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II - Nell’Albania Centrale 59 il vascolo. Il tentativo andò a meraviglia. Tirammo fuori un’acqua densa, melmosa e, ahimè! molto ricca di organismi animali e vegetali che, posti in spirito assoluto acquistato nelle farmacie di Vallona, si scomposero in pochi giorni completamente. Ripresa con la primiera gaiezza, scendemmo al mare riposandoci all’ombra delle alte rupi, dove divorammo la razione
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II - Nell’Albania Centrale 115 prevesani. L’inoperoso soggiorno scientifico che io vi conduceva da alcuni giorni mi fece stabilire per le ore pomeridiane del 28 agosto un gita a Camarina e al colle Zalongos a quattro ore a nord di Mitica. Riserbandomi di dire più lungamente di una gita simile compiuta in stagione più propizia nel 1895, allorché avrò pure occasione di fermarmi
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1917
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8 I - L’Albania di ogni giogo ed assicurare così l’espansione e la dominazione della razza, sviluppandone le virtù guerresche e salvaguardandone la libertà e l’indipendenza. I rapporti giuridici degli Albanesi sono regolati dalle consuetudini alle quali, quindi, s’informano il diritto civile e il diritto penale; le consuetudini, perciò, sono il fondamento politico e religioso dell’assetto sociale
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1914
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Riassunto 385 dei popoli che seguirono, nei numerosi Curzovalacchi dell’Albania, nei pochi Rumeni alle falde orientali del Monte Maggiore in Istria. Gli abitatori dell’Adriatico appartengono per quattro quinti all’elemento italico. Vengono poi con 1111 numero ed estensione notevole (quasi un milione) gli Slavi e quindi gli Albanesi (mezzo milione da Scutari a Vallo-na). Gli altri Tedeschi, Greci
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190 l’adriatico nella STORIA Venezia nell’ultimo secolo della sua esistenza. sulla base dell’ufi possidetis. Venezia ebbe oltre ad alcune piazze nell’Albania (veneta), in Dalmazia tutti i territori situati al nord della linea Knin, Sign, Vergoraz, ottenuti nella pace di Karlowitz, sino ai confini naturali delle Alpi dinariche. Fu fatta per ciò una nuova demarcazione dei confini
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44 II - Nell’Albania Centrale stano a ricevere i tanti prodotti dell’attivo ed energico commercio di Vallona: così si toglierà l’inconveniente che le merci restino abbandonate alla mercè del tempo e accatastate sulla spiaggia arenosa e deserta finché non piaccia agli impiegati di sdaziarle. A Vallona sbarcano le merci destinate a tutto il sangiaccato di Berat
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II. NELL’ALBANIA CENTRALE PRIMO VIAGGIO: ITINERARI DEL 1892 Il viaggio del 1892, cominciato il 5 giugno, terminò il 19 settembre e si svolse in tutta la zona compresa fra il mare Adriatico, il fiume Semeni, le catene montuose del Tomor, dei Griva e dell’Acroceraunia. A Vallona, nella casa ospitale ed amica del cav. Ulisse Bosio, regio Agente consolare d’Italia, posi, dirò così, il mio quartier
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6o II - Nell’Albania Centrale a discendere in una di queste lande deserte, nel mentre fa il suo primo passo a terra si sente, fra la folla, tirare per un braccio dallo sconosciuto ufficiale dei passaporti che intima l’immediata consegna dell’indispensabile documento bollato e vidimato, il quale tosto scompare coll’impiegato stesso; nel medesimo tempo una turba di facchini si getta sul bagaglio
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1914
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a noi non interessano da vicino che quelle che stanno verso l’Adriatico. Sarà un miracolo se l’Albania troverà in sè stessa tante risorse della terra e degli uomini da bastare a sè stessa. Del Montenegro e deH’Erzegovina si sa che sono paesi classicamente sterili. Buoni frutti al contrario potrebbero dare le regioni della Serbia (vecchia e nuova), della Bosnia, della Croazia, della Slavo,iia. Ma ciò non basta
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, quale provincia autonoma, fu staccata dalla Turchia e assegnata alla Bulgaria. Alla Grecia fu promesso un ingrandimento al confine settentrionale, che infatti le fu concesso l’anno seguente colla cessione di alcuni distretti dell’Albania e della Tessaglia. L’Austria poi ebbe il mandato di occupare la Bosnia-Erzegovina — ma di ciò diremo più in dettaglio. 11 congresso di Berlino corresse in sostanza la pace ili
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1917
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Ili - Nell’Albania Centrale 121 l’autorità si ricusava di fornirmi una scorta di gendarmi, lasciavo responsabile il Governo di quanto mi fosse accaduto. Nel ritornare dal conak in città mi sovvenni, tanto per non ammalare d’inedia, di tentare una prima ricerca delle droghe usitate in queste parti dell’Albania così dai musulmani come dai cristiani, e cominciai a mettermi come un cane dietro
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g6 II - Nell’Albania Centrale di invadere il campo già prima occupato dalla Notobasis syriaca, ora appena determinabile colle lunghe brattee spinose dei capolini essiccati. Qua e là macchie d’arbusti portavano enormi festoni, vere pareti impenetrabili, dati da Rosa sempervirens e Smilax aspera e le piccole vigne, riparate da steccati contro gli armenti che finivano di devastare i prati
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1917
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Ili - Nell’Albania Centrale 135 serabile popolo, rovinando quasi lo stesso giorno in cui era stato finito, quel paesaggio, dico, che richiamava alla memoria tante crudeli e pur interessanti vicende, mi imprimeva nell’animo la più chiara realtà della storia, della vita e della natura d’Albania. Al cospetto della città di Tepeleni che tutti conoscono di nome, ma che pochi hanno veduto
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1914
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). Siccome noi non abbiamo da occuparci che dei paesi situati in immediata vicinanza dell’Adriatico, basterà ricordare che i Turchi, raggiunta la costa dell’Adriatico nell’Albania e conosciuti i paesi che stavano innanzi a loro colle scorrerie che abbiamo accennato, si accinsero ad affrontare i popoli più agguerriti. Nel 1526 vinsero la famosa battaglia di Mohacs, in seguito alla quale gli Ungheresi dovettero cedere anche un’ ultima
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1914
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286 l’adriatico nella storia un limite platonico fino alla congiura del triestino Guglielmo Oberdank contro l’imperatore Francesco Giuseppe I (1882). Anche nella quistione d’Oriente l’Italia mostrò l’intenzione di occupare l’Albania. Sembrava da tutto ciò che l’Italia avrebbe intrapreso una politica attiva anche nell’Adriatico, come l’aveva j*ià inaugurata nel Mediterraneo coll’aver posto
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1914
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ed in Germania nel secolo XVIII. Questi due paesi in grazia della libertà di studio e d’indagine si svilupparono fino a raggiungere l’egemonia industriale e politica odierna. L’Adriatico fu necessariamente e fatalmente compreso nella sfera della reazione cattolica. I Gesuiti si sparsero in tutti i luoghi maggiori anche della costa orientale fino all’Albania. Il bavaglio messo dai Gesuiti al libero progresso
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1914
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e il Valore dei suoi montanari sarebbero stati insufficienti a frenare l’irruzione dei Turchi e la Dalmazia certamente e l’Istria fors’anche, seguendo la sorte dell’Albania, dell’Erzegovina e della Bosnia, invece di un provveditore europeo avrebbero subito un pascià asiatico. Prima, dalla caduta della romanità, la costa orientale adriatica era stata travagliata da continue guerre e so-perchierie
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1914
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non le sopravvisse che di due lustri. Malgrado i due cuscinetti di territorio turco a Klek e Sutorina, Ragusa era incuneata tra i possedimenti veneti di Dalmazia e d’Albania (Bocche di Cattaro e costa del Montenegro fino Antivari). La piccola repubblica si trovò ora esposta alle brame insidiose dei due principali liquidatori della Serenissima, gli Austriaci ecl i Francesi, nonché alle molestie dei Montenegrini
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1914
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in campo un nuovo erede dei Turchi e aiutò la diplomazia a creare l’Albania autonoma, quale tentativo di risolvere pacificamente il problema dell’equilibrio o dello statu quo dell’Adriatico. Abbenchè secondo, il trattato preliminare della pace di Londra (17-30 maggio 1913) la Turchia sia rimasta in possesso di Costantinopoli colla penisola di Gallipoli e con quel tratto di territorio europeo
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1914
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potrebbe nascere un giorno fra Italiani e Serbi per l’Albania o per la Dalmazia. C’è però una regione in cui sono in giuoco gl’interessi degl’italiani, dei Tedeschi, degli Slavi ed anche dei Magiari ed è quella dellTstria colle due città di Trieste e di Fiume. Nell’Alpe Giulia e nel Carso che sovrasta a questa penisola Latini, Germani, Slavi, Ungheri stanno combattendosi ancora dal settimo secolo per il possesso
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