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: I Fasti Carraresi dal Canto I. e II. Padova ristora il governo popolare: Il primo Principe Carrarese. (Padova. Sicca. 1839. 8.vo) per nozze di Andrea Cittadella Vigodarzere con Ar-palice Papafava Antonini dei Carraresi. Io qui ricorderò un altro de’ 2JACC0, che fu prozio del nostro AVGVSTO e che aveva lo stesso nome, cioè, Augusto Zacco figliuolo di Francesco q. domino Piermaria. IN ISOLA. 469 Augusto
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768 ALLA PREFAZIONE. pubblica Maestà da Antonio Castelli e da me unitamente (così scrive don Pier Filippo Castelli nella dedicazione della Storia di Casa Priuli al Vescovo di Vicenza Antonio Marino cardinale Priuli. ALLA CHIESA DI SAINT ADRIA IVO IN ISOLA Voi V. p. 466. Con Decreto del Consiglio de’ X. 50 gen-najo -1785 (ra. v.) vennero soppresse le compagnie clic annualmente si portavano
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ALLA CHIESA DI SANT’ADRIANO IN ISOLA. lauda il Beregan per la sostenuta reggenza di Capodistria, e massime per la molto accurata relazione che dopo il suo regresso in patria , eseguendo le pubbliche leggi ha rassegnata al Consiglio la quale varii essenziali punii comprende e varii utili suggerimenti indirizza singolarmente alla miglior disciplina dei popoli, alla lor sussistenza, e a redimere
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, de i quali ne ha fatto morir su le forche. La cosa stessa narra il Priuli nominando il famosissimo allora Corsaro Pietro Biscaglino, Narra eziandio il Malipiero che del 149.4 venne un tale a Venezia per parte del Re di Francia a dimandar risarcimento per ducati ottantamila di danni cagionati da Andrea Loredan Capitanio delle navi armate, allorquando prese sull’isola del Zante il corsaro bazuola che portava le insegne
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gravissimo . Il padre Domenico Codagli scrisse la vita di questo patriarca, ma non fu pubblicata, com’egli stesso accenna nell’ opuscolo sull’isola e monastero di s. Secondo . Venetia 1609. 4- Leggasi poi l’Armano ( Monum. pag. 76 e n4)> >1 Cornaro ( T. VII. p. 622. T. XIII. p. 164, i65 e altrove delle Venete chiese) il Touron (Histoire des hommes illustres de t ordre de saint Dominique . Paris 1746
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offrì di pagare per mesi tre , balestrieri 5o a ducati otto per uno al mese, et homeni i5o da remo per mesi 5 a ducati quattro per uno al mese essendo assediata Vene-zia da' Genovesi. Da ciò si vede che viveva ancora del i58o circa. La famiglia del presente Marco Berengo era di quelle che abitavano già nell5 isola di Poveglia, e al tempo Tom. I. della guerra di Chioggia vennero per ordine
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il fatto cioè al Capo Zunchi o Zonchio (Corypba-sium ) nella Morea e propriamente nella Messe-nia poco di lungi dall’ isola della Sapienza . Il Sansovino, il Palfero , il Cornaro ed altri lesse1 tomo 1. ro ni. solamente invece di mcccclxxxxkmi. Oggi stassi nel Seminario della Salute coll’aitra al-li numeri V. VI. 8 NOMEN. ELOQVENTIAE. INCOMPARABILE | MARINVS . QVIRINVS . ALOYSl. | H. P. E. | QVI. AN. CI0.1D.XXIII
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stesso tornato abate nel i588 ; il quale Orio mori presidente generale della Congregazione l’anno i5gi il di 22 di settembre, e nell’ isola di s. Giorgio fu sepolto (224)- Giacché di sopra si ricordò essersi fatta con sacra pompa la traslazione dell’ ossa di s. Stefano, ora, prima d’inoltrarsi, ommettere non si crede di notarne alcune circostanze. Pose il doge entro la cassa di legno contenente quelle reliquie
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VI e ambi due impressi con un sonetto in fol. presso il Bonvecchiato. Evvi l’epigrafe pivs vii. RENVNT. S. P. VENET. XIV. MART. MDCCC. 015. XX. avo. aiDceexxm, e sotto si legge S. S. Pio Vli. fu solennemente coronato in Venezia nell’isola di s. Georgio Maggiore il giorno 14 marzo 1800. Fralle medaglie ne tengo una piccola di rame, la quale da una parte ha l’effigie di S. S. colle parole pio
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. In quanto poi al detto don Egnazio era della nobile famiglia de'Squarcialupi fiorentina, e di lui leggi il Gatula. Hist. Abbatiae Cassinensi, voi. I. p. 65i. 602. Venetiis 1733. fol. Anche dell'abbate Girolamo troviamo memoria sotto Vanno 1621 nel mese di settembre allorché trattossi di gittar giù, per vecchiezza, e rifabbricare la Casa che serviva pei dogi in quest' isola. Vedi
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. Queste erano di legno dipinto, imitando il color della noce, e v’ ha memoria che tutto questo legname tratto si fosse da molti arbori ch’erano piantati nella vicina isola della Certosa. Gl’ intagli di tutta questa gran mole furono fatti da Francesco Pauc tede 8co, giovane di molto ingegno, il quale avendoli cominciati nel 1665 il giorno 17 agosto li fini soltanto nel 1671 il primo giorno di gennaro come dai registri
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in questo Monastero nel 149^ il Vescovo di Bressanone ambasciatore di Massimiliano, al quale furono destinati cinquanta patrizii tra dottori e cavalieri ed altri, per levarlo a Marghera dove era pervenuto con tren ta cavalli, e giunto che fu all’ isola di S. Secondo, il magnifico Nico/ò Michiel più giovane degli aliri, secondo che si usava di fare, gli recito un Orazione Ialina. ( P.etro Gradenigo nelle Memorie
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. (Pivetta. Notizie 1884 p. 60). (o) 1774 9 aprile in Pregadi. ,, Commovente e sensibile agli animi del senato si è l’infortunio accaduto sull’isola contigua di s. Giorgio Maggiore de’ pp. Benedettini, che coll’improviaa caduta di quel Campanile andarono a pericolo alcuni de Religiosi, oltre la perdita di uno di loro, di rimanere sepolti sotto le rovine di quella grandiosa mole, che recando grave spavento
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in Venezia in chiesa di s. Marco. 20. Transazione delle ossa di s. Nicolò vescovo di Mira. 21 Vita Ludovici Barbi. 22. [[istoria translationis corporis s. Stephani (questa è già inserita nella Storia del-P Isola). 20. Historia inventionis et translationis corporum sanctorum Nicolai Magni alterius Nicolai, et s. Theodori ec. ( Questa, credo, che sia la già stampata ). Tutte queste opere manuscritte dal num
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che ottenne allora il Baroni licenza dal papa, e dal generale Xavierre, di portar seco molte robe dal convento al vescovado, facendone però nota per doverne risarcire il convento stesso. Essendo nel 1608 alloggiato in quest’ isola di san Secondo, del cui cenobio nel 1.Ì9o era stato priore, consacrò la chiesa coll’assistenza di due altri prelati della religione, cioè frate Girolamo Contarini, vescovo
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per Albano A rmerlo, il quale nel i499 presso all’isola di Sapienza combattendo valorosamente contro a’Turchi con Andrea Loredano mori per la patria , colpa l’incendio alle navi nostre appiccatosi e il niun soccorso mandato da Antonio Grimani e da’provveditori . Del quale Armeno dice Pier Contarmi nel suo Argo vulgar un de tre capi di XL ardente de virtù qual con gran forza de militia ornato expugno
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o Pupilla isola poco di lungi da Venezia ), siccome nota anco il Coronelli nell’ Isolario p. 60 , se non che per errore ivi si legge Marci: era ar-
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298 SAN SECONDO. e potrebbe essere che l’epoca 1237 segnasse una nuova riposizione del corpo seguita in questa chiesa. Ma intorno a cotesta traslazione sembra più veritiero il racconto che ci fa un’ antica pergamena esaminala dal Cornaro e dal de Rubeis, e che altre volte nell’ archivio del monastero di ss. Cosma e Damiano della Giudee-ca si conservava. In questa si dice in sostanza, che il corpo di s. Secondo, protettor d Asti, per trecento e trentatre anni giaceva in una cassa di piombo sotterra in Asti ; che rinvenutosi, fu solennemente esposto, concorrendo molti da diverse parti del mondo per venerarlo; che poscia giunti in quella città alcuni mercatanti veneziani corruppero con danari parecchi della famiglia de’ Venturi, ed ebberne furtivamente il Corpo eh’a Venezia recarono . Sebbene non siavi epoca, pure assegnarsi potrebbe questa invenzione circa l'anno 10.^1, perché i continua-tori del Bollando pensano che il corpo di san Secondo martire avanti quell’ anno 10/^1 sia stato trasportato dal primo sepolcro, già esistente nella chiesa cattedrale di santa Maria alla chiesa propriamente al santo dedicata; e quindi potrebbe dirsi avvenuta la traslazione di esso a Venezia circa quell’epoca . Da tutto ciò dunque veggiamo chiaramente essere incerto il tempo dell’acquisto da noi fatto di questo sacro corpo; che per altro, noi possedevamo anteriormente al iai3, come vedremo fra poco. Un altro errore poi stassi nelle parole della epigrafe EX TVSC COEPIT VOCARl ECCLESIA SS- ERASMl ET SEcrsvi : imperciocché molti anni innanzi al 1207 si denominò questa chiesa col doppio titolo de’ ss. Erasmo e Secondo. In effetto in una donazione nel <089 fatta dal doge Vital Falier a questa chiesa, che ridotta era in estrema necessità, viene essa chiamata de’ss. Secondo ed Erasmo, e con questo doppio nome si legge in un documento del 1158, dal qual tempo in poi fu sempre il monastero negli atti pubblici detto ora di s. Secondo unicamente, ed or de’ ss. Secondo ed Erasmo, come nel Cornaro e nel p. de Rubeis può leggersi. In quanto poi ad Erasmo egli è il vescovo e martire di Formio, del quale a lungo han parlato i Bollandisti nel giorno secondo di giugno . Ha osservato il p. de Rubeis ( p. 247 ) che le antiche pitture in questo monastero lo rappresentano non colle insegne di martire, ma con quelle di vescovo, chiamandolo poi martire gli antichi notarili documenti. Nelle cifre cxxxr che sono tra li due ss e la parola ER.4SUI, si è voluto forse indicare l’epoca del martirio di Secondo; sempre però sono collocate mal a proposito, e l’epoca dovrebbe essere piuttosto cxxxir, sebbene anche questa sia incerta . 2 COIÌPVS S. SEGVN'DI NATVM NOBILE NOBI-LIVS >1 VRTZÌilO »34. HOC VRBS PEDEMON-TIJ ASTA SPOLIATA THESAVRO HANC DITA. VIT INSVLIM 1257 GVI PIA COENOBIJ VOTA HANC EXCITARV5ÌT TVMBAM >692. Abbiamo riconosciuto dall’annotazione precedente essere incerta l’epoca della traslazione del corpo di s. Secondo da Asti in Venezia ; or qui ci convien dire essere del pari incerto quale de’ due santi di questo nome già in Asti venerati sia il nostro. L'uno fu Secondo che nell’anno cxxxnn ( anno però incerto, e vedine il Codagli nella stona a p. 8 tèrgo, e il Bollando — A età ec. T. III. mens. martii die XXX. pag. 797,edit.Anv. )[sotto Adriano imperatore sofferse martirio, e che è protettore di quella città; l’altro è Secondo vescovo di Asti e confessore posto dall’Ughelli ( T. IV, col. ooi, 556 ) tra il 465 e il 65o. Antichissima tradizione a noi fa credere di possedere il corpo del martire ; tradizione che viene in certo modo autenticata dagli stessi Astensi presso i quali lino dal 1213 erasi sparsa fama che noi il corpo del santo Io* ro martire avessimo . A questa tradizione unir si può l’autorità de’ documenti dal Cornaro recati ( T. VI, p. 5, 6) e dal Rubeis ( p. a38 ) sotto gli anni 1191, 1193, 1202, ec. i quali danno l’attributo di martire al nostro Secondo ; quantunque, giustamente parlando , questi documenti non provino già 1' esistenza in quest’ i-sola del corpo del martire, ma solo la intitolazione della chiesa al martire san Secondo . Ma gli Astensi negano apertamente codesta traslazione ; ed appoggiando a tre ¡strumenti di ri-cognizione delle sacre spoglie del martire, l’uno di Guidotto, vescovo di Àsti nel iai5, l'altro di Scipione Damiano pur vescovo di quella città nel 1471» il terzo di Domenico dalla Rovere del i58o, sostengono la identità del corpo di san Secondo martire, da loro tuttavia conservato. L’Ughelli per conciliare la cosa dice, che alla città di Asti rimane veramente il corpo del martire, e che a Venezia per conseguenza fu trasportato quello del vescovo san Secondo-
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1834
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, come si è detto nella nota i5, intagliata in rame l'andata del doge a quest' isola nella vigilia di santo Stefano. E’ dipinta da Giambatista Moretti, e figli, ed incisa da Giambatista Brustolon colle parole sotto: Vesperi diei nativitàtis domìni principe, sena-lu coaiitante, auratis naviliis, regio apparatu ad ecclesiam sancii Georgii majoris pro-ficiscente populus undequaque confluii. Questa era la sola visita
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azioni del Sommo Pontefice Pio VII ec. avvi nel primo comparto la veduta dell’isola di s. Georgio Maggiore e del pergolo da cui si mostrò al popolo Pio VH quando fu eletto Papa, e sotto vi è : La Coronazione di Pio Vii seguita nel monastero di s. Georgio Maggiore in Venezia 21 marzo 1800. (Raccolta Gherro). ■9. Memoria storica interessante intorno alla elezione, al viaggio, ed al solenne ingresso
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