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1686
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, e proffimi trauagli, iì eccedette in quelle diligenze , che in tempo di foli dubbi; pare > che fiano per femplice cautela fufficienti. Finirono quefti Padri difareglivltimi sforzi, per prouedere Padoua fopra ogni bifo-Eprouifw-gno di militie, artiglierie, e munitioni daviuere, e da guerra. cne "'Erano capitati fopra quefti Liti dall’Albania, e dalla Grecia, molte Compagnie di Caualleria
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1686
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alla totale confecutio-ne de’fuoi vaili oggetti, nè vedendoli volentieri chi impediiTe,po-tciTemalamenteofFeruaria perquefto rifpetto ancora. Già più non rimaneua nello Stato di Milano vn’angolo, ò vn Fante per la Corona di Francia. GiàilRegno di Napoli non più penfaua alle minacce, non cheaIParmi,deIDuca d’Albania, mentre già vi s’cra ritirato anch’egli dopo l’auuenimento infelice ; e già la prigionia
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1686
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, andafTe perfo-nalmente daBrindifi in Albania, perinuadere la Grecia, che popolata in molta parte da’Chriftiani, e tormentata, e (lanca dalle oppreflìoni barbare di quegl’infedeli, haurebbe potuto facilmente afpirare alla ibi pirata libertà. Che l’Armate di Spagna, di Portogallo, e d’Inghilterra, finalmente fi foffero co’loro Prencipi accoppiate infiemeà Cartagena in numero diducento Vafcelli, ripieni
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1686
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460 DE FATTI VENETI Lombardia, e Io Stato medefimo di Milano alParbkrio del Ré di Francia,fene perfuafe finalmente anch’egli ,e fi contentò di foc-correre per allora quel Regno di promette , e di configlio, man-dandouiilDucadi Traietto . Auanzaua follecitamente in tanto il fuo viaggio il Duca d’Albania , ed oramai, oltre pa (fato T A p-penino, erafi vicino à Luca accompagnato con Renzo da Ceri
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1933
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92 SILVIO ¡VUTiS Anzitutto due parole di spiegazione intorno ai sindaci e provveditori, che bisogna distinguere dai provveditori generali, i quali erano i capi della provincia e risiedevano a Zara. Venezia, nella sua alta saggezza politica, per mantenere il controllo nelle provincie d’oltre mare (Istria, Dalmazia ed Albania), convincere i sudditi eh’ essa vegliava
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1933
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1588. Francesco Bollani q. s. Maffio, accettata la nomina ai 27 marzo 1588, iniziò il regg. agli 8 luglio 1588 e lo terminò ai 7 luglio 1590 (Arch. Corr.). Federico Nani, provveditore generale in Dalmazia e Albania, visita Cherso dal 11 al lunedì 24 luglio 1589.
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1933
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e capitano „quelle honeste comodità che ricerca il decoro del Regimento “. Il senato, uditi i pareri favorevoli del provveditore generale in Dalmazia e Albania e dei governatori delle entrate, accoglieva la istanza degli isolani. Giovanni Cornelio, nel comunicare addì 4 settembre 1629 tale deliberazione al conte di Cherso ed Ossero
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1933
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fin allora concesse, e di non permettere che altre se ne concedessero in avvenire. Federico Nani provveditore generale in Dalmazia ed Albania, partecipava da Zara ai 22 novembre 1589 a Francesco Bollani, conte e capitano di Cherso e Ossero, d’aver inteso, con non
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1541
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padre nofiro fratei lo nofiro,defènfor noJìro,a che modo ne hai cofi lafciati orpha* nitutti come pecore fen\apaflore. Come potremo più fcam fare dalle empie mani delli Turchi noflri nemici cofi potenti £ G mi aìli mefchinipopoli noflri. G mi alti grandmar piccoli• Gimj alla Albania, (¡r a tutte laltre prouimie. Similmente li frincipi, er fubditi delTaltre nationi circumicine fi lamenta
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poi delta Spagna,come fi dice delliS. Spani Sappi dn»q tmfcuno che queiia nuoua Albania (oft drfc ritta, dichiari ta in tante particole, giace in Europa, & fi troua tanto fertili UT abondante di quello che fa bt fogno al viuer humano,qm to proferirfi pofja,tff produce huomini naturalmente tanti flrenui, fòrti, animofi,atti,cr valenti in ogni jcientia, tT arti che apprendono etJpecialmente
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1899
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dello stesso autore (V. n. 512). Di quell’articolo bibliografico va corretta la data 1405 in 1505. Di nuovo in questi cenni, che arrivano al 1886, v’ha una nota che contiene la genealogia e qualche aneddoto della famiglia Lazza-rovich (Antivari) che, emigrata dall’Albania, aveva fissato sua dimora in Udine fino dal 1575. 3
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1541
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tofà dubiojàji cbejèper caufade noflripeccati Dio permettìf fe che vincejfero} come potriapur tflirt, faria la mina de tutti nouPer tanto ptrgiocar dificuro a me parerla chefi doueffc fi prafederefino a tanto che Croia fu jfe fornita per molti anni. Et coftJubitofi andafea trouargli con l'animo vigorojc,*? de fot largii del tutto già che ne anche fùgire fi pojjano, per ejfergi* feruti li puffi* Piacqui a molti l’openione di Scand. t? a mol ti anchora dijlpiacque,*?fpetialmente a quelli del paefe Vene* tiano,che defiderauano vendicarfi fopra li Turchi, *? ad altri ihè rart voltefi haueano efperimentati con quelli • Ma Scand. chiamiti liuntedetti duo turchi, dijfc che deutlpro andar are# forir a quel efercito, che quello non è venuto con fua licenza ad affé diare la fua citta, coft anchora con fua licentia non fi parti4 ria, ■ In quel me^o mando l'efercitofuo al fiume ifimi, dove trano molti nauily caricati digrano, di farina, *? bifcottocon più vettouaglie,*? foce in terra ogni cofa dfcaricare, fi che in J]>atio di tre giorni fornite Croia per anni feùDapoiJubiio con grande animo andò aritrouare li detti Turchi< Nondimeno fi ritrouo molto ingannato, Per che quelli nel fiat io di quelli tre giorni, vtdendofi affìiger dalla fame andorno allipajfia com4 battere,*? con gran danno,*? mortefuapaffando,fogi via. Al thoraquafi ciajcuno fi lamentaua, *? mormoraua di Scand, *? a quello dauano tutta la colpa chefùfferofùgiti via.Ma lui con lagratiojà fua lingua placaua ciafcuno *? diceua, che quando l'inimico fùggefi doueria fargli Uponte d’oro, (? cofi non l<t fciaua partire alcuno fen^a doni come richiedeua il naturale, et buonfùo coflume. In quel mczo molti Albamft del paeft Ve* netiano, (? d’altri fignori d’Albaniaveniuano a prefentar * Scand.affaijfimi capi de Turchi con caualli,*?più altre [polie* All*fine Scanderbeg con ottimo modo lictntio tutto l'e/ercito.
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1541
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tale che dfla fantijjìmtt nejìra vnione pcffà refijìtre.Sta «dm que allegro & di buon animo,prouedi pur a quanto bifogna Cr comandale noi nonfimo per marnarti, & cofi ogni ani no tì ajjignaremo prouifione di denari,et di quanto jtra pof ftbile a noi. Condufit quejla lega fantijjma, li detti primi pi d’Albania stettero a pranfo con Scanderbegloronuouo fignore,ringratiando Dio
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1541
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poteffi più in alcun luogo del mondo ¡ma col fuo fronte fioptrto hautndofi cofi acquiflato captilo di traditore ¡computi to tla fine ntl cuoretchiamaua a Dio mifiricordia. Onde fubito jùfjpirato che1! doueffefptrare in rjfo,&amhor nella mifiricor dia di Scandgia altre volte ejpenmentata verfò altre perfine pentite.AHhorafiflrauejii,cr venne in Albania occultamente, tr fi miffe U Centura al collo, VT
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1541
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,&" donero co plenaria ragit ne quello che tu poifedi t Albania,chegia era della ragione del q.mio padre,et da qui initi ti chiamerò prícipe delli Epirefì, fa tedoti ogni benevtile/t honorepoffibile-Volio ancora i pegno di q/la pace che tu mi dia Ina tuo figliolo ilquale io tratterò à* fre quàtofùffe mio fprio. Aprejfo gch'io defederò di vederti j¡ infaciag il gride amore ritratto già logo tepo
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1806
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„ ve esser, a imi non sono noti molto, perho deli lor costumi et ,, liabiti discrepatissimi. chi ne voi haver notitia leza Aliano e „ Strabo i qual de questa India scriveno copiosamente. „ Poco lungi poi: „ Nota che Tolomeo mete algune provincie in questa Asia „ zoe Albania. Iberia. Bactriana. Paropauisades. Dragiana. Aracho-„ sia. Gedrosia. et oltra Ganges le Sine. de le qual tute non ne fazo
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1806
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dell’Edil nella Sarmazia attribuiscono Erodoto, e Tolomeo, quantunque il lor natio suolo pongasi da Strabone 1. n. verso il Caucaso, e l’Albania. Veggansi i numeri 92., e 127., e la Storia delle A-mazzoni dell’Ab. Guyon. 66. Continuando le estreme parti del Nord europeo, allo stesso num. 12. si disse avervi Fra Mauro con aggiustatezza rappresentati i primarj laghi di Ladoga, ed Onega, ed i fiumi Dwina
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1806
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servato ogni diligencia „ in meter le starce de questo mar secondo la più justa carta ho „ possudo. nondimen queli che sono experti non faza gran caso se „ io me discordo in qual cossa. peroche non e possibile meter tuto „ a ponto. „ L’Adriatico v’è ottimamente espresso colle sue coste sì d’Italia, che della Dalmazia, ed Albania colle Isole del Jonio; parimenti il Peloponeso, o Morea, e le Isole
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1940
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di ardid le disperate difese nemiche, immolandosi « con la radiosa visione della vittoria », come rammenta un cippo marmoreo che ne ricorda ai posteri l’olocausto sublime. (1) L’armistizio si estendeva anche alle truppe italiane operanti in Albania e in Macedonia. Per le operazioni nei Balcani vedere Appendice della presente guida e per maggiori dettagli : Maravigna Gli Italiani nell'Oriente
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1915
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— Venezia si rimette in forze - Rapidi acquisti di Venezia in terraferma, in Dalmazia ed in Albania - Politica di raccoglimento - Vittoria navale di Gallipoli - Motivi dell’espansione veneta in terraferma - Guerra con Milano - I Turchi a Costantinopoli.
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