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Capitolo XXIII. L’OPERA DI ZOG Ahmed Zog era stato eletto presidente della Repubblica il 31 gennaio 1925 ed il 7 marzo dello stesso anno fu adottata una costituzione che faceva dell’Albania uno Stato repubblicano, unitario, fortemente accentrato (cfr. doc. 22) (1). Gli esordi della politica di Zog non furono amichevoli per l’Italia, ma anche egli finì per sentire l’ineluttabile spinta
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L’Albania ranza, che un suo intervento è inutile, ed in tale ipotesi i firmatari della decisione si impegnano ad esaminare ex novo la questione, ispirando sempre le loro decisioni al principio surricordato che ogni modifica delle frontiere albanesi costituisce un danno per la sicurezza strategica dell’Italia (§ 4). In complesso, rinunziando ad ogni possesso territoriale e ad ogni forma di mandato
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, che riconosce le deliberazioni dell’Assemblea nazionale di Lushnja e il nuovo governo d’Albania, agli ordini del quale incombe il dovere di obbedire; 2° È stato approvato il rafforzamento della Bessa stretta ponendo le seguenti condizioni: chiunque, a partire da oggidì, sia scutarino che montanaro, diventa strumento assoldato agli stranieri, o commette atto alcuno che sia a danno del paese e nell’interesse
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L’ Albania nese e jugoslavo, al sud del lago di Ochrida fino alla frontiera greca sul lago di Prespa. Meno delimitata ancora era rimasta la frontiera verso la Grecia, specialmente nella zona di Koritza. Le truppe greche occupavano 14 villaggi del kazà, già attribuiti all’Albania. La Commissione d’inchiesta ritenne pertanto opportuno, in via eccezionale, e benché le relazioni fra i posti militari
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La questione albanese versi regimi si crearono nel territorio compreso nei confini del 1913. Il territorio di Scutari era governato da una Commissione locale composta di cattolici e musulmani. I Mirditi conservavano il loro tradizionale statuto sotto la direzione del principe Bib Doba. I Malissori vivevano nel loro regime patriarcale. A Tirana, a Durazzo e nella zona media dell’Albania imperava
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UAlbania non vedeva per l’Italia che un solo interesse vero: quello negativo, consistente cioè nel-l’impedire che vi andasse qualche altra potenza, che per il resto quella regione non aveva alcuna attrattiva per noi. Ma il giorno 11 il barone Macchio tornò a discorrere dell’Albania, dicendo di non capire perché ora l’Italia non vi annetteva più quell’im-portanza che dimostrava di annettervi
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L'Albania e la S. d. N. correva attendere la decisione del Consiglio degli ambasciatori, e, quanto alla violazione dei confini, affermò che è ridicolo parlare di una violazione di una frontiera che non esiste. Aggiunse poi che il problema si andava complicando pel fatto che, mentre il governo di Tirana non era stato riconosciuto ancora, una nuova repubblica era stata proclamata dai Mirditi
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alla Commissione di delimitazione (1). Cioè il Delegato italiano tenne a rilevare che le quattro modifiche non alteravano l’economia generale del tracciato stabilito nel 1913. È opportuno ricordare che il confine stabilito nel 1913 per la frontiera nord-est dell’Albania è il seguente: Parte della foce della Boiana sull’Adriatico, segue il corso del fiume sino al villaggio di Gorica situato sulla riva destra
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L’ Albania che si tratta, in sostanza, del punto di convergenza del confine jugoslavo, albanese e greco, ma, nel primo esame della questione, non fu d’accordo, nella considerazione che la decisione 9 novembre 1921 della Conferenza degli ambasciatori (cfr. Cap. XVII) aveva modificato il protocollo di Londra nei termini seguenti: « La frontière touche le lac d’Ochrida dans la region de Lini
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Le trattative diplomatiche ni il mandato di amministrare l’Albania. Le frontiere a nord ed est dovevano essere quelle del 1913, mentre quelle del sud dovevano essere oggetto di negoziati. Intanto si proponeva un regolamento provvisorio, di cui si precisava il tracciato, in favore della Grecia. Infine la città di Valona (n. 6), con l’hinterland strettamente necessario per la sua difesa e pel
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L'Albania e la S. d. N. nia e 1» Stato S. H. S., che esso stimava minacciata per alcuni avvenimenti che si erano verificati nelPAlbania del nord. Nella seduta del 2 settembre il Consiglio, presieduto dal dr. Koo, udì il rappresentante albanese, il vescovo Fan Noli, e quel- lo jugoslavo dr. Jovanovich, ministro a Berna. 11 delegato albanese, che aveva presentato un memoriale, dichiarò
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L’ Albania Arrivò persino ad affermare che la questione costituiva « un imbroglio assai più difficile a risolvere che quello delPAlta Slesia » ! (1). Secondo detto giornale, il punto di vista del Foreign Office era che l’ammissione dell’Albania nella Lega delle Nazioni aveva fatto tabula rasa di tutte le convenzioni ed intese precedentemente concluse, ed occorreva riaprire quindi il dibattito
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stabilite. Il delegato jugoslavo Boscovic parlò brevemente, sostenendo che le truppe jugoslave non avevano oltrepassato le frontiere dell’armistizio e che i conflitti non erano stati da esse provocati. Espresse il desiderio, da parte del suo Governo, di vedere accordate speciali garenzie alle popolazioni cristiane dell’Albania del nord; dichiarò di accettare le frontiere fissate e di voler vivere in buoni
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VI. - Le aspirazioni montenegrine . » 49 VII. - Le aspirazioni jugoslave » 53 Vili. - Le aspirazioni greche » 57 IX. - Le aspirazioni albanesi » 63 X. - Le aspirazioni italiane » 69 XI. - Le aspirazioni bulgare . » 71 XII. - Trattative diplomatiche durante la Conferenza della pace » 73 XIII. - L’accordo di Tirana ...» 95 XIV. - L’ammissione dell’Albania nel- la Società delle Nazioni . . » 101 XV. - L’Albania
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Le aspirazioni 'libanesi mutilazione di territorio albanese a favore di montenegrini, serbi e greci, né è il caso di giustificare tale assegnazione con la superiore civiltà di costoro, perché ciò non è conciliabile con le sistematiche persecuzioni, distruzioni, incendi ed orrori commessi da greci e serbi contro le popolazioni albanesi. L’Albania rivendica quindi: 1) i territori albanesi
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Documenti I Governi Francese e Britannico pensavano che in questa asserzione vi fosse un certo fondamento e la loro proposta nei riguardi dell’Albania mirava a render possibile alla Jugoslavia, in quanto che l’Albania era incapace di assumersi questo compito da se stessa, di sviluppare sotto garanzia internazionale una ferrovia ed un porto che servano alla parte meridionale del suo territorio
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Documento XXV. STATUTO FONDAMENTALE DEL REGNO D’ALBANIA (/» Dicembre 1U28) La Nazione Albanese, libera e fiera, fiduciosa in un felice avvenire, fermamente desiderosa ili un perenne rafforzamento dell’unione nazionale e di assicurare lo sviluppo pacifico della Patria e del benessere generale del popolo, rispettando li-tradizioni storiche della Nazione, le quali indubbiamente assicurano
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1940
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- 91 — Ahmet-Zogu potè salire al trono e quanto abbia fatto soffrire i suoi fratelli ed amici. Se l’Albania sotto Lui fu un paese scompigliato e povero la colpa è da rovesciarsi su Lui ed il suo regime. Mai ha consentito un piano organico di valorizzazione delle sue ricchezze naturali, rapinò le popolazioni, in luogo di migliorarne il tenore della vita. Il gesto di Mussolini è giustificato
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1940
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— 87 — Dal giorno dell’attentato di Vienna in poi Ahmet-Zog regnò indisturbato sul trono. Dal 1933 io manco dall’Albania, dovetti per avversione verso gli italiani adattarmi a fare il mio calvario ed essere vittima del Tricolore e ritornare tra le mie native valli del Trentino. Per chiarire meglio il gesto fatto in questi giorni dal nostro Duce in riguardo all’Albania devo aggiungere quanto segue
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1914
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in Albania le posizioni improvvidamente abbandonate. Tutti ricordano le vicende della politica di Pri-netti il quale alla scadenza della Triplice indice come una dimostrazione delle grandiose manovre militari sul confine austriaco nel Friuli. Una importante discussione sul bilancio degli esteri del 1902 confortava il ministro alla riapertura delle nostre scuole, alla riattivazione dei commerci in Albania
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