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e Giacomo Moro. Il Governo veneto propose all’imperatore di cedere alla repubblica il possesso dell’isola di Tenedo, in compenso della quale essa prometteva di restituirgli i gioielli imperiali impegnati e non riscattati. L’imperatore era andato a Venezia senza danaro. Egli chiese al Governo veneziano una certa somma per vivere a Venezia e gli furono assegnati 4000 ducati. Poi, col pegno
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Il viaggio di Giovanni V Paleologo in Italia e l’unione di Roma. 191 L’imperatore rimase a Venezia tutto l’inverno 1370-1371 e all’avvicinarsi della primavera diede l’ordine della partenza per Costantinopoli (1). Prima della partenza il Governo veneto decise di dare all’imperatore i 25.000 ducati, promessi per l’isola di Tenedo. Inoltre le galere imperiali furono fornite per il viaggio
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; Memoria del dott. Paolo Zannini, pubblicata Panno i83i negli Annali delle scienze del Regno Lom-bardo-V eneto. Cenni storici sull1 isola di Poveglia e sulla sua importanza sotto l1 aspetto sanitario, del dott. Antonio Frati. Ven. 1837, 8.° Della costituzione morbosa osservata nell1 ospitale di Venezia dal dott. Francesco Enrico Trois dal i.° bimestre 1837, e ^ bimestre in bimestre regolarmente
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religiose soppresse nel iG56 in Venezia e nelle provincie venete, e furono 43 conventi. Vennero allora nella nostra città soppressi i Crociferi, gli Agostiniani di S. Salvatore, ed i canonici regolari dell1 isola di S. Spirito. Le pitture e le suppellettili sacre di quest’ ultimi ornarono la chiesa e sagrestia di M. V. della Salute. Una parte dei documenti della procu- ralia di sopra, venne nel 1828
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50 <KS>- 11 colto Cg, sacco i63, ha i libri e documenti che trattano dei lazzaretti delle isole di Venezia, ed i sacchi 164, i65, 166, 167, i processi e litigi per la chiesa dell’isola di S. Lazzaro degli Armeni c loro nazione. 1 colti 70, 71, 72, sacchi dal n. 169 al 189, contengono i documenti importanti intitolati mixtorum procuratia. Le allre scritture sono di livelli, acquisti, giro
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284 Testi volgari neoéllenici tra le carte Allacciane ecc. Oltre mezzo secolo prima della raccolta del Fauriel, Chants populaires de la Grece moderne, e qualche decennio avanti la comparsa del tpayoCÒi t% Toijukàt|5 nel Voyage en Grece pendant les annèes 1797 et 1798 di D. e N. Stefanopoli, un dotto Chiotto non disdegnava di consegnare alla carta testi volgari della sua isola
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in Oriente, e di vederlo compensato da lui, ove gli sforzi fossero riusciti, con la «contea di Cefalonia, dall’isola di Jacinto ed altri notevoli territori » (6). Nel mezzo appunto di quelle trattative fra Savoia, fidei orthodoxe ac partes Orientales concernentibus recessit,... quam plurima iura, res et bona, nec non fructus, redditus et proventus in regno tuo Cipri consistencia, que quondam Maria ipsius
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quanto ho detto, non che agli uomini giudiziosi, quando saprà al sicuro che le Gambarare furono valli d’ acqua salsa non sono ancora dugento anni ; e si sa certo che San Ilario, dove si seppellivano i Principi a quel tempo, fu abbazia posta in isola, come ora è San Giorgio in Alga, e se vorrà ridursi a memoria l’istoria ancor fresca di Giesulo e di Cittanova, le quali dalla Piave con le altre acque più picciole sono, state ammonite
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22 A. SEGARIZZI con ciò sia che dal Savio, fiume sotto Ravenna, si poteva navigar per il salso in fin dentro al lido al Lisonzo, sopra Aquilegia, che è lo spazio di più di dugento miglia. Si sa di più che Ravenna era nella laguna e s’abitava nel modo istesso che si abita Venezia con canali e strade ; che Aitino parimente era in isola ; che Aquilegia città nobilissima, Oderzo, Concordia, Padova
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è molto più breve e più facile che quello dalla Spagna in Berta-gna ; e quei che vanno dal stretto di Gibaltar all’ Isola spagnuola finiscono felicemente il viaggio in quaranta giorni, là dove di ritorno lo fanno a pena in tre e talor in quattro mesi. Il medesimo provano i portoghesi nella navigazione di Calicut ; perciò che co’ venti prosperi tanto difficilmente passano il capo di Buona Speranza
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maggiore, che è della medesima natura col minore, patisce gli accidenti medesimi che patisce il minore, è cosa verisimile il dire che siano le cause istesse nell’uno e nell’ altro : nell’ uno chiare per la piccolezza, nell’ altro oscure per la grandezza del soggetto. Da Sevilla all’ Isola spagnuola si naviga in quaranta giorni, perchè molti fiumi dell’ Europa e dell’ Africa, volgendo in ponente, danno
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Rasimo, detto la Carbonara, che vi corre vicino, il quale, non aggiungendo a Santo Civeranno per l’ammonizione (2), lo lascia mal sano. Quelle altre, che, se ben sono fuori del partiacqua, hanno i canali con poca acqua di legger corso e lontano o vero che non corrono salvo per un lato, hanno parimente poco sana l’abitazione, come la Certosa, Sant’Elena, Lazaretto nuovo, le quali (i) L’ attuale isola
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mandò al re una spada e un cappello benedetto.3 Nell’ultimo periodo i cavalieri di S. Giovanni avevano più volte tenuto occupato il papa. Secondo le sue forze il papa coadiuvò i loro sforzi per tornare in possesso di Rodi : falliti questi, * egli pregò l’imperatore perchè desse Malta come residenza ai cavalieri: ottima idea, perchè quell’isola per la sua posizione centrale ha alta importanza
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sono allibrati come limosine 300 ducati per volta (8. Maria Novella 327). Pel 1528 e 1529 figurano inoltre elemosine alle monache di S. Maria in Campo Marzo, S. Cosimato, Tor de’ Specchi e monastero dell’isola, ai frati di S. Giovanni e Paolo, S. Pietro in Molitorio e S. Onofrio come pure ai poveri di 8. Lazaro (8. Mar. Nov. 329). s Vedi iS'chlllte I, 236. -i Alisèri 2* serie III, 278. Sulla facondia
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274 Libro III. Clemente VII. 1523-1534. Capitolo 4. maggio a Isola, nove miglia da Roma, dove arrivò con truppe ausiliari anche il cardinale Egidio Canisio,1 ma il consiglio di guerra, nonostante le eloquenti rimostranze del Guicciardini, malgrado l’invocazione d’aiuto da parte dei chiusi nel Castello, determinò di non fare alcun tentativo di liberazione. Non s’era più sicuri dei mercenari
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che in alcuno luogo facessino li Turchi. Vede adunque V. S. il povero papa per desiderare el bene et la pace et creder troppo dove ha condotto quella povera città, capo del mondo, la Chiesa et se; pur ci è qualche speranza che ■Sua Sta con chi è in castello si salvi perché lo exercito Franzese et de Venitiani andava tutto a quella volta e dovevono essere alli XXI al Isola. Ecci anchora lettere da Lione
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arresa all’esercito assediante dei Borgia. Probabilmente fu nientedimeno che Leonardo da Vinci quegli che diresse la costruzione di quella fortezza; ora si dovevano esaminare i lavori.8 II 17 febbraio 1502 venne intrapreso il viaggio passando per Civitavecchia e Cometo. Partendo da Piombino si visitò anche l’isola d’Elba e il 1° di marzo si fece «ritorno. A causa di una furiosa tempesta
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1932
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per l’approvvigionamento, che già l’il settembre Giulio II andava in barca ad Isola Maggiore e di là a Passi-gnano. Il 12 settembre s’andò a Corciano : strada facendo si aggiunse al pontefice il capitano di ventura Giovanni Sassatelli con 700 uomini. A Corciano sopraggiunse il cardinale Francesco Guglielmo di Clermont con una lettera di Luigi XII sugli affari bolognesi. Tosto si venne a sapere
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1932
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Innocenzo Vili e la questione, orientale. il papa si rivolse a Ferdinando re d’Aragona e Castiglia, al quale apparteneva la Sicilia, spronandolo a tutelare quell’isola minacciata dai Turchi.1 Anche della difesa di Rodi si prese pensiero Innocenzo Vili. Nel febbraio del 1485 il papa fece all re di Napoli delle proposte concrete per la tutela delle coste italiane minacciate dai preparativi
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sull’affare della crociata - il vaivoda Zapolva e il papa - i Turchi assediano Vienna (1529) 417. Invio del Pimpinella - continua il pericolo turco - sforzi del papa per la crociata - riconoscimento dell’elezione di Ferdinando I a re 418-421. I Giovanniti ottengono l’isola di Malta 421. I Turchi nel 1531 - consultazioni e progetti per difendersene -aiuti a Ferdinando I, 422-424. II contegno di Clemente
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