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, il quale perciò primo essendo stato de’|Veneti oratori a quella repubblica, fecé apparire lo splendore della veneta dignità, e con ogni onorilicenza venne anche da'" principi del-P Alemagna accolto, siccome ne attesta il Moro-sini ( l.c. ) . Serbasi inedita negli a retivi i la Relazione da lui fatta in senato di cotal ambasciata Panno 16x0. Essa comincia: Leprovincie Unite ne' Paesi Bassi: termina sicccrne hofat-to
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per la sua molta scienza Viel Diritto pubblico essendo stato uno de’ cinque procuratori incaricati a comporre il sesto libro dei Veneti Statuti sotto il doge Andrea Dandolo, di cui essoMarconel 1642 era stato uno degli elettori. Vedi il Fo-scarini ( Lette/'. Veneziana p. 18. nota ); FAgostini (Notizie ec. Voi. I. p- IV. ) il Cor- ELL’ ORTO 271 naro ( Eccl. Venetae ec. T. X. p. 5 26 ) ed altri. 2. Marco Moresiài
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( Catalogo degli Scrittori Veneziani, 4. carte 2 ) ; da Pierangelo Zeno ^ Memoria de’ Scrittori patrizii veneti, ediz. 1744 a pag. 58) dove con errore anch’egli il dice patrizio; da Apostolo Zeno nelle Annotazioni alla Biblioteca del Fonlanini ( 1'. I, . 127, 189, ìyo, 25-2, 4G2 ) ; dal Crescim-eni ( Istoria della volgare Poesia. Voi. V, p. 515 ); da Niccola Francesco Haym nella Biblioteca italiana
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sta in un volume mss. di medaglie di veneti illustri da me posseduto. Essa è per laFortezza di Palma, e di mezzana grandezza. Da un lato avvi Talbero Palma e sotto il Leone dormiente Al rovescio le parole- ahcem { a m. ANT. DAItB. [ VUB. CONDENDE | AVT. DEL. 1TTC0 [ ATAM NIC DE [ LF PRO. GE. P. I M.D.C.V. | Gorri-sponde questa medaglia a quella da me indicata nel voi. IV. p. 451. ove del doge Donato. Nel volume
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, della quale anzi possiedo un bello esemplare in carta grande, quello, o uno di quelli dati dal la Noù al mecenate Van A-xel il quale in fine di suo pugno scrisse. Ex libris J oh. Baptistae Axelij patricj Veneti 1670. Ho osservato che tanto l’edizion 1609 quanto questa 1670 hanno, nè più nè meno, le stesse famiglie descritte nella prima edizione «582, e che tutte e tre ommettono le famiglie Pico della Mirandola
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sarebbe stato anche per l’altre che in que’ due volumi parigini si contengono. Ciò pur si dica di quelle che vannosi imprimendo ora a Firenze col titolo : Relazioni degli ambasciatori veneti al senato, raccolte, annotate ed edite da Eugenio Alberi a spese di una società. Firenze 1809. 8. le quali pure hanno non poche varietà cogli originali o colle copie autentiche da noi in più biblioteche possedute. Il chiarissimo conte Leonardo Manin si occupa
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Oflredo. e F. p. 225, e 256. o OLANDESI. Fiorentino conte. 592. OPITERGINI. Barbieri Marcantonio. Tomitano Clem. e Giulio. ORFANOTROFII VENETI. Incurabili, 115. P PADOVANI. Agostino, 3o. Alberto, 5^7. Alvaroto Gregorio. Avezuto, 3og, 648. Barisoni Albertino. Bassani Antonio. Benavides M. Mantova. Boatto Giovanni, 499-Campolongo Alberto. Capodivacca famiglia. Carraresi signori. Cataneo Davide. Cavacto
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) dice essersi ritirato a far vita tranquilla in questa beatissima città eh' è luce e riposo del mondo. Ter saggio del suo affetto a’Veneziani mandò avanti fino dal i555 il libric-ciuolo delVAvvocato (num. 66), dipoi il Dialogo delle cose notabili (num. 65) ; e il Dialogo del gentiluomo Viniziano (num. 84); e le Orazioni a1 Principi Veneti (num.56)\ da ultimo la Venetia descritta (num. 67) notando
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I. delle Relazioni degli amba sciatori Veneti al Senato raccolte, annotate ed edile da Eugenio Ai-béri. (Firenze, 1840, in 8.) Sia laude continua al Sig. Alberi per la bella sua impresa, e perchè (quanto a questa Relazione ) ce la diede integra e corretta a vergogna di chi nel Tesoro t'olitici) l'aveva per la prima volta stampata piena di errori. Io qui per altro non farò che ripetere
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martire a lui dato da suo fratello l'ier Alvise decano del capitolo di Concordia. Nella sagrestia di s. Paolo esisteva il suo ritratto. Ciò ricavasi dalle cronache de’cit-tadini mss. pagina 10 col. 2. Di G iovanni Marsilli Veneziano sta un sonetto al num. XXI della raccolta fatta da G. C- B. (Giovan Cristoforo Bruchner) Veneziano per le nozze di Giovanni Michiel con Elena Cornato patrizii Veneti
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allato l’altare di Casa Bollini, del quale vedi nella Storia premessa la nota 256. Domenico figliuolo di Francesco q. Domenico Bollaci, e di donna Elisabetta Cappello q. Jacopo q. Michele, patrizii Veneti, nacque io febbrajo i5i5 (Alb. Barbaro). Una delle missioni onorifiche da lui avute è 1' ambascieria ad Odoardo VI Re d’Inghilterra, cui fu eletto nel marzo 1547 (Annali Veneti mss. appo
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a p. XXVI del libro.,, Gior-,, naie del Viaggio nella Svizzera fatto da „ Angelo Querini senatore Veneziano nel ,, MDCCLXXVII descritto dal dottore Giro-,, lamo Festari di Valdagno. Venezia Picotti ,, MDCCCXXXV. „ 4. libro da me dato fuori con prefazione, notizie e note, per celebrare le nozze di Cecilia Querini con Pietro Zeno patrizi! Veneti. pag. 160 col. 1. Nei Componimenti poetici per il procuratore
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5o. 4, A queste cose si può aggiungere la epistola pastorale testé indicata al Clero e popolo di Corfù, e saravvi probabilmente anche quella al clero e popolo di Feltrej che però non vidi, e forse qualche altea. Fra i libri che lo ricordano é il Sandi Storia Civile. Suppl. T. I. p 290. Gli Annali Veneti T. I. a. 1766. p. 16. il Tentori. Storia Veneta T. I. p. 291, il Moschini Letter. Vene/. T. I. p. 2ci3, il Meneghelli. Veneziana
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S. GEORGIO serenissimo Principe di Spagna D. Filippo dAustria. Altri Ragionamenti poco dissimili , per non dire gli stessi , ma corretti, egli indirizza in data di Venezia io luglio 1679 a Bianca Cappello granduchessa di Toscana. Stavano questi rnss. in due tomi in 8.vo cartacei appe^ il nobile uomo Bernardo Queri-ni di Lauro senatore nello scorso secolo, come veggo in un catalogo mss. Non so dove ora sieno. Nella Marciana peraltro abbiamo un codice segnato al LI della classe lì. il quale contiene lìagionamenti di cose di Governo di Gioirla ria Mfmmo (i)e parimente nella libreria del fu Matteo Luigi Canonici poscia passata a Giovanni Perissinotti, ed ora in Inghilterra, stava un codice cartaceo del secolo XVI. in 8.vo con Ragiona-menti di Giammaria Memmo; notizia, che ricavo dal catalogo mss di quella Biblioteca ; non avendo potuto vedere il libro. Forse tanto quelli ch’erano del Querini, quanto quelli del Canonici saran simili a quelli che MAGGIORE 507 abbiamo nella Marciana. Nella terza parte della Biblioteca Daluziana a pag. 125. si registra un codice al num. 804. Ragionamenti di Giovan Maria Marno (cosi) cavalier l'initi a no. Autori che ricordano il Memmo sono , fra gli altri, l’Alberici. Catalogo degli scrittori veneziani i6o5. p. 40. anno i555. — Il Doni. Libreria. Venezia i58o. p- 26. tergo. Lo Stringa. Venezia del Sansovino p.401. terg. lib. XIII. Il Ghillini ( Teatro ec. voi. 1. p. 109. no) 11 Superbi. Trionfo degli eroi veneziani, lib. III. pag. 66. Il Papadopoli. Ilist. Gym. Patav. p. 58. lib. I. capo XVII. l o 2'e no nella Fontaniniana. T. I. pag. 104. II. 558. Neumayr. Illustr. del Prato della Valle, p. 149. i5o. ec. II. Giambatista Memmo nacque di Francesco q. Nicolò e di Bartolomea Pesaro di Barte- (1) Malgrado che questo Codice non contenga in sostanza che il Dialogo stampato, di cui al n. 3; nondimeno le variazioni che vi sono, meritano che lo descriva: Codicetto cartaceo in 16 di nitidissimo carattere corsivo, del secolo XVII. intitolato: Ragionamenti del dottore et cavaliere Giovan-Ma ria Memo. Precede la dedicazione al sermo et eccelso principe di Venetia, humilservitor Giovan-Maria MemoD. et K-, la quale comincia E’ degna et lodevole consuetudine, senza data ; nella quale presenta al doge due figliuoli, (questi erano Giambatista e Nicolò) e la prima giornata de’ suoi Ragionamenti. Succede l’operetta che comincia Degli Ragionamenti del dottore et cavaliere M. Giovan Mar/« Mewo giornata prima. Fu sempre giudicato per cosa certa da me... Essi si dicono avvenuti in casa di m. Giovanni Cornaro tra molti distinti personaggi, perciocché essendo venuto a Venezia il cardinale Nicolò Redol-fi che s’era fermato più mesi nel suo vescovato di Vicenza, e andato a visitare il Cornaro ove trovossi in conversazione col figliolo del Cornaro ch’è Commendator di Cipro {giovane di rarissime virtù et conditioni et di molta speranza il quale havendo vita sarà la gloria et essaltatione di casa sua et gli aggiungerà la quarta insegna di Cardinale (nel che il Memo tu indovino perchè Federico Cornaro tiglio del suddetto Giovanni fu il quarto Cardinale della casa eletto nel i585 ) si posero a ragionare insieme, e presenti v’erano il R. M. Braccio Mar teli vescovo di Fiesole gentiluomo fiorentino ; il cavalier m. Giovan Giorgio Trissino nobile Vicentino uomini dCottime lettere et de’ più elevati et rari ingegni eh'/labbia l’Italia a5 tempi d'hoggi• Don Diego Urtado di Mendozza orator cesareo in Venetia huomo di quelle degne et rare conditioni et di quel elevato et acuto ingegno accompagnato d’unu sin gelar dottrina a tutti nota ; m. Giovanni Grimano patriarca d Aquilegia ; Girolamo Foscari vescovo di Torcetto; il R. abate M. Francisco Loredana; e! R. M. lustinian lustinianocavalier Ilierosolimitano. Finisce il Codicetto : et poi se n'andarono a posare con promissione di ritornare la seguente sera alti principiati ragionamenti. Da tutto quindi vedesi che questa prima giornata altro non è che il primo libro del Dialogo che si ha alle stampe del Giolito MDLXIIl oppure i564, mutata la dedicazione che nella jtampa è a Massimiliano ; mutato il luogo del Ragionamentochel’edizione poneinRo-m» in casa dell’amb. Navagero ; mutati i nomi dcgl’Interlocutori (tranne il Comendator Cornaro, il Grimani e il Foscari), e mutate anche alcune parole e sentimenti del Dialogo. Nella edizione poi vi sono gli altri due dialoghi che nel codice mancano.
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juiiioris Veneti civis philo-sophi, et I. V. C. Antiparaenesis ad Caesa-rem Baronium cardinalem prò serenissima republica Veneta. Patavy apud Robertum Mejettum 1606. et' ibid. per Societatem. 1607. 4* Di 8°1' ao anni scrisse quest’opera il Crasso; e nella prefazione dà lode al vecchio Nicolò suo avo di eloquentissimo oratore e di ottimo cittadino. Difende la patria dalle accuse datele al tempo
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finora io non ho veduto, ma cataloghi stampati e mss. fedede-gni me ne danno contezza. (1) Appo l’abate Brunacci alla metà circa dello scorso secolo esisteva del nostro Veniero stampato anche il libro seguente.' Conclusiones universales Laurentii Ve ne rii patritii Veneti filli ohm clarissiini d. Marini procuratoris sancii Marci in naturali philosophia et Meta-physica. Item Conclusiones
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, e termina co’ libri impressi distribuiti per ordine di materie. Mori il Sozomeno circa il 1655. Di lui, fra gli altri, leggasi l’ab. D. Iacopo Morelli nella Dissertazione storica della pubblica Libreria di san Marco ( Operette voi. I , p. 116 117 ), e il I’apadopoli ( Hist. Gymn. Patav. tom. II, p. lai 122 ), e don Pier Catterino Zeno ( Andrene Mmroceni Vita ec. nel tomo V degli Storici Veneti a pag. xxi
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della casa Cip-pica ricorda; il Vossio; e lo Zeno nelle dissertazioni su lui ( T. II, p. 51 e seg. ) e nella Prefazione agli Storici Veneti p. xn; Marco Fosca-rini nella Letteratura Veneziana, p. a55, ed ab tri parlano di Coriolano.
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i5* S. ZACCARIA. cr;nevae 17^ 1. p. 76) ; I’ Elojr ( Dizionario sto- ferro, acciò non sia traspirato , et possi esser rico dilla Medicina voi. V7. p. 281. Napoli 1760 goduto, et visto da elevati ingegni, che di ciò 8. J ; L’ Hiller ( B bl. Medie. T. I. p. 586. T. si dilettassero; et prego, anzi ordino et voglio, II. p. 7 j. ) ■ che ne sia fatto nota particolare nelli catastici 'Via fuvvi un precedente Bmedetto Rinio lì- di essi reverendi padri deli obbligo che harari-gliuolo di Lodovico medico, che fu anch’ esso no et della custodia et del lasciarlo vedere ma medico e filosofo Veneto . Questi dopo avere con l'intervento sempre de doi padri. Dalla perlustrati varii paesi, e fornito il corso degli libreria de’ ss. Gio. e Paolo ove fu sempre cu-studii suoi nella città di Padova , venne a fer- stodito anche colla catena , passò nel 17^0 a mare il suo domicilio in Venezia 1’ anno i4i5- quella di s. Marco, siccome me ne avvisa il eh. Varias perlustrando regiones ( die’egli nel li- signor ab. Bettio, per una maggior sicurezza , bro che noterò qui sotto) in fiorentissima tan- essendo che que’ padri non troppo gelosi de’li-dem urbe Venstia , venetiarum provincie me- bri loro s’ eran permessi degli arbitrii in cote-tropoli domicilium statuì post primi studii per- sta materia (1 ); ed oggi vedesi nella detta Mar-fectionem in Patavia urbe Cfiristi currentibus ciana. ¡Voi comprendiamo dalle parole del Te-annis millenis quadricenteriis quindecenis ec. stamento di Alberto che questo codice era fin Dalle quali parole io sarei indotto a credere che d’ allora tenuto per cosa preziosa; e in effetto egli non fosse nativo di Venezia , quantunque che sia tale , ne fecero piena testimonianza gl’ si collochi fra gli scrittori Veneziani, e che Ve- intelligenti. Uno de’ primi si è Pandolfo Coltellato si chiamasse dal lungo domicilio che qui nuccio pesarese il quale fin dal 1 /fg3 avendolo ebba, e dalla famiglia che qui fu da lui pianta- veduto in una nostra speaieria all’insegna della ta, dalla quale Benedetto e gli altri in s. Zacca- testa di moro, dice: in ea liber est herbarius ria sepolti discesero. Stabilitosi dunque fra noi tanta arte ac diligentia pictus ut natas paginis egli si diede a scrivere un’ opera intitolata : Li- illis st/is herbas non efjfigiatas credas . Un al-b :r de Sunplicibus Bénedicti Rinij medici et tro si è il chiarissimo nostro ed eruditissimo ab. philosophl Vened ■ Questo codice manustì’itto don Jacopo Morelli il quale descrivendo il co-inadito, in carta, del secolo XV fu lasciato da dice minutamente , lo ripose fralle più pregia-Alberto Rinio alla libreria de’ss. Giovanni e te opere di botanica e per antichità e per copia, Paolo della nostra città. Ecco l’interessante pun- e per la maravigliosa bravura con cui son rap-to del testamento di Alberto eh’ è del i5g5. a’ presentate le erbe a miniatura . Un altro si è il 10. di settembre rogato nella parrocchia di s. non men illustre cavaliere Leopoldo conte Ci-Próeulo : Perchè il q. eccellente missier Bene- cognara che le stesse cose afferma là dove par-detto mio padre carissimo ( cioè Benedetto cui la del Ducale palazzo . Ma, a che cercare gli spetta la epigrafe che illustro) mi lasciò per il esempli d’ altri in cose che si ponno vedere e suo testamento un libro De Semplici che vale toccare con mano ? Chiunque il vegga dirà es-un tesoro miniato al vivo , chiamato Herbolaro ser tale la verità di quelle foglie che pajoro in mia. protezione con strettissimo obbligo che svelte di recente dalla terra ed applicate sulla m/i lo lasciasse uscire di casa nostra nè di carta, anziché dipinte. Benedetto fu ajutato a vi ino mia ; et essendo io rimasto solo senza comporre questa opera dal proprio padre Lodo-iigliuoli, et venendo occasione della mia morte vico Rinio eh’ egli chiama medico dottissimo , ondino e vogUo che il detto libro sia posto nel- e da Nicolò Roccabonella medico dat’oneglia-la libraria delli reverendi padri de' santi Gio- no ( del quale a suo tempo vedremo la pietra vanni e Paolo-, il quale sia bene et diligente- sepolcrale), e dice che la compose per frutto minte custodito, legandolo con una catena di anche di Jacopo Rinio suo primo figliuolo dot- (1) Li poca gelosia de' Domenicani a' ss. Gio. e Paolo nel custodire i libri portò un forte decreta del senato del 2.1 dicembre 1789. del quale abbiamo copia a p. 5i. 5i. voi. Il della Storia della Letteratura dell ab. Moschini . In esso fralle altre cose si dice, che importando in vista da’ passati e rècenti trafugamenti succeduti nella libreria de’ ss. Gio. e Paolo, di preservare dai pericoli ai quali potrebbero essere esposti i preziosi rimanenti libri a stampa e mss. in gran parte greci , arabi e di altre straniere lingue, che vi esistono e Sono totalmente inutili agli stiidj di epe’ religiosi e da loro non intesi, si ordina che debbano essere tutti trasportati nella libreria di s. M i reo.
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Venetiarum et fidantia hoininibus Venetis per totam terram „ suam. Dirnittitur medietas carobolarum Venetis quas solvebant Veneti prò honore du-,, cis Venetiarum... Guido dominus Biblii per dei gratiam assensu et voluntate Aalis uxo-,, ris mee dono et concedo Tibi Theophilo Zeno baiulo in Suria... 1217. 2. die novembr. ,, infrante. ,, l.a voce Carobolarum è scritta ora Carrobolas, ora Quarrubolas
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