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144 L'Albania e l'opera di G. De Rada concezione del poeta, è delitto la orrida morte di Evòda, che avea promesso liberar col bambino, ma che i soldati reclamano quale pascolo alla loro vendetta e dannano a morire su una pira, per punirla di essersi fatta sposa ad un greco rinnegato, divenuto turco e poi fiero nemico dell’Albania. Le colpe del cavaliere crescono e diventano empietà
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266 L'Albania e l’opera di G. De Rada daH’Oriente e che le sue funzioni sono uguali a quelle di Astarte fenicia e Istar babilonese. Istar era la dea degli amori ma anche la dea della guerra, la quale, di buon mattino, eccitava alle eroiche imprese i suoi amanti. Nel mondo greco il carattere di bellicosa (’Aps£a) s’andò oscurando, ma le restò quella di dea della fecondità
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360 V Albania e l'opera di G. De Rada vita secolare e gloriosa e di esso fare quasi un presente a chi non n’avea alcun dritto. Ma Girolamo De Rada con la sua fede e con l’opera sua eresse gli animi, e tonando con la parola di un uomo superiore, ritrasse dal capo del popolo albanese tanta iattura. E la cattedra albanese, come ho narrato nella Vita, fu opera sua. Istituita nel 1849 dal governo
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del nome Albani, popoli del Caspio nell'antichità, e gli Albanesi. Anzi il Dorsa, ravvicinando Alba (nel Lazio) e Albania nell’antico Illirico, propose addirittura di ritenere gli Albanesi coloni di Albalonga! E perchè non ritenerli anche coloni dell’ Albania della Scozia ? Eppure l’ipotesi dell’origine caucasica non ha il minimo fondamento, perchè non appoggiata da nessuna tradizione storica
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326 L'Albania e l'opera di G. De Rada rezze e cadde pure la sua indipendenza. Dopo di lui (1850) furono preposti all’istituto vescovi latini, che dalle loro sedi lontane lo governavano con semplici preti. La sua autonomia fu vulnerata prima dal governo borbonico, che, rinnovando il tentativo di Gioacchino Murat, inteso a trasferirne la sede a Catanzaro, disegnò traslatarlo a Napoli
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148 L’Albania e l'opera di G. De Rada, classificar tra le liriche anche un brevissimo canto delle donne di Dagno, salutanti la principessa Gavrìla, che va sposa a Prévesa (1). Nei tre canti l’intonazione è altissima e delicatissima, spirante freschezza soave e fragranza incantevole ; la situazione riboccante di poesia originalissima, che sgorga dall’anima. La bella principessa, accompagnata
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Cap. XXI — 1j “ Antologia „ 357 tutti quelli, che per avventura prendono a leggerlo, sono esperti nelle cose albanesi. Pubblicato in una nuova edizione, con una traduzione italiana piti spigliata e corretta, con caratteri e carta piti elegante, sarebbe un ottimo libro di testo per le scuole nazionali in Albania, ove entrerebbe ospite gradito. Rincresce che il compilatore
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210 L'Albania e l'opera di G. De Rada agli stomachi italiani. Se più conforme al gergo accademico dell’Italia letteraria, essa non lascerebbe indovinare quel che ha la traduzione albanese di proprio e di dove gl’italiani stessi potrebbero attingere ispirazione. L’amore della fede e la fede dell’amore, che domina il pensiero di Lei, dovrebbe esser lode desiderabile agli scriventi odierni
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118 L’Albania e l’opera di G. De Rada vili. Le liriche, disseminate nel poema, sono canzoni, che hanno qualche nesso con il racconto, ma da esso sovente affatto distaccate, solitarie, vaganti. Le cantano donne belle, accompagnandole, non di rado, col suono. Di esse alcune furono trasportate nel poema Specchio di Umano Transito, con cui aveano maggior relazione, e in questo spostamento
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324 L'Albania e l'opera di G. De Rada colonie d’Italia e fuori di esse illustrarono la patria, Barlezio, Bogdan, Ne<?im bey, Variboba, Masei, Marini, A vati, Santori; guerrieri resero chiaro il suo valore in tutta Italia, dal secolo XV a questa parte, ed oggigiorno si ricorda con onore il Reai Macedone, reggimento dell’eser cito napolitano. Ed anche nel secolo presente una nobile
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258 L’Albania e l’opera eli G. De Rada mento non è mai governato dalla rigida severità della scienza, l'autore pone il fondamento della sua tèsi su ciò che i miti ellenici s’interpretano con la lingua albanese e che perciò la lingua albanese sia nata e vissuta prima della greca. Da ciò egli argomenta la primitività degli Albanesi. La premessa ha qualche fondamento di vero. Ma il ragionamento
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222 L'Albania e l'opera di G. De Rada Dalla manifestazione degli stati dell’anima per mezzo della voce, nasce la forza della musica ed ogni sua eccellenza. Veramente nessuna faccia esteriore ti pone avanti si denudato l’animo come la musica. Oggi prevalentemente sono i patimenti dell’amore, che si commettono alla musica e la fanno tanto simpatica, sebbene i re del pensiero
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un frastuono ingrato e discorde. Le cadute fortune della patria additarono al poeta l’argomento dei suoi canti. Esse gli apersero il libro delle storie dell’Albania; ma le immagini di quelle storie non si allinearono innanzi al suo spirito chiare e distinte. La storia della sua patria gli si presentò con vita e palpiti, ma
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140 L' Albania e l'opera di G. De Rada con momenti tragici altissimi e con situazioni che rabbrividiscono. È il fato, che, come demone nero e pauroso, nella ferocia arcana, cui inasprisce l’irreligiosa miscredenza del cavaliere, li incalza alle calcagna e prepara la cup5. tragedia. La bella donna, concupita da un duce veneziano, sorpresa, assalita d’improvviso dal tracotante signore
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88 L'Albania, e l'opera di G. De Rada epoche differenti. La composizione si estende dal 1837 al 1879, cioè nello spazio di 42 anni. Precede ciascun volume un’epigrafe dell 'Aiace di Sofocle, che vorrebbe dare l’intonazione all’opera, e che veramente non concorda con l’insieme della contenenza poetica (1). Segue una prefazione in italiano piena di alti sensi, ove sì dà ragione
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42 L’Albania e V opera di G. De Rada delle scuole, a cui era preposto il De Rada, e il pio antistite disegnò di levarselo d’attorno. Egli fece presente al Vaticano il fatto che un estraneo avea invaso il suo feudo, che era feudo della chiesa e che le tavole di fondazione rendevano inviolabile (1). Il Ministero a cui fu presentato, analogo reclamo, trasferì, non so in base a quale diritto
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32 lì Albania e Vopera di G. De Rada dato al generai Filangieri. D’imbasciata in imbasciata, giunse a casa del Filangieri quando egli era stato già chiamato dal Re. E stizzito contro il Saliceti, che egli riteneva causa di quella situazione, scrisse contro l’ex-mi-nistro sull’Albanese d'Italia un veemente articolo, ove designava Saliceti al pubblico spregio, per la sua viltà
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: essa “ guarda l’aurora come per far di lei un letto al figliuolo : „ la luna partecipa alla sua gioia e muovesi nel cielo grave ed altera, “ procedente come la invitata „. Nell’aspra terra d’Albania, ove l’amore è possente, come l’odio, e indimenticabile come la vendetta, terra di guerrieri e battaglie, il Aglio “ nacque asperrimo, desìo di fanciulle patrizie, terror di stranieri „ (1). Brevissimo è il canto
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22 L’Albania e l'opera di G. De Rada zione che era giunto ad estrarre mnemonicamente la radice di ben ventiquattro caratteri (1). L’anno seguente lasciò il collegio, e, su richiesta di Raffaele Valentini, che nel 1848 fu capo del potere esecutivo degl’insorti di Calabria, attese alla raccolta di canti popolari albanesi. Dall’ispirazione di quei canti e dalla sua consuetudine con le fanciulle
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230 L’Albania e l'opera di G. De Rada sformandosi : il cristianesimo ricondusse gli onesti dimenticati e dispersi, e nacque quel che l’autore chiama il pio cemento degli Stati feudali. Su 1’ uno e 1’ altro nel secolo XV il risorto paganesimo esercitò un’azione deleteria, il panorama del mondo pagano, quasi idolatrato da uomini morbidi e viventi nell’ ozio, estinse la fede e pose in una luce
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