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. Era stata loro contesa da alcuni della famiglia Morosini la possessione d’una parte dell’isola verso Venezia: asserivasi che fosse stata usurpata.Convien credere che fosse-questa la verità, giacché i monaci furono spogliati definitivamente della medesima parte per sentenza de’magistrati. Non sapendo in qual modo rivendicarla, supplicarono il Senato, che questa frazione di terreno dovesse rivendersi
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si aggiunga una grande tavola in rame formata da tre pezzi, intagliata dal Boschini, rappresentante il Convento e l’isola di s. Andrea della Certosa, in alzato. Essa s’intitola. Cartusia inclytae Venetiarum urbis. Da una parte vi è l’elenco de’ luoghi che sono venti-
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, nominare il successore a Pio VI; e succeduta in effetto la morte di questo in Valenza di Francia nel 29 agosto di detto anno,il sacro collegio si trasferi il di primo dicembre 1799 a questa isola di s. Georgio Maggiore ove era-si eretto il conclave. Stetter chiusi i cardinali (che dapprincipio erano trentacinque, e poscia, cioè a’ 12 dicembre essendovi entrato il cardinale de Harras, divenner trentasei
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, e per maggior sua giustificazione ricercò di ripa-triare per manifestar intorno a questo argomento cose di grande importanza che concernevano la conservazione della Dalmazia (Longo. Com m. mss.) Ebbe il Reggimento di Padova nel 155o (Orsato. 59). Nel «558 gli si diede il supremo comando dell’isola di Corfù allora quando i Veneziani riordinavano le loro armate per lo timore de’Turchi e a difesa dell’isola di Cipro
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su quell’ isola. Provveditore dell’armata vigilava nell’Arcipelago per salvar le navi nostre dai Corsari nell’ anno 1019; nel quale anno essendo passato a Trapani con Francesco Contarini capitano delle galee di Barbaria, venne da questo accusato di esser colla sua galea insalutato hospite partito e venuto a Corfù, su di che però il Canale giustificossi dicendo d’esser di colà partito per non hauer pan
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et roboravi. “ (o) cioè di Brondolo. S’ignora il cognome. Vedi il Vianelli. T. I. p. 1X7, e docum. II. p. 292. (p) Dell’ antichissima abbazia di s. Ilario, della quale parla anche il Tcmanza. (q) Di s. Felice abbazia de’ Benedettini nell’ Isola di Ammiano o degli Amiani. (r) Nell’ Olmo si leggono come segue le soscrizioni dopo la voce Plebanwn. Ego Dominicus Sylvius dei gratia dux consensi et mm. ss. Ego
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dall' Olmo in molle pani è mancante circa le notizie di quest’ abazia e dell' Isola, le quali notizie però si trovavano in molti mss. dell’ Olmo stesso ; e
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PAVLVS ec. dice vita, e chiude: moestissimi monv-MEIfrVM HOC VIVEtiTES POSVERVNT ANSO DOMINI I 5l J vixit annos 17 mens. 7 Una copia Gradenigo dice enselhaimer ; altra dice elsenhaimer. Il metodo che mostrano queste cinque lapidi di preporre de’motti tratti dalle sacre pagine il vedremo in varie lapidi di acattolici, le quali già erano nel cimitero dell’isola di s Cristoforo. Nessuna notizia
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, e ricchissima d’edizioni del secolo decimoquinto ; ma sul line del secolo decimottavo perdette quanto di migliore racchiudeva, dovendosi notare, che, fra le altre vicende, partiti per qualche tempo i monaci dall’ isola per dar luogo ai soldati, fu dal popolo gettata a terra una porta, e portato via senza discernimento quanto pareva migliore. Così furono venduti allora dei libri rarissimi al valore risultante
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più occulti, e la repubblica Veneziana chiamollo condottier d’ armi nel qual carico essendo l’anno ìiìS sotto il generale Pietro Landò fu insieme con Odetto di Fois monsignor di Lotrerco generale dell’armate Francesi in Italia, alla impresa di Napoli, ove valorosamente portossi. Negli apprestamenti di guerra che del i558 facevano i Veneziani contra il Turco, a presidio della isola e fortezza di Corfù venne
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di un principe e del trono . In fatti nel 16 giugno di quell’anno il Senato dichiarolla figlia della Repubblica; e nel 17, per far cosa vieppiù grata al Gran-Duca, elesse cavalieri della stola d’oro Bartolommeo padre, e Vittorio fratello di Bianca (*7). Grande fu il giubilo della città nostra per l’impensato avvenimento, e l’ambasciatore Sforza incontrato da più senatori all’i- sola della Grazia, venne accolto
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LA CELESTIi fu nel 16 luglio del detto anno i56i. Ma non appena pubblicata in s. Marco, ed approvata secondo il costume d’allora, dal popolo la elezione, si riconobbe che la nuova sparsa della vittoria era falsa ; il perchè non potendo più distruggersi ciò che fatto era, furono, per li casi avvenire rinnovati gli ordini che gli elettori chiusi nel consiglio, durante lo scruttinio, non potessero avere alcuna comunicazione delle cose di fuori (Sansovino p. 180 tergo e Lati-gier ) È però ad osservarsi che questo aneddoto il Sanuto ( p. 6.r>5 ) raccontalo come un tlicesi, ma protesta di non averlo trovato scritto nelle cronache . Peraltro lo storico Caroldo scrive che lo stesso Celsi stato sia autore della notizia sparsasi a suo favore: gionse in questi giorni dalla vacanza la gali a di Candia mandala da m. Lorenzo Celsi capitan del golfo, il quale diede notizia delli successi et opera-doni sue non meno prudenti che valorose et ardite, cagione, di commendare et estoller per tutta la città il nome suo, onde li f\ 1 venere 16 di luglio 1 5i> 1 a ora di terza crearono duce M. Lorenzo Celsi. E se questa nuova poi si scopri falsa, parrebbe ch’egli a bello studio avesse cosi tentato di insinuarsi negli animi degli elettori. È cerio d’altra parte che sebbene il Celsi siasi portato bene sempre dov’ era stato, nondimeno la casa sua, per testimonio del Sanuto era poco nominata ili Venezia , e fralli concorrenti aveavi chi con maggior dritto meritato avrebbe 1’ onore del principato. La cronaca attribuita a Daniel Barbaro aggiunge che né per età, nò per nobiltà di famiglia . nè per s’Ja propria condizione , e grado avuto eia il Celsi in considerazione d’ avere il dogado , che anzi era d’ una famiglia pochissimo avvezza e pratica nei maneggi della repubblica. E parimenti la cronaca Magno dicendo che fralli concorrenti tutti volevan preferire Andrea Contarmi, non annovera ii Celsi , e spiegas'. con queste parole : il venera vene una nuova a un che ms. Lorenzo Celsi cap. del Co/fo havea preso algune galee de genovesi, el p. scrutinio i fecero da poi intesa questa nova il dito ms. Lorenzo fu tolto et liaue 2 3 balate et neli altri precedenti scrutini mai fu tolto che V era zo-vene et havea padre uivo el fu del i56i adì 16 luio de venere, havea anni 5o vel cercha . havea un fiol nomina Zuarte. Furono di subito nominati dodici ambasciatori, i quali andassero ad incontrare il doge, con una galea di Can-dia, e lo accompagnassero fino a Venezia; dove giunse con grande trionfo nel 21 agosto del detto anno . (Sanuto 65/f) . Un altro aneddoto si racconta, ed è che, fatto doge , Marco Celsi padre di lui si mise a girare per la città senza berretta, o cappuccio, e ciò per non aver occasione di levarselo quando passar doveva dinnanzi al figliuolo, eh’e’ riputava per ragion di natura di sé minore . Il doge per togliere la debolezza del vecchio padre, fece porre una croce sopra il proprio berretto ducale. Allora il padre, vedendo il doge, scoprivasi dicendo: Saluto la croce, e non mio figlio che dev’ essermi inferiore. (Sanuto 65/|.. C.55. Egnatius. Exempl. 201. 21. Fioretti. Detti e fatti del Senato p. i63). Questo esempio (diceva il testé defunto Giambatista Gaspari coltissimo uomo) è certamente puerile per se e ridicolo; ma gravissimo, dimostrando quanto sentissero i maggiori la propria superiorità. (Orazione di Giovila Rapicio tradotta p. 79. Venezia 1826. 8 ). Fra gli avvenimenti memorabili occorsi n,el governo di Lorenzo, fu la venuta del duca d* Austria a Venezia nel 29 settembre 1061 , il quale seco conduceva liberi dalla prigionia Giovanni Gradenigo, e |il detto Marco Cornaro. Con nobilissimo incontro fu ricevuto ed alloggiato nelle case di Leonardo Dandolo cavaliere, e di Andrea Zane (poscia palazzo de’Cornaro dalla Piscopia ) ambedue situate nella contrada di s. Luca. In brievi giorni vide le più belle cose della città, e furono spesi per onorarlo dieci mila ducati. Giunse parimenti a Venezia a’ ó di dicembre dell’anno medesimo 1561 Pietro l.usignano re di Cipro, ed ebbe magnifico ricevimento negli stessi palazzi. Stettevi giorni ventidue, e si parti avendo decorato del titolo di cavaliere Andrea Zane so* praccennato. ( Sanuto 05:» ). Ma ben più importante e terribile successo si fu la ribellione dell’ìsola di Candia alla Signoria Viniziana. Malcontenti quei coloni erano perchè non ve-devansi chiamati a tarparle del Gran Consiglio di Venezia, e perchè in quei giorni erasi ordinata una nuova imposizione per l’acconciamento di quel Porto. Capi della congiura furon fra gli altri Tito Veniero, Bernardo Gradenigo, Bartolommeo Grimani. Marco Fra-delio, Marco Gradenigo, Angiolo I’albi, Angiolo Adoldo, Tito Gradenig* ec. INcl settembre i565 pervenuta la nuova infausta , i Veneziani inandaron replicatamente cittadini onde calmare gli animi, e richiamare i ribelli al ravvedimento ; ma fu inutile . I Cretensi anzi ar-maronsi disponendo le cose ad una battaglia
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S. MARTA DELLE VERGINI. 5? di MARCANTONIO q. Giovanni era tino dal »567 proved. e castellano nell’isola di Cerilo; poi l’anno 15j 1 sendo sopraccomito della galea intitolata la Nostra Donna pugnò nella famosa battaglia alle Cartolari e vi rimase ferito (ContarmiHistoria ec. p. 1 7 tergo, e Morosini lib. XI, 487 e Cappellari). Il generai Sebastiano Yeniero conosciuto il valore di Pierfrancesco
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q. Lorenzo Triv-li veneto patrizio I10 detto nelle Inscrizioni di s. Andrea della Certosa (Voi. II. p. 70. ) Francesco Triuli suo figliuolo fu approvato per l’ingresso nel Maggior Consiglio l anno 144 Dapprincipio fu provveditore in To, nella Tu-glia, nell’Insuhria, e contro li Corsari; enei i485 eletto generale dell’armata contro il Sol-dano d’Egitto, represse gli attentati di lui, e assicurò l’isola
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, il quale coman* 06 dante dell’armi intervenne all’assedio di Tar- ga fortezza sul canale di Corfù, in cui già ri-D. 0. M. I FR ANCISCO DE ALBERTIS ! GIVI siedeva un nobile di questa "isola sotto il domi-AB ORIGINE VENETO I PATRI DILECTISSI- nio della Repubblica Veneta. Di questo asse-MO | PAVLO I. V. D. AG C VROLO AMVTIS dio vedi, fra gli altri, Andrea Marmora nella FRATRIBVS 1 IN MILITARIBVS
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in Levante. Di un Marco Contarmi figliuolo di Domenico, q. Giambatista per testimonio del consigliere Giovanni Rossi, esisteva manuscritta nella libreria di s. Georgio Maggiore una curiosa Relazione e descrizione dell’isola di Thine nell’Arcipelago. Era il Contarini stato spedito nel 1607 agli otto di aprile come Sindico e Inquisitore in Levante ; nel 1647 Inquisitore d’ armata a formar processo
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. 5. ANNVENTE SENATV | SANITATIS PRAEFE-CTIS | FRANC.t,s BARBARANVS COLLEGA | CVLTVI RESTÌTVIT | MDCLXLVII. Scolpita dietro l’altare entro la chiesa. FRANCESCO BARBARAN figliuolo di Camillo era nato del 1664. Non s’indica negli IN ISOLA. * 471 alberi quali cariche abbia sostenute nel corsa di sua vita. Dall’ Inscrizione sappiamo che dei 1697. era uno de* provveditori al Magistrato della Sanità. Stìa moglie
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da Pesaro verso l’isola di Megara, ove molte fuste si fabbricavano, e molta quantità v’ era di grano. Il Loredano venuto coi Megaresi a fatto d'armi li ruppe, e prese la rocca ch’era dai Turchi difesa. Indi fatti impiccar per la gola quelli che nell’espugnazione eran rimasti vivi, toltone il grano, posto fuoco nella città, l’arse e uguale a terra la pose. Poscia scorse molte isole, andò
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dell’ autore Ristretto della discendenza delti He di Cipro cavato dall' Historia deli Isola di Cipro composta dal p. Lettor fra Steffano Lusignano stampata in Bologna i anno 15y5 ; con t aggiunta di alcuni particolari molto nottabili cavati dalle opere di Enea Silvio che poi fu papa Pio a. Comincia: La casa Lusignana. L’ opera è divisa in sei parti. 16. Materia Feudale Tomo primo di carte 3n. Comincia
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. TERNITA. 28. Il Canzoniere. 29. L’Amor della Patria, poemetto eroioo-sagro. 30. S. Marco in Alessandria. Rappresentazione musicale. 31. Il Filosofo Veneziano Romanzo (questo è quello solo che vidi e fu poscia impresso, come dissi al nurn. i3). 82. L’Alcibiade, Tragicomedia. 33. L’Economia delle donne. Commedia. 34. Ruggiero all’Isola di Alcina. Tragicomedia. 35. L’Ipocondriaco. Dramma musicale comico
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