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CORREZIONI E GIUNTE 433 NELLA CHIESA DI S. LORENZO. Vol. II. pag. 372 lìnea 9. fin dal ii3o: correggi: fin dal n^o. ivi p. 37!\a inserii, ig. Giovanni Colombo venne promosso a Can-cellier grande nel 17 dicembre 1765, come dalla Temi Veneta dell'anno 1767 a pag. 58; e come dal libro d’oro dell’anno MDCCLXVI a p. 128; quindi errò il Tentori che disse esser stato eletto del 1766 a’ 18 dicembre; e il Zuc-cbini giustamente ha notata la sua creazione nel 17 xmbre 1765. In questi sensi si corregga il periodo venne promosso usque pel solenne. ivi pag. ó'jGa 5770. Nella libreria pubblica di Treviso, cui meritamente presiede il sig. ab. Filippo Avancini altre volte da me in quest’ opera ricordato, trovasi del maestro di musica Giammatteo Asola anche la seguente composizione: Lamentationes, Improperio, et aliae sacrae laud.es in hebdomada majori decantandae, tri-bus vocibus (cioè Canto Tenore, e Basso) nunc primum per D. Ioan. Matbaeum Asulam in lucem editae. Venetiìs MDLXXXVIII. Apud lìiciardum Amadinum. in l\. La dedicazione è a D. Anseimo Negri canonico di s. Georgio in Alga, fu priore nel convento di Verona, e maestro del nostro Matteo, il quale per segno di gratitudine gl’ indirizza C operetta per se stessa di poco momento, ma grande per iargomento che contiene. Dell’ Officium Defuncti rum che ho accennato al num. 1. (pag. 07:». a ) la suddetta libreria tiene due edizioni, 1’ una del 1Ó99 , 1’ altra del i6o3: E tanto questa, quanto 1’ altra opera del-r Asola Madrigali a due voci da ine posta al num. 2. ( pag. 376. a- ) hanno alcune giunte manuscritte di musica che forse usavasi soltanto nella cattedrale di Trevigi, e forse sono di pugno dello stesso Asola, il quale, come vedemmo nell’opera num. 4 era maestro di cappella nel duomo di quella città II sullodato ab. Avanzini m’ ha promesso di esaminar con più agio , se fralle carte mss di musica che trovami in quel Capitolo, che sono moltissime , e senz’ordine poste, vi fosse qualche nuova produzione dell’ Asola. ivip. 378 a colonna 2. Non fu già monsignor Roberto Balbi parroco ec. ma si don Roberto Diedo uno de’ sacri oratori in questa ànnotazion ricordati. ivi pag, 385 colonn. I. linea 2. finalmente: correggi: similmente. ivi p. 386 nota x. Si osserva che non solo il testamento di Mar-co Polo i523, ma anche quello degli altri due cioè di Mafjìo ìooo, e di Marco 1280 hanno le firme di carattere diverso; essendo indubbia la loro originalità ed autenticità. Vedi p. 58gla premessa alla nota 1. ivi p. 586 linea [¡i. In di etni : correggi: In n dei etni NELLA CHIESA DI S. MARGARITA. Voi 1. pag. 283 inscr. 11 colonna 2. Luigi Armer,o Armerio illustre venetoprov-veditor generale di armata al tempo della lega di Cambray è morto nell’anno i52g come chiaramente si raccoglie dal voi. LII delli Dia- » rii inediti di Marino Sanuto, il quale in più luoghi de’precedenti volumi ne parla. Cade dunque la mia conghiettura che questo Luigi Armer sia quello stesso Alojsìus Armerius che del i535 dagli accampamenti Cesarei seri veva a Georgio Lessano la storia della espu gnazione di Tunisi. ivi p. 289 inserii. 36. Alla pia generosità di Maddalena Scrovigna aggiungo, per notizia avutane dal eh. sig. ab. Antonio Comin maestro delle ceremonie nel Duomo, la donazione, ch’ella fece, di quattro case in contrada dell’Arzere presso il convento de’PP. Scalzi, applicate nel >449 dal vescovo Fantin Dandolo ai Girolimini di Fiesole, come da documento nella Curia vescovile di Padova, nel quale citasi il di lei testamento in data 1421 ai maggio riconosciuto ed autenticato dal doge Francesco Fosca ri unito al consiglio maggiore e minore li 20 aprile 14^*9-
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LA CERT< prietà una Chiesa dedicala a’sauti Apostoli Andrea e Iacopo verso un annuo censo di una libbra di olio alla detta chiesa di san Lorenzo; e ciò all’oggetto di fondare in quell’ìsola, come fondò, un cenobio di canonici regolari di stretta .osservanza sotto l’invocazione dell’apostolo sant’Andrea; e vi prefisse certe leggi che furon poscia approvate da Urbano III sommo pontefice . In seguito, cioè nel 1199, per isten-dere viemaggiormente il culto dello stesso Santo eresse il monastero presente della Certosa per concessione di Marco Nicola vescovo Castellano, da cui a questo pio motivo ottenuto aveva il terreno. Dopo avere più altri monasteri fondati, per testimonianza del Dandolo, mori nel 1204, e fu in questa chiesa seppellito, della quale il primo priore era stato . Correggasi quindi l’autore delle Memorie de Santi spettanti alle Chiese di Fenezia, che nel T. VII, p. 43 ascrisse la morte del Franco all'anno 1219. La epigrafe è nell’ Isolario del Coronelli ( Voi. 1, p. 44 ), e nel Cornaro, e in un manu-scritto che copiolla sopraluogo, e conferma il oapvd, anzi che capvt letto dal Coronelli. Essa era scolpita in caratteri gotici nella chiesa antica, ma levata al momento della rinnovazione fu riposta sull’esterior muro di una cella verso il mezzogiorno. Io però non la vidi. È mentovato il Franco dal doge Andrea Dandolo ( Chron. Rer. ltal. T. XII, col. 5n, 019), dal patriarca Giovanni Tiepolo che lo pone nell’Indice de’Beati e Venerabili Veneziani ( lettera D) dal Cornaro nelle Venete chiese T. II, p. 165; T. IX, p. i55, i5g. T. X, l’arte II, p. 267, e Parte III, p. 5a5, 54o ; dal Sansovino ( Cronico Veneto p. 17 tergo ) e da altri . D. O. M. | ANDREAS PISANI EQVES | MILITA-RIBVS AVSPICYS | IN OBSIDIONE BVD;£ | VELVTI MAIORIBVS PRO PATRIA PRjELV-SVRVS I YLTRO CAPTIS- | PRIMO BELLO PELOPONNESIACO | QVESTOR IN CLASSE }SA. f)3 | ARGOLTCENSI PVGNA SAVCIVS. | PACE INTERMEDIA | CENSOR. DECEMVIR- CON-SILIAR1VS | PER CONTINENTE!« I SALVTI PRVESES | BELLO SECVNDO AD INSVLAS PROCONSVL | INDE CLASSIS IMPERATOR * IDEFENSA PROVIDE CORCYRA | TERTIO PERACTO NAVALI PR-ELIO - | SANCTA MAV-RA- PREVjESA. VON1ZZA- BVTHROTO | RE-CEPTIS ■ ADIVNCT1S • i VNDE ADORNATA IN EPYRVM. ET MACEDONIAM | EXPEDITIONE | yEQVIS BENE CONFICIENDA SVPERIS • | QVAM TAMEN SENATVS CONSVLTA | DE PACE CVM TVRCIS ICTA AVERTERE • | COR-CYRAM REVERSVS | ICTV FLAMIFERO CQF.-LO ELAPSO COvLO REDDITVR | IIERMOLAO CONSILIARIO ALOYSIO EQ D. M. PROC. | CAROLO EQ • VTRIVSQVE EXPED1TIONIS SOCIO • ! LAVRENTIO SENATORE. ET M. ANTONIO FRATRIBVS I INTER EXVVIAS COL-LACRYMANT1BVS 1 TANTvE PVBL1C/E IACTV-RvE 1 PARTICEPS CARTIIV SIA POSV1T 1 RAL. MAY. MDCCXIX. Questo elogio, che in marmo nero oggidi leggesi nel chiostro del Seminario patriarcale, è posto ad Andrea Pisani . In esso nominati sono altri cinque fratelli suoi, cioè Almorò , ossia Ermolao, Alvise o Luigi, Carlo, Lorenzo, e Marcantonio. Anduea fu figliuolo di Gianfrancesco q. Almorò Pisani e di Paolina figlia di Andrea Contarmi, e nacque del 1662. Per delitti in gioventù commessi ad ¡sfregio delle monache di santa Cattarina di Brescia, venne sbandito nel 1682 a’ 17 di agosto (1) , se non che colla maturità degli anni, e colla gloria acquistatasi nelle imprese militari seppe togliere quella macchia dalla mente de’ cittadini. In effetto impiegatosi dapprima come volontario negli eserciti imperiali dell’Ungheria, trovatosi all’assedio di Buda nel 1686 , e fatte prove di valore, passò nel 1687 nell’armata Veneta sotto la direzione del governator di Nave Pietro Zaguri ( Contar ini Camillo. Storia, T.II, p. 704); e fino dal 1695 trovavasi commissario pagatore in armata col doge Francesco Morosini eletto capitan gene- (1) Bandi et sentenze deW eccelso Conseglio di dieci contra Tommaso e Paolo fratelli Caprio- li q. conte Costanzo di Brescia, ed altri fra’quali ser Andrea Pisani de ser Z. Francesco . Stampate per Gio. Pietro Pinelli stanipator ducale, ly. Dopo i bandi degli altri, avvi quello del Pisani in data 1682. 17. agosto in conseglio di A”, pubblicato il 25 agosto di detto anno . Un esemplare ne vidi per la nota gentilezza del N. H. Teodoro Corraro ricco di patrie lautezze. *
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, più di y^quanto indicano le tracce delle muraglie che testé abbiamo accennate. ,, Infatto, l'Isola di San Giorgio Miggiore era allora assai meno ampia di quanto ella „ è vasta oggidì: V area praticabile era circoscritta da chiusure di muro ed in parte for-„ se di tavola, con una Torricelli all' estremo lato di Levante ; in quel ricinto comprende-,, vansi altri piccoli fabbricati, di poco conto, varii orti
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laterale della cappellina. Questa imma- Berò Sculari nel 1474 dall’assedio de’Turchi, gine, come apparisce da un Inventario eretto Debellò i nemici alla Molinella ne’confini del nel settembre 16.i1 sotto il p. Gregorio Zavan- Bolognese. Frocurò con Antonio Vinciguerra la ti sagrestano era decorata di molti ornamenti conservazione dell’isola di Veglia nel 1480; e d’oro massiccio, di perle, pietre preziose
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, e fu rifatta in quella che ha l’epigrafe che illustro. S. GEORGIO MAGGIORE (1) In uno dei codici del Museo Correr N. 1096 secolo XVII. cartaceo in fol. grande, figurato ad acquerello veggo nella prima carta effigiata la isola di s. Georgio Maggiore con Venezia genuflessa davanti la B. Vergine. Nella seconda carta vi è Atlante che sostenta il Mondo con alcuni motti attorno, e sotto le parole vexilvm
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la donazione fatta al monastero da un certo Gandolfino di tutti i beni che possedeva in varie provincie (66) ; e nel 1136 altra d’un Michele arcivescovo di Lemno d’un oratorio dedicato a s. Biagio nell’ isola stessa con alcuni diritti congiunti (67). Estinto l’abate Memmo nel 1109, ebbe per successore l’anno istesso Ottone. In quel tempo possedevano i monaci tra gli altri monasteri in Oriente uno dedicato
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e di flosern-bergh si trasferirono in quest'isola di s. Geor-gio Maggiore, ove l’Imperatore riconobbe le rovine cagionate dalla caduta del campanile (Vedi Inscriz. 53), e le fabbriche nuovamente ristaurate ed erette ; lodò la sollecitudine di que’ Religiosi ne’pronti praticati ristauri, e la pubblica largizione perii provvedimenti ad essi prestati a cosi pio oggetto. In quel giorno 22 giunsero a Venezia
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, il quale adoperossi in modo che col suo mezzo e collo sborso di alquanti mila ducati del suo, diedesi principio alla fondazione del luogo contiguo alla chiesa de’santi Gio. e Paolo, e alla scuola di san iVIarco. Di ciò fa menzione lo Stringa ( lib. II. p. 108, Venezia ) ed altri. Pietro suo padre con suo fratello Francesco fece perdita nel ìFtoj dell’isola di Stampalia nell’Arcipelago, che venne dai Turchi occupata
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abitava. Laviio e Michele figliuoli di Andrea q. Vincenzo Mijotto trovan-si negli Alberi suddetti. Fra li patrizii del secolo XVII aventi nome Francesco Donato veggo due distinti : t. Francesco Donato in di Marcantonio, che dopo essere stato senatore fu eletto nel 1G11 provveditore all'isola del Zante e abbiamo nel-l’Arch ivio Generale una Relazione sua mss. di quell’isola dettata l'anno
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S. GEORGIO MAGGIORE. 4*i.-i natori, colla sagacità del suo ingegno e colla lunga esperienza seppe egli mantenere in florido essere la città e il dominio,essendo stato del 15^5 savio di Ferra Ferma, col carico di Savio alla Scrittura; e del i5y4 Commissario sopra la differenza de’ confini di Ampezzo e Ca-s dorè cogli arciducali. Giunto a Venezia nel 15>j4 stesso con grande apparato Enrico III venne destinato insieme con Gianfrancesco Morosini, che fu poi cardinale, ad accogliere quel Re, e sostenere la dignità della Repubblica in questa magnifica circostanza ( Maur. hist. II. 090) Del 1076 avendo appena valicato il 40 anno dell’ età fatto Savio del Consiglio, carica solita darsi a quelli che alla cognizione delle cose congiungono un’ età più matura ; carica che il Donato ebbe ben vem’una volta ; venne scelto a’ 20 settembre con Giovanni Gritti ambasciatore a Rodolfo eletto re dei Romani, tiglio di Massimiliano; ma defunto fiatiamo Massimiliano , gli fu nel 29 ottobre dato a compagno nell’ambascieria Giovanni Michele si per condolersi della morte del padre, che per congratularsi del'a elezione sua al Trono (ilÌMr. II. 657). Infieriva intanto in Venezia la pestilenza; e fattosi voto di erigere un Tempio al Redentore, varii erano i pareri dei senatori circa il sito ; vinse l’opinione del Donato, che si dovesse erigere nell’ìsola della Giudecca (Maur. II. 654)- Per togliere le controversie intorno a’confini fu scelto col sopraddetto Giovanni Michiel ambasciatore a Rodolfo nel i58o a’ 7 di agosto (1). Del 1579-158o ebbe la Pretura di Brescia (Lib. Reggimenti) e il suo reggimento venne da tutti enco- miato. Gli fu poscia nel i58i delegata la ambasceria a Gregorio XIII, ove fraile altre cose, con ammirazione del sacro Collegio , sostenne vigorosamente le ragioni del patriarca di Aquile]» ; controversia che esercitò le cure del Senato quasi durante tutto il pontificato di Gregorio ; e che per la morte di questo rimase giacente; imperciocché Sisto V a lui succeduto, intento era a cose ben più importanti. (Maur. II 674. 681 ) A Roma essendo il Donato cadde in gravissima malattia, e fu vicinò a morte; del che data notizia dal segretario alla Repubblica ognuno gran dolore ne ebbe provato ; ma poscia ricuperatosi tornò in patria, insignito dal Papa della dignità di Cavaliere (Prìuli mss. indicalo), (¿ui Rieletto Con-sigliero della Città nel Sestiere di s. Paolo, stando di casa appo il Ponte di s. Agostino; e Consigliere fu altre volte cioè del i584 e i586 Era Riformatore dello studio di Padova nel 1583; magistrato che altre volte posteriormente coperse, cioè nel i5g4 l5g8 , e i6o4' (Toinasinì. Comm. de Gymri. Patavino p. 345. 346. 547.) Asceso, come si è detto, al soglio pontificio Sisto V nel 1585, il Dona’o fu uno de’ quattro Oratori che vennero inviati a complimentarlo , e fu egli che come più giovane tenne 1’ Orazione nel Collegio cardinalizio con molta laude di latina eloquenza, e potè rendere assai propizio per li Veneziani quel Pontefice (Maur. Ili 40) (2) Savio del consiglio nel i586 insieme con Alvise Michiel Savio di Terraferma ebbe a trattare con Federico Cor-naro Cardinale per togliere le differenze a cagione della navigazione tra il Gran duca di To- (1) Il Morosini II 660. dice che fu Giovanni Gritti il compagno del Donato, ma dagli autografi del doge risulta che fu Giovanni Michiel. (2) La elezione di Felice Peretti a sommo pontefice col nome di Sisto V mise in qualche sospetto i Veneziani, imperciocché fin dal 155y essendo Inquisitore del Sant'Officio in Venezia il Perettì, per alcune spiacevoli cagioni da lui promosse, come ricorda il Morosini (III. 40.) e come pià a lungo ne tratta il Leti nella Vita di Sisto dall’anno 1555, in cui fu eletto Inquisitore, al 155g (Vita Tom. I. png. 18g-?,/j.8. ediz. 1698), era stato costretto dal Consiglio de’ dieci di partire dalla diti/. Il Leti veramente dice che ne andò via volontariamente, ma per lo timore di esservene costretto; comunque sia, è cerio che dovette sgombrare da Venezia. Ora (se è vero quanto il Leti asserisce. Vita Tom. II. p. 226 ) fu imprudente i oratore Leonardo Donato il quale congratulandosi con Sisto della sua elezione rammentava la gloria che ricadeva al senato di veder sedente nel soglio del Vaticano un soggetto ch’era stato suo Inquisitore; e fu assai pungente la risposta che ne diede Sisto al Donato; sebbene, come il Leti stesso dice, e il Morosini, Sisto si sia mostrato poscia particolarmente affetto verso i Veneziani. Io però scorsa avendo l’ Orazione autografi che recitò il Donato a Sisto V, e che citerò più. avanti, non vi scorgo quel passo che riporta il Leti; e credo che sia una piacevole di lui invenzione. Tom. IV. 53
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gli atti recatici da Fabiano. Il corpo di s. Eutichio, di cui parliamo, è di quel patriarca la vita del quale da Eustazio greco sacerdote suo contemporaneo si scrisse, donde Fabiano cavò il suo latino compendio. Questo santo nacque in Tio, castello della Frigia, non in Chio, Isola, como ingannandosi affermò il Wìon, ed ebbe il nome di Eutichio ad istanza di un prete suo zio che parimenti così cliiamavasi
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ALL A CHIESA DI S. G NELLA CHIESA DI S. GEORGIO MAGGIORE. Voì. IV. pag. 370 linea a3. Le due statuette rappresentanti s. Marco e s. Georgio qui rammentate dal Rossi, furono raccolte dal sig. ab. Trevisanato, e collocate si veggono a’iati dell’altare della sagrestia; vedi a p. 5c>9 in nota. pag. 254 Un. 32. fu Menna correggi fu a Menna. pag. 2 83. Nella serie degli scrittori di questa isola
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della Zuecca dopo il giro che fardevo-„ no dalla Croce sino alla Dogana, e da di là passare sul corso delle Zattere alla Giudecca. ,, Altro grandioso spettacolo è pure preparato d’una cospicua pescagione nel Canal grande di „ s. Marco a vista delle quattro facciate, Piazzetta, Giudecca, Isola di s. Giorgio Maggiore, ,, e Dogana. Esser deve costrutto un lago da un ovale composto di zattere dello spazio
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un’epoca posteriore alla erezione della libreria Medicea. Egli infatti sì nella storia latina, che nella italiana mss. di questa isola e monastero dice:,, Furo-„ no anche in questi tempi fatte maggiori spe-,, se, e fu maravigliosa la liberalità de’ signori „ Medici fiorentini i quali a proprie spese vol-,, lero fabbricare il luogo per la libreria insie-„ me con !e panche dove si ripongono i libri
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di Grecia. Il doge non si perdette di coraggio. Rivolse la sua flotta nell’ Arcipelago e fece primamente saccheggiare l'isola di Rodi. Partito di là venne a Chio ( Scio) ; poscia a Samo, Paro, Andro , Lesbo , Mitilene, e ad altri luoghi del greco impero, riportandone (1) Nel suddetto libro Pactorum I. a p. 33 evvi in autentica copia : Privìlegium Regis Balduini Jerosolimit. Ile sunt Conventiones
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e le facoltà dei dogi in que’ tempi, e l’autorità degli ecclesiastici, e de’ popolani secolari, e il cognome di varie famiglie, il quale di rado prima del mille si rinviene ne’ documenti di simil indole presso la maggior parte delle storie italiane, e trovasi tuttavia frequentemente notalo negli Annali Veneziani. Ottenuta 1’ isola, Giovanni Morosini vi fabbricò un monastero, già ben diverso
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mi contento et confermo quanto disopra. (Il monastero non si obbhga ad altro che agli ottanta ducati finita l’ opera. (261) Dice P Olmi nel Libro V : Altre volte soleva star attaccata al collo di cosi bella statua una collana d’argento dorata con una medaglia bellissima di argento e cristallo insieme; ma essendogli stata empiamente rubata, non puote mai partirsi dall’isola il ladro ( il che noi senza dubbio
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soprastante, e per di cui cagione era nata principalmente la controversia. Ne gettarono a terra alcune altre sparse per l’isola onde dar capo alla facciata di quella chiesa che oggi si vede, e affinchè nulla ne togliesse la prospettiva (199). Basilio Mantovano fu creato abate dopo di Gregorio nel 1057(200); poi Iacopo Milanese nel 1542 sotto al quale vedevasi negli atti abbaziali questa precisa annotazione
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S. GEORGIO MAGGIORE 621 R. P. Abbate di Argon territorio bergama- gnatasi la febbre lioggi ha reso l’anima al suo k<> f.-------:---------- #-«—..— / i>: c—ta[g annotazione ai T. V. „ sco, che in tutti furono cinque mitrati, con- Creatore. (Si faccia „ forme al rito solito. E stato posto come in p. 484 dell’Ughelli). ,t deposito sotto il volto della sacristía in una " " 1 „ cassa di legno messovi dalla parte del campa „ nile. E nota che ivi si riposa anco l’illmo et „ Rmo mons. Francesco Barbaro suo predeces-„ sore in una cassa più grande et il soddetto „ illmo è in una menore: sino che siano altrove „ più degnamente riposti. Fupresa licenza dal-,, l’Officio di Sanità perii R.piovano di s. Euf-femia. (Tuttociò è di mono did. Fortunato Olmo. Un’altra mano aggiunse: Li suddetti patriarchi sono stati portati in Aquileja nella chiesa.(Francesco Barbaro morì del 1616 in aprile ed Ermolao nel 22 dicembre 1622. Veggasi il p. de R11-beisp. 1 noe p. 1121, al quale si può aggiungere la testé riferita nota mss. I loro corpi però, giusta il de Rubeis, furono seppelliti in Udine nella chiesa di s. Antonio. I cadaveri erano stato volta, dovendosi dire per la seconda. .________• TTJ- . . n.li_ #■ . • ti n t» r\ ■ iG5o. G ottobre. ,, Il R. P. D. Marco da Ve-,, netia abbate di questo monastero et professo „ di s. Nicolò di Lido dopo longa indispositio-,, ne d’idropisia andato al suo monastero per „ recuperarsi oggi „ Vedi inscrizione 54-«651 - 16 Novembre. ,, Il R. P. D. Cornelio „ da Venetia abbate titolare essendo stato i-„ nanzi di Regimentó et doi volte abbate di „ questo monastero e per spazio di dodeci an-„ ni et più visse con ogni sorte d’esemplarità, ,, et santità di costumi hora infermatosi nell’an-„ no 79 in circa di sua età dopo il spatio di j, due e più mesi ►£<. (Questi è Cornelio Girot-di o Moreridelli, di cui vedi le note 288 e 008 alla storia premessa ove a pag. 272 si è detto malamente che fu eletto abbate per la terza trasportati in Udine fino dal i635; vedi Palladio (II. 27.Ì. 276). 1601. 25 Luglio. ,, Il R. P. D. Pietro di „ Valtellina abbate di questo monistero ritira-„ tosi a Roncaete per tema della peste, sopra-,, preso ivi da febre terzana e catarro hogg: „ settimo della sua infirmità ha reso l’anima ,, al suo Creatore... e fu sepellito in quella „ chiesa di Roncagete. Fu poi portato in san „ Georgio e sepolto nell’arca degli Abbati. ,, (Questi è don Pietro Aronzio di cui vedi la no- ta286 p. 575). i65i. 7 Ottobre. Il p- d. Marco di Venetia decano et procuratore dello Stato Veneto assalito da febre terzana continua e maligna adi 13 del pp. mese di settembre hoggi 23 della sua infirmità alle ore dodici è passato a miglior vita... d anni 56. 1648. 2 Marzo. Il molto R. P. D, Fortunato da Venetia abbate titolare et professo di questo monastero di s. Georgio Maggiore di età di ani 70 in circa doppoil settimo giorno di febre maligna ha finalmente reso l’anima al suo creatore munito di tutti li SS. della chiesa da lui chiesti con estrema divotione- Medico l’ecc. Squadron. Arca N.... (Quest’è il celebré don Fortunato Olmo di cui vedi a p. 555 e segg. la nota 228). 1648. 9 Aprile. L’ill. mons. Marin Badoaro vescovo di Pola e monaco Cassin. professo di questo monasterio, d’età d’ani circa ve- i65j. 14 gennajo. „ Il R. P. David di Lon-„ dra decano Cassinense et professo di Ra-,, venna in età d’anni 67 aggravato di mal di ,, pietra dopo il spatio di o5 giorni morì. „ (Non so se questi sia quel David inglese di cui vedi alla nota 5io pag. 579 sebbene il Valle dica che morì nel 1660 circa). 1661. p. Novembre. „ Il R P. D. Teodoro „ di Brescia abbate di s. Giorgio Maggiore et „ professo del monastero di s. Eufemia di „ Brescia ►!<.,, (Quest'è l'ab. TeodoroSchilino di cui a p. 273). 1689. 14 febraro more comun;. ,,11 R. P. D. ,, Alvise di Venetia abate e professo di questo ,, monastero d’ani 65 fy. ,, (Quest è l’abate Alvise Ghedirii di cui alla nota 5u6 p. 581). i6g5 (more veneto) 16 genajo. ,, 11 R. P. ,, abate don Vittore di Venetia ab. titolare e ,, professo di questo mon. d’ani 8^ ■**<•. ,, (Io lo credo il benemerito don Vittore Zignoni di cui varie volle si fece menzione nelle note alla storia del Rossi p 58o e altrove). 1704. 9 giugno. „ II P. D. Benedetto diVe-,, nezia decano titolare e professo di questo ,, monastero portatosi colle dovute licenze in ,, Vienna per sodisfar alle mstanze del serenis-,, simo Elettor Palatino colà giunto assalito da „ febbre <£■. d'ani 69 e fu sepolto nel Domo.,, 1718. 5o Novembre. ,, II R P. D. Cleto di „ Venetia abbate e prqfesso di questo mon. +^. d’anni 73 circa. ,, (E d. Cleto Caspi di cui a nuto in questo monasterio per riaversi, mali- pag. 27.5. Fine dell’Isolaj Chiesa, e Monastero di s. Georgio Maggiore. Tom. IV. 79
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, come dall’epigrafe num. l\. Sparsasi di nuovo fama di grande apparecchio da parte de’turchi contra l’isola di Malta, la repubblica seguendo l’antico uso di non istare frattanto o-ziosa, accrebbe le marittime forze a difesa degli stati proprj, e prepose all’armata come Capitan generale il nostro Melchiorre; e ciò fu nel 1565 geminiano impresse in Venezia nel 1S49. 8 un sonetto a pag. 88 in cui lauda il valor
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