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320 L’Albania e Vopera di G. De Rada che anno prima, quando i generali Buscalioni e Canzio al ministro greco Comonduros offrivano di sostenere con un corpo di volontarii italiani, a fianco degli Elleni, la confederazione balcanica, videro respinta dal ministro le proposte e cadere le trattative. Il risorgimento ellenico fu iniziato e compiuto da Albanesi: Alì di Tépelen, Bótzari, Zavella, Macry
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198 L'Albania e Voliera eli G. De Rada epico, fu un errore se non così grave, di tali conseguenze nella carriera letteraria di chi la sosteneva, da dare al suo pensiero una direzione affatto contraria alle norme dell’estetica e impaludarlo dietro una falsariga gravida di incongruenze. Di qui le costruzioni asimmetriche e inorganiche del De Rada, la forma dialogica che perturba la narrazione
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, da Skanderbeg terrore degli stranieri, il Principe Don Giovanni D’Aladro Kastriota, prende suo campo, come antico cavaliere, contro i nemici della patria e sostiene, pensoso dei fati della nazione pelasga, il movimento politico albanese, convergendo a sè gli sguardi de’ fratelli. Gli antichi dinasti d’Albania e il popolo Sklpetàro, rammemorando la servitù della patria, la piramide crudele de’ teschi
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in tedesco nella International Reme di Vienna, gennaio 1867. (2) Carnet, nelle Poesie Albanesi di G. De Rada, voi. VI, p. 185, estratto dalla Stampa di Napoli, ¡4 agosto 1878. (3) Bucholtz, Sofonisba, dramma storico di G. D. R., estratto dalla Rivista della Stampa Estera di Berlino e tradotta da E. R., Napoli, 1891. Marchiano. L'Albania e l'opera di G. De Rada 14
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di Umano Transito un giudizio vacuo e melenso (Nuova Albania, An. II, n. 20); L. De Martino, assai perito nella lingua albanese e vissuto per trentanni neU’Albania, non ha membro ■che tenga fermo dinanzi alla grande figura del De Rada (vedi tra altre cose la sua Arpa); il Lorecchio lo esalta come un gran poeta e patriota, come ti Veggente in solitudine, l’Omero albanese (Lorecchio, La questione Albanese
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142 1!Albania e l’opera di G. De Rada vedessi con voi, tornerò per aver riposo. Andiamo ! — E inghiottì il veleno squallente „. Ma, il poeta non è sazio, e passa, sospinto da un genio fosco, sul cadavere della innocente donzella, insensibile agli eiulati del vecchio genitore, alla crudeltà del destino. Egli passa, calpestando gli affetti frementi dell’eroe d’Albania e danna la vergine a perpetua
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dice: “ Discese in palagio pieno di patrizii, venutivi da diverse città dell’Albania, e a un lato di esso, da una camera festiva, usciva da canne d’organo come un mormorio di fiume surgente da monti, e donne e fanciulle e signore stavan d’attorno a quel suono Quest’amore descritto, su visioni reali, con l’anima vibrante, in tutte le sinuose sue pieghe, con tutto il magistero dell’ arte e che si spezza
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288 L'Albania e l'opera di G. De Bada culla ; ma dler, porte, non è dittongo ; si può però in verso contrarre in un dittongo. Insemina perché si ottenga il dittongo l’accento deve posare sulla seconda vocale. È notevole quel che in questa grammatica si dice circa i mutamenti fonetici delle vocali, che sono sì gran parte della fonetica delle lingue classiche. Nella flessione
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116 lì Albania e l'opera dì G. De Bada l’esecuzione. I colori rendono una quella figura ne’ tre momenti, una ed immobile, per viva e parlante che sia: la parola la moltiplica, la muove, le dà spirito e flato e, nella medesima immagine, nuovi pensieri e nuovi sentimenti. Eccola l’amante ardente, che, di mezzanotte, reggendo un lume, vergine àncora, muove i piè verso il letto di Eros, trepida
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284 L'Albania e l'opera di G. De Rada terio e metodo, e se fosse stato scritto in una forma italiana pia tollerabile, potrebbe esser utile: cosi com’è, appare affatto trascurabile (1). . in. Gli scritti grammaticali di G. De Rada (2) mostrano un filologo, a cui, nel vasto caos della lingua albanese manca la mente ordinatrice e sovrabbonda, come negli scritti filologici
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28 L'Albania e l'opera di G. De Rada in sonno profondo. Difatti l’incursione dei Calabresi in Cosenza non trovò sèguito nella popolazione; si fece bensì alle fucilate ina senza successo, e Domenico Mauro, uno de’ capi, fu tratto in carcere. Nè il Molise e gli Abruzzi si mossero. Nel 1844 passando per Napoli Ottone I, re di Grecia, diretto in Baviera, Miaulis, albanese e figlio
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160 L'Albania e l'opera di G. De Rada la baronessa Giuseppina di Knorr e la principessa del Bufalo. Da quest’ affezione alla formosità nobile e signorile, che pose a fondamento della sua Estetica, nacquero Serafina, Gavrìla, Vantisàna e le altre sue belle figure femminili. Le quali, oltre all’essere tipi estetici e morali, sono anche tipi di bellezza fisica ideale. Il poeta
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38 L'Albania e l'opera dì G. De Rada a G. Slamile e la Grammatica Albanese dì suo figlio Giuseppe, curata da lui. Nel 1861 fu insignito della croce di S. Maurizio e Lazzaro, che allora era altissima onorificenza. La sua fama era cresciuta e agli antichi illustri amici ed ammiratori altri s’erano aggiunti, tra i più cospicui, la celebre letterata principessa Dora d’Istria (Elena Ghika
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24 L’Albania e V opera di G. De Rada di E. Bidèra, albanese di Sicilia. Ma non trovò mai la nota giusta per declamare il sonetto del Petrarca “ Levommi il mio pensiero „ che egli giudicava scipito e solo capace ad accender fuochi fatui nelle menti de’ retori. Ma in séguito il Bidèra ebbe modo di apprezzare il suo ingegno e come provò la venustà di alcune odi del Mìlosào, lo confortò a pubblicare
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, e pertanto in qualunque necessità o angustia vi abbiate a trovare, chiamatelo che egli accorrerà subito in vostro aiuto. E’ un’ idea popolare nell’Albania del Nord che veramente gli illegittimi siano particolarmente forti e intelligenti. Come il hopìl ha in sè qualcosa di portentoso nella potenza, così il qorr (il cieco) lo ha nell’intelligenza. Il Sultano in mezzo allo scompiglio creato a Costantinopoli
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e haxhi, due me pré frat e ypeshkev, krejt Evropès cairen me i a képutè : di là non lascerò più che passi la strada, non voglio lasciar d’ammazzare chi va al mejdàn, 5 — Cordignano - La poesia epica nell’ Albania"
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30 canti nella Làhuta e Malcis, essendo ciò in perfetta armonia con l’istinto e la tradizione della sua gente. Il decasillabo che è il verso della poesia popolare degli Slavi, e che apparisce in Albania nelle regioni di confine solo nelle canzoni epiche dei rapsodi, si manifesta come un verso d’importazione ed è una prova che il campo proprio in cui originariamente è nata e si è svolta codesta
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all’effetto artistico e al colorito poetico, e ciò è l’essenziale pel rapsodo. Il quale, ripeto, interrogato a sua volta sui suoi panorami geografici, non saprà mai dirci nulla di preciso. Egli pertanto dovrà dire per forza che Jutbina, Klladusha ecc. si trovano mVariè t’eper, nella parte che sta sopra l’Albania, fra gli Slavi, e questo egli sa unicamente poiché quella è la via
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1943
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è l’esaltazione della forza nel quadro universale ed eterno della natura e della vita. La stessa idea religiosa come idea di contrasto o di difesa pel poeta albanese è un’idea del tutto marginale. Neanche un sospetto di crociata religiosa, e però sotto questo punto di vista le rapsodie dell’Alta Albania sono infinitamente più primitive della Chanson de Roland che è già, del resto, l’abbozzo di un grande poema
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1943
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celikut : intorno al fossato il muro d’acciaio), ci son le mura, poi \’obòrr o cortile : si accenna molte volte al bedèn che in turco significa certo muro, e ha ritenuto questo significato anche nella lingua serbo-croata, ma in Albania per quanto ho appreso dai rapsodi stessi significherebbe, torretta o merlo di torre (cfr. del resto il vocabolario del Bashkimi) : son tutti elementi caratteristici
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