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SAN GEMINI ANO < le Lodovico Vidma.no. Venetia MDCLlV. 4-presso Sebastiano Combi et Gio. La Nou. Il Bisaccioni fece ristampare la Vita dì Ala cornetto che era stata ommessa dall’edizione anteriore, ma ommise alcuni opuscoli che entrano nella detta anteriore edizione Si osservi che inline con separato frontispicio, e numerazione ci dev’essere : Vite e fatti (¡’alcuni imperatori Ottomani aggiuntivi di nuovo, cioè Seiino II ec. operetta che sebbene chiamata nel frontispicio generale, nondimeno manca in molti esemplari. Ha già detto il Fosca-rini che i critici succeduti al Sansovino non ¡sdegnarono di ricorrere talvolta a questa Raccolta da esso fatta, e all’ altra opera che citeremo in seguito Annuii Turcheschi, sebbene il Leunclavio non lasci di correggerlo ov’è mestieri. (Letteratura p. \.\6. n 5 |8). Si era servito spezialmente il Sansovino per questa sua raccolta delle latine edizioni latte in Basilea e a Francfort. 1’ una delle quali è Laonici Chalcondylae Atheniensis de origine et rebus gestis Turcorum ec. Basileae ì >56, fol. e l’altra Chronicum 7 urcicorum ec. Fran-cofurli ad Moenum I.ìy8. fol. volumi tre, come chiaro apparisce da parecchi opuscoli nell’una e nell'altra inseriti, e dal Sansovino trasportati ni Ile sue edizioni. Anche il chiarissimo Cavalier de llamrner intese di dar lode al raccoglitore Sansovino quando disse che uno degli opuscoli inseriti in questa Raccolta, cioè quello del Segretario di Sigismondo Malatesta Delle cose, fatte nella Morea da Maometto II, è una delle migliori fonti e delle più estese e degne di fede che possami trovare per quella spedizione (Istoria deli Impero Osmano TV p. 15 4. 141); e cosi pure nel T. VI. p. 551 dice che il Sansovino ha fatto molto bene ad onimettere i discorsi posti dal Barlezio in bocca a Maometto, e a Nicolò Moneta capitano della Cavalleria all’impresa di Scutari; perchè sono supposti. a3. Guicciardini Francesco. Historia d'Italia di nuovo riveduta e corretta per Francesco Sansovino. Venezia per il Sansovino 1062. 8. volumi due. Non ho veduto questa edizione; ma è registrata nella Biblioteca Smittiana, e l'accenna anche Apostolo Zeno nelle Annotazioni al Fontanini (li. aio), nelle quali dice che il pad. Remigio Fiorentino vi aggiunse le postille in margine, e la Vita del Guicciardini. Osservisi però, che nel Catalogo dell’edi-zioni del Guicciardini premesso a quella di Ton. IV. Venezia pel Pasquali 1708 fol. si indica que-st’edizione 156 i con le postille in margine e con la vita del Guicciardini Scritta da M. Francesco Sansovino È probabile che questa sia ( edizione dedicala dal Sansovino a Nicolò di lJrìmo cui del 1/167 ebbe intitolato ¡1 Tito Livio, e della quale fa cenno il Sansovino medesimo in quella dedicazione (Ved. Tito Livio e la seguente edizione. - I.it Il/storia d'Italia di M. Francesco Guicciardini gentiluomo Fiorentino con le postille in margine delle cose notabili ec. di nuovo riveduta et corretta per Francesco Sansovino (volumi a. in 8 ) appresso Jacopo Stoer itìai. Il Sansovino dedira a Nicolò di Primo giovane illustre, e passeggia per le laudi di lui. La V'ita del Guicciardini unita a questa edizione è quella stessa scritta dal San* sovino ch’e nella Epitome 1c*81*, di cui al num. 34. II Moreni nella Bibliografia degli Scrittori Toscani (T. II. p. 51 o) chiama rarissima la Vita del Guicciardini scritta dal Sansovino e stampata a Genove7nel i6ai. edizione perócheda altri non vidi mai citata; e dice ch’è la stessa che trovasi in fronte del Guicciardini di Venezia 1 >6». e i58o, e di Ginevra 1621 e 1626 per Jacopo Stoer. Ma siccome due edizioni nell’anno stesso in6a in Venezia eseguironsi del Guicciardini, l’u-na (eb’è la sopraenunciata) per il Sansovino in due volumi in 8. l’altra ricordata dallo Zeno (II. 210) pel Bonelli in 4°, cosi era ne-cessarioindicare in quale delle due sia la Vita scritta dal Sansovino, tanto più che in quella fatta dal Sansovino in 8. la V ita (per testimonianza dello Zeno) non è .scritta da esso Sansovino, ma da Remigio Fiorentino. I Bibliografi citano ristampe dell' Edizion Ginevrina 1650, 1(559,1645» nelle quali forse, sarà ripetuta la dedicazione Sansoviniana e la vita. 24. Dell'epìtome dell historia d'Italia di M. Francesco Guicciardini libri XX. ec. Venetia per ordine di J a corno Sansovino. MDLXXX. 8. Giacopo Sansovino dedica a Monsignor Federico Cornaro vescovo di Padova, facendo gli elogi di Casa Cornara in data 29 aprile i58o, di Venezia. Vi è la Vita del Guicciardini scritta da Francesco Sansovino, che fu compilatore dell’opera da lui ridotta in XVII libri. 0»serva lo Zeno (lì. 211.) che viene imputato agli abbreviatori de’libri e singolarmente degli storici, di aver fatto perire gli originali. L’epitome del Sansovino va esente 7
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di G- G. Liruti). Tal documento è anche al num. CL. p. 272 del Codice T revisaneo. 1207. Patti e condizioni con le quali sotto il principato di Pier Ziani viene condotta e stabilita una Colonia in Corfù da diversi nobili Veneti sottoscritti nel documento (Questo è nel Codice Trevisaneo a p. 286 col num. CLVII dell'indice stampato). Esso è poi in copia nel libro secondo Pactorum pag. i5o, intitolato
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1827
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| DVM FVGAT O FATVM QVAN I TA TRO-PHEA RAPIS | DECESSIT ANN. X. MCCCCLX | HIT. V. IDVS QVINT.I MARINVS IVSTINII ANVSP ATRVO t DE SE BENEME I RITO EXTRVI | CVRAVIT Ousato Givstiniano, che fra i più cospicui veneti personaggi del secolo XV risplende , ebbe a padre Marco f. di Orsato, e a madre una figliuola di Gabriele Soranzo dal Banco ( Alberi Barbaro ) . Per le nozze di una figlia del signor
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S. ZACCARIA. 164 PARENTIB . OPT. SIBI | POSTER. Q . I THOMAS ZACHARIAS | ET DAVID | FRISCII FRATR. Questa epigrafe leggo in un codice cart. mss. in fol. del secolo XVI, era dello Svayer, ed oggi della Marciana, intitolato Memorie dell" illustre famiglia de Freschi cittadini originar) Veneti. Precedono all’ opera , eh’ è latina, tredici ritratti a miniatura di personaggi della famiglia
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1834
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2.6 S. SEBASTIANO Petri Bonaccioli Veneii. Venetiis 1692. 8 : ma sopratutti Flaminio Cornaro (V. 294) e il Saja-nello (voi. I. 186. II. 37). È solo ad osservarsi che il p. Sajanello credette a torto, che quel Fhaiìc. ch’é sull’epigrafe, che illustro, sia proriamente il nostro frate Francesco poi Giani-atista, imperciocché se Ermolao, giusta l’epigrafe, veniva ad esser nato nel i5oo in punto, non è cosa comune che sendo di soli anni 16 siasi ammogliato ed abbia del i5i6 avuto figliuolo Francesco poi frate; e inoltre d^I i545, quanto al nome, si sarebbe scolpito piuttosto con quello di frate Giambatista, non più con quello di Francesco. Anche il Genealogista Barbaro errò nel dire che Francesco frate nac* que del i55i. 46 DNÀLAVRA BREVIO MATRO I NA XPIANISS. SIBI SVISQ. POS l TERIS VIVES H. M. P. | ANNO MDLIU. DIE P. IVLII Stava nel chiostro sul piano, ed ho potuto vederla e copiarla fra le pietre levate e destinate ad altri usi. La famiglia Bnevio era assai ragguardevole in Venezia fra quelle dell’ordine cittadinesco. Dicon le cronache ch’eran qua venuti fino dal 1286 dalla città di Perugia. Del veggia-mo un Marco Brevio padrone di una delle quattro navi che andavano per traffico in Sona, sotto il capitano Pietro Rimondo, con 2^0 balestrieri, le altre tre erano di Iacopo Malipie-ro, di Andrea da Lezze, e di Cristoforo Soligo. Del i475 un Tommaso Brevio a’29 di mag- io comandava una nave di botti 1200, carica i munizioni, e un’altra di botti 5oo, quando una fortuna improvvisa nel porto stesso di Venezia le investi, e ne perirono 140 uomini compreso il Brevio. (Cronaca Veniera rass. appo di me). Nicolò Brevio gastaldo del serenissimo mori del «527/28 a’20 febbrajo, e in suo luogo venne sostituito un suo amicissimo Batista Sereni ch’era stato a Costantinopoli,‘e un Giovanni Brevio nel gennajo 1627/28 sendo a Milano ri- feriva al provveditor generale Tommaso Moro varie cose intorno a’Cesarei (Vedi Sanulo Diarii voi. XXIX p. 56. XLVI. p. 477- e p. 569.) Ma due letterati distinti di questa Veneziana famiglia abbiamo avuto, cioè Francesco Brevio, e Giovanni Brevio. I. Francesco Brevio cittadino Veneziano dottore in ambe le leggi insegnava il diritto pontificio in Padova fino dal i47^. Tre anni dopo venne ascritto fra’dottori di quel collegio. Passato a Roma continuò ad insegnare, e fu da A-léssandro VI eletto auditore della sacra Rota. Concorse nel 1488 al vescovado di Concordia, come apparisce da’Notatorii della Cancel-laria Ducale. Però fu nominato a quello di Ce-neda nel gennajo 1498 more comuni, per la morte di Nicolò Trevisan; ed ottenne il possesso nel 29 marzo successivo, come dalla Ducale relativa. La cosa è più resa veridica dal contemporaneo Sanuto (Diarii I. 606, il quale cosi scrive sotto il di i5 gennajo 1497/8 : In questo mezo (cioè dopo la morte del Trevisan) el capitolo di Ceneda dicendo haver privilegio de poter loro elezer lo episcopo elexeno ber-nardin Marzelo patricio nostro el qual erra secular et huomo molto da bene et cussi comparse a la signoria rechiedendo fusse scrito a lioma chel pontefice volesse prononciarlo. et cussi fo posto la parte impregadi, et non fu presa, pur per collegio fo scrito ma prima a Roma intese tal nova el pontefice dete ditto vescovado et poi lo prononcioe adi 24 in concistorio a dno francesco brevio auditor di rota di natione padoano (1) erra li in roma etfi-delissimo nostro per il qual piui volte erra sta scripto per la signoria al papa in sua reco-mandatione, siche dicto brevio fo fato episcopo di Ceneda el qual vescoado vai ducati . . . mille et ha mero et misto imperio a Ceneda et autorità di conferir molti beneficii et cussi poi per pregadi li fo dato il possesso. Sappiamo e-ziandio dal Sanuto (Voi. II. p. 027. 4^7- 85o) (1) E' certo da tutte le cronache e da tutti gli scrittori che Francesco Brevio era Veneziano ; e quindi o questo è uno sbaglio del Sanuto; 0 per accidente nacque in Padova il nostro Francesco da genitori Veneziani; ma io il tengo piuttosto uno sbaglio del Cronista, prevenuto forse dal sapere che in Padova per lungo tempo insegnò il Brevio. Il libro che citeremo in seguito impresso del 1490 lo dice chiaramente Veneziano.
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Page 204
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1834
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S. SEBASTIANO i97 piltore anche a fresco, e aveva molte cose di- quale amore egli ed io suoi nutrisseroverso Pao- pinte nel cortile del palazzo Mocenigo a s. Sa* lo pittore (2). muele. Mori in Verona nel »598 d’ anni 60, Di loro vedi il Zanetti (Pittura veneziana p. avendo cpmposto, come intelligente anche del- 264, 267. ) e il Ridolfi ( Voi. I. p. 54-0. 544 le buone lettere , per testimonio del Ridolfi, 346)-versi volgari e satire pungendo i costumi di quell'età. 26 Una lettera antografa di Benedetto Caliari nella quale descrive un quadro allegorico in DANIELI DE HANNA CIVIVENETO | LVCRE' rame eseguito pel veneto patrizio Giacomo TIA VXOR | EX TESTAMETO P. I ET SIBI | Contarmi sta nel Codice Miscellaneo classe MDLXXXII. XI. num. XC. degli italiani nella Biblioteca Marciana. (Quantunque lo stile sia alquanto roz- Esili suolo vicina alla precedente. Palfero zo, nondimeno io qui la riporto (1); come pure lesse male Postems et stbi p. anno dni 1582. uno squarcio del suo testamento che mostra La famiglia d’ Hanna oppure d’ Anita stabi« (1) Copia di lettera di Benedetto Caliari pittore. Orra per non aver posuto più presto adempisco il mio voto con questa umil presenzione (cosi) a V. S. ilus. questo per non esser ingrato d'amore e al debito che li abiamo per li favorì ricevuti. Però essendo noi pittori o voluto come in spechio dimostrar la sua idea inclinazione e disposizione, come io 0 posuto bene conoscerla. Dunque come da me dissegnato, da Carlo abosiato, e da Cabrielfinito; la prego che lo aceti e lo veglia come Genio suo, concetto nelle nostre menti, però finto è gionto di pelegrinaio a il suo albergo, e trovato lo amor sensitivo con lo amor inteletivo lo oprema gli scavesi i strali', et ercule rapresentando il suo nobil operare con il bordone del pelegrina e con il cane rapresentando la fede, scasia e fuga il vizio e il pelegrino san jacomo ocupatosi con la industria, la virtù li adorni il capello della sua girlanda ; i libri, f artegliaria, e li altri stromenti matematisi con l’architetura nella qual si comprende parte di prospetiva, con que’ abbelirnenti de quadri finti, dimostra le lite-re e Farmi e V altre qualità che la fa resplendere; per il che tuti che so nera Ila virtù inclinati degnamente vi onora ; e noi quali siamo riverenti vi bascian le mani oferendoti di quel poco de huomini, animali, archìtetura, et paesi, per questo breve sugetto a posono capire. (Tergo) Invenzion dii quadro Di V. S. Clar.ma e ilustr.ma in rame dii clarmo devotissimo servidore S.r lacomo Contarmi benedetto Caliari pittore. (2) Squarci del Testamento di Benedetto Caliari pittore in atti del notajo Cavanis presentato nell’undici gennajo >5gi (i5g2). *t Sia noto come io Benedetto di ms. Gabriel Caliari Veronese filiolo, et del q. ms. Paulo ìi eccmo pittore fratelo, che de primi ani divisi da li altri nostrifrateli cioè Francesco et y> Antonio, il qual Antonio erra diviso da tuti anco per avanti e da loro avuto carta di bovi no e sintiera aquietatione. ... et così qui uniti in Venetia esso (cioè Paolo) amavimo co- v me padre e come quello che favoreggiato da Dio a auto milior sorte di me e io veramen-n te ver lui come filiolo e fratelo per li benefìtii che di tempo in tempo ricever mi vedevo siavi ino forsi in sino anni di vita, poi e piaciuto a Dio di tuorlo al mondo e lasarrni io a » poter disponer per satisfation de li animi nostri quello che per lege sia permesso essendo « sempre stato unito con esso benche posa dire non aver niente per merito perche esso e » stato quello che a vadagnato.....Ordino che Cabriele, e Carlo frateli e meicari nepo- v ti e come proprj filioli filli di esso q. ms. Paulo 7nio fratelo siano eredi di tuto lo aver che * si crede mio si de mobili come de rtabili, . . (nulla si specifica nè di oggetti di belle arti nè di altro di curiosità).
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1834
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mio sig. oss. ahi Heremitani. Padoa. „ Le suddette Lettere di Girolamo Negro con alcune Orazioni di lui furono dal Mantova fatte imprimere in Padova nel 1579 in 4- col titolo:,, Epistolarum Orationumq. liberìlierony-„ mi Nigri Veneti canonici patavini et I. C. ,, omnium eloquentiss. Patavii apud Simonem ,, Galignanum de Krera MDLXXIX. 4* >> La Lettera inedita del Ramusio teste riferita
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1834
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S. SEBASTIANO 179 . vich coperto sotto quel nome, di cui vedi fra 20 gli altri il canonico Stancovich (2?/ogr. Uom.ill. dell'Istria II. p. io3.) Un carme latino delno-NOBILISS.PAVLE SVPANTIO | QVACVM SI- »,r0 Giustiniani (Alouisii Iustiniani patritii CVTI YNANIMIT. 1 SEMP. VIXIT X. EX IPSA ^eneti canonici Patauini) sta sulla fronte del SVSGEPTIS 1 LIBERIS ITA ETIAM VT CINE- l'bro: Iani Thesei Casoperi, Psychronaei E-RES | POST MORTEM VTRIVSQ. 1 MISCEAN- pistolamm libri duo. M. D. XXXV. (Venetiis. TVR COMMVNE I HOC SIBI ET ILLI MONV- ,535- 8.) E in laude dell’autore e dell’opera. MENTVM 1 MARCVS IVSTINIANVS ALOISII L’altro Alvise 0 Luigi Giustiniani figlio di F. I FLENSPOSVIT. I VIXITAN.XLII.M.I.D. I. Bernardo fu benemerito luogotenente a Udine | MDLI. dove ho letto le due seguenti epigrafi scolpite in suo onore: La prima sui pilastri laterali al-Appiedi del Deposito del vescovo Podaca- la grande scala che dal palazzo del Castello taro si legge questo epitaffii'. SvpantIO cioè Sv- conduce nel gran cortile del pozzo: aeoysio iv-perantio e in italiano Soiuifzo. Lo scultore poi stin. praet. v. c. | dvplicata monim. ob merita J fece senp. invece di sehp. mdlxxi | foboivl. provinciae ] nvmini tvtelahi di- Marco figliuolo di Lvigi q. Marino Givsti- catym | mdlxxi. J L’altra è sul palazzo del Coniasi patrizio veneto nel di iti settembre 1514. mune dalla parte che guarda il Mercatovecchio: fu per danari eletto del maggior Consiglio, aloysio ivstinianopraet | parentiopt | mdlxxi. | sendo di anni a5 (Sanuto. XlX. Ifi). Spusònel Fu poscia podestà a Padova nel *079, e Prov-1551 Paola figliuola di Bernardo Soranzo pur veditore Generale nel Regno di Candia, nella patrizio, e n’ebbe dieci figli, giusta l’epigrafe, qual carica essendo venne fregiato delle veste ma secondo le genealogie del Cappellari non procuratoria di s. Marco de Ultra il 5 giugno ne vissero che otto, cioè Bernardo,Girolamo, i5g3. (Corner. X. p. e Coronelli p. 102. Luigi, Jacopo, Francesco, e tre figliuole. E se- che soggiunse esser egli vissuto in procurai ia condo le genealogie del Barbaro v’era un An- anni otto ni. 2. g. 6. ed essere stato tumulato gelo in luogo del detto Jacopo. Di questi Giù- in s. Zaccaria). stiniani non ho cosa a dire. Abbiamo bensi di quell’epoca due altri del- 2 1 lo stesso nome Luigi, o Alvise Giustiniani distinti. Il primo è Luigi Giustiniani figlio di NOVISS/1 TVBAE EXPECTATVRVS SIGNVM Leonardo il quale fino dal 1629 fu fatto cano- IIACOB. IVSTINIAN.’ D. ANT. SEN. FIL. J_ nico patavino per rassegna di Girolamo Giù- HVNC SIBI TVMVJLVM V. P. 1 ANNO DNI stiniani. Nel 1574 passò coadiutore del patri- MDCXLIX. 1 VIXIT ANNOSLXXV. OBIIT III. arca di Aquileja, e nel i58i rinunciò al ca- KL. APRIL. | ANNO DNI MDCLI. nonicato, essendo poscia morto nel r58 i in attualità di coadjutore. Nel palazzo già patriar- Sta vicina sul suolo alla precedente. Legge-cale (ora vescovile) di Udine è la seguente si nelle carte dell'Archivio Generale che Gia-memoria riportata a p. 220 del voi. II della sto- comò GivsTiniAti q. Antonio con suo testamento ria di Gianfrancesco Palladio : aloysivs ivsti- p. aprile i63i inatti di d. Gasparo Acerbi nianvs YEfiETVs ob doctrinae et probitatis LÀVDEM Cancell. ducale rilevato il 3 ottobre 1651 dice: coadivtor in patriarchaty AQViLEiEffst a ioanne di voler esser sepolto nella chiesa di s. Seba-grimano electvs, immatvro obitv svccessori osvs stiano dì Venezia, e che da’ padri sia fatta far reliqvit. Vedi anche il p. de Rubeis Monum. un’ arca dove loro parerà, con coperchio di Eccles. Aquil. p. 1090. 1096, e il Dondirolgio pietra viva rossa, sul qual li sia fatto inta-Canon. di Padova p. 96. Una lettera di questo gliar la mia arma, il nome e casada, et li an-Giustiniano scritta a Girolamo Vieimo vesco- ni sarò vissudo che alli \l\ di mazzo prossi-vo Emoniense in data 22 dicembre 1575 è ri- mo ■ 631 avrò finido con il giorno che man-cordata nella vita di quest’ ultimo ( Brixiae cherò dì questa vita la qual arca sia perpe-1748. p. 52). In essa lettera ci si conserva la tua de’ miei eredi e discendenti. Lasciò una memoria di un’opera del Vieimo in confuta- annuale mansionaria di ducati XV per una mes-zione degli errori di Mattia Flaccio da Albo- sa solenne. Nuli’altro ho di particolare su na Illirico calvinista, ossia di Mattia Franco- lui.
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era di vasta ei udizione for- (i) l Necrologi parrocchiali esaminati dal padre Pier Calterino Zeno somasco (Storici Veneti T. V. p. XXII) dicono che il Contarini mori a’ 19 di agosto 1619, d’anni Quest’epoca dunque fa che si corregga e il Tommasini, e il Foscarini, e altri che dissero essere morto del 1617 d’anni 4o facendolo nato nel *577, mentre dev’esser nato nel ìSjo. Essi pure han detto che aveva 26
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fece la sua Raccolta. L’ha peroro Scradeo a p. 006 tergo del già altrove citato da me libro Monumentorum Italiae, ed è cosi: sevvltt'ha d. nicol ai vavli de con fin 10 s, ìoannis cbrisostomi . Egli poi aggiunge a questa epigrafe , dopo il chrisostomi ciò che segue: Marci Pauli veneti patricii pater qui de iis quae in Asia vidit Commentarium scripsit annis abbine CCLXX, le quali parole non eran già scolpite
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VENETIIS ORTO EXCEL-LENTIS DOCTRINAE VIRO VNIGA PRVDEN-TIAE ET TEMPERATIAE LAVDE PERCELE-BRI S. R. E. GARDINALl A MARTINO TERTIO SV.V1MO PONTIF. ELECTO LAVS ET GLORIA PER INFINITA SAECVLA .SENAT. CONSVLT. FACTVM. Pietro Morosini figliuolo di Marino 1551 q. Pietro i324 ( Alberi Barbaro) è uno degl’illustri Veneti porporati del principio del secolo XV, conosciuto fra gli estranei col nome anche di Pietro
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ET LAVRENTII VENETOR. PRINCIPV NEPOS . TANTA N IN 1LLO SIVE IVSTITIAE SIVE BENIGNITATIS, SIVE SAPIENTI AE VIS COELITVS INFVSA FVIT, VT INTER MIRAGVLA SCRIBERENEQ. SVPRA MERITV NEQ. A VE RI TATE AL1ENV SIT. QVOD SIGVT1 PLVRlB\rS TV PVBL1CIS TVMPRIVATIS MONVMENTIS ABBVDE TE STATV ita vti EOR NO TEPORE APVD CIVE OPTANDV ET CVRANDV EST NE PORTASSE O VENETI PROCERES DOMIN1I VRIINSTRV-GTORIS ATQ. AERARIJ PVBLICI
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alla vita del Bembo ( Storici Veneti II. p. II. n. c. ) dal Foscarini ( Ragionamento p. 25). Da Lodovico Flangini (Annoi, alle rime del Cappello. II. 120) dall’ ab. Iacopo Morelli ( Operette I. 19^ )• Dall’ ab. Bettinelli ( Parnaso Veneziano 1796. p. 26). Dall’ ab. Rubbi ( Lirici Veneziani p. 012). Il Padre Federico Vincenzo di Poggio (Notizie della Libreria de'Domenicani di s. Romano. Lucca 179
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tutte, le commessioni secrete mandale ai Rappresentanti Veneti ed altre persone nel i565 sotto il detto doge ; codice, per testimonio del eh. ab. Bettio, prezioso ed originale da cui potreb-ber trarsi utili notizie per la storia di que’tempi. Di questo doge e della ricuperazione di Candia sotto di esso avvenuta ha bellamente parlato fra’ moderni storici la nob. donna Giustina Renier Michiel nel voi. II. pag. 201
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manuscritti nella Marciana infoi, cartacei. (Cod.499 e 5oo classe VII.): Eccone il titolo, lura cleri veneti summolabore recollecta seu acta actitata per J. U. D. in foro veneto olim advocatum ecclesiasticum Angelum S. M. M. IX (Sanctae Mariae Matris Domini ) archipraesbiterum Tassis , prothonotarium apostolir.um, Brillae Clementinae Conservato-rem ac insignis paroch. et coll. s. Apollina-risplebanum
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ospitaliere dell’Ospedalelto de’Crocicchieri (ora a’Gesuiti) fu dipinto esattamente da Jacopo Palma il giovane nel 1585 in uno de’quadri di quel luogo, in alto di somministrare il SS. Sacramento ad alcune donne di detto Spedale. (Ridol-fi. Vite. II. 181). Di Litici e di Lodovico Balbi pur veneti cittadini distinti ho detto nel voi. III. pag. 17 e seg., e dirò in altra circostanza di Domenico Balbi prete
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molto nelle cose succedute sotto il Doge Nicolò da Ponte (1578); descrive le allegrezze fatte a Costantinopoli pel ritaglio del signor Turco (i582); dà relazione della venuta de’ principi Giapponesi in Italia e poi in Venezia ( 1585) ; riporta molte parti pubbliche per esteso; i capitoli della pace conchiusa tra il re cattolico di Spagna e la città di Anversa ; la nota de’ Nobili esteri creati patrizi veneti
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del merito, et in cui la lode si confessa povera d’encomi per ornare il suo valore. A questi pertanto cedendo Veminenza del mio luogo fo ri-' verente oblazione della mia ubbidienza. Nelle Miscellanee Corner-Duodo ho veduto alcuni Ordini di Un’Accademia di nobili Veneti, la quale versava in trattare l’eloquenza e le materie politiche, che cominciano : Siano eletti doi savii del Conseglio, doi
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cc. I. OPERE A STAMPA. I. Aloysii Lolini patritii Veneti Eclóga Lau-rus, sub cujus persona nobilissimi- juvenis Laurentii Justiniani obitus defletur. Vene-tiis excudebat Gratiosus Perchacinus i5y6, fol. E' quest’egloga dedicata a Benedetta Giorgio patrizio Veneto da Dionigi Contarmi (Bibl. voi. del Cinelli, t. Ili, p.. 201 ). a. Aloysii Lollini epìscopi Bellunensis lacri-mae in funere Andreae Mauroeeni
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apostolico, gii Ambar » sciadori di Ferrara, e di Lucca cou li 46 » del Consiglio , e lutti li Magistrati della » città, venne la Granduchessa in mezzo delli » Ambasciadori Veneti, e sento di sopra il
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