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1914
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della storia aveva cambiato più volte nome e nazionalità, illirica, greca, slava e turca, fu riportata nel volgere di un secolo nelle condizioni in cui si trovava press’a poco nei tempi remotissimi dell’antichità. Dopo più di venti secoli abbiamo veduto risorgere la Dacia (Romania), la Moesia e la Tracia (Bvdgaria colla Rumelia), la Grecia, lTllirio greco (Albania) e in parte anche il resto geografico
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1914
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118 l’adriatico nella storia Paragone fra i Narentani e i Normanni. tamente 11011 del tutto benefiche sull’altra costa adria-tica, ed ottennero anche un effimero dominio in Albania (Carlo, duca di Durazzo, 1333) e transitori diritti di protezione sulla repubblica di Ragusa. — In Italia appoggiandosi di poi ai Pontefici fondarono cpiel reame delle Puglie, che poi, convertitosi in regno
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1914
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della storia aveva cambiato più volte nome e nazionalità, illirica, greca, slava e turca, fu riportata nel volgere di un secolo nelle condizioni in cui si trovava press’a poco nei tempi remotissimi dell’antichità. Dopo più di venti secoli abbiamo veduto risorgere la Dacia (Romania), la Moesia e la Tracia (Bulgaria colla Rumclia), la Grecia, lTllirio greco (Albania) e in parte anche il resto geogra-fico
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1917
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130 III - Nell’Albania Centrale allo scalo, turbato da profonda malinconia. Là vidi issata sul Barion della « Puglia » la bandiera della patria che mi strappò un singulto dal cuore pensando ai tempi gloriosi, ahimè lontani, in cui la Repubblica veneta, ben più piccola dell’Italia moderna, sapeva farsi temuta e rispettata in faccia al mondo e non ai Turchi soltanto! Pensai al commercio fiorente
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1914
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Cozzo tra l’italianità, lo slavismo e il germanesimo 355 città della costa, ove per ragioni storiche si conserva fin da un’epoca anteriore alla loro immigrazione lui elemento italico, essi occupano tutto il territorio dal Quarnero all’Albania, compreso il retroterra per un tratto interno abbastanza profondo. Il loro numero odierno complessivo può essere indicato in cifra rotonda con sette milioni
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1917
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II - Nell’Albania Centrale 39 samente con scopo politico, come si compiacquero di ritenermi le autorità di Vallona, mi diedero agio di occuparmi di questa città. Innanzi tutto, qual’è l’etimologia del nome Vallona? (i) Tre sono i pareri. Gli uni credono che esso debba derivare da Apollonia, l’antica e fiorente città tra la Vojussa e il Semeni, ridotta oggi al villaggio e monastero di Pojani
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1917
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II - Nell’Albania Centrale 95 * * * Dopo l’esplorazione delle montagne di Griva e del Cepin io non voleva ritardare di più a partire pel Tomor; ma in Turchia è troppo raro il caso che permetta di contare sulle proprie deliberazioni, tutto dovendo dipendere dalle abitudini, dagli avvenimenti locali e dal caso. I paesi del sangiaccato di Berat furono ab antiquo teatro del più crudele brigantaggio
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1842
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l’imperadore di Austria, giunge a Vienna. I montenegrini cessano di turbare le frontiere della Dalmazia. Tanta è l’armonia con essi, che consegnano i disertori alle truppe austriache e le provvedono abbonde-volmente di viveri. Questa fortunata mutazione si attribuisce alle prudenti misure del luogotenente generale de-Brody, incaricato della organizzazione della Dalmazia ed Albania. i.° febbraro. Una patente
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1842
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altrimenti confiscate. Il colonnello Scringer è condannato a due mesi di arresto: esso comandava gli avamposti al ponte del Tabor, presso di Vienna, quando i francesi se ne impadronirono, il i3 novembre i8i5, ed avea trascurato di abbruciare quel ponte, benchò ne avesse avuto positivo comando. Il marchese di Ghislieri, ultimo commissario civile dell’Austria nella Dalmazia ed Albania, è dannato
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1865
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, caduti in mano, a quanto pare, ai X nelle visite domiciliari, e poi trasmessi agli Inquisitori. Governatori Bassano Belluno, Bergamo,Brescia, Candia., Chioggia, Conegliano, Corfù, Crema , Dalmazia ed Albania, Padova, Palma, Raspo, Salò, Treviso, Verona, Vicenza, Udine, Veglia. Buste e filze 50, carta 1312 1787 1797 1797 1617 1795 epoche Alcuni ragguagli su queste carte di stato furono pubblicati dal-
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1834
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da adulatori volle reggere il tutto a suo capriccio e si comportò da vero tiranno. Egli aveva tre ministri ossia favoriti, gente ignobile, che lo governavano assolutamente, nè avevano altre mire che di renderlo indi-pendente dalle leggi per poter comandare eglino stessi in suo nome con dispotismo. I suoi due fratelli Alessandro duca di Albania e Giovanni furono i primi a biasimare il suo governo
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1834
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sulle terre dell’imperatore per astringerlo a restituirgli il giovine Ladislao. Federico benché vedesse desolare i suoi stati, ne restava inflessibile. L’anno i44$ mentre il sultano Amurath faceva guerra in Albania contra il famoso Scanderberg, Uniade rinnovò la guerra contra il Turco. 11 sultano ritornò frettoloso e raggiunto l’esercito ungherese nelle pianure di Cassovia o Caschave, gli die’ la settimana
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1834
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, gli stati furono da Alessandro Hums governatore di tutto il territorio posto al nord del Frisli, uomo violento e torbido, indotti a conferir la reggenza a Giovanni duca d’Albania, nipote del re Jacopo 111, allora ritirato in Francia. Tale elezione destò gravi turbolenze in Iscozia sino a che il re non giunse alla maggiorennità. Ma quando questi toccò l’età degli anni diciassette egli governò da se stesso, ed adempì
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1842
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. Il barone di Carnea StatFaner, consigliere intimo dell’imperatore, spedisce a S. M. parecchi monumenti di arte, che egli scoprì, nella sua missione scientifica in Istria^ in Dalmazia ed Albania. Tra questi primeggiano: i.° un torso di marmo di Paro, trovato nelle miniere di Salona in Dalmazia, di sette piedi e mezzo di altezza, rappresentante un eroe nudo, ritto, appoggiato ad un tronco di albero
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1840
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DEI MOKI DI SPAGNA progressi. Il principe Mohammed rigettava ogni proposizione ai accomodamento, ricusava di ricevere in Siviglia suo fratello Abdel-rahman, nè alle sue lettere dava risposta. Le sue segrete corrispondenze con Ben Hafsoun aveano agevolato a quest’ultimo i mezzi d’inviar truppe nella provincia di Iacn. Queste truppe si unirono aSouarben Ilamdoun al-Caisi, ca- Stitano di fama nella provincia di Granata, sua patria, perchè ece trionfare la fazione araba sulla siria e la persiana, favorendo i Cristiani, dì cui numeroso corpo facea parte del suo esercito(i).Questi sediziosi s’impadronirono di Cazlona e di alcune altre piazze, vinsero il wali di Iaen sulla fine dell’anno 276 (aprile 890), gli uccisero 7,'000 uomini, tras* serio prigione, e s’ impadronirono di Huesca. Iacn, Uaya, Ar-chidona e di tutto il paese, da Elbira sino a Calatrava. Il re si recò a combattere i ribelli in persona, e giurò di non ritornare nella sua capitale prima di averli sterminati. Presso Elbira riportò contr’essi, al principio dell’anno 277 (maggio 890), una vittoria che costò loro 12,000 uomini: Souar loro capo, ferito e condotto davanti Abdallah, ebbe per ordine del principe mozzo il capo (2).Said ben Gadi, successore di quel ribelle, fu più temerario,senza per altro essere più fortunato. Osato avendo discendere nelle pianure di Granata e di Loia, fu compiutamente battuto, fatto prigione, bruciati gli occhi e tronca la testa. Gli avvanzi dei vinti si ritirarono in Elbira, ed elessero a loro capo Mohammed ben Adha al-Hamdani, signore di Alhama, il quale, più prudente del suo predecessore, seppe mantenersi nelle montagne per lo spazio di venticinque anni. (1) Si è veduto che i mussulmani di Spagna erano divisi in tante fazioni quante eranvi nazioni e tribù tra loro differenti. Le quali fazioni, lungamente compresse 0 piuttosto forzate a piegare davanti quella dei Sirii , di cui i re stessi di Cordova erano i capi ed i protettori , eransi rialzate dacché la rivolta della famiglia Hafsoun avea capovolta la Spagna. Sembra d’ altronde che tutti i Cristiani soggetti ai Mori nella penisola avessero presa .parte a quella rivolta, la quale, sostenuta dai principi cristiani dei Pirenei e di Catalogna . era una guerra civile e ad un tempo una guerra di religione. (2) Quel capitano avea fondato o aggrandito le città di Alhamra. Baca, ManVhesa, Iaen.Guadix ec. Le fortezze da lui 0 da altri capi di rivolta erette,nelle montagne di Granata, chiamaronsi Al-Borghrlo (castella degli alleali); e da questa voce,corrotta dagli Spagnuoli,formossi il nome di Al- * pufarras, che portano oggidì quelle montagne. IV III.3 T. IL ?.G
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1842
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, e la maniera di addestrarli, attaccarli e guidarli. 22 gennaro. La severità delle ordinanze, relative alla censura, ò mitigata col permesso a parécchi particolari accordato di ritirare dall’estero libri vietati, sotto condizione di non prestarli ad alcuno e ipoito meno di venderli. 16 marzo. Si organizzano le provincie italiane, nuovamente acquistate dall’Austria. La Dalmazia, l’Albania veneta, e le isole
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Page 266
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1839
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austriaci in favore della repubblica francese, sui paesi facenti parte della repubblica cisalpina, che riconobbe come potenza indipendente; consenti che la repubblica francese possedesse in tutta sovranità le isole di Corfù.Zante, Cefalonia , Santa-Maura, Cerigo e le dipendenti,e in generale tutti gli stati veneziani d’Albania, situati più basso del golfo Ladrino; ed obbligossi di cedere il Bnsgaw al dùca
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Page 346
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1939
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che ambiziosamente dovremo noi sentir latina insino alle Bocche di Catturo, per tutto il paese che in tempi di magnificenza fu chiamato Albania veneta. E, quando per la prima volta, dopo la disfatta di Lissa, una squadra italiana comandata dall’ammiraglio Bertelli entrò nell’Adriatico e gettò l’àncora nelle acque di Ancona, io colsi Yoccasione per scrivere audacemente un piccolo libro intitolato: „L’Armata
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Page 539
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1939
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e l’Italia imperiale (p. 1). CUPPO O.: Festività e solennità allo scorcio dell’impero napoleonico (p. 444). DRIOLI R.: L’intervento italiano in Albania prima e durante il conflitto mondiale (p. 195). GAETA G.: Il problema di Tunisi nel giornalismo triestino del 1881 (p. 214). GASPARINI L.: Lettere di Grazia Deledda a Elda Gianelli (p. 411). DE INCONTRERÀ O.: La fontana del Mazzoleni di Piazza Unità
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Page 422
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1939
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degno dei combattenti della grande guerra, ma ha reso degno il suo nome di brillare — inciso nella medaglia d’oro — sul labaro dei volontari giuliani, tra il nome di Na-zario Sauro, di Guido Corsi, di Fabio Filzi e degli eroi maggiori della nostra terra. La morte di Romano Drioli Erano, si può dire, ancora freshe le pagine del suo studio sull’Albania — pubblicato sull’ultimo numero
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