(18,701 - 18,720 of 24,545)
Pages
-
-
Title
-
Page 573
-
Date
-
1929
-
Text
-
I] gran Mogul Akhbar: l’unione della Chiesa nestoriana. 497 missione, in quattro vescovati e nello stesso tempo il suo innalzamento ad archidiocesi. Ad essa rimase la parte centrale dell’isola di Luzon, mentre la parte settentrionale venne assegnata alla nuova diocesi di Nueva Segovia; quella meridionale alla diocesi di Nueva (’áceres e le isole rimanenti dell’arcipelago alla diocesi di Cebú
-
-
Title
-
Page 692
-
Date
-
1929
-
Text
-
616 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo XI. Con impetuosità vertiginosa l’acqua fece crollare numerose case anzitutto in Borgo, all’isola di S. Bartolomeo ed a Bipetta. In tanti altri edifìci le fondamenta vennero talmente corrose, che esse dovettero più tardi venir sorrette con intavolati e travi, o con nuove sostruzioni; fabbricati più antichi, come la casa del professato dei Gesuiti
-
-
Title
-
Page 607
-
Date
-
1929
-
Text
-
anelavano alla vendetta. Presi tutti i provvedimenti necessarii per una battaglia, la flotta nella notte del 6 ottobre nonostante vento sfavorevole fece vela, tenendosi strettamente alle isole rupestri delle Curzolari, note nell’antichità col nome di Echinadi, verso l’ampio golfo di Patrasso. Allorché la mattina seguente, per lo stretto canale fra l’isola Oscia e il capo Scrofa si entrò in quel golfo, Don
-
-
Title
-
Page 565
-
Date
-
1929
-
Text
-
della Corgna (* relazione di B. Pia in data di Roma 15 febbraio 1567, Archivio Gonzaga in Mantova). Alla fine del 1567 l’isola parve di nuovo minacciata dai Turchi. La Valette chiese allora aiuto al duca di Anjou (v. la sua lettera del 3 no*-vembre 1567 presso Fixlon n. 2499); la Francia non fece nulla, ma Pio V ordinò il 28 ottobre 1567 un giubileo (* Bandi V, 1, p. 160, Archivio segreto pontificio
-
-
Title
-
Page 556
-
Date
-
1929
-
Text
-
Granada cfr. Marcellino da Civezza loc. cit. 27. I Francescani tentarono di stabilirsi saldamente nell’isola della Trinidad nel 1571; ibid. 36. o Constitu1ion.es P. Vili, c. 1, n. 9 (Tnst. 8. J. II, Florent. 1893, 115, IVO-
-
-
Title
-
Page 407
-
Date
-
1888
-
Text
-
; — carratada, 127; — obblighi al paisenatico, 128. § 4. Abitanti ed abitato................pag. 129 Coloni dall’alta Italia, 129; — nuove famiglie nel sec. XYI, 130; — lo reposso dei deserti, 130; — aumento della popolazione nel sec. XVIII, 131; — nuovi fabbricati, 133; — fuori delle mura nell’isola, 133; — al di là del ponte, 134; — otturamento del canale, 135; — nuovo campanile e duomo, 135; — molo
-
-
Title
-
Page 130
-
Date
-
1911
-
Text
-
. — Vuoisi, che intorno l’ anno 1212, Zara abbia accolto fra le sue mura (V. P. Donato Fabianich „Storia dei Frati Minori“ Tomo II, pag. 5), il Santo fondatore dell’ Ordine e che lo stesso abbia instituito il Convento. Da Zara, essersi egli poi recato nell’isola di Pastnan, fondandovi un altro Convento. Il Convento francescano di Zara venne nell' anno 1858, e più tardi, rinnovato ed ampliato
-
-
Title
-
Page 425
-
Date
-
1925
-
Text
-
258.— Fazioni dei Caloprini e Morosini 258.— Trattato con Ottone IT 259. — Nuova nemicizia con esso. I traditori 260. — Blocco delle Isole 261.— Opportuna morte di Ottone e vendetta sui traditori 262. — Isola di s. Giorgio 265. — Il doge Memo costretto a farsi monaco 265. LIBRO QUARTO. CAPITOLO I. Pietro Orseolo II doge XXVI; sua politica esterna coll’Oriente, coll’Italia,coi Saraceni, pag. 267
-
-
Title
-
Page 141
-
Date
-
1911
-
Text
-
“). — Adesso è impoverita e gli abitanti emigrano oltre l’Oceano, particolarmente nella repubblica Argentina. — Le vecchie donne di Selve portavano dei cappelli di forma originale — che vanno perdendosi. — C’ è nell’ isola anche un ballo nazionale (c. d. Silbeujski) ed è noto 1’ uso antico dell’ elezione ed incoronazione del re del villaggio („seoski Kralj“) che seguiva ogni anno il 26 Dicembre e la cui autorità durava
-
-
Title
-
Page 46
-
Date
-
1928
-
Text
-
, che, nella seconda metà del trecento, ancora lotta e resiste bene. Questa lotta si manifesta non *) Anzi, in un momento della storia spalatina del trecento, nel 1388, il comune, non potendo più sopportare lo strazio che del suo territorio di terraferma facevano i bosnesi e i clissani, dichiarò al re d’Ungheria Sigismondo d’esser pronto a rinunciare a una parte di questo territorio in cambio di qualche isola
-
-
Title
-
Page 209
-
Date
-
1911
-
Text
-
di qualche giacimento di carbon fossile e dell’ asfalto, riduconsi a ben poca cosa ; — almeno come stanno finora le cose. — (V. „Viaggio in Dalmazia" dell’ Abate Alberto Fortis — Venezia, presso Alvise Milocco, all’Apolline, 1774). Nel Voi. II si tratta di Traù, Spalato, del Corso del Cettina; del Primorje di Macarsca; delle isole : Lissa, Pelagosa, Lesina e Brazza „nel mare dalmatico“ e dell’ isola d’Arbe
-
-
Title
-
Page 276
-
Date
-
1911
-
Text
-
(prefetto in Cilicia, sotto l’imperatore Nerone) che, esiliato a Meleda, vi fabbricò un palazzo di cui esistono ancora le vestigia. — Nel VII secolo, venne l’isola occupata dai croati ; nel X secolo apparteneva ai Conti del Narenta; nei secoli XI e XII ai Conti di Zahumlje ed in questa epoca ricordasi la chiesa di San Pancrazio a Babinopolje. Appartenne poi ai serbi Nemanja fin l’anno 1357 e passò
-
-
Title
-
Page 434
-
Date
-
1911
-
Text
-
— 428 — XIII. Col 1 Ottobre 1903 principiò a funzionare il nuovo Capitanato Distrettuale della Brazza, che ha la sede a San Pietro della Brazza, in seguito a distacco dell’ isola Brazza dal distretto politico di Spalato. XIV. Distretto politico di Zara. — Abitanti 75.322. Case 13.234. Comuni: 1. Arbe, Podestà: Dominis Pietro; I ass. Bakota Giuseppe — Abitanti 4465. Case 810. Elettori 1406
-
-
Title
-
Page 197
-
Date
-
1911
-
Text
-
la conquistarono, rimasero i Turchi in possesso di Clissa, ceduta dai Turchi definitivamente a Venezia, appena mediante un trattato dell’a. 1669. — Nel 1809, gli aiistriaci avevano posto l’assedio a Clissa, occupata dalle truppe francesi. *) Nell’anno 1630, molti CandioUi, presa dai turchi quell’isola, ottennero da Venezia di stabilirsi a Clissa, allora pressoché deserta per le ultime guerre; e di là, passarono
-
-
Title
-
Page 146
-
Date
-
1911
-
Text
-
I, ed inaugurato addì 20 Maggio 1841. La presente strada regia, che pel Velebit conduce in Croazia, fu aperta 1’ anno 1832. L’ abate prof. Stefano Ivacich compose, per tale occasione, una Canzone di vera italiana eleganza.*) I massi granitici hanno delle somiglianze coi „Faraglioni“ dell’ isola di Capri, nella strana loro configurazione, a pareti, e frastagli di enormi colonne. Uno dei panorami dalmati
-
-
Title
-
Page 122
-
Date
-
1911
-
Text
-
e Proconsole della Dalmazia, riedifica la chiesa ed il convento di San Griàogono, cavaliere romano e martire di Aquilea, gonfalone della città. — Nel 997, avendo gli Slavi, coi Narentani occupato 1’ isola di Pasman, di cui erano possessori i Zaratini, invocano questi 1’ ajuto dei Veneziani, i quali nel giorno dell’ Ascensione arrivano a Zara, festosamente accolti. — Nel conflitto vuoisi abbia perduto la vita
-
-
Title
-
Page 172
-
Date
-
1911
-
Text
-
di arcivescovo e sciolse ogni rapporto suffraganeo con Spalato. — Nell’a. 1221, alleanza di Spalato e Traù, contro i pirati Almissani. — Nel 1240, a questi ultimi tolgono gli Spalatini l’isola Brazza e fanno prigione il duce dei pirati, Osor figlio di Malduco. — Dall’a. 932, era il Vescovo di Spalato Primate della Dalmazia e Croazia e fino l’a. 1828 aveva il rango di Arcivescovo. — Nel 1242, i tartari (mongoli
-
-
Title
-
Page 116
-
Date
-
1928
-
Text
-
il loro sostentamento. Anche la famiglia di Vettor Carpaccio, originaria dell’isola di Mazzorbo, si trasferì a Venezia, e andò ad abitare, nel secolo XIV, nella contrada di San Raffaele, contigua a quella di San Niccolò, esercitando il mestiere di pescatori o quello di costruttori di barche (squeraroli) <3). I nicolotti, pescatori e sque-raroli, non appena la Repubblica chiamava i suoi marinai, abbandonavano
-
-
Title
-
Page 163
-
Date
-
1928
-
Text
-
L’ARTE NELL’INDUSTRIA 149 vietava la fabbrica, lo spaccio e l’uso delle pietre preziose false, con un decreto'del-l’aprile 1487, richiamato in vigore il 27 ottobre 1638 (4). L’isola industre mandava i vitrei cubetti (tessere), d’oro e a colori, ai (1) Felice Faber (Evagatorium cit., Ili, pag. 395) diceva nel 1488 che al mondo non si trovavano così preziosi vetrami, quali si fabbricavano
-
-
Title
-
Page 61
-
Date
-
1927
-
Text
-
VENEZIA E LE SUE LAGUNE 45 anche junctoria, da jungere, come, per un esempio, quella via marginale di contro airisola di San Giorgio, chiamata lino da antichi tempi Schiavona, e poi degli Schiavo/li, perchè era luogo di approdo e di traffico dei navigatori di quella nazione. Col vocabolo ruga, che da principio significava una serie di case contigue (ruga domorum de sergentibus), si indicarono poi alcune altre strade. Furono chiamati campi gli spazi dinanzi alle chiese, territori quelli intorno alle case, campielli i piccoli campi, corti le piazzuole interne. Nomi di vie, di canali, di ponti si trovano nei docu- menti più antichi, come cal de rnez, ~ & calle de venefico, ma le denominazioni ancora, si determinarono nel Dugento. cà Zeno, calle cà da Mosto, calle cà yjk ' Rampani aveano le loro botteghe. calle & dei becheri, ruga degli orefici ; altre ÌF~' claHa forma stessa delle vie, come calle || ^ toni messi per coltello e a spina, o ili pietre (lapidibus salivare) e per ciò mR , lÌv chiamata salizada ; ma le più erano L * ^ steriate. Sulle strade colavano i la- j| [fj .aK' va- ri imn.cni'.i delle cu me e i rifiuti J itv . *•'? della vita (2); i porci dei monaci di ® Sant'Antonio grufolavano tra l’erba11', i cavalli correvano per le vie principali, e lungo la Merceria sorgevano a San Salvatore una ficaia e a San Giuliano ut/ U 1 ORUPPO DI PORI'IDO PRESSO LA PORTA DELLA CARTA. un sambugher (sambuco), a cui si legavano le cavalcature dei magistrati, chiamati a consiglio dal suono della campana, detta trotterà, dal trotto dei cavalli e delle mule che conducevano quei magistrati al palazzo ducale. Fin dal secolo IX, propriamente sotto il dogado di Pietro Tribuno (8S8-912), la piazza di San Marco, chiamata brolo, perchè coperta di erbe e piantata di alberi, fu cinta, per difesa dalle incursioni nemiche, di una muraglia con merli la quale giungeva fino alla chiesa di Santa Maria Zobenigo (4>. Circa dello stesso tempo devono essere le (1) Cecchetti, La vita dei Veti, nel 1300, in « Arch. Ven. », a. 1884, voi. XXVII, pagg. 4, 37. (2) Nei documenti si trovano ricordate latrine sotterranee (1134), subteraneos conductos (1205), ma in quasi tutte le strade si versavano i rifiuti delle case. Cecchetti, La vita’dei Veneziani nel 1300 cit., pag. 26. (3) Arch. di Stato, Magg. Consiglio, Leona, c. 188, 10 ott. 1409 : « Cum ista animalta porcina, que sub spetie et reve-« rentia sancti Antonii vadunt per civitatem nostram Vcnetiarum, faciant et committant plurima et diversa mala tain contra « pueros quam in stratis et fundamentis, propter suum rumare in damnum et deformitatem nostre civitatis... Et nunc * nuper commiserint certa abhominabilia mala in personas aliquorum puerorum... vadit pars quod... proclametur... quod... « dominus prior sancti Antonii debeat omnia anitnalia sua predicta tenere ultra pontem sancti Antonii, a parte ecclesie, « ita quod nullo modo amplius vadant per civitatem nostram Venetiarum... etc. ». (4) Pietro Tribuno nel nono anno del suo dogado, per difendere la città dalle repentine incursioni degli Ungheri, fece costruire questa muraglia, al termine della quale una grossa catena attraversava il Canalgrande ed era fermata alla
Pages