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1925
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per altri cinque anni le solite tregue (2). Facendo le armi turche tuttavia progresso nel Peloponneso e nell' Albania, gli abitanti di Salonicchi (3) mandarono offerendo la loro città ai Veneziani, i quali vi spedirono due proveditori Sante Venier e Nicolò Zorzi, al-1’ arrivo de’ quali il despota Andronico, fratello dell’ imperatore, altro non potè fare che partirsene (4). Ma Murad mosso a sdegno di vedersi
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ora che anch’ egli si muovesse non essendo più tempo da consigliare ma da soccorrere ; conchiudendo : « e qualora veramente saremo certificati non esser provisti a tanta strage di convenienti rimedii, saremo forzati a procurare da noi a levarne tanta rabbia nemica di dosso (2). » Nè perciò desistendo ancora dagli apprestamenti militari, il Senato domandava al re di Napoli quattrocento uomini da mandare in Albania
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, però lasciando Balaban a continuare 1’ assedio. Scanderbeg, trovandosi per altro nell’ impossibilità di più a lungo sostenersi, cedette Croja ai Veneziani (1), andò in persona a chieder soccorsi al papa, poi tornato nel-1’ Albania vi continuò vigorosamente la guerra. Le cose non andavano troppo bene pei Veneziani. Il loro generale Sigismondo Malatesta acquistata Misitra o Sparta (2), dopo aver invano tentata
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1925
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Capitolo Quinto. POSSEDIMENTI VENEZIANI, Il Dogado e le isole. — Estensione dei domimi veneziani. — Popolazione nel 1789. — Il Trevigiano. — Il Bellunese. — Il Friuli. — Padova. — Rovigo. — Vicenza. — Verona. — Il Salodiano. — Brescia. — Bergamo. — Crema. — C onsiderazioni generali sulla condizione della Terraferma. — Istria. — Dalmazia ed Albania. — Levante. — Conclusione. Ci resta a considerare
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la fi. P. anclie Prevesa e Wonizza nell’ Albania. (2) Relazione del Prov. generale in Levante Giacomo Gradenigo 25 gennaio 1782/3 nell’ Archivio gen,
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per quella e per questi maggior profitto dai loro terreni. Una delle provincie più estese, ma insieme più povere, era la Dalmazia, che coll’ Albania produceva bensì olio, vino, frutta, lane, essendovi copiose le greggio ; forniva abbondanza di legne e ricca pesca, ma di terreno in gran parte sterile e montuoso, esposta alle continue molestie dei Turchi, spesso devastata dalla peste, avea bisogno di frequenti sussidi dal governo
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1921
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sui nemici della libertà, con facoltà di arresto, rimettendoli però entro ventiquattr’ ore al tribunale competente ; attendeva alla Polizia, avea l’incarico di provvedere alla conservazione dell’ Istria, della Dalmazia, dell’ Albania e delle provincie del Levante ; sosteneva il carteggio politico cogli Stati esteri, con obbligo di riferire alla Municipalità ; presiedeva alla buona disciplina del Clero
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1921
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nel rappresentante francese (3), che gravi pericoli potevano da quelli derivare alla città, fu vinto in quel giorno 10 maggio il partito di allontanarli, ed ordini di conformità furono mandati al Morosini (4) che seco loro imbarcavasi, e al proveditor generale in Dalmazia e Albania, al quale scrivevasi che, cessato il bisogno di adoperare in queste parti la milizia oltramarina, essa veniva imbarcata
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1925
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tuti i castelli citade forteze che la Illustrissima deta Segnoria de Venexia ha in Romania et Albania non debian acep-tar algun inimigo over traditor del dito Illustrisnmo Segnor ne darli subsidio ne passo ne per mar ne per terra. Et se cussi
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; nessuna delle due parti favorirebbe tradimento o cospirazione a danno dell’ altra, continuerebbe la Repubblica a pagare il solito tributo al Sultano per Lepanto e gli altri luoghi d’Albania ; un veneziano non sarebbe tenuto per la colpa d’ un altro, e così dicasi d’ un turco ; se uno schiavo salvatosi nelle terre del Sultano si facesse musulmano, sarebbero dati in compenso mille aspri, ma se fosse cristiano sarebbe restituito
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1925
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, acquistarono Jannina nell’Albania, batterono il principe di Caramano, già Costantinopoli tremava. Attendendosi d’ ora in ora 1’ assedio e la fine di Salonic-chi (3), l’imperatore Giovanni II Paleologo mandava invocando soccorsi dai re d’Ungheria e di Polonia, e questi volgevansi a Venezia, la qual rispondeva aver già bastanza tempo sostenuto da sè sola la guerra e vedendosi da tutti abbandonata
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1925
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in Venezia, centomila quarantadue nel Dogado, due milioni novantasette mila cinquecentosessanta nella Terraferma, novantanove mila trecento ottantatre nell’ Istria, duecento cinquanta nove mila novecento sessantasei nella Dalmazia ed Albania, e centoquarantaquattro mila novecento cin-quantanove nelle isole della Grecia ; tremila duecentosette Ebrei sparsi nelle varie provincie. Le Provincie di Terraferma
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1925
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528 Riporto N. Bassanese Tortezza di Palma Patria del Friuli . Carnia . Cadorino Oividal del Friuli . Stati Oltremare. Provincia dell’ Istria ..... Detta della Dalmazia ed Albania Detta de' Levante..... N. 89525 » 236415 » 152722 2,032352 26210 4415 290849 33340 24574 80609 N. 2,442349 N. 478662 In tutto N. 2,921011 XXIX. Lettera di richiamo dell’ ambasciatore Alvine Almovò Pisani da Paridi
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1882
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, de’ Miriditi, e Gheghi di Albania: Infine moltissimi, e tr questi,- i voluti vocaboli italiani, sono stati tolti dalle* Opere di Samuele Sieffelir e dell' Albanese nostro illustre amico e letterato Attanasio G. Culurioti, stampai
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1939
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della Dinastia austriaca avrebbe segnato il principio della guerra più terribile che mai abbia insanguinato la terra. (l) Appena iniziatasi la guerra europea il principe di Wied abbandonò l’Albania (3 settembre 1914), dichiarando di ritenere utile di recarsi per qualche tempo in Occidente.
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1939
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quindi era tale, che non si trattava più di sapere se la Serbia dovesse avere un porto sull’Adriatico, una striscia di territorio e una ferrovia neutralizzata in Albania; ma di sapere se l’Austria rinunziava o no ai suoi disegni di ingrandimenti futuri verso il mare Egeo. Se l’Austria non abbandonava questo indirizzo politico, la guerra, immediata o prossima, era inevitabile. * * * A Londra intanto continuavano le trattative
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1862
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DALMAZIA IN GENERALE. Storia civile. 1. Diimmler Dr. Ernst. Uebisr die älteste Geschichte der Slaven in Dalmatien (549—928) — Wien 1856, aus der k. k. Hof- und Staatsdruckerei, p. 80, 8°- Opera stampata a parte dal fascicolo d’aprile dell’ anno 185B, delle Sitzungsberichte der phil.-kistor. Classe der li. Akademie der VFi'ssen-schaflen. Vol. XX. pag. 353. 2 Bosnie, Servie, Hercegovine, Bulgarie, Slavonie, Illyrie, Croatie, Dalmati/■, Montenegro, Albanie, par M. Chopin. Paris, Didot freres, fils et Coinp. 3. Rattkay Georgii. Memoria Regum et Banorum Re-gnorum Dalmatiae, Croatiae et Sclavoniae, ab origine sua ad annum 1652.— Viennae Auslriae, 1652, typis Cosmeronii. 4. Diplomatische Beiträge zur Geschichte der Grafen von Andechs. — München, 1798, 4°- 5. Dalmahae, Croaliae, Hungariae, Transylvaniae et aliarum provinciarum stemmata, cum tetrastichis et declara-tione. Liber primus. — Absque ulla nota (1643), 4°- Sul fine, a p. 81, l’autore sembra essere Joannes Szakmardy. 6. Richter. Ulyrische Grenzhelden. — Sta in Hormayr's Archiv 1819, n. 79—87. 7. Barbate Fr. Joannis. Historia Dalmatiae. 1480. 8. Cenii Thomae. Dissertationes de Dalmatiarum regione, successibus et virlutibus. — Amstelodami, 1638, 8°-
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1862
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16 79 Orgiinisation der illyrischcn Provinzen. — Sta in Rhein. Bund. XX. 1811, p. 293. 80. Recueil des lois, decrets et reglemens a l’usage des provinces lllyriennes de l’Empire. — Paris, 1812, de l’imprimerie imperiale, voi. XIV, con versione italiana a fronte. 81. Allocuzione pronunciata da S. E. Governatore civile e militare della Dalmazia, Albania e Ragusa., nel giorno 4. Ottobre (1814
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1929
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e d’aver insegnato teologia, seguì, in qualità di cappellano, Gerolamo Cornelio, capitano della flotta veneziana, neH’espugnazione di alcuni castelli dell’Albania, e poi nella lotta navale contro i Turchi. Eletto provinciale degli ospizi nel Peloponneso, allora fondati dal suo Ordine, vi si dedicò con ogni ardore per passare quindi nella Palestina allo scopo di visitare i santi luoghi. Ritornato
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Page 342
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1929
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328 BIOGRAFIA GIACOMO de CONCINA 1804. — Il co. Giacomo de Concilia, signore di S. Daniele del Friuli, segretario imperiale e regio della Commissione plenipotenziaria per l’organizzazione della Dalmazia, Istria ed Albania, membro dal 1795 dell*Arcadia di Roma e socio onorario di quella economico-agraria di Zara, pubblicò un viaggio lungo il litorale dalmatino in 22 lettere, in cui raccolse
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