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1938
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dall’Albania nell’agosto 1467, vi lasciò « uno nepote de Scandrabecho il qual e renegato, con cavalli 1300, el qual se haveva ridutto in forteza al Cao Redondo » ; in seguito ad un assedio lo zio lo prese e « con le sue propre man li tagliò la testa », tornando co sì di nuovo in possesso del suo paese (Iorga, l. c.). Probabilmente in questa occasione la fortezza fu distrutta, cosa che i sopraindicati autori
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1938
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, finalmente, in persona alla testa di un esercito di 200.000 uomini 3, penetrò in Albania, la devastò 4 e cominciò ad assediare Croia, difesa da una guarnigione italo-albanese5. Scanderbeg prese in tempo provvedimenti, agendo d’accordo con Venezia 8. Il Sultano dopo aver assediato per qualche tempo Croia senza alcun risultato, si vide costretto a ritirarsi7, 1 Barlezio, XI, 135 v., 138 v.; LjubiÓ, X, 264
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1938
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vicinorumque populorum deprompta e tabulariis et bibliothecis Italicis, t. II, Belgrado, 1882. — Ricerche storiche riguardo agli Slavi dell'Albania nel Medio-Evo (in russo), Varsavia, 1871. Maupiero (Domenico), Annali veneti dal 1457 al 1500, ed. da Francesco Longo, in Archivio Storico Italiano, I s., t. VII, parte I—II (1843), Firenze, 1844. malvezzo (Francesco), Privilegi imperiali e confermatione
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1938
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. Essa fu riprodotta dal Rinaldi (X, a. 1466, n°2), il quale però afferma che fu scritta nel 220 mese del pontificato di Paolo II — eletto il 30 agosto 1464, confermato il 16 settembre—-cioè sarebbe del giugno 1466. Il contenuto ci indica tuttavia che essa potrebbe essere del novembre o dicembre 1466, ovvero anche del gennaio 1467, poiché nel giugno 1466 il Sultano appena era entrato in Albania e la situazione
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1938
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di Giorgio (Scanderbeg), il più giovane dei figli. I quali furono inviati dal loro padre come ostaggi alla Corte di Murad II, dove furono fatti convertire alla religione musulmana. Giorgio aveva allora 9 anni x. Il Barlezio mostra che tutto ciò è accaduto in seguito ad ima sola campagna turca in Albania, quando cioè questo paese fu conquistato2. Questo è ammesso anche dall’ Hammer3, dallo Zinkeisen
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1896
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. Fatto e testimoni come nel n. 224. — Atti Francesco della Siega; trascritto da Vittore di Bartolomeo da Venezia scriv. due. 227. — 1426, Luglio 25. — c. 149 (151). — Stefano despoto del regno di Rascia, signore di Servia ecc. Esposto come per terminare le ostilità fra la Signoria veneta e Giorgio del fu Vulco Branka (Vukovich Brancovich) nipote di esso despoto, che travagliarono 1’ Albania o Zenta
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1896
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fra il despoto di Rascia, il signor Giorgio del fu Vulco e la Signoria veneta circa l’esecuzione del trattato n. 133, differenze che si espongono; Francesco Querini conte e capitano a Scutari e capitano in Albania, procuratore del doge, e il detto signor Giorgio per se e qual procuratore di Stefano despoto di Rascia (procura data in Topolonizza), per togliere ogni questione, pattuiscono (le condizioni
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1920
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FIN DE Ij’ÉTAT AUSTRO-HONGROIS. 623 lettre adressée à son beau-frère Sixte de Bourbon, en service dans l’armée belge — lettre évidemment destinée à ne pas garder un caractère privé, — Charles déclarait adhérer aux justes revendications de l’Alsace-Lorraine. Pressé par l’Allemagne de démentir ce texte malencontreux, il s’empressa de renier le document et s’attira de la part de M. Clemenceau cette réplique cinglante : « Vous mentez ». Il y a, disait Monlalembert à propos de l’attitude équivoque de l’Autriche vis-à-vis des Kusses et des Polonais, il y a quelque chose de plus vil que le bourreau, c’est son valet. Ce mensonge est la dernière félonie des Habsbourg. Le démenti Brutal de Clemenceau en est le premier châtiment. A ce moment-là Charles pouvait encore se flatter de quelques succès. Le traité de Bucarest (7 mai) avait annexé à ses États5600kilomètres carrés de territoires roumains. La Roumanie livrait tout son matériel de guerre, remettait aux puissances centrales laDobroudja dont il devait être disposé ultérieurement et se déclarait l’alliée, ou plutôt l’humble servante du monde germanique. Le 12 mai, Charles faisait encore acte de vassalité vis-à-vis de son impérial et impérieux allié. 11 allait le visiter à son quartier général et recevoir ses instructions pour la réalisation — déplus en plus improbable—de laMittel Europa. Cependant la famine faisait rage dans l’empire. La ration de pain était réduite à 90 grammes à Vienne et à 50 à Cra-covie. Tandis que l'Autriche-Hongrie croyait s’agrandir du côté de l'Orient, les Tchèques ne dissimulaient pas leur désir de constituer un État Ichéco-slovaque indépendant. Des manifestations, tumultueuses s’organisaient à Prague. Des mutineries se produisaient dans divers corps d'armées. Des détachements tchéco-slovaques passaient dans l’armée italienne. Il en était de même chez les Croates sur je front italien. Des bataillons entiers jelaientîêursarmes,’tfÎ^*«*iuqTt du combat. Dans le courant d’octobre les désertions s’ét.Tîent^-tellement multipliées que sur la frontière italienne la lutte devait nécessairement finir faute de combattants. Les Autrichiens étaient refoulés même dans cette Albanie
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1939
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da Carmagnola, che Alessandro Manzoni ed altri letterati, con poco rispetto della verità storica, fecero rivivere in drammi e romanzi. I notevoli acquisti di territorio fatti in Lombardia, nel Mantovano, nel Trentino, in Romagna e in Albania non furono tuttavia in proporzione degli immensi sacrifici di ogni genere sostenuti, che determinarono un vero collasso economico, nè compensarono completamente
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1939
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. Egli era il secondo figlio di Nicolò e apparteneva al ramo, che aveva la casa dominicale a San Giovanni Decollato. Durante il dogado, che iniziò a sessantaquattro ami, Venezia accrebbe i suoi domini con l’acquisto di Napoli di Romania e di Argo in Morea, di Scutari e di Durazzo in Albania e col riacquisto di Corfù, perduta nel 1221, ed ottenne molti favori e privilegi per i suoi mercanti, specialmente dai re di Granata
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1939
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Mocenigo e che costò a Venezia la perdita dell’Albania, di Negro-ponte e di varie altre terre della Grecia. Nel 1464 il doge Moro avrebbe dovuto prendere parte, insieme al pontefice Pio II, ad una crociata contro il Turco, ma la morte sopravvenuta del pontefice, subito dopo il suo arrivo con la flotta veneta ad Ancona, mandò a monte l’impresa. Egli ne fu ben lieto, perchè aveva cercato
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1939
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, con i Carraresi e con gli Ungheri, grande accrescimento del suo dominio in Terraferma, dove acquistò Verona, Padova, Vicenza ed altre città, estensione di esso in Albania, riacquisto di parte della Dalmazia. In mezzo a tutto sovrasta la grande tragedia dei Carraresi, crudelmente soppressi per la fredda ed inesorabile ragion di Stato ! Sordo ed acciaccato dall’età, morì di mal di pietra il 26 dicembre 1413
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1939
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procuratori Andrea Lion, Benedetto Venier, Antonio Erizzo e Marco Barbarigo, per questa mancanza non compensata da eminenti re-quisiti. Movimentatissimo fu il suo dogado, che iniziò all’ età di settanta anni. La guerra col Turco, che durava da ben sedici anni, ebbe finalmente termine con la perdita dell’Albania e di alcune terre della Grecia. Appena fatta la pace, Venezia fu travolta
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1878
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imperatore de’greci (re di Serbia e Albania) a richiesta del doge proroga di altri otto anni i trattati vigenti fra Venezia e Cattaro, ingiungendo agli abitanti di quest’ultima di uniformarsi a tal decreto. — Munito di bolla d’ oro (v. n. 177). V. Liubic, op. cit., Ili, 72. Mon. Hung. hist. a. e., II, 280. 225t — 1348, ind. I, Aprile 12. — c. 115 (119)--Biachino figlio di Pileo da Prata e Pietro
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1878
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che simile privilegio, con bolla d’ argento, fu rilasciato ai fratelli Strazimir, Balsa e Giorgio, baroni della Schiavonia marittima (Albania), pei quali prestò giuramento il loro procuratore Andrea Bonzi. V. Liubió, op. cit., IV, 48. 330. — 1362, ind. XV, Luglio 8. — c. 137 (138) t.° — I consiglieri Pietro Morosini, Giovanni Trevisano, Giovanni Gradenigo e Pantaleone Barbo, ed i capi di XL fungenti
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1903
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DOGE LEONARDO LOREDANO 107 suddito di Feris bey sangiacco di Albania, è condotto ai servigi di Venezia con „ 200 cavalleggieri turchi. Questi faranno la mostra sul lido di Venezia, la quale potrà rimandare i non adatti; saranno trasportati fin qua gratuitamente; avranno 4 due. per paga e per ciascuno; staranno sotto due capi (uno per ogni 100) retribuiti con due. 10 per paga; serviranno dovunque
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1903
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un reddito annuo di 1000 due. Dato a Roma presso S. Pietro. — Sottoscritto da Sigismondo de’ Conti. 59. — 1504, Aprile 18. — c. 42. — Mustafà bey sangiacco di Avalona e di Albania al doge (in volgare). Denunzia il fatto esposto nel n. 45, manda latore di questo e della presente il suo conte Caragia, che accredita qual suo inviato, e chiede giustizia (v. n. 60). Data in Avalona. 60. — 1504, Aprile 18
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1901
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per le assicurazioni lor date essere la Signoria contraria a che i suoi sudditi di Lesina, Curzola e Rrazza portino a vendere vini nei luoghi soggetti a Ragusi. Non potendo poi, pei torbidi della Puglia, provvedersi di grano colà, chiedono di poterne asportare dall’Albania, e ciò tanto più che sono minacciati dai turchi. Data a Ragusi. 77. — 1461, Agosto 16 — c. 75 t.° — I priori del popolo di Recanati al doge
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Page 91
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1907
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. Le due parti conservino il pacifico possesso dei rispettivi domini nella Schiavonia e nell’ Albania come prima dell' ultima guerra, rimanendo inalterati i confini designati da Ferhat pascià coll’ ambasciatore Soranzo. Si dichiara che Venezia ha saldato interamente i 300,000 zecchini dovuti alla Porta in forza del n. 43 del libro XXII. Il sultano giura di nuovo 1’ osservanza di tutto ciò fin che Venezia
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Page 187
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1907
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d’ onde poi le merci vengono recate a nemici come in Ancona, al papa, in Puglia, a Spagna, e da dove i sudditi spagnuoli, col pretesto del traffico, vengono a suscitare torbidi fra le popolazioni marittime dell’ Albania e della Bosnia. Ordina perciò il sultano che sia impedito ai mercanti di andare a Ragusi e siano invece avviati a Spalato ; per quelli poi che vanno a Ragusi vuole siano eccitati quelli amimi
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