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. Anche molti particolari sono estremamente pittoreschi, così i molini ancorati nel Tevere presso S. Giovanni de’ Fiorentini e presso l’isola di S. Bartolomeo ed il giardino affascinante del palazzo Bentivoglio (Maz-zarino-Rospigliosi), altri di effetto addirittura commovente: dietro S. Pietro si vede il campo di lavoro per la demolizione deH’antica basilica e la costruzione della nuova, il deposito dei materiali
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484 Paolo V. 1605-1621. Capitolo IX. liazione dei cattolici venne ancora estesa ulteriormente mediante altri mezzi illegali.1 Paolo Y fece quanto potè per l’isola infelice; ripetutamente egli inviò al vicario apostolico Giacomo White come al popolo irlandese lettere di consolazione e d’incoraggiamento.2 Giorno e notte, scrisse egli una volta, il pensiero delle sorti irlandesi non gli usciva
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764 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo IX. Un punto straordinariamente importante per la missione del Levante era Costantinopoli, ove i Gesuiti nel 1609 avevano riaperto la loro casa distrutta dalla peste.1 La loro azione colà era tanto più necessaria, perchè dal 4 novembre 1620, il seggio del patriarcato greco era occupato da un uomo, il quale nutriva contro la Chiesa cattolica e il papato un odio non superabile, nè dai suoi correligionari scismatici, nè dai suoi amici olandesi: Cirillo Lucaris.* Questo astuto Cretese, al quale mancava una cultura teologica veramente profonda,3 aveva già prima combattuta in Polonia l’unione dei Euteni4 ed era entrato da patriarca di Alessandria (1602-1620) in relazione con Anglicani e Calvinisti. Il pericolo che da ciò derivava agli sforzi della S. Sede per l’unione aveva già spaventato Gregorio XV.5 Esso era destinato a crescere straordinariamente sotto Urbano Vili, perchè nella sua nuova posizione il Lucaris assunse a compito della sua vita il riempire la Chiesa greca di spirito calvinistico. Naturalmente gli si opposero a Cosi ai;t i-nopoli i Gesuiti; attraverso l’inviato francese De Césy essi ottennero nell’aprile 1623 ch’egli fosse bandito a Eodi, ma già nell’ottobre egli potè rioccupare il suo posto coll’aiuto degli inviati di Olanda e di Inghilterra.8 La prima cosa che fece, fu di far stampare sotto il nome di uno dei suoi scolari, Zaccaria Gerganos, in Wittemberg un catechismo, destinato a diffondere tra i Greci idee protestanti. Il suo tentativo di guadagnare l’inviato francese ai suoi piani parono i Cappuccini; vedi « * Della visita dell’isole dell’arcipelago in virtii del legato del defunto cardinale Giustiniani» (Visite XIII 211 ss.); « * Relatione della visita dell’isole d’Andro, Sira etc. fatta dal P. Michael Albertino e suoi compagni Giesuiti 1635 » dicembre (ivi XIV 173 s.; cfr. ivi 174: * Lettera del gesuita Dom. Mauritio, in data, Chio 25 gennaio 1636: proposte per promuovere la cura d’anime); « * Visita delle isole dell’Arcipelago di Lorenzo Tulina e di due padri Cappuccini 1638 » (ivi XVII 45 ss.); « * Visita delle chiese di Scio 1643» (ivi XXIV 299 ss.); * Visita delle isole ad opera di Dom. Mauritio 1643 (ivi XXV 8); « * Visita dell’isole dell’Arcipelago del P. G. B. Ale*-io 1644» (ivi XXV 187 ss.). Urbano Vili curò molto gl’Italo-greci dell Itali-1 meridionale e della Sicilia. Una prima visita di essi venne intrapresa alla ti»' del 1629 (vedi * Visite Vili 302 s.) una seconda nel 1630 (ivi 318 s.). 11111 terza e una quarta nel 1635 e 1636 (ivi XIII e XIV, Archivio ‘ 1 Propaganda in Roma). 1 Cfr. la presente Opera, voi. XII 275. 2 L’ampia letteratura su quest’uomo, la cui carriera fu movimentata coi»1 quella di nessun altro patriarca greco, è raccolta nel modo migliore da 1 • Meyer nella Realenzyklopàdie dello Herzog XI3 683 s. e dall’EMEKEAi »< JDict. de théol. del Vacant IX 1018 s. Cfr. anche G. Hofmann, Patii11" Kyrillos Lukaris, Roma 1929. _ _ 3 Giudizio di Ph. Meyer nell’art. cit. alla nota precedente, pp- 685, i'1- 4 Cfr. la presente Opera, voi. XI 419 ss. . 6 Cfr. *« Lettera di Msgr. Agucchi al nuntio di Francia», del 25 gennaio Cod. X. V, 31 della Biblioteca Casanatense in Roma- 6 Vedi Fouqueray IV 316s.
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, rano cadute in rovina.5 Alcuni anni prima una missione di Gesuiti 'otto il Padre Mariana aveva tentato di evangelizzare il Madagascar, ma era fallita per il contegno provocante dei Portoghesi, cosicché il tìglio di quel re, educato cristianamente in Goa, rimase in balia di se stesso. Il padre Mariana fece quello che potè, visitando isola una volta l’anno da Mozambico.6 In Etiopia i Gesuiti
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di via Giulia, donde viene visitata una parte della città antica, insieme coll’isola Tiberina . Quale punto di partenza del quarto giorno serve la Cancelleria donde il Martinelli porta il viaggiatore per i rioni della Regola e di S. Angelo fino all’A'ventino. La quinta giornata di giro co mincia da Pasquino e conduce al Palatino ed al Celio, la sesta porta da S. Salvatore in Lauro, per mezzo
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La condizione della Chiesa Cattolica in Oriente. Ili <>d i popoli dei Balcani tenevano fermo allo scisma. Nel 1623 i Gesuiti fondarono delle residenze in Smirne e nell’isola di Chio.1 I Maroniti del Libano si distinguevano per il loro irremovibile attaccamento alla vera fede. Dei Siri vennero guadagnati molti all’unione per opera del patriarca Simeone.2 Per gli Armeni, alla cui cura
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aveva avuto cura anche in altra guisa dell’isola verde. Un distinto religioso e gran dotto, Luca Wadding, si occupava in Roma degli Irlandesi, di cui fu nominato rappresentante in Italia nel 1642. Il Wadding, per le cui mani passavano quasi tutti gli affari ecclesiastici della sua patria, aveva fondato nel 1625 >n Roma per i suoi confratelli il collegio di S. Isidoro.10 Egli e il cardinale Ludovisi resero
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confraternite della dottrina cristiana, ai cui membri concesse un’indulgenza.7 Dette confraternite erano state suscitate a Milano circa l’anno 1560 da un semplice cappellaio, Marco Sudi, si diffusero rapidamente fino a Roma e di là sotto la protezione dei papi presero un grande slancio.8 Anche per le condizioni dell’isola di Corsica moralmente imbarbarita Pio V raccomandò colla maggiore insistenza
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524 Pio V. 1566-1572. Capitolo 9 b. Il re di Spagna viene scongiurato per la misericordia di Dio di mandare immantinente una forte flotta in Sicilia per proteggere Malta, se i Turchi tentassero là un assalto, come anche per tenere aperto il mare alle truppe cristiane, che fossero mandate in aiuto dell’isola di Cipro. Così sarebbero distrutti compieta-mente i disegni dei Turchi
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da qual lato poi alla fine avrebbe piegato la vittoria morale. Se a dispetto della bolla di scomunica del 1570 nè a Roma nè a Madrid si preparò una spedizione militare contro la regina inglese, non posarono invece nel pontificato di Pio V i tentativi di sottrarre al giogo d’Elisabetta la vicina isola d’Irlanda.2 Le violenze dell’Inghilterra in Irlanda vi avevano creato a poco a poco condizioni intollerabili
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424 Pio V. 1566-1572. Capitolo 6 c. di non fidarsi troppo dei suoi consiglieri.1 Maria replicò che sperava di poter presto sottoporre all’Alba delle proposte determinate, la cui attuazione avrebbe obbligato ad eterna riconoscenza verso il re di Spagna e il duca non solo lei stessa, ma anche l’isola intiera, e che faceva tali proposte non soltanto in proprio nome.2 Con ciò era annunziata
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del Sud fu fondata il 27 giugno 1552 una nuova sede vescovile, quella di La Piata nell’odierna Bolivia.2 Fino allora l’America portoghese meridionale era stata sotto l’arcivescovo di Funchal nell’isola di Madera, che Clemente VII aveva nominato metropolita per tutte le colonie del Portogallo.3 Addì 25 febbraio 1551 fu sciolta questa relazione di dipendenza creandosi San Salvador (Bahia) come vescovado
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, rappresentando a lui, che precisamente in quel tempo uscì nelle più appassionate dichiarazioni contro la Spagna, la necessità di guadagnar tempo fino a che giungesse l’aiuto di Francia. Senz’altro, Paolo IV non credeva al successo di quei negoziati,3 i romani invece lusingavansi che fosse vicina la fine della guerra.4 Come luogo del convegno fra l’Alba e il Cardinal Carafa fu scelta l’isola Sacra, sita presso
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minacciò da un altro complotto, ordito già alla fine del 1555 da Enrico Dudley, un parente del duca di Nor-thumberland, ma di cui il governo venne a cognizione solamente al principio di ¡marzo del 1556 per le indicazioni di un congiurato. Miravasi ad incendiare Londra in diversi punti, a rubare, nella confusione che ne avverrebbe, il tesoro regio, a prendere posizione nell’isola di Wight e a suscitare
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, chiesa e monastero, alla Giudecca, 11, 329, 333. San Cassiano, chiesa, anticamente santa Ceeilia, I, 402. S A 399 San Cipriano: antico monastero di Malamocco, trasferito a san Cipriano di Murano, I, 443. San Clemente, isola e monastero di camaldolesi, Vili, 407. San CniSTOFORO: isola e convento di frati brigidini, VI, 409.—Vi sono sostituiti gli eremiti agostiniani, VI, 410. San Daniele: chiesa
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Bartolomeo : vedi Bartolomeo Gradenigo. Gradenigo: famiglia illustre; concede ai monaci di san Cipriano di Malomocco un terreno in Murano, per fabbricarsi chiesa e monastero sotto lo stesso titolo, I, 443. Gradenigo Giovanni, doge: vedi Giovanni Gradenigo. Gradenigo Pierazzo: vedi Pieraz-zo Gradenigo. Gradisca: assediata dai veneziani, IX, 468. Grado. Isola, ove gli aqtiilejesi ri-coveraronsi
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nel Polesine: questioni con Iloma per l’elezione dell’ abate, IX, 424. Vegli,v: isola del Quornero,XI, 338. Vendramin Andrea, doge: vedi Andreii Vendramin. Yenerio, patriarca di Grado, è abbandonato dai suoi suffraganei dell’ Istria, I, 152. — È molestato dal patriarca Massenzio di Aquileja, I, 153. — Se ne portano le lagnanze all’imperatore Lodovico, ivi. — La controversia è portata al concilio di Mantova
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nel nono secolo,1,137.— Scuola grande, II, 338. —■ Ottiene un’ insigne reliquia della santissima Croce, VI, 446. San Giovanni Laterano: monastero di agostiniane, Vili, 413. San Giuseppe di Castello : chiesa e convento di monache agostiniane, Vili, 414. San Gregorio: commemorata dai cronisti nel nono secolo, 1,137. — Vi si trasferiscono i monaci di sant' Ilario di Fusina, II, 331. San Lazzaro : isola
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, suoi meriti, ivi. — Accoglie gli ambascia-tori di papa Adriano e di Carlo-magno, che implorano dalla repubblica aiuto per bloccare Pavia, I, 102. — Gli è associato nella dignità ducale %suo figlio Giovanni, 1,103. — E morto, I, 405. Meciiitar de Petro, fondatore dell’, ordine de' monaci armeni benedettini nell’isola di san Lazzaro, XI, 215V— Sua vita, XI, 216 e seg. — E accolto dalla repubblica
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e della repubblica francese, XIII, 5, e seg. Contorta: ossia sant’Angelo di Contorta, isola con monastero, VIII, 405. Contrasti della repubblica con la corte di Rotila, VI, 234. — Pel patriarcato di Aquileja, IX, 262-264 e seg. — Per la rinnovazione di antiche leggi circa l’erezione di monasteri ed i possedimenti degli ordini claustrali, IX, 293. — Per l'imprigionamento di un canonico di Vicenza e dell’abate
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