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sopra dell’altre che prima v’erano, ma che furono cancellate; cosicché si vede che v’era l’uso di giuocare al Pallone in questo campo. PANDòLO. Zogar al pandòlo, è proprio de’uostri fanciulli; ed è giuoco cui una volta dicevasi Lipa, o Lippa, e a Firenze Aré busé. Veggasi il Dizionario del dialetto Ven. di Giuseppe Boerio alla voce PANDÒLO — ALB.° (arbitrio). L. 200 DE PIC. (Lire 200 de’piccoli), che costavano soldi 20 Veneti alla lira, a differenza
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le sue correzioni all* Orazio, anche queste pregevoli, meritando la preferenza sopra le anteriori edizioni di questo classico poeta (27). Moriva nel giorno 21 giugno dell’ anno 1521 il Doge Leonardo Loredano, e fu da’ Veneti padri affidata allo storico Navagero l’incumbenza di recitarne le pubbliche laudi. E in questa oltre la eloquenza che vi spicca, il sullodalo Meneghelli ricordava le gravi doltrine
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Museum illustr, poeta-rum cum notis Michaelis Foscareni nobilis Veneti. Yen. 1053. 12.° a p. 45. Anche in un Codice del secolo XVI. veduto dal Morelli presso il p. M. Federici domenicano a S. Agostino di Padova, eomenenle Carmina poelanim saec. XVI. ve ue erano del Navuge-ro, ina probabilmente già degli stampali. Gli altri autori erano : Hieronymus Bono-nius, Laurenlius Chrysaorius Venetus, Titus
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Storia Lib. XIV. p. 496. Parte II.) Stette in Ferrara per questo oggetto il Lio fino al marzo 4598 in che arrivarono gli ambasciatori Veneti per rallegrarsi con Sua Santità del riacquisto di quella Città, li quali furono Giacomo Foscarini, Lunardo Donato, Paolo Paruta e Giacomo Soranzo. Roberto del 4599 andò iu Ispagna coll’ambasciadore Francesco Molin (che fu poi doge di Venezia), e col più volle
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S. SALVATORE DI MVRANO. 443 » Haec animi virlus : haec est quaesita » per annos » Gloria : ut e sacro pectore vivat honos : » Dii (precor) Augusti specimen sortemq. » Metelli. » Concedant votis tempus in omne sui. » Vive diu nostriq. memor sis deniq. no-» ster. » Et mea sint cordi munera parva libi. » Ex foeticissima tua Murani Academia virtuti et posteritali dalum. Questo G. Licinio ha eziaudio versi latini in un Codice Marciano (era Contarmi^ num. CCXLIV classe XIV, a carte -190 con questo titolo: Nicolai Ruffiviri elegantissimi ad Nicolaum Ri-gam Symposion per LICINIVM. Comincia : Delphice da plectrum valeam modo carmina vales Fingere quae coelus possit amare luus ec. Sono diecinove distici in lode del lauto banchetto dato dal RufTo al Riga. — Anche a pag. -194 dello stesso Codice stanno altri versi del LICINIO intitolati : Ad Magntficum D. Federicum Cornarittm Fenetum divi Marci procuratorem. LYCINIVS. Eccoli : » Ille ego vel emptor videor durusve Ia-» nista » Pannosam nostri dum videt ara togam. » Corripis et carpis, Corneli magna sena-» tus » Gloria, ut illustri vesliar usque toga. • Non toga non marcet, sed fortis florida » vivit. » Vivit et aeterno non moritura die. » Hanc cupio : hanc veneror omniq. ex » parte beatum » Me facit et tristein pellere pauperient. » Ergo ne videar pannosior usque sacel-» Io « Praestantem mittas tu, generose, togam. Il Morelli nel registrare nel Catalogo dei mss. Contarini questi due componimenti osservava che nè l’uno nè l'altro è senza grazia ; congbietturando giustamente, essere questo LICINIO lo stesso che pose nel Lucrezio da lui emendato ed edito nel 4495 li sopra riferiti versi. Nè era lontano il Morelli dal credere spettante al LICINIO medesimo un poemetto ch’egli lesse già in un codice manoscritto della libreria Soraozo con questo titolo : Angustino Barbadico inclyto Venetiarum principi panegyricon per Licinium Polensem presbiterum edilum. Sulla qual con-ghieltura nulla posso dire, non avendo veduto tale panegirico, nè sapendo che Polense o da Pota si chiamasse il Muranese LICINIO. Il nostro C. LICINIO fu seppellito nella Chiesa di San Pietro Martire di Murano, siccome accennava lo slesso Moschini a p. 209 del Volume li della Letteratura Veneziana. Quella sigla C. fu interpretata per Caio ; ma potrebbe anche interpretarsi CAMlAo tanto più che qui vedremo un suo discente di nome Camillo. Di C. Licinio faceva prima degli altri menzione 1’ illustre Tommaso Giuseppe Farsetti, ricordando i carmi Latini nel Lucrezio 1495, a p. 14 15 del libro : Poesie volgari e latine di Cornelio Castaldi da Feltre ec. Londra. MDCCLVII. 8; e dietro lui il Moschini a p. 24 della Guida di Murano 1808, e a p. 209 del Volume II della Letleratura Veneziana. Resterebbe a dite di quale Accademia Muranese abbia inteso di parlare C. LICINIO ; e a questo proposito il Moschini p. 23 della Guida scrive : « Ora da queste parole ( ex » foelicissima tua Murani Academia) sembra » potersi dedurre che siccome qua solevansi » ad oggetto di studio i Veneli patrizii tra-t sferire, così venissero dal vulgo chiamati » gli Studiosi, giacché nacquero posterior-» mente al tempo di cui qui parla il Farli setti ( secolo XV e principio del XVI ) le » Accademie che teneano nome, impresa, e » motto. » Che tale unióne avesse il titolo di Studiosi non è che una congliietlura del Moschini e del Fanello che al Moschini comunicava le sue notizie ; del resto non si sa che ci sieno scritture del secolo XV o del principio del XVI che con lai vocabolo chiamino quella dotta società. Il Fanello poi nei suoi mss. affibbia ad essa anche uno stemma, o impresa, cioè un Barometro, col motto RIGORE CRESCIT; ma primieramente, come testé osservava il Moschini, in allora non erano in uso cotali imprese e motti ; in secondo luogo questa impresa lo Za-non, benché malamente (p. 281 della Utilità delle Accademie) 1’ ascrive alla ben posteriore Accademia degli Angustiati il cui fondatore si fu, come ho detto nelle epigrafi di Santo Stefano di Murano, Domenico Gisberti; e
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hospes et ingeniorum censor longe gravissimiis, Iionestissimis accitum (Fracaslorium) condilionibus in Academiam ad Portum Naonem inslilutam in Andreae Naugerii palritii Veneti, et Joì. nnis Collae praecellenlium poelarum conturbernium evocavit. (Vila premessa all’ Opeta Omnia llier. Frac. Vendiis (1574). Vedesì che il Navagero forse più degli altri Accademici faceva stanza iu Pordenone appo il Liviano
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44 S. ANDREA San Vito, sla oggidì sopra apposito altare nella Chiesa di San Maurizio. 15. « De cultu B. Bonaventurae Tornielli » Foroliviensis Ordiuis servorum B. Mariae » V. ad amplissimum viruin Franciscum Ma-» riain Pecoronium ejusdem Ordinis Procu-*> ralorem Gcneralem, et Sacrae Riluum Con-» gregalionis Consultorem, Dissertalio epi-» stolaiis Flaminii Cornelii senatoris Veneti.» (T. Xlf
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, in Collegio nel seguente giorno cinque, come legato a nome di Giulio li. del qual è servilor stalo anni 48 in caxasoa. Ringraziò la Signoria per quanto avea contribuito, mediante i Cardinali Veneti, alla elezione del papa, e col mezzo eziandio di Pietro Grimani Toji. VI. che gli diede danari. — ( Questo Grimani figliuolo del doge Antonio è quegli di cui ho detto a p. 160 e a p. 360, 361. del Volume
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. Non vidi a stampa che il Tometto I. e II. della Classe prima Lirici. La dedicazione è al n. u. Giacomo Giustinian di Lorenzo. Le classi dovevano essere sette. In questi due Tometti sono sonetti de’Veneti, Antonio Longo, Giacomo Zustinian Recanati, Eronimo Miceneo (Girolamo Ascauio Molin), Cornelia Barbaro Gritti pastorella d’Arcadia sotto il nome di Aurisbe, Lucio Antonio Balbi, Gasparo Gozzi, Pietro
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al 1618. Dol resto è già noto che questo cognome è sparso per molte città d'Italia, e che nelle nostre provincie si resero illustri, fra gli altri, un Bartolommeo Pattenio orignario di Ambasciadori, delle Istruzioni, delle Credenziali, dei Ceremoniali ec. Avvi un’ appendice bibliografica de’più importanti libri in tale materia usciti alle stampe, un elenco degli ambasciadori veneti presso Roma
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in Italia, (p. 472. b) Di- e pedestre, come ha per lo più quello dei leltavasi, come nota il Sivos ( Vite de’ dogi secolo XV, e le desinenze vi sieno bene T. primo p. 523. del mio esemplare ) dive- spesso false e stirale, ad ogni modo eli5 è slire spesso di bianco, e ciò ad onore di curiosa, ha de’buoni versi, e vi si fa men-Maria Vergine della quale era devotissimo, zione di molte case di nobili Veneti
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Calma. Venezia. 8. 1784- L’occasione eh’ ebbe il Calura di scrivere questo canto è la seguente. Il Cavaliere e Procuratore di San Marco Francesco Pesaro fece costruire dalli fratelli Zanclii un pallone aerostatico del diametro di piedi veneti venli, che si alzò nel do aprile 1785 nel Gran Canale rimpet-to alla Piazzetta. Nè fu solo jioela il Calura in tale circostanza, ma eziandio il Conte Francesco
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feerie, pazientemente la sua infermità sopportava adattandosi a’voleri dell’Altissimo. Ben ella era diversa da quella monaca, di cui nell’altro mio Codice 11. 1008 intitolato Annali Veneti, in data 4 febbrajo ij88 'Cioè i58q) leggo: essere, cioè, in Pregadi giunte Lettere di Spagna le quali dicevano: che erosi condannata quella monaca stimata santa bevendosi comprobato chiaramente
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nel libro : Capitulare Legum notariis publicis Venetiarum et ex parte aliarmi civilatum serenissimi Veneti dominii impositarum ec. Ve-neliis. Poleti. -1689. 4. Era egli notaio pubblico collegiato di Venezia. L’ opera è dedicata a Pietro Garzoni senatore. Uscito fino dal 1632 il Capitolare de’Notnj, ma però difleltoso si per pubblici decreti anteriori, come per non esservi siati aggiunti i posteriormente
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di Padova (ivi 4825. Voi. II. }>. 8. 13. III. p. 473) e furono Bortolo, Taddeo, e tre col nome di Antonio. E questi erano oriundi di Renevcnto. Ma che i Lio segretarii Veneti vengano propriamente 59 Sv da quelli di Padova, non apparisce dall’ Albero che è nella suddetta Cronaca Ziliola, il quale comincia da un Girolamo, e non vi si vedono i nomi nè di Bortolo, nè di Taddeo, nè di Antonio. Peraltro
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Veneti. Ven. T. I. 1718. Francesco Asolano nel luogo sopracitalo ossia nella Epistola premessa alla prima deca di Tito Livio (1518 Aldo) a lai proposito scriveva, che la patria » quas » domi, forisque rcs gessit, ob amplitudine!» suam nulla non memoria dignas, ut » in historiam redigcrenlur, libi potissimum decreto publice stipendio dedit : fore » arbitrans, ut ca non minus propler splendorem
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S. ANDREA DE ZIRADA. 405 t lettera di complimento e di laudi alla No-gurola per le elegantissime sue epistole; e vi si ricordano anche alcune illustri donne antiche letterate - Copia del secolo scorso XVIII di questa lettera è in altro codice Marciano cartaceo in fol. num. XX classe XI intitolato Collectio opusculorum, il qual codice era della Libreria Svayer. d) Nicolai Barbi patricii Veneti
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anche dal"- mio distinto amico professore in Padova Antonio Vnlsecchi. Pare che questo Epigramma sia una delle prime produzioni del Navagero, il quale allora non contava che 16 anni circa di età. II. Gilasco Eutelidcnsc ( il padre Mariano liuele ) nella Scanzia XXII. aggiunta alla Biblioteca volante del Ciucili (Rovereto 1736 io 12.*) a p, 6. dice: Andreae Naugerii patritii Veneti carmina aliquot ex manuscriplo codice
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il Masser quel principino battezzato, aveva anni 5 1/2 in 4. Nei Codici vFoscariniani a Vienna ( non a Venezia, come per ¡sbaglio leggesi a p. 150. in nota della Scorsa di un Lombardo negli Arcliivii di Venezia 4836. 8.®) è Rapporto sull’ entrata trionfale del Re di Francia in Milano, fatto al doge dai due Oratori veneti Marco Dandolo e Pietro Pasqualigo 2 ottobre 1515. Vedi Gar. mss. Foscarini p. 421
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Cebotto veneziano248.249. Suo busto in marmo 897. 1478. Guerre in Morea. Evvi provveditore dell'armata veneta Pietro Arimondo 110. 1482. Guerra tra i Ferraresi e i Veneziani.Vi si segnalarono alcuni di casa Secco 684. Armamento di galee per far danno al territorio di Le-gnago 564. Si manda Giacomo de Mezzo ambasciato-tore per accomodar le cose co’ Ferraresi 608. Sisto IV scomunica i Veneziani perchè non vogliono desistere da tale impresa 535. Alcuni frati sono esiliati perciò da Venezia ivi. Cagioni della ' guerra narrata da un anonimo 42. 1484-1485. Giostra seguita nella piazza di S. Marce 684. -1488. Jacopo Donato essendo per la repubblica in Aleppo dà notizie della rotta ch’ebbe il Turco dal Soldano 499. ■1490. L’armata turchesca viene in vista di Corfù. È eletto Andrea Loredano a capita-nio del Mare per opporvi-si -119. 1493-1491. Carnali corsaro è inseguito dal provveditore Andrea Loredano che ne prende e ne brucia molti navigli 119. 1493. É relegato in vita a Cipro Girolamo Zorzi per avere sposata Catterina Nadal occultando di essere già ammogliato eoo Lucrezia Ta-gliapictra 118. 1497. I Francesi danneggiano il Mare Adriatico e prendono una nave carica di frumento di Pietro Brocheta capitano 15. 1496-1497-1498.Nuove imprese di Andrea Loredano capitano delle barche armate contro i Corsari a Capo Malio, ad Oricella, a Nixla ed altri luoghi 119. 120. 121. 1498-1499. Nicola Orsino conte di Pitigliano generale del-l’armi della repubblica è accompagnato a Ravenna da Francesco Foscari podestà di Vicenza, d’ordine della Repubblica 562. -1499. Fiero combattimento ira l’armata turchesca e la veneziana. Valorosi ne sono Albano Armerio e Andrea Loredano. Loro sfortuna ed elogio 121 s 124. 1499. I Veneziani prendono possesso di Cremona, e il primo rettore è Domenico Trevisano, e il primo capitanio Nicolò Foscari 828. 1499-1500. Antonio Grimani capitano generale viene spogliato della sua carica, processato, e mandato in esilio, dal quale fugge, a Roma presso Domenico cardinale suo figliuolo. Osservazione su questo fallo 123. 1500. Principio circa quest’anno della celebre Accademia Aldina in Venezia , la quale durò fin poco dopo il 1515 epoca della morte di Aldo Romano 225. 1500il503. Cristoforo Moro è provveditore dell’ armi in Bomagna. Sue molte riferte al Senato 586. 1500;1504. Insistenza del Nun-cio apostolico Leonini per riavere alla Chiesa Pesaro, Rimini, Faenza ed altri luo-ghi « Sue varie domande. Risposte del doge Agostino B^rbafigo 16 usque 19. 1506. Muore in Venezia Marcantonio Sabellico storilo illustre 173. ■1508. Cristoforo Moro luogotenente in Cipro, eletto capitane di quattordici navi ripatria e viene in Senato 4095 colla barba per essergli morta la moglie (1). Con-ghietture che egli sia adombrato nella tragedia Otel- lo 586. -1508. Battaglia a Briseghella. Fatto di Jacopo Loredano. Conghieltura sulla corazza di lui 868. 1508. Guerre tra la repubblica e l’Imp. E capitanio a Duino Alvise Contarini' 651. 1509. Guerra della lega diCam-bray contro la repub. 1509. All! 14 maggio, rotta de’Veneziani a Ghiaradadda 587. 828. Segnali di allegrezza per tale rotta falli dalla città di Ferrara 629. Fuga da Padova dei figli naturali di Giacomo re di Cipro e loro raccoglimento presso le monache di Santo Andrea di Venezia 777. Vicende diverse della guerra, punizione di ribelli ec. 15.1 17.225. .226. 242. usque 245. 289. 562. 564. 588. 029. 685. 958. 959. Versi latini che la rammentano 289. 788. 1510. Giulio li. già promotore della lega diCambray si riconcilia co’Veneziani contra i Francesi. Poesia relativa del Navagero 289. 868. 1510. Enea Cavriana è fatto capitano di ducento balestrieri della repubblica, e difende valorosamente Montagnana da’ Francesi 233. 1510. Guerra nel Polesine contro il duca di Ferrara. Provveditore in campo presso Verona Cristoforo Moro 588. 1510 10 luglio. Morte di Catle-rina Cornara regina di Cipro. Orazione funebre di Andrea Navagero 227. 1510-1511. Ricuperazione di Vicenza e fortificazioni nella città di Padova 588. 1511. Terremoto che rovina la la barba per la morte della moglie non portare la barba, abbia voluto (1) Non so se allora fosse uso comune de’ palrizii di lasciarsi crescere o di qualche altro parente, come oggi gli ebrei, oppure se il Moro usato a così dare un segno del suo particolare dolore per tale morte.
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