori. In Albania
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1933
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, di giurare con sei, dodici o ventiquattro affine di dichiarare la propria innocenza, in Albania è comunissimo, e tal modo di giurare si chiama me baa bee n’paród. L’imputato dichiara e giura a quelli che devono deporre per lui, ch’egli non ha commesso la colpa, della quale è accusato; e questi dietro la sua giurata affermazione, giurano in suo favore. Come è chiaro, un tal modo di giurare sulla sola parola
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1934
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di congiungere la citazione di questa splendida esortazione dell’OrZ»s in fine del mio lavoro, con quanto ne trassi da principio per mostrare le benemerenze francescane nel mantenere con le loro missioni la fede cattolica in Albania. Ma passiamo alle testimonianze. Non faccio distinzione fra Clero regolare e Clero secolare, quantunque nella gerarchia quest’ultimo sia in prima linea. Per me nel quadro eterno
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1934
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non l’ho sentito lamentarsi mai. Eppure, fra l’altro, ci siamo sempre riempiti di pidocchi. Ci è toccato lavarci perfino con brodo di tabacco per cacciarli. 11 popolo accorreva a lui: egli era agli occhi di tutti l’Apo-stolo dell’Albania. Non confessava mai donne senza un velo che li separasse alla vista; anche se capitava di confessare per via; dovunque. Egli non bevve mai nè rakija nè vino, se non di raro
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1934
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diverse di ambiente in cui venne a trovarsi e di cui ho ragionato da principio. Fu notata in lui sempre la preoccupazione missionaria. In Italia volle stabilire come centro delle Missioni Mantova, ma durò poco, per le rimostranze che gli vennero dai Superiori e dalle altre case. Volle anzi introdurre certi usi missionari che aveva sperimentati efficacissimi in Albania, e pubblicò un libretto
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1934
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delle sedie e un tavolino. Su questo erano preparate le zigarette di rito nel cerimoniale dell’ospitalità orientale. meno che meno di giudicare sulle origini e attinenze di questo pensiero religioso e di queste condizioni d’ambiente islamico in Albania con la cultura religiosa dei popoli in mezzo a cui nacque o con cui ebbe comunque dei rapporti. Il mio scopo in questo come in altri studi di simil genere
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1934
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; l’uomo del coraggio e della prova; l’uomo della preghiera e delle grandi imprese; il P. Pasi era il genio missionario dell’Albania, un vero e grande benefattore di questo popolo nei tempi moderni. Per questo i due scutarini che si recarono nel luglio del 1914 al suo paese natale, a Erbez-zo, volevano, visitare il paese e la casa dove aveva avuto la culla il santo che avea tratto con sé innumerevoli
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1934
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—11 — istanze della popolazione, si pensò di ridurla a un’isola, e si cominciò a mettere un tale disegno in esecuzione nel 1455. Si pensava forse a Zara e a Traù. Un ingegnere veneziano dirigeva i lavori. Furono raccolti degli operai da tutte le città veneziane dell’Albania; altri furono inviati dai Principi Albanesi; il solo Topja ne aveva promessi 5000 per tale impresa. Ma le dune di sabbia
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1958
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turco-bulgara, Milano, 1913; P. Maravigna, La guerra nella penisola balcanica. L’offensiva bulgara in Tracia, Roma, 1913. F. Musoni, La Macedonia e la questione d’Oriente, Udine, 1894; V. Mante-gazza, Macedonia, Milano, 1903; R. FoÀ, Il problema macedone, Roma, 1903. F. Guicciardini, Impressioni di Macedonia, Roma, 1904; G. Amadori-Virgiu. La questione rumeliota (Macedonia, Vecchia Serbia, Albania, Epiro
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1934
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a predicare, e tutto quel che noi sappiamo di preghiere — assicurava certo Gjo Mirashi i Mates, lo sappiamo da lui. Se fossimo morti allora saremmo andati in paradiso. Mite, dolce, trattava bene con tutti: non viene più il suo simile in Albania. Parlando con lui si sarebbe detto che si parlava con Dio.
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1934
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). Una buona patina di scisma ci fu certamente su buona parte delle popolazioni cattoliche dell’Albania di mezzo e del Nord. Nel capitolo delle Missioni date nell’Archidiocesi di Scopia, abbiamo incontrato spesso numerose famiglie di Fandesi specialmene nel territorio di Gjakova, Fandesi che si pretendevano e si chiamavano pure Mirditi dove abbiamo notato che si distinguevano molto pel loro zelo e ardore
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1934
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la solennità dell’Annunziata, e i Padri accettarono volentieri quell’invito fraterno tanto più che dava occasione di ripetere alle folle gl’insegnamenti delle missioni. E così avvenne. La chiesetta, uno dei rari e preziosi monumenti dell’antichità ecclesiastica dell’Albania, sorgente come un castello medioevale sopra una splendida rupe sul Fandi, sentiva il giorno dopo la voce dei missionari in cui pareva
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1934
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abbiano acquistato la loro indipendenza combattendo contro gli Imperatori poiché li volevano sloggiare dal Libano, e che 12.000 soltanto di essi abbiano potuto essere spostati fino a esser costretti a fissare la loro sede in Albania. Ciò non solo è inverosimile, ma è in contraddizione cogli storici i quali tutti son d’accordo nell’affermare che fossero veramente allontanati in massa dal Libano
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1934
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— 57 — titolare, e non di residenza, non essendovi memoria, che liabbia riseduto Abbate mai. L’hebbe in titolo D. Giovanni Filippi Venetiano, dopo la prese D. Paolo Roma Albanese, quale mandato che fù in Albania, non contentandosi del solo titolo, tentò appresso la Santa Cong.ne de Propaganda Fide del 1663, d’havere la chiesa parodiale di San Nicolò di Miriditi, il che li fù dalla medesima
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1934
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da S. S. Leone XIII (1). Il S. Padre mostrò di interessarsi molto e con vivo piacere delle cose dell’Albania e (1) Vi fu accompagnato da S. E. il Card. Mazzetta S. I. il 9 Ottobre.
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1934
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i suoi primi anni di cura pastorale parecchi musulmani (54) e greci scismatici (10), erano passati al Càttolicismo. Può essere, come nota Hahn, che dietro a quelle conversioni ci potessero essere dei motivi anche secondari, ma con tutto ciò era un esempio di prim’ordine, era un aprire la via a conversioni innumerevoli, poiché in Albania, come del resto credo un po’ da per tutto, vuol dir molto l’esempio
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1934
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e svolgendosi da un abbozzo in un ritratto completo davanti a noi nella sua vita religiosa, nella sua grande e complessa opera missionaria, nel suo (1) Giudizio di A. Degrand Console di Francia a Scutari, sul P. Pasi ^Souvenirs de la Haute-Albanie, Paris, 1901). Ecco come giudicava dell’uomo e della sua opera uno dei consoli più illustri che l’Europa abbia mandato in Albania verso gli ultimi anni del dominio
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Page 232
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1934
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— 204 — dei fieri nazionalismi balcanici. I Giovani Turchi vollero abbattere il comune nemico per ridare un’anima e una forma alla Turchia sottraendola al vergognoso controllo delle Potenze, e abbagliare con un colpo felice tutti gli spiriti nazionali che tendevano alla separazione e alla rivolta. La bomba in Albania scoppiò nella seconda metà del mese di luglio del 1908. Il giorno 26
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