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1940
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di palazzo Venezia: Combattenti di terra, di mare e dell’aria, Camicie nere della Rivoluzione e delle Legioni, uomini e donne d’Italia, dell’impero e del Regno d’Albania, ascoltate! Un’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra Patria. L’ora delle decisioni irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia. Scendiamo in campo
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1918
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INDICE ALFABE TICO Ageno, 3. Agnoletti, 3. Albania, £4. Alberti, 12. Almanacco Voce,' 3. Amendola, 12. Apollinai'.e, 7. Anima, 12. Baccich, 11. Balla, 7-Barilli, 9. Bastianelli, 9. Battisti, 12. Beccari, 13. Becker, 9. Boccioni, 7, 8. Boine, 3, 12. Borgatta, 10. Bresina, 10, 12. Bruno, 7. Baraggi, 3-Cabiati, 10. Calderara, Ì4. Canton Ticino, 14. Capone Braga, 13. Carrà, 7. Catalano
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1918
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— ii6 — stessa razza, sembra, di cui restano le reliquie in Albania. In quali vene precisamente sia andato a finire questo sangue « aborigeno », sarebbe problema storicamente insolubile, anche dato che la soluzione potesse offrir base ad una teoria giuridica cT possesso e di uso, che sarebbe una risibile applicazione a grandi fatti storici e politici di principi di diritto civile, btoni
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1941
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Loesseler, e del su nominato barone Vopcia che per molti anni fu al servizio dell’Austria in Albania. Tutti qùesti personaggi che abbiamo nominato e che al Congresso degli albanesi c’entravano come i cavoli a merenda, valendosi della eccessiva cortesia del presidente di quella assemblea, non si peritarono d’interloguire nei dibattiti svoltisi, suscitando vivo disgusto da parte dei Congressisti
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1941
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dell'impero». Sia detto una volta per tutte che i soldati italiani in Albania hanno superbamente combattuto; sia detto, in particolare, che gli alpini hanno scritto pagine di sangue e di gloria che onorerebbero qualsiasi Esercito. Quando si potrà raccontare nelle sue vicende la marcia della «Julia» sino quasi a Metzkovo, tutto apparirà leggendario. MUSSOLINI ,,Il popolo tedesco, nella sua opera
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1941
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, tanto il regime fascista che quello nazionalsocialista sarebbero già bell’e spacciati. Invece sono più vivi e più vitali che mai. Alla Barba di tutti gli inglesi e dei loro scarsi compari più o meno prezzolati. Trieste è in linea con tutte le città e tutte le regioni d’Italia. Con i suoi migliori figli sulle navi, sui monti d’Albania, in terra d’Africa, col suo popolo serenamente intento al lavoro, essa tira
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1941
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, varcano il confine. Il tricolore su Lubiana. La cavalcata dei battaglioni motorizzati giù per la Dalmazia, il collegamento coi soldati d’Albania, la saldatura in Macedonia dei due Eserciti di Germania e d’Italia, la croce uncinata su Belgrado e su Atene, il tricolore d’Italia su Corfù, la cacciata in mare degli inglesi, la loro definitiva espulsione dall’ultimo lembo d’Europa ... Lo sboccio
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1940
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tirannide (e la medesima simpatia ha ora la sua espressione nell’amicizia provata e costante fra Budapest e Roma). Simpatizzammo con la Grecia, quando insorse per la redenzione di Candia dal turco, e vivono ancora fra noi le camicie rosse che accorsero da Trieste a confermare la tradizione italiana garibaldina combattendo sulle alture di Domokos. Simpatizzammo per l’Albania, quando nel 1913 si tenne
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1940
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. Pare un sogno. A quarant’anni di distanza: Littoria, Sabaudia, Pontinia, sorte dalle paludi; acquedotti dove imperava la siccità; i campi del grano, raddoppiati; cantieri sonanti di lavoro, dappertutto ; la Libia, l’Africa Orientale, l’Albania, dove si scava, si dissoda, si costruisce, ma si lavora per noi, per la potenza d’Italia. Pare un sogno, a rileggere queste lettere e a pensare quanto cammino
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1940
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l’Italia! Scrivo appunto per risparmiare agli uni (dico ai caporettisti) la paura e agli altri (gli scienziati) la fatica. Noi italiani non siamo fatti per certe cose! Noi inorridiamo aU solo timore di trattare gli slavi e i tedeschi, diventati ora nostri concittadini, come l’Inghilterra tratta gli italiani di Malta. Noi siamo quelli che si lasciano mandar via dall’Albania come tanti Massi-nelli
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1940
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di Versaglia) sarebbe venuta la Marcia su Roma. L’Italia fascista avrebbe rimediato (come rimediò) all’errore giolittia-no dell’Albania e a tutti gli altri errori contro i quali ironizzavamo nel nostro articolo del 1920. Nel 1940, l’Italia fascista doveva dichiarare la guerra all’Inghilterra e tra le rivendicazioni poste all’ordine del giorno doveva trovarsi anche Malta. FERDINANDO PASINI
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1940
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28 Lauriston ne prese possesso in nome di S. M. l’Imperatore dei francesi e Re d’Italia, dichiarando che era intenzione dell’imperatore di riconoscere l’indipendenza e la neutralità di Ragusa appena che i russi avessero sgombrato l’Albania già veneta, l’isola di Corfù e le altre isole, e che la squadra russa si fosse allontanata dalle coste dalmate. Era la fine della repubblica
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1940
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come Provincia del Regno d’Italia Dalla pace di Presburgo (26 dicembre 1805) alla pace di Schonbrunn (presso Vienna) 14 ottobre 1809 LA DALMAZIA DALLA PACE DI PRESBURGO ALLA PACE DI TILSITT (8 luglio 1807) La pace di Presburgo concludeva la guerra della terza coalizione : Francesco II doveva adattarsi alle dure condizioni e cedere ai francesi Venezia, l’Istria occidentale, la Dalmazia e 1’« Albania veneta
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1940
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del generale Molitor, si metteva in marcia attraverso la Croazia per occupare la Dalmazia e 1’« Albania veneta». Perchè le truppe francesi potessero passare attraverso gli Stati ereditari austriaci, fu firmata fra l’Imperatore d’Austria e l’Imperatore dei francesi una convenzione, il cui primo articolo diceva: «Sua Maestà l’imperatore dei francesi, Re d’Italia si servirà il più possibile della via di mare
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1940
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di colorito e fa sempre l'impressione di un buon narratore ». Così giungiamo alla conclusione di una delle opere più belle, più studiate e più sentite, che sono patrimonio della bibliografia albanese, per merito di uno dei più insigni precursori indigeni di quella libertà dell’Albania per la quale Scanderbeg brillerà sempre della luce più chiara. Per il Pali, nel quadro generale dell’ umanesimo, Marino
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1940
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in Albania, a Salonicco, dopo aver combattuto valorosamente nel Trentino, sull'Isonzo. Portavano in fronte il bacio della vittoria. Avevano avuto due giorni di licenza per abbracciare le famiglie. Bastavano. Non avevano voluto chiedere di più. Vedendomi assorto, evitavano di rivolgermi la parola e non certo imaginavano il tumulto di sensazioni che si agitava nell’animo mio. Il treno correva
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1940
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fra 1’ occidente e 1’ oriente : verso il nord essa lo metteva in contatto con i serbi facili all’ insurrezione, a sud si passava da Cattaro nell’ Albania. La vicinanza poi dell’ impero ottomano rinnovava le tradizioni della politica (*) R. Archivio di Stato - Zara - Stampe del Governo francese - anno 1806.
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1940
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63 della Dalmazia e nelle città della costa dell’Adriatico e dell’Egeo; secondariamente che essa ha dei riflessi diretti con quella romena e finalmente che l'incorporazione dell’Albania faciliterà la sua diffusione in questo paese balcanico. 11 tedesco ha un grande vantaggio sui Francesi e sugli inglesi, perchè è parlato da secoli. Il libro tedesco, specie quello di natura tecnica
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1835
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DEI VISCONTI DI TURENNA 335 cavalleria di quel principe. L’anno dopo fu uno di quei prodi che si chiusero entro Teruanna coll’ammiraglio Cha-bot per difender quella piazza centra le truppe riunite dell’imperatore e del re d’Inghilterra. L’anno il re lo nominò a suo luogoienente generale delle truppe che marciar fece oltramonti sotto il comando del duca d’Albania. Egli era ancora in Italia
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1835
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,64 CRONOLOGIA STORICA dateria maritata nel 15113 con Lorenzo de Medici duca di Urbino nipote di papa Leone X e madre di Caterina de Medici regina di Francia, non clic N. nata postuma e morta in fasce. ANNA de la TOUR contessa d’Auvergne. L’anno i5oi ANNA priinogenita del conte Giovanni III succedette al padre nella contea d’Auvergne. Ella sposò Giovanni Stuart duca d’Albania nella Scozia
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