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1882
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nell’esercito Serbo. Egli ha studiato nell’accademia militare in Russia, ed è persona colta e di gentili ed affabili maniere. Bolo Retrovie. É il vincitore delle forze di Mamud-pascià. Si acquistò gran fama nella guerra contro i Turchi pel suo valore, per la sua intrepidezza, ed avvedutezza, qual comandante in capo dell’ esercito montenerino nell’ Albania. Egli è persona elegante, e molto reputato
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— 154 - rosi dei quali col suo eroico esempio rondava l’animo invincibile; col crescere del pericolo e il suo ardimento cresceva; nel suo sguardo balenava la vittoria. Spesse volte la Turchia, terrore dell’Europa, cliiesegli pace. Scanderbeg respinse fieramente qualunque proposta avesse toccato la dignità e l’indipendenza dell ’Albania ; e ciò in tempi avversi quando la sua rovina pareva sicura
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non fosse conforme ai suoi desideri. Scanderbeg, parte costretto dalle querele del popolo ormai ridotto agli estremi, parte mosso dal desiderio di partecipare alla campagna d’Italia senza suo pericolo in Albania, sottoscrisse una pace o meglio un armistizio per 10 anni eoi Sultano, ai 27 di aprile 1461, con la condizione utì possi-detis, ognuno cioè dei contraenti conserverebbe le terre possedute, il commercio
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1924
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. Questo manoscritto fu pubblicato nella rivista La Bandiera d’Albania. (239) HOPF, p. 274. (240) ANONIMO VENETO, c. 41, p. 47 v. (241) Georg Castrioto gilt wie jedermann weisst, für einem der vollendetsten, glücklichsten und grössten Kriegsmeistern aller Zeiten. (FALLMERAYER, vol. 8, p. 732). (242) « In dicendis sententiis ita gravis, ut nihil unquam per adulatioaem et gra-tiam locutus est». SPONDANTJS: Annales
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1924
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gli accrebbe il prestigio che godeva presso l’esercito del Sultano. Gli storici di Scanderbeg ci descrivono questi duelli per dimostrarci la sua gagliardia. D’altra parte, questi fatti ci rivelano il suo carattere, e in essi possiamo trovare una delle cause che lo spinsero a fuggire in Albania e muovere contro i Turchi. Scanderbeg, come ogni altro albanese di razza, non poteva tollerare costoro
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di settembre 1461 partì dall’Albania alla volta dell’Italia con Moisè, Vladano Giurizza e Zaccaria Groppa, La Reggenza la lasciò alla Regina, alla quale diede come consiglieri Anastasio Rumizi per gli affari militari e Pietro Angeli, fratello dell’arcivescovo di Durazzo, per gli affari civili. L’esercito s’imbarcò a Durazzo, Vallona ed Alessio e la flotta ?estò a Ragusa, dove Scanderbeg ebbe onori
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1924
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negli Stati cristiani della Balcania, contro i quali era stato mandato a combattere dal Sultano Murat II. Volle l’ironia del caso che in Albania facesse ritorno soltanto colui, al quale il Senato di Ragusa aveva negato la cittadinanza onoraria; degli altri tre due perirono di veleno in Adrianopoli e il terzo finì i suoi giorni nel monastero del Monte Sinai (79), dove si era reso frate.
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1924
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che un tempo vi aveva goduto il conte Nikita Thopia di Croia (74), vale a dire come il primo dei principi d’Albania. Comunque sia, nuovamente Giovanni Castriotta si riconciliò con Venezia. # * * Nel 1423, Giovanni Castriotta entra in mezzo, come intercessore ed ai’bitro tra Venezia e la Serbia (75), elevando il grado morale del principato di Mati alla stessa altezza di queste potenze. Nel maggio 1426
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324 mico, si ritirarono sulla costa dell’Albania e una parte delle navi più leggiere rimandarono in patria. Ma Roberto vigilava a cogliere propizia occasione a nuova battaglia, e il suo disegno non fu che troppo favorito da un Pietro Contarini veneziano, il quale, qualunque ne fosse il motivo, s’ era poco innanzi a lui rifuggito. Avvisato da costui della spensieratezza
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1925
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forestieri ed era costretto mendicar 1’ alimento dalla dominante o mandar il contante nel paese nemico alle rive dell’ Albania o alle spiaggie opposte della Romagna e del regno di Napòli. Ora ancorché accresciuta di tanto nella popolazione e nel consumo, nelle annate mediocri ha il suo bisogno e nelle pingui può somministrarne ad altri. Si corrispondono a vicenda le isole e li scogli con la Terraferma
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1925
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. Quanto al movimento della guerra la Signoria è stata causa, perchè li homeni delle sue terre della Morea et Albania hanno commesso et commettono molti ladronecci et homi- (1) Non si, vorrà darci carico d’aver riprodotta fedelmente la relazione di quest’ambasciata, mentre una riduzione non avrebbe potuto rendere così al vivo le parole e i sentimenti dell’una parte e dell’altra. Vol. V. 19
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1925
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. Ma quando il Contarini gli disse : sicuramente verso VArcipelago e l’Albania ; il capitano stringendogli la mano con mistero, soggiunse: un po' più in su, un po' più giù, e tornando a parlare dei Turchi voleva far credere che a tradire i disegni dell’ Ossuna il movesse principalmente l’avversione che come buon francese, dovea avere dell’ eccessivo ingrandimento di Spagna, poi passando ad altro toccava
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1925
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ecc. (2) ; nell’ Albania ebbe Scutari, Drivasto, Antivari, Dulcigno ed Alessio (3) e per cessione di Centurión (1) Secreta, t. VII, p. 165. m Ibid. 6 sett. p. 175. (3) Commem. XI, 40, 41 ecc.
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1925
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in Pregadi al Capitanio in golfo, proveda gente in Dalmazia e Albania ; al proveditor generale da mar, al bailo Ven-dramin a Costantinopoli, Raccolta ecc., t. I, pag. 401. (5) Al pubblico rappresentante in Istria ib. (6) Ibid., pag. 103. (7) Ib. 104. Questi atti furono riscontrati anche colle Delib. Senato militar T. F. filza N. 23. La Raccolta cronologica balza dal 5 al 23 giugno.
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1921
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157 ed Albania, di sospendese qualunque ulteriore raccolta ed inoltramenio a Venezia di Craine, ingiungendo perfino al Savio alla Scrittura di far retrocedere quelle che fossero tuttavia in viaggio (1). Nella solita Consulta che raccoglievasi nelle camere del doge venne finalmente in discussione l’arresto ostinatamente domandato da Bona-parte e dal suo ministro dei tre Inquisitori, Agostino
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1925
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il bailo farebbe l’inventario, e resterebbero depositate fino a che dalla Signoria venissero istruzioni a chi consegnarle. La Repubblica non darebbe aiuto di navi ai nemici del Sultano nè per falso nolo nè per altro modo, nè fornirebbe loro viveri, armi, uomini o danaro, e così il Sultano verso la Repubblica, I castelli di questa nell’ Albania e Romania non darebbero asilo ad alcun nemico o traditore
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1925
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volesse far desistere il conte Stefano Voivoda suddito suo dal recar più oltre molestia all’ Albania (2) e pochi giorni dopo (3J maggio) ordinava ad Antonio Diedo capitano del golfo d’ impadronirsi d’Antivari appartenente ad esso Stefano. Ma tutte le istanze e le sollecitazioni da parte della Repubblica e dell’ imperatore di Costantinopoli, non mettevano frutto, come apparisce da una lettera del Senato al cardinale
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1925
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331 di voler pace con tutti, e quando il duca volesse venire a maggiori particolari, sarebbe udito volentieri (1). Così cominciarono nuove pratiche ; trattavasi di dare al Colleoni settanta mila ducati l’anno e pagargli le spese da lui fatte in Romagna perchè andasse in Albania contro il Turco, ma i Fiorentini frapponevano sempre nuovi ostacoli per non aver a contribuire anch’ essi a detta spesa
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1925
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135 forma essa il litorale all’ Adriatico, e può contarsi senza dubbici 1’ antemurale dell’ Italia, della libertà e della pubblica sicurezza (1) ». Formavano infatti i Dalmati la miglior truppa marittima e terrestre della Repubblica, sebbene invero poco atta alla disciplina, contava il paese parecchie fortezze, reggevaio un Provveditor generale di Dalmazia ed Albania con appellazione a Venezia
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1925
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con abolire la voce di Comune, a dimostrare apertamente, pienamente che il popolo non avea più parte alcuna nel governo. Cristoforo Moro, benché in avanzatissima età, portava però sul trono ducale un fervore vivissimo per la Crociata contro i Turchi. Già si erano inviate lagnanze alla Porta per danni recati dai sudditi ottomani nelle terre di Dalmazia e d’ Albania, e si erano ben muniti i luoghi di Levante
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