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1921
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78 II trattato di Rapallo. avessimo potuto trarre dal possesso diretto del territorio attribuitoci già in Asia Minore, non sarebbe mai stato sufficiente a compensare l’enorme danno politico che ci sarebbe stato procurato dal perfezionamento dell’accordo italo-greco. Oggi dunque, decaduto il detto accordo, è possibile, onorevoli colleghi, ricominciare una sana politica verso l’Albania, ritornare
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1921
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72 Il trattato di Rapallo. della storia, sono sempre state una vicenda continua di gravissime sventure e di terribili rovine; essa è stata sempre la preda di tutte le rivalità di Turchi, di Slavi, di Greci, che si sono fatalmente scontrate nelle sue valli, e che l'hanno smembrata e dilaniata. È evidente che nel giugno 1917 l’affermare la indi-pendenza dell’Albania come concetto astratto
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1921
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5, la baia di Valona (articolo 6), e se la parte centrale dell’Albania è riservata per la costituzione di un piccolo Stato autonomo neutralizzato, essa non si opporrà a che le parti settentrionale e meridionale dell’Albania siano, se tale è il desiderio della Francia, della Gran Bretagna e della Russia, ripartite fra il Montenegro, la Serbia e la Grecia... » ClCCOTTl
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1921
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66 II trattato di Rapallo. SALVEMINI — Cioè la sconfitta dell’Italia! Non la sconfitta dell'Italia, ma una vittoria non così piena e totale come quella che avemmo. Si dice dunque, a proposito dell’Albania: Il patto di Londra ci vincola alla spartizione dell’Albania. Se ne volete l’applicazione per l'assetto territoriale dell'alto e del medio Adriatico, dovete accettare
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1928
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90 Albania sono note. Dopo alcuni mesi di regno agitato, il principe abbandona il paese e ritorna in Germania (3 settemre 1914) per fare il suo dovere di soldato nel'la grande guerra che è già scoppiata. Tra le finalità di guerra della Serbia c’è anche il suo stabilimento in Albania. I circoli politici francesi appoggiano le aspirazioni serbe. Franchet d’Esperey porta l’esercito serbo
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1913
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Solitari (tei marinai 177 si poteva ritenere che questo settore fosse più propriamente sotto l’influenza austriaca ; di fatto non è così. Le scuole italiane hanno educato mezza Scutari ; i nostri frati e i nostri sacerdoti — bisogna riconoscere apertamente anche questo — hanno foggiato nelle montagne la coscienza nazionale albanese. Poiché qui il problema è ben diverso da quello dell’Albania
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1913
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Navigando nell’Adriatico 25 compagni devoti e li ha salutati con fervore. Mi piace imaginare ch’egli vada tentando qualche audace impresa, poiché ha nell’atteggiamento e nella parola qualcosa di misticamente forte. Viene da Trieste con lo spirito alacre e con lo sguardo acceso : ha con sè opuscoli popolari contro i turchi, sbarcherà in Albania. — E non è il primo — mi dice in confidenza
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1923
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o lasciarla alla futura Austria. Dalla Kerka fino a Ragusa incompresa, alla Serbia. Da Ragusa al Drin al Montenegro. L’ Albania indipendente con Durazzo capitale •e una zona neutralizzata. Sazonov avrebbè dato il suo consenso alla Albania indipendente, poi temeva difficoltà da parte di Grey e Delcassé che avrebbe promesso alla Serbia ed alla Grecia la spartizione dell’ Albania. » Soldatenkoff dichiarava
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1903
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L’intesa per l’Albania 319 conclusi assolutamente all'infuori di noi. Lo scacco dell’Italia è stato tanto più grave, inquantochè da quello stesso banco dei Ministri era stato proclamato con una certa solennità che l’Italia aveva grandi interessi in Oriente e che aveva quindi il dovere di seguire una politica energica onde tali interessi non fossero turbati. “ — E cosi, col rinnovamento
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1902
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«74 l’albania sando l’Alta Albania o il Montenegro riversino nell’Adriatico i prodotti della penisola balcanica e il commercio delle coste russe, turche, bulgare e rumene del mar Nero, senza che questi passino forzatamente da Vienna e da Budapest : progetto grandioso, importantissimo per l’Italia, la Svizzera e la bassa Francia, che nel bel volume del Loiseau sull’Equilibrio adriatico
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1902
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L’ALBANIA stiche, che la loro ineducazione non si perita di commentare con volgarità. Già il principe Danilo in un brindisi che ormai è famoso in tutti i Balcani (x) e che prima o dopo — posso assicurarlo da fonte più che autentica — fu approvato dalla saggezza del principe Nicola, ha due mesi fa ribattuta la calunnia ; ma per ragioni storiche che arrivano fino alla conferenza di Berlino
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1914
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UNA CITTÀ CHE NON SI SA DI CHI SIA Il graduato vicino a lui si precipita e: — Che fai ? — gli grida. — Ciò ! xè i tedeschi.... — Venuto giù dalle dolomiti del Cadore, egli durante tutto il viaggio aveva sentito parlar di Albania, d’Italia e d’Austria, e aveva facilmente dedotto che l'Italia faceva la guerra all’Austria in Albania.... Italia e Austria. E se la facevan da vero la guerra
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1930
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di persecuzione sono i medesimi : agenti provocatori e terrori di comitagi. E’ così che in Europa si lavora per la pace! GLI ALBANESI E passiamo agli Albanesi. Con la morte di Scandenberg l’Albania si piegava nel XV secolo sotto il dominio ottomano, ma non perdeva totalmente la sua libertà. Il sentimento dell’unificazione nazionale fu tenuto vivo per quattro secoli e mezzo, e irruppe in numerose sommosse
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1935
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— 220 — Tale premurosa affermazione dell’Austria era in verità non molto in accordo con la tenace propaganda a noi sfavorevole che gli agenti austriaci continuavano a svolgere in Albania. A prova di tale asserzione riproduciamo un interessante rapporto che il comandante del Misurata, sempre stazionario a Durazzo, inviava al ministero della marina in data 24 ottobre. Tale rapporto con acuta
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1935
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— 116 — * * ¡¡s Mentre il grosso delle forze navali italiane cercava di approfittare del periodo di calma per rimettersi in completa efficienza dopo l’intensa attività della flotta svolta nel 1913, l’ufficio del capo di stato maggiore seguiva lo svolgersi degli avvenimenti albanesi a mezzo della R. N. Iride che insieme con un’unità austriaca stazionava a Va-Iona. L’assetto dell’Albania decretato
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1935
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— 409 — cessità dei Serbi superano di troppo la potenzialità del paese, e le imposizioni iniziate dai Serbi non faranno che inasprire di più le popolazioni, spingendole alla rivolta, che sembra avvicinarsi». Queste notizie allarmanti si succedevano, inviate con frequenza giornaliera, sovente a distanza di poche ore, dalle autorità diplomatiche e militari italiane in Albania, riferendosi talora
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1935
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di completare l’opera pietosa mandando un’altra volta la nave a Durazzo ». * * * Nel mese di febbraio 1913 le condizioni politiche e militari dell’Albania subivano delle modificazioni in seguito alla ripresa delle ostilità, provocata dal fallimento delle trattative tra Stati balcanici e Turchia. I residui dell’esercito turco, aiutati da bande di volontari albanesi, si stavano riunendo
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1935
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— 328 — zichè a Salonicco. Ma nel formulare tale piano gli Alleati non avevano forse considerato la portata che la spedizione di Albania avrebbe dovuto assumere, per tendere ad un tale obbiettivo ed avere un’autonomia strategica ed una forza sufficiente al compito che le si sarebbe assegnato. Certo la configurazione orografica dell’Albania non poteva essere più sfavorevole dal punto di vista
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1935
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per poter offrire alle due grandi potenze che ad esso si affacciavano un campo di estensione sufficiente per il loro accrescimento economico e demografico____ « Anche l’Albania, la quale costituiva il punto geografico di intersezione delle reciproche direttrici di avanzata, divenne contemporaneamente un focolaio di contrasti politici, ma, tenendo conto della loro amicizia, sigillata da un trattato, le due grandi
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1935
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sia 1’ Epiro sia rAlbania settentrionale erano in armi. In seguito a tali fatti l’Austria e l’Italia provvidero all’ invio di forze navali con 1’ intento di sostenere e proteggere il trono del principe, ed infatti verso i primi di maggio il contrammiraglio Tri-fari, ispettore delle siluranti, ebbe l’ordine di dislocarsi in Albania con la R. N. Pisani e varie squadriglie di torpediniere. La situazione si andò
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