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al medesimo la città di Scutari in Albania, con facoltà di farne uscire il rettore e tutti quelli che vorranno con le loro robe, nonché di trarne armi e quanto vorrà. Consegnerà pure l'isola di Stalimene con facoltà di partirsene a chi vorrà e con amnistia a quelli che restano. Restituirà al sultano tutte le castella occupate in Morea nella presente guerra, con facoltà ed amnistia
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11. — c. 108 t.° — Jacopo re di Cipro, in seguito a negoziazioni fra esso e Clemente de’ Tedaldini segretario ducale, rappresentante la veneta Signoria, per appianare molte questioni fra i due stati, rispose come segue (le risposte sono in volgare) : Conferma tutti i diritti e privilegi goduti dai veneziani nel regno, nè imporrà loro alcun nuovo gravame. Le povere condizioni a cui è ridotta l’isola
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Spinola della Ca-bella, Battista e Goffredo Spinola consignori di S. Cristoforo e consorti, Galeotto, Filippo, Uberto,'Paolo, Carosio, Eliano, Andrea, Luchesio, Gianiacopo, Daniele e Teodoro consignori di Arquata (Scrivia), Nicolò e fratelli del fu Damiano consignori di Isola (del Cantone ?) e Vairana, Carlo e fratelli del fu Adalone, Bartolomeo e fratelli del fu Nicolò Spinola consignori di Ronco
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giorni. — c. 150. — Versione in volgare di firmano con cui Maometto III sultano dei turchi dichiara di avere, per gli uffici dell’ ambasciatore veneto Leonardo Donato cav. e proc. di S. M., confermata la pace con Venezia alle seguenti condizioni che giura di osservare finché saranno osservate dalla república : Sarà pace ed amicizia con Venezia e suoi paesi e sudditi, compresa l’isola di Tine. Parga
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le modalità) affidata al collegio dei consoli e massari delle nazioni contraenti : I mercanti delle quattro nazioni si obligano, salvi casi di grave impedimento, a partire da Londra entro il 31 Dicembre venturo, con quanto posseggono in proprio o tengono per altri, portandosi a Winchester o in altro luogo dell’isola; potranno però lasciarvi le merci ora esistenti presso loro per farne la vendita a mezzo
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, Marzo) — c. 124. — Versione in volgare di lettera del sultano d’Egitto (v. n. 171) al doge. Ordinò ai suoi ufficiali che fosse fatto quanto gli chiesero 1’ ambasciatore veneziano e il segretario Giovanni Borghi ; udì pure Marco Malipiero ambasciatore di Caterina regina di Cipro. Morto il Diedo, per gli uffici del Borghi acconsenti che quell’ isola passasse in potere di Venezia alle condizioni esposte
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, Croazia, Ramia, Servia, Gallizia, Lodomiria e Cumania, ad istanza di Sansone e di altri cittadini di Nona conferma il privilegio (che si riporta in parte) con cui suo padre Andrea II concedeva agli abitanti di quell’isola la facoltà di eleggersi il conte, il quale deve giudicare, esclusivamente secondo le consuetudini del luogo, gli abitanti medesimi. Questi non dovranno prestazione
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di quei paesi, coll’ assenso del signor Leonardo, degli abitanti di Zante e di Giacomo Loredano capitano generale veneziano, passarono nella detta isola in numero di circa 10000, sotto la protezione di Venezia; e il Loredano ne costituì governatore Martino Cla-drin col titolo di console. Essi furono allogati in terreni incolti e sterili che poi ridussero fruttiferi; ed ora non rifiutano di pagare
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consignori di Sassello, i nobili dei conti di Ventimiglia, i Grimaldi consignori di Garoso, i marchesi di Ceva, i consignori di Isola (del Cantone) e Variana ; i seguenti Spinola : consignori di Francavilla, id. di Tassarolo, id. di Arquata, id. di Ronco, id. di Borgo Fornari, id. di Pietra Bissara e Montecanne, id. di Busalla, id. di Montesoro, id. di Mongiardino, id. di Lucoli, id. di Rocca ; Albertino
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di Pietrabis-sara, Montiscanoarum e Dernice; Rattista e fratelli (Spinola) consignori d’Isola e Variana; Estorino, Brunoro, Alessandro, Battista, Francesco, Giovanni, Antonio, Tomaso, Carlo e Giovanni Spinola signori di Mongiardino (Ligure) ; Marco, Giorgio, Matteo e Francesco del Carretto dei marchesi di Savona; Giovanni Antonio, Battistino, Rartolomeo, Perino e Giannantonio Spinola consignori di Beli-gnano
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, pure come spettante alla Chiesa, Borgo S. Sepolcro, quantunque impegnata da papa Eugenio IV per 25,000 fiorini il 25 Febbraio 1440; nomina ancora le città di Pesaro, Arezzo, Cortona, Volterra, Pistoia, Pescia e Prato ; dichiara aver protestato agli oratori del duca di Milano per la nominazione dell’ isola di Corsica. A ciò i mentovati plenipotenziari dichiararono intender salvi i diritti della Chiesa, e il papa
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1. 10, s. 2 di boi., e il castellano ha 1. 16 ; il capitano di Gemmano, a 10 miglia da detta città, con l’Inferno e Marazzano, con salario di 1. 7 ; il capitano di S. Giovanni in Isola, e la Tomba di Radino, con 1. 7 il mese ; il capitano di Saludeccio, a 15 m. da R., con 1. 10 il mese ; il capitano di Montegridolfo, a 16 m. da R., con Meleto e Cerreto, con 1. 9, s. 10 il mese ; il capitano
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cantara di polvere di zucchero dovute per acconto di debito vecchio ; e ciò pel triplice assalto dei turchi all’ isola che devastarono i iuoghi di produzione, per le spese fatte nelle ambascerie ai sultani di Turchia e di Egitto, e per essersi distribuita gran quantità di zuccheri a genovesi e veneziani; promette di pagarle l’anno venturo. Il bailo sarà posto, quando verrà, in possesso della porta
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dichiarò aver fatta la proclamazione alla presenza di Diagonono Clavel signore dell’ isola Inzeriense, Oberto da Venezia, Giovanni Spinola, Coninelo di Salvo, Nicolò Beluca e Dino di Giovanni abitanti in Rodi. Dicembre 7. — Comparso di nuovo il Pampora come sopra, e non avendo i due genovesi risposto alla citazione, furono dichiarati rei contumaci di pirateria (v. n. 262). Fatto nella castellania di Rodi
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verso l’Oriente, comandata da Giorgio Mongavaro, e d’ una gripperia di Frangia Veniero di Candia che veleggiava da Cerigo verso quell’ isola, si sottoporrà la questione al giudizia di arbitri. Il comune di Genova ordinerà ai rettori di Scio, o farà esso, la restituzione della nave veneziana comandata da Martino de Lorenzo e del suo carico, presa mentre navigava verso la Romania da Pietro Natono
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dalle navi venete ai zaratini, come nei n. 138 e 147 (v. n. 153). Data a Zara. V. Ljubió, op. cit., IV, doc. CXV. 147. _ (1364), ind. II, Aprile 20. — c. 36 (32). — I rettori ed il comune di Zara ripetono le querele fatte nel n. 138, notando che l’isola di S. Maria è tenuta dai nobili zaratini Simone Bottono e Giovanni Gallo. Aggiungono che nell Aprile
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230 COMMEMORI ALI, LIBRO IX. 16. — 1396, ind. IV, Gennaio 2. — c. 14 t.° — Carlo duca di Leucade e conte palatino di Cefalonia nomina suoi procuratori il cav. Giovanni Paliani da Brindisi, Ciccarello Giovine di Napoli e Giovanni Sconditi suoi ligi, per trattare in suo nome colla veneta Signoria, intorno agli argomenti specificati nella loro commissione. Data nel castello di S. Giorgio nell’ isola
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del suddetto notaio. Data a Ravenna. — Sottoscritta da Cristoforo Allegri cancelliere. 50. — (1504), Marzo 27. — c. 43. — Il constanzi bassi (recte bostangì-bascì, sovrintendente ai giardini del sultano, era Iskender agà) ad Andrea Gritti (in volgare). Espone aver mandato una sua barza con carico di pesce a Negroponte per caricarvi grano, la quale per fortunale riparò nel porto di Skiro, isola veneta, ove
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; e così pure fra Cavarzere e il Savio. Copia autenticata da Antonio Firmano cancelliere del podestà di Cervia. 75. — S. d. (1504?). — c. 45 t.° — Elenco degli schiavi sudditi turchi, ancora , in potere di veneziani, dato dall’ inviato del sultano a Giorgio Negro in Costantinopoli (v. n. 64), Sono indicati coi rispettivi nomi; i possessori erano: Nicolò Apostoli di Corfù, il priore in detta isola, Marco Zantani, Pandolfo
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di S. Lorenzo fuori di Veglia e delle cappelle di S. Nicolò de Bosara e di S. Girolamo de Crai nella detta isola, benefizi vacanti per resignazione come nella precedente (v. n. 132). Data e sottoscritta come la precedente. 130. — 1520, Maggio 12. — c. 112 (122). — Alfonso duca di Ferrara ecc. a Jacopo Tebaldeo suo segretario a Venezia (in volgare). Non è necessaria una convenzione fra esso duca e la republica
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