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1922
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— 27 - nuazione di quelle e forse risale alla medesima fonte inedita, ma ha subito numerosi ritocchi posteriori, specialmente in corrispondenza al bacino dell’Orco. Qui una biforcazione che nel primitivo disegno il tìume formava a valle di Oiano (lasciando in mezzo un’ isola) fu cancellata, il percorso di un affluente di sinistra, che sbocca dirimpetto a Flet, fu modificato, otto o nove centri
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erano facte molte querele, e sono homeni se-ditiosi, li parse quelli retenir et condurli lì in Candia per contento di quelli di l’isola di Pario; acciò non facesseno altri inconvenienti, li hanno banditi di dicto loco per fin la Signoria nostra terminerà altro. E perchè hanno fato molti danni, ha voluto dagino se-gurtà di lutto quello hanno facto et per causa loro è sta facti, aciò quelli poveri
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, 332. Candia (di) camera, 81, 127, 160, 175. » arcivescovo v. Landò Giovanni ed Andrea. » figlio dell’ammiraglio, v. Falconetto. » nobiltà e popolo, 378, 381, 383. Canisio Egidio, da Viterbo, generale dell’ordine degli Eremitani, cardinale del titolo di s. Bartolomeo in isola, 85, 452, 466, 523, 564. Canonici della chiesa di S. Marco di Venezia, 348, 476. » della chiesa di S. Pietro di Castello
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, habino poter di andar ad apelarsi a li Consegii, secondo la forma dii suo officio ; con altre clausule, ut in parte. Ave 64 di no, 104 de si, 4 non sinceri ; et fu presa. Fu posto, per li diti, etiam li Savii ai ordeni, 193 una letera al rezimenlo di Cypro in risposta di soe, di 5 Aprii, zerca voler pagar le 15 per 100, jusla la parte, a quelli meterano robe su l’isola per vender; e alento a una nave
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77 Ml'XXI. APRILE. 78 ducati 200 di intrada, videlicet il degan di Brexa e altri pochi, su la qual intra’ a viveslo e dii suo patrimonio fato certi danari, et loro parenti li hanno auti, licci quello lo amazò insieme con una dona et una puta erano in caxa, ne portasse via gran parte, et si judica fusse il Gol di Piero Maraschalcho di Padoa, suo zenero, il qual era sta bandito di Padoa e terre e lochi per soi mensfati, et fo visto li a Piove quel zorno, che la note dito prete fo amazato etc., pregando la Signoria non facesse alcuna cossa conira di loro si non fussenoalditi. Unde il Doxe, consultato con li Consieri, disse saria con li Savii et si vederi; li qual Savii erano daspersi. Gionse tre nave di Soria in Histria, videlicet Mosla, Malipiera et Zuan Caxaruol, parlino di l’i-sola a dì 12 Marzo, et porta letere, di Damasco, di 12 Aprii, con nove il Gazeili è sta roto e taià a pezi dal campo dii Turco a dì 5 Aprii, mia 5 apnesso Damasco, et il Turco esser signor di tutta la Soria, et la caxa dii nostro consolo sicr Carlo di Prioli esser sta messa a saco, et quella dii Dardi Cavaza l'ator di sier Polo Malipiero e altri, con danno di la nation 12 milia saraffi. Tamen poi il Conseio andato dal bassa Feraga a dolersi, li fece bona compagnia et fe’ far cride in pena di la vita chi havesse fato danno a esso Consolo restituisse eie., unde recuperò certi danari li fo tolto et robe. Et che quel bassa havia fato comandamento che nostri mercadanli, quali erano parte fuzili in Cypro, tornaseno in la Soria, confìrmando li capitoli, privilegii eie., prometendo farli bona compagnia; con altre nove, come di solo scriverò più copioso. Et fo lete le lelere di Cypro in Colegio et di Damasco. Da poi disnar, fo Pregadi fato pur in Gran Conseio. 45 Copia de una letera di sier Carlo di Prioli consolo nostro a Damasco, scrita a li rectori de Cypri, narra il conflito et morte dii Gazeili. Magnifici et generosi tanquam fratres ho-norabiles. Per questa mia, la inagnificenlia vostra sera advisala dii periculosissimo caso ocorsomi ne 1’ mirar del victorioso esercito lurchescho in questa terra, che fo a dì 5 dii presente mexe, a ore 21. Et come alcuni turchi introno ne la nostra seraglia et vioienlemente sachizono alcune de le nostre case, et prcBcipue la mia, con manifestissimo periculo de levile nostre; et mi due volte hanno spogliato in strada, dove a loro con varii mezi mi opponeva per mitigar, possendo, la furia loro. Tandem, da poi atili gradissimi danni sohm in le robe nostre, vene in seraglia alcuni jannizari madali dal signor Ferat bassa, capitanio de l’exereilo, in custodia nostra, et non permesse ne fusse facto più danno. La victoria veramente de l’exercito lurchesco, la qual fu qui nel conspecto de la terra, è stala senza occision quasi de ninno turco, che quam primum se afronlò el qu. signor Gazeili cum l’antiguarda solum de l’esercito lurchescho, vedendo soprazonzer lo exercito, che era da homeni 25 milia da facti molto ben in ordine, se misseno tutti li schiavi in fuga, et subito forno tagliali a pezi insieme cum el suo signor Gazeili et molli altri de la terra, adeo che si Ridica non sia scampato quasi ninno de’dieti schiavi; et se dice esser sta morti tra schiavi el di questi di la terra da homeni 5000, senza haver turchi deseralo pur ar-tellaria. Poi, essendo io andato ne l’exercilo a visitar el dicto signor bassa, et poi qui in la terra, mi ha facto bona ciera et assai si ha doluto dii caso nostro, el facto far cride che chi havesse robe de’ franchi le debia restituir in pena de la vita ; el che a’ dicli franchi sia lacla da tulli bona compagnia, facendomi bon cor in tulle le cose nostre; et mi ha commesso debbi scriverli in Cypro a lutti li merca-danti sono de lì da Tripoli, da Baruto, da Aleppo et da ogni altro loco de qui, che voglino venir se-curamente sopra la fede sua a vender, comprar, contractar come a loro piacerà senza esser facto da niuno alcuno dispiacer ; el di questo etiam scrivo a’dicli mercadanti. Del ditto exercito lurchescho parie è partilo de qui, el se dice esser andato verso el Cayro homeni 2000, a li confini de la Zimia altri 2000, el qui ne sono restali da zerca 5000. Tutto el resto è partito, se dice, verso Constanlinopoli et ne le case loro. Et benché habiamo havulo gran danni, tamen perchè el dillo signor bassà monstra volermi bene, non me rincresse tanto de la roba, perché spero le cose nostre anderano bene con lo aiuto dii Signor ldio. Queste cose ho scripto a la magnifi-cenlia vostra per adviso de quelle; le qual scrivendo a Venetia possino scriver la verità del sucesso di le cose de qui, a le qual sempre me ricomando. Data in Damasco a di 12 Fevrcr 1520. Carolus de Priolis consul Damasci. A tergo : Magnificis et generosis dominis Aloysio Dalmario et Zacharice Lauredano re-ctoribus Cypri tanquam fratribus honoran-dissimis.
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a Nichosia adì 11 Aprii. Scrive dii zonzer di esso sier Sebastian lì, e entrato, dove era gran carestia di biave; ma le do nave ve-neno in conserva con formenti, zoè Zuan Vasaio, et il galion dii Contarmi, ha sublevato questa isola. Bora l’inlrada monstra bellisssima per le pioze state e va continuando el piover, et la cavatela solum in do contrade ha fato danno, di nuove che vi sono, zoè al Carpasso
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per venir a meterli su l’isola di Cypro; et come era venuto uno olacho con comandamento dii Signor a quelli confini, che per ogni 10 caxe andassi; uno homo a Constantinopoli su dila armada. Item, per uno merchadanle, vien di Setines, * hanno ivi si leva gran preparation di biscoto. Item, a Syo esser venuto uno comandamento dii Signor, portato |>er uno schiavo di reputation, si lazi preparamento
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, ut in parte, e presa : 137, 54. Fu posto, per li diti Consieri, dar certo possesso di alcuni beneficii renunciadi per il Cardinal Santa f sopra l’isola di Candia a uno Demetrio Alexandro greco, suo fatniliar, ut in parte. Et balolata do volte, fu presa : 98, 8, 2 ; 114, 11, 9. Fu posto, per li dili, certo conlracambio di uno bando, per mutarlo, di Michiel di Zanelo Vendramin bandito da Udcrzo, et contracambiarlo
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, 355, 356. Anderflopoli, v. Adrianopoli. Andrages (?) (Fiandra), 469. Andro (Andres), isola dell’ Arcipelago, 365. Anfo (bresciano), 120, 181. Anglia, v. Inghilterra. Anhalt (Henalt), 335. Anticurt o Mesencurt (?), 354, 373. Antiochia, 81. Anversa, 191, 259, 336, 341, 353, 397. Apruzo, v. Abruzzo. Aquila (Abruzzo), 31, 32, 91, 92, 132, 133, 147, 174. Aquileja (Friuli), 125, 454, 455, 482, 483
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sarà csequilo il lidio, el le galie di Barbaria verano via. Queste lelere fo portale per la nave di Zuan ca-saruol, patron Hironimo Dimatio, vien di Soria carga di biave, cenere e gotoni, qual è zonla sora porto, partì a dì 12 di questo da Corfù, su la qual è sier Andrea Arimondo vien consolo di Damasco, et partì di isola di Cypri a dì 6 Decembrio. Disse sier Bor-lolamio Coniarmi esser zonto con la galia
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da malina era avanti del Fisco, el li turchi venivano apresso la isola de Sìgnì, et li nostri pigliavano la volta de loro, et loro de li noslri. Tre bore avanti sera se alrovorono insieme et comenzorono la bataglìa. Durò tre bore fino vene il scuro, et se lì nostri expetavano ineler sotto vento quella del Turco, barìano guadagnalo grande honor, et Tarmala saria rota. Ma perchè hanno voluto apresarsi
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nostra destinali a la presentia de esso Signor lurcho. De qui le campagne in questo regno mostrano questo anno oplinia saxon de biave; ma ultimamente non si crede; ha dato fuora la cavatela e fato danno al fermento e gotoni in molli lochi de l’isola per non esser stà provisto a questo; ben è vero li orzi non hanno auto danno alcuno. Di sier Bortolamio Contarmi e sier Alvise Mozenigo el cavalier, oratori vanno
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al prefato Slrigonia, et ha il regresso; unde ha ducali G00 su l’isola di Candia de intruda. Et sier Alvise Pisani procuralor spazoe a Roma per averlo, con letere di la Signoria a l’Oralor parli al Papa di questo. A dì 25, fo San Marco. Non fu dillo in chiesia la messa dii zorno, ma funebre; et li Sa vii re-duti con il Colegio, qual feno conzar di suso a l’au-dientia e levar la cariega dii Doxe
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di Cypro carga di sali. Partì di l’isola a dì. . .. Aprii. Et a bocha se intese il Ga-zelli esser vivo con 40 milia persone et volersi con-zonzer col -Sophi ; sichè quelle cosse di la Soria non è quiete. Le qual nove è di grande importantia. È da saper, eri di note a Padoa fo relenulo, dì (1) La carta 149* è bianca. ordine di li Cai dii Consejo di X col Colegio, uno foraussito nominato Antonio fiol
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155 UDXXI, APRILE. 156 parse a mi Maria Sanudo, per conscienlia parlar, vedendo tanta materia passava senza disputatimi. 100 Et mirai in la materia con grandissima atention dii Pregadi, dicendo non è da prender altra parte che quella di Savii dii Consejo; non romper la fede a li Patroni stati in Fiandra et quelli ha toltole galle; non dar adilo a nave forestiere toy l’inviamento a le vostre; non far quello seguite di la parte fu presa di vini di Candia, el re d’Ingaltera messe una altra angaria a le bole andava su Pisula, imi levas-semo la nostra, la soa restò. Dissi le galle anderà vuodc: chi leverale, potendo venir lane conira le leze e con più utilità? e lutto si feva per certe lane venute con navilii forestieri, quale erano a Pisa over a Livorno, dicendo Io missi questa parte dii 1501, e feci lezer la parie, perchè per la guera dii Turco non era sta galle al viazo, nè era per andar, et in questa guera è sta posta, perchè non poteva venir lane con le nostre galle, che non fo mandale. A-desso è posto le galle di Fiandra et li Patroni e mer-cadanli à mandato a far le investide; hora si innova cossa che le republice ben institute non dia far. Dissi, li nostri progenitori dete doni a chi feva nave, el adesso pur ne è qualche una : melando sle parte, qual sarà in consuetudine, le nave ragusee e forestiere torà l’inviamento di Ponente a le nostre nave con danno di la terra, e si perderà il navegar galle in Fiandra, qual erano tre mude fuora. Hora si sta a complacenlia de chi ha lane a meter dite galle a li soi tempi, e di qua vien eh’è poche lane in la terra e care. Feci lezer la parte che misi mi solo, dii 1501, al tempo di la guerra dii Turco, che le potesse venir per terra e per mar con un quarto di nolo, perchè cussi bisognava. A quel tempo non era galle al viazo, ma in armada; adesso le galle va è sta incanlade, non è si poche lane in la terra non perde il viazo di Fiandra; con altre parole che avi benignissima audientia, laudando la parte di sier Batista Erizo e compagni farle venir per terra con un quarto di nolo etc., et veni zoso di renga. Mi rispose sier Fantin Zorzi savio ai ordeni, el parlò per la sua opinion, longo, pratico e copioso; disse assa’ cose, ma li bisogna risposta. Monstre fede eie. Et volendo parlar altri, la Signoria e il Co-legio d’acordo la rimesse a uno altro Consejo, et cbiamono li Provedadori di commi, ordinando do-vesseno far inquisilion quanti baioni di lane fran-cische è in la terra. Exemplum. 96 1521, die 21 Mai, in Bogatis. Sier Baptist a Erizo, sier Lucas Tronus, sier Pau-lus Donalo, sier Nicolaus Bernardo, sier Daniel Ray-nerio Consiliarii. Sier Antonio Justiniano doctore absente; sier Joannes Pisani Caput de XL. Sicome in ogni tempo l’oficio de i Avogadori nostri de commi è slà de grandissima importanlia, dignità et auclorilà, cussi è necessario, per beneficio del Stalo nostro, far ogni provisione per conservarlo ne la dicla sua autorità et dignità; il che consistendo potissimum ne la eleclione a quello de persone che siano sufficiente et notabile, però : L’anderà parte, che per auctorità de questo Consegno, sia preso che de cetero li Avogadori da esser electi haver debino, ultra quanto al presente hanno, ducali 100 a Tanno a raxon di anno a soldi 124 per ducato; debbano esser electi per scrutinio de questo Conseglio, come per avanti far se soleva per bolt'lini et per 4 man di eletion nel Mazor Conseglio, et possino esser electi ctiam quelli che fosseno debitori di la Signoria nostra; star debbano ne l’otitio mesi 16, come per avanti solcano star; non possino refudar soto pena de ducati 500 a soldi 124 per ducato, ultra tulle le altre pene contenute ne le più strete parte dei refudanti; la qual pena li debbi esser tolta per cadauno dei altri Avogadori nostri se atroverano ne l’officio, et cadauno dei capi de’XL senza altro Conseglio. Et la presente parte non se intendi presa se la non sarà posta el presa nel nostro Mazor Conseglio. f De parte .... 157 De non..... 20 Non sinceri ... 0 Consiliarii, etiam sier Antonio Justinian do-tor, sier Barlholomeus de Canale, sier Pelrus Grade-nigo, sier Federieus Michael Capita de XL. Die 2.° Junii in Maiori Consilio posita fuit suprascripta pars et fuere : f De parte. . . . 1097 De non..... 512 Non sinceri . . 3
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di tutte le gente d’arme et fanti, artellarie et schiopeti, talché se faremo pratichi de l’arte militare. El Sacro Colegio, hogi terzo dì, deliberono de mandar danari in campo, et così mandò ducati . ., el se fa provisione de altri. La parie Orsina é tutta in arme, et per quello si ilice, hanno 10 milia fatili et è capo el signor Renzo alozato a Isola C miglia lontan di Roma. El Colona cussi l'ano ancora capo
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509 MDXXII, NOVEMBRE. 510 per passar su l’isola, qual erano stale su la Pranza, fono asallale da una gran fortuna et conveneuo scorer in Bertagna, et doede dite nave le più grande si baveanosommerso, e lealtrenave numero Scapitate in Bertagna, da quelli populi le zelile englesi erano slà laiatea pezzi. El che uno capitatilo di Jorch era perido, et uno sccretariodil Cardinal Eboracense
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6, fo pesada di la misura, pesava libre 500 grosse, el ballote di bronzo mazor di basilisco. Item, morlarì 2000. Ilem, ha fato mine 63, havemo scontrado 50 e a 13 ha dato fuogo, el non ha fallo danno de momento. Per uno gripo de Potamos Irovassemo a Srar-panlo cargo di fasuoli, era stalo ne l’arma’ dii Turco, ne ha dillo, come il Gran Turco si trovava su l’isola et che non ardiva niun di parlar di partir
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611 MDXX, GIUGNO. 353 Ezemplum. A’ 24 dii passato, arivai con la reai armata et esercito de la Cesarea Majestà dinanzi de questa isola de le Gerbe, et in quel di, e ancho in ne l’altro atendessimo a recognoscere il Iodio più comodo per desbarcar. Lo Jovedì da poi, qual l’u a dì 26, pigliai terra in uno locho che ha nome la Hochelta, longe dicidoclo miglia del caslelo, loco mollo comodo
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era lì in Cypro in Nìcosia a dì 3 Septem-brio. Chi dice è sia atosichalo; chi per fatiche tolte al far dii pralicho in l’isola, qual non era però com-pido, si amalo, poi varile; rechazele e in do zorni morite. El questa malina, fo lelc sue letere in Colegio di 22 Avosto, con certo aviso auto da Tripoli, di Alvise di Adamo. Come era nova 12 milia sofiani esser zonti. È da saper, ozi voleano far Consejo
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