(19,221 - 19,240 of 24,545)
Pages
-
-
Title
-
Page 630
-
Date
-
1859
-
Text
-
fece scaricare ('artiglierie contro i veneti bastimenti; ma la ciurma d'una galeotta vicino, composta di soldati schiovoni, accesasi di rabbia, quantunque men numerosa de’neinici,abbordato il vascello, dopo averne colle scimitarre uccisi e feriti alcuni (013 soldati), costrinse il resto ad arrenderti. Al capitano audace fu tronca la lesta, nell’atto che disperatamente colla miccia in mano correva
-
-
Title
-
Page 229
-
Date
-
1859
-
Text
-
quelli de’ veneti s. Leone Bembo vescovo di Mo-done, che sconosciuto volleservirele monache nella coltura dell’orto, morto santamente nel 1 t q7; e del b.Giovanni Olini pretee pievanodis. Gio. Decollato,morto santamente circa ili349, conservandosi incorrotto. D’ambo il Corner riporla l’edificanti agiografie, e di s.Leone l’effigie e le principali sue meravigliedipinte sul coperchio del luogo ove fu collocato
-
-
Title
-
Page 18
-
Date
-
1859
-
Text
-
particolarmente descritti. 5. Governo e osservazioni sopra di esso. 6. Diplomazia. 7. Leggi e scrittori intorno ad esse. 8. Milizia. 9. Commercio. 1 o. Feste sagre e profane. 1 1. Usi e costumi. 12. Prose sopra Venezia. i3. Poesie sopra Venezia in generale. 14- Poesie sopra Venezia in particolare. 15. Drammi sopra fatti veneti. 16. Romanzi. 17. Varietà storiche. La sessione 3/ contiene la storia genealogica
-
-
Title
-
Page 196
-
Date
-
1859
-
Text
-
per depredare i veneti navigli e sturbarne il commercio, assalendoli presso Gallipoli alTimprovviso. Convenne dunque spedire Pietro Loredano generale valorosissimo,! I qua le data una delle più sangui uose battaglie che vantar possa la repubblica, ottenne illustre vittoria a’2g ruaggio 1416. Il sultano Maometto I udita la rotta di sua armata navale, e come i veneziani avanzandosi verso Costantinopoli aveano
-
-
Title
-
Page 331
-
Date
-
1859
-
Text
-
, che sopravvenuti gli aiuti del re d’Ungheria, que’perpetui e fanatici nemici del nome cristiano, nel 1474 Per la singolarissima vittoria riportata da’ veneti, furono costretti abbandonarla, dopo 3 mesi d’ ostinati tentativi per e-spuguarla. La religione del senato attribuendo alla divina misericordia il me- 327 rito d’aver potuto resistere agli sforzi di tanto formidabile nemico, in ringraziamento all’Altissimo
-
-
Title
-
Page 428
-
Date
-
1859
-
Text
-
al Magistrato camerale (recentemente vi fu trasferita laContabilità centrale), a’ Tribunali di ¡trinici Istanza e di Commercio, e ad al tri uffizi ancora. Il loro giro è di circa 2000 piedi veneti.Questeso-no altra cosa che le Fabbriche Nuove sul maggior Canale, architettate dal Sansovino,ad uso della mercatura. Sonodivise in 3 ordini, di tale simmetria, che non può desiderarsi maggiore; ma pur troppo
-
-
Title
-
Page 523
-
Date
-
1859
-
Text
-
tale onde riprodurla sotto forme novelle. E siccome dall’eccidio di Troia nacque la romana potenza, cosi dalle rovine di questa sorse la gloria de’primitivi veneti; e quando i francesi l’ebbero ecclissata, dopo rapide e varie vicende, erede dell’uuli-
-
-
Title
-
Page 589
-
Date
-
1859
-
Text
-
iteri* io non senza diffusione discorsa io diverbi orticoli conviene tenerli prenoti per meglio chiarire il grave argo-menlo, e qui per brevità semplicemente l’indicherò in corsivo. Narra dunque l’en-„mialo conte Dandolo: » Forse non altro line che quello di non mostrare debolezza, ehbe pur lo contesa nella quale in quel tempo medesimo impegnava*'! la repubblica, circa il diritto di nomina al patiiarcatodi Aquileia, la cui diocesi abbracciava anche la parte del Friuli domi» nata dall'Austria; estendendo poi lo gin -nsdiiione metropolitico sopra più vasto territorio, lo non sp, se come pretende il Dtrù sulla fededel Diedo, realmente sus-mlesse fra l’Austria e Venezia una cou-«emione d’ antica data, giusta la (piale questo diritto esercitar si dovesse da'due (¡merni con alternativa costatile, o se abbia invece avuto luogo, come aiiermasi dii Cappelletti, soltanto sotto il regno di Maria Teresa. Ciò a lue poco importa, quando si conceda ciò che il Cappelletti «letto concede : voglio dire, che qualche controversia sia insorta anche prima di Maria Teresa; e che dopo la sua assunzione al trono sia realmente seguito il convegno in questione. Se non che la repubblica seguitando l’usato sistema, anche dopo conchiuso l’accordo, faceva assegnare al patriarca di Aquileia un coadiutore con futura successione. Allora I Austria protestò, ma senza frutto, perchè la repubblica oppoueva alle sue prelese l’antica consuetudine. I goriziani dal- I «lira parte rinnovavano con sempre maggior impegno l’istanze già falle in •Ilei tempi, per ottenere un vescovo loro proprio. Nessuno, per oggetto in sostanza non grave, avrebbe voluto oltrepassare i •ermini delle dispute diplomatiche.Si pre-** allora il partito di assoggettare la de-cuione della controversia al terminativo '■udizio di Renedetto XIV Pontefice, il 'piale pronunziava chei veneziani serbas-*<ro I antico diritto dì eleggere il palliar-“i e gli austriaci iuvece si avessero in 581 Aquileia un vicario apostolico per la porte dello diocesi ad essi soggetta. L’Austria se ne contentava. Non egualmente la repubblica, la quale pretendendo che la circoscrizione dello diocesi offendesse il diritto da lei propugnato, uon solo protestava , ma troncava eziandio ogni relazionediplomatica con Roma, e minacciava altresì di ricorrere a più vigorosi partili. Allora la corte di Sardegna, offrendosi mediatrice, proponeva di sopprimere il patriarcato, e di sostituirgli due arcivescovati in Udine ed iu Gorizia, ad ognuno de’quali sarebbesi nominato dal rispettivo principe territoriale. Ma il senato, com’era a prevedersi, non volendo saperne di limitazioni, respingeva anche questa proposta; l’Austria si atteneva al giudicato da Roma; ed il Papa, malcontento della repubblica, dichiarava di lasciare le conseguenze del conflitto alla responsabilità di chi lo aveva suscitalo. Benché tardi, il senato finalmente si avvide che la controversia non meritava rumore sì grande, ed accoglieva il progetto sardo, non perchè più vantaggioso, ma perchè toglieva ogni causa di nuovi dis-sidii”. L’Arte di verificare le date racconta che nel 1750 il senato entrò in discordia colla s. Sede.» Per patto, già da gran tempo convenuto fra gli arciduchi d’Austria ed i veneziani, doveano le due potenze godere a vicenda il diritto di nominare il patriarca d’ Aquileia , ina gli arciduchi non a vevano mai esercì tato questo loro diritto, dacché nominando i patriarchi d’Aquileia essi medesimi i loro coadiutori, questi ottenevano l’approvazione del senato, e venivano muniti di bolla pontificia che ordinavali alla successione; ora l’imperatrice regina reclamò contro a questo uso; e Papa lienedet-to XIV, (cello per arbitro di tale contestazione, diede il suo giudizio in farina di breve, nel 19 novembre ■ 74*)» c°l quale mentre confermava al senato di nominar solo il patriarca d’Aquileia, stabiliva nella parte austriaca di questo patriarcato
-
-
Title
-
Page 541
-
Date
-
1859
-
Text
-
altrove, la disincamei azione temporanea ,|i Castro e Rouciglione, e il compenso al tlüca di Modena di 3+5,000 scudi, men Ire le pretensioni ascendevano a più milioni, come vuole il suo bibliotecario Mu • nitori, che tuttavia biasimò Luigi XIV pel rigoroso e violento contegno contro il Vicario di Cristo, per un accidente avvenuto in Roma senza colpa sua ede’pa-miti.L’ambasciatore veneto residente in Iioma uel corso de’disturbi e delle traila-live crasi prestato per la quiete e nell’in-trre*»e del Papa, il quale vedendoSpagna uuita a Francia, procurò che la repubblica ti facesse mediatrice della pacificazione. Il senato abbracciò volentieri l'occasione d’allontanare dall'llalia i turbini della guerra c tenere in pace la cristianità.e raccomandò caldamente a’suoi am-Invaatori residenti a Roma e Parigi gli idlizi opportuni per conseguire questo line. Per mezzo dell’ambasciatore di Ve-iieiia a Parigi, il Papa avea rimesso un brete al re di giustificazione; e fu per le incessanti pratiche dell’ ambasciatore Luigi Grimani,che superate le difficoltà Ir« le parli, si ripresero le trattative a Liune e poi a Ponte Bonvicino in Savoia, osen ridusse il veneto Grimaui qual me-JmIoi e,e v’intervennero pure il resiliente ili.Spagnad’luivei ta,iresidenti di Parma eili Modena,e u consoli d’Avignone; finnica Pisa ti concluse l’accennalo accomodamento, facendo dipoi il Papa una segreta protesta per la disgustosa concordia. Grato Alessandro VII alla mediazione veneta, bencbè nel 1660 avesse crea- lo cardinale il b. Gregorio Barbarigo pa-IniK» veneto, in seguito a nomina del senile conferì egual dignità a Giovanni licitino altro nobile veneziano, uella promozione cioè detta delle Corone,per aver creato cardinali de’ nazionali austriaci, tianccsiespagnuoli ad istauza de’rispelli-»'sovrani. — Oradebbo riferire la visita f-itlaa Venezia dal principe di Toscana poi Cosimo 111,descritta dui cav. .Mutilici I', ma con alquanto, ancor lui, denigrare 533 quel principe, che propugnai nell’indiea-to articolo, in uno a’granduci» Medicei. Ferdinando II per allontanare il figlio principe Cosimo nlcun tempo dalla stravagante Margherita Luigia d’Orleans sua moglie, volle che viaggiasse per l’Italia, la Germania e T Olanda, e visitasse le principali città di Lombardia, siugolar-inenle Venezia già du lui ammirata, come di sopra rilevai. Ad aggravare dunque maggiormente l’erario della repubblicani quale ormai non poteva tollerare nuovi dispendii, pe’guerreschi incessanti e gravosissimi, accadde la venuta in Venezia di Cosimo con numeroso seguito, riportato dal patrio annulista, tra’ quali il prete cappellano Filippo Pizzichi, che descrisse il viaggio, a’nostri giorni pubblicato con questo titolo : Avviso a'bcii-gni lettori, premesso al viaggio per l'alta Italia del Ser. Principe di Toscana, poi granduca Cosiino IH, descritto da Filippo Pizzichi, illustrato da Domenico Moreni can. dell’ i. r. basilica di s. Lorenzo di Firenze, ivi 1828. Il Mulinelli riprodusse la descrizione del Pizzichi sul soggiorno di Cosiino in Venezia, divisa in 11 giornate. Partito da Firenze l’ii maggio 1G6.4, con magnifico treno di viaggio, per Bologna, Ferrara e Chiog-già giunse Cosiino a Venezia a’18, prendendo alloggio nel palazzo del Cellesi, residente di Toscana presso la repubblica. Ordinato già aveasipel suo servigio una gondola tutta dorata, cou guernimeuli di tela d’oro, e iregi di putti che sostenevano gli emblemi de’Mcdici e altri,a-vendo a poppa un Nettuno di rilievo dorato, circondato da Tritoni e da putti a cavallo di Delfini. Disponeva pur la repubblica di regalarCosimo soutuosameu-le tanto all’arrivare (pianto al partire, come allora soleva farsi con tutti gli altri principi sovraui,cioè varie specie disquisiti commestibili, vini, confetture, tor-cie, candele ec. ; e siccome altrettanto si praticava in Roma da'Papi, e più esempi ne riprodussi, qui mi uslengo dd de-
-
-
Title
-
Page 376
-
Date
-
1859
-
Text
-
, eli eri restato vedovo, la cui facondia ne concistori e nelle congregazioni destava me ra viglia. E dipoi annoverò pure al sagro collegioi patrizi veneti Luigi Pisani, Zaccaria Delfino e Gianfraucesco Cornine1 done. Sotto questo dogado non fu alien to il sistema di pace, ormai adottato 01 la repubblica, solo premuro»« di m>o nersi in buon accordo con tutti gl' mentre in Francia
-
-
Title
-
Page 545
-
Date
-
1859
-
Text
-
sul principio del seguente gennuio spiegarono le vele verso Provenza, in questa sanguinosa campagna del 1GG8 si calcola che rimasero uccisi io,4oo cristiani, oltre alcune centinaia d’ ufliziali audio principali ; e de’turchi circa 37,000, fra’ quali alcuni pascià, bey e beglierbey. A’ 6 dicembre dello stesso 1668, mancando di denaro la repubblica di Venezia, il Papa cstinse ed abolì ne’dominii veneti
-
-
Title
-
Page 572
-
Date
-
1859
-
Text
-
g) colla medaglia simile, nella quale da un lato si vedeva il Salvatore portante la Croce, e dall’altra il ritratto del Papa : il contestabile Colonna gli cinse la spada,ed i marchesi Cavalieri e Astalli gli poserogli speroni.Questi e la spada,secondo il consueto, avea mandali l'ambasciatore. Di più Clemente XI nel ^oGcreò cardinali i patrizi veneti Pietro l’riuli, per avere ricevuto dal suopro-zio
-
-
Title
-
Page 57
-
Date
-
1859
-
Text
-
narentani, rotti i patti altra volta co’veneti stabiliti, depredate grosse navi venetecarichedi mercanzie, spargevano terrore nell’Adriatico, il perchè era forza di star contro di essi sull’armi quasi continuamente. Ma il doge per nuova congiura nell'interno non era ancor tranquillo. Per 1’ occulte P. II. 49 trame de’ Carosii e degli Obelerii,ed altri, il popolo sommosso a’29 giugno arrestò Giovanni
-
-
Title
-
Page 64
-
Date
-
1859
-
Text
-
, come ottenne, nel 964 o 965, la confermazione de’ soliti privilegi; a questo per la sanzione de’ diritti di Grado a chiesa patriarcale e metropoli di tutta la Venezia. Destro e prudente, seppe eziandio mantenersi in concetto tra’ due imperi, vietando a’ veneti ogni commercio co’maometta-ni, allorché vide che Giovanni Zimisce imperatoregrecoa grandi imprese si preparava contro i saraceni dell’ Asia
-
-
Title
-
Page 412
-
Date
-
1859
-
Text
-
4“4 chi in segno del suo amor grande verso di lui, lo volesse portare. Ricusava il doge ila pi ima il duno, ma pensando clic il rifiuto avrebbe potuto dispiacere al re, consegnava invece il diamante al senato, il quale lo fece collocare nel tesoro di s. Marco, incastonato in un giglio d'oro, con apposita iscrizione. La gemma fu ivi gelosamente custodita fínche mani francesi rubavano ciò che da mani francesi era stalo donato, rimarca il Mutinelli. Con pari liberalità regalavaEnrico 111 di auree collane Luigi Foscari, nel cui palazzo a-vea alloggiato, ed ¡4o nobili giovani che l’aveano servito, gratificando pure con denaro diverse altre persone, oltre le li-mosine. Mentre il re dimorava in Venezia il duca di Savoia Emanuele Filiberto vi si recò privatamente a inchinare il re, accompagnato da molti signori, ed avendo preso alloggio nel palazzo di Luigi Mocenigo, incontro a quello de’Foscari, addobbato di bellissimi cuoi d'oro e tappezzerie finissime, nel partire douò la moglie del proprietario d’una cinta tutta gioiellata, con in mezzo una gemiiiu valutata 1800 scudi, Poi sul medesimo naviglio accompagnato dal doge sino a Lizza-Fusina, il re 8*37 luglio se ne partì alla volta di Ferrara e di Mantova,dou-de per Torino tornare in Francia. Aflìu-che poi si serbasse pubblica la memoria per ogni futura età di quel famoso avvenimento, il senato fece scolpire in marmo l'iscrizione che olire il Mulinelli, e collocare a fronte della principale scala de’ Giganti del palazzo ducale, con eccellenti oroamenti del Vittoria. Rileva VAr-le ili verificare le date, che le magnifiche accoglienze fatte da Venezia a Enrico III, non eransi praticate con altri principi. Il prof. Romanin poi osserva: » E queste feste facevansi ad un principe di quella stessa nazione che 3 secoli prima mandava a domandarea Venezia sussidio di navigli per la Crociata, e due secoli dopo dovea lame la ruina! Tanto mutano i tempi ! \ euezia avea allora bisogno di Francia pei coutrahhdaiiciarealla potenza iksj* fina”. — Ma a’giorni di allegrezza do«« no beu presto succederne altri diestrcat miseria e di lutto, minutamente descritti dal cav. Mulinelli negli Annali i'rta~. di Venezia, ed io già superiormente a* discorsi in più luoghi. Sul Coir del Baie timo i5y4 i fiumi rompevano e inondavano, ed il mare spinto da grande eer il» di velilo, allagò tutta la città, squarciando in 5 luoghi ì circostanti lidi; e nel seguente i575 a’a 5 giugno arrivò un trentino dal la sua patria desolata dalla peite, e morendo la comunicò a’veneziani, nel 9-' tempo il Pontefice trasfen il numio Ca-stagna al governo di Bologna, ed in R i ma crasi recato l’ambasciatore Auto nio Tiepolo. i provveditori alla uniti non mancarono di quanto spettava »1-I’ uffizio loro e di usare ogni opportuno riguardo, nondimeno si dilatò e fcc* miseranda strage. Bensì per le loro diligenti cure,mercè l'inverno sopravvenuta, pareva vinta la tremenda malattia, quan do nella seguente primavera ricomparve con doppio furore; dopo che due famo* professori chiamati da Padova aveanodichiarato il morbo non contagioio, piooli a curare scuz'alcuna precauzione,contro il savio parere de’ medici veneziani M* tremendo teune dietro il disinganno, ed allora fu una sola opinione : era tioppo lardi, tutte le parti c le classi della citi* divenendone infette, ormai non più bastando il Lazzaretto vecchio e il Lana-retto nuovo allora formatosi. Incrudelì tanto il malore,che niuno risparmiò,lenza che il doge Mocenigo col senato cedessero all’altrui esempio d'abbandonar» “ città, quindi facendo le ragioni di luti* gli altri magistrati, a riserva del con«»£l‘-> ile’Dieci e de’Qunranta sopra le cove c»’ minali. Se non che disperando degli aioli umani, si volse il senato più che «ai * quello di Dio, ed’ accordo col paln-".' si fecero pubbliche preghiere e proce*"1' ni di penitenza, per la quale lo slewoi " ge parlò al popolo con sonora »oce 1» *•
-
-
Title
-
Page 714
-
Date
-
1859
-
Text
-
, se tale racconto era esatto, mi fu risposto negativamente, anzi essere favoloso; e poi per calare ne’ pozzi non vi ha d’uopo d¡ mozzi, né le prigioni de pozzi ebbero mai poi tedi ferro). Ma più rigorose furono le indagini e leperquisizioni,quando fu decretata la loro distruzione, alla quale corsero i veneti partigiani de’francesi, che credendo trovarvi grandi cose, carcami e tormenti, atterrati rabbiosamente
-
-
Title
-
Page 644
-
Date
-
1859
-
Text
-
. Succedeva intanto il rovinoso e umiliante trattato di Tolentino, nelquale Pio VI dovette cedere anche la Romagna, che Napoleone nell’ i-stituire la repubblica Cisalpina, formata della Lombardia Austriaca,a questa l’annesse colla repubblica Cispadana, repubblica di poi aumentata col trattato diCam-poformiocon molti paesi già veneti (Della repubblica Cispadana era capoluogo Milano, e Bologna della Cisalpina
-
-
Title
-
Page 573
-
Date
-
1859
-
Text
-
l'eretico Picinino, che faceva altrettanto eoo ¡spargere il veleno de’suoi errori. Più tardi Clemente XI fece pure cardinali i patrizi veneti Alvise Priuli, stato 23 anni uditore di Ilota per la sua nazione; e Gio. Francesco Barbarigo, perfetto modello del b. Cardinal Gregorio suo zio. Ricavo dal Cancellieri, Notizie di Federico IP' re di Danimarca, che questo monarca col nome di conte
-
-
Title
-
Page 761
-
Date
-
1859
-
Text
-
, i paesi veneti si trovarono esposti alle armi austriache, comandate dal principe EnricoXV di Reuss-PIauen, prima a mezzo del generale in capo Hil-ier facendo cominciare le offese nel fine di settembre; prese Trieste, e spedì truppe sufficienti per ricuperare la Croazia, lisina e la Dalmazia. Laonde il viceré Eugenio a tempo avea ordinato le cose necessarie alla guerra imminente. Avendo egli da 70,000
-
-
Title
-
Page 250
-
Date
-
1859
-
Text
-
al suo soldo, sin da’21 agosto avea ottenuto segnalata vittoria vicino a Felletri (F.J, nel luogo perciò detto Campo Morto, pel valore di Roberto Malatesta cedutogli con truppe da’ veneti, indi morto in Roma per la soverchia fatica sostenuta nella pugna ; mentre in Ferrara morì il celebre Federico duca d’ Urbino generale della lega. Non ostante, il Papa cedendo aH'insinuazioni del re e dello Sforza
Pages