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Gran Varadino, Gros Waradlno [Grosswardein, Gros Naradein, Oradea Mare, Nagyvarad] 83, 130, 151, 152, 154, 155, 157 Greben [Creben] (Isola del), detta Tatalia 121, 124, 136 Gregorovitz [Grgurevci] 139 Gros Waradino, v. Gran Varadino Grotta del Cane 5 Giumenti [Quarient, Guerientl] Ignazio 161, 163 Guastalla 33 Guglielmo [III], re d’Inghilterra 143, 147, 151 Guicciardini , abate 5 Guttenstein [Venceslao] conte
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NOMI DI PERSONE E LTJOOHI 259 ■Rose (Porto delle) 10 Rosgiuk, v. Ruscik Rostand pascià 84, 100 Rozzini, t. Ruzzini Ruscik, Rusgik, Rosgiuk [Ruse, Ru-scuk] 135, 136, 150, 164. 171 Rustingher [Francesco Baibino Ro-stingen] 214 Ruzzini, Rozzini [Carlo], ambasciatore 205, 297 Saban 58, 59, 60 Sablia [Zsablya, Zabali] 192 Sagan, Sugan, isola 172, 174 Sagredo [Alvise], patriarca di Venezia 8 Saleburg
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] 79 Propontide 13, 26 Puglia 18 Qaaglini [Ludovico Quaini] 235 R ab [Raab, Ita ha. Arrabo] 39, 41, 42, 43, 45, 46, 52, 53 ltabachos, Rabacos [Rabau], isola 40, 43, 44 Rabatta Rodolfo, conte, commissario generale 39, 43, 71, 73, 75r 77, 81 Rabniz, Rabniza [Itabnitz, Re]>czeJ 46, 52 Rabutino, Rabuttino [Giovanni Luigi Iìabutin, conte Bussy] 127, 210 Radusin [Radosina] 39 Ragozzi [Rakowsky Francesco
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per l’archeologia Aquileiese, e mentre nei primi anni le scoperte di Grado attrassero l’attenzione soprattutto verso l’isola (2), e mentre alcuni studiosi si intrattenevano a discutere del limes delle Alpi Giulie (3), così intimamente connesso con la storia di Aquileia, il Majonica si risvegliava per la propaganda archeologica a Trieste e a Gorizia (4), (1) Riccardo Pitteri, Una pagina della storia di Aquileia
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d’arte dell’ isola di Lagosta. Tutto questo nel catalogo del Cecchelli vive, diligentemente e ordinatamente descritto, sapientemente ed abbondantemente illustrato. Pochissima poesia e nessun volo lirico, chè la bellezza e l’importanza degli oggetti balza dalla stessa nuda e volutamente fredda descrizione. Ma infinito è lo studio dell’ autore nel determinarne il valore artistico e storico
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anzi, sull’ isola di Mezzo, un Pietro Palikuca, arciprete, morto nel 1647, si rese noto per la sua valentia pedagogica e per 1’ amore con cui coltivò la filosofia, la fisica e la letteratura) che ne fece stampare la traduzione nel 1771 in Ancona presso Pietro Ferri. Tale traduzione fece ristampare nel 1799, presso Simone Cordella a Venezia, il libraio zaratino Giovanni Bastiera, rimanendo in seguito 1’ edizione
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Pars prima 1775, pars altera 1778. Voi. 1 autografo di pagine XIV -f 43 e 1-44 -f- 1 tav. Nella Biblioteca del R. Archivio di Stato, Zara. Ms. I, G. 10. IV. - Osservazioni Storiche sopra i antico stato civile et ecclesiastico della città et isola di Pago o sia dell' antica Kessa. Estratte da diversi autori, diplomi, privilegi et altre carte sì pubbliche come private e scritte da Marco Lauro
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')> certamente aderente del partito imperiale, emissario forse dell’arcivescovo Viberto, viene in quella parte della Dalmazia che più delle altre era soggetta all’ influenza di Ravenna, di Aquileia, dell’ Istria, e guadagna al partito dell’ antipapa gran parte della Croazia. Centro di questo movimento è l’isola di Veglia: quivi si insedia il vescovo gla-golita, quivi Volfango stabilisce il suo quartiere
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così si descrivono i costumi degli abitanti di un isola del comune raguseo (non dei ragusei, come mostra di credere il Sabbadini!): < solo cubant, lac illis pecusque pulmentum, unda potus, azima panis». La lettera è datata « ad Dubraunie scopulum pridie Kalendas septembrium ». Che nei pressi di Ragusa vi fossero insediamenti morlacchi risulta da un passo del « Mestus », dove Giovanni, del suo figliolo morto
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, che, nella seconda metà del trecento, ancora lotta e resiste bene. Questa lotta si manifesta non ’) Anzi, in un momento della storia spalatina del trecento, nel 1388, il comune, non potendo più sopportare lo strazio che del suo territorio di terraferma facevano i bosnesi e i clissani, dichiarò al re d’Ungheria Sigismondo d’esser pronto a rinunciare a una parte di questo territorio in cambio di qualche isola
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— 230 — Zvonimiro, verosimilmente, cercavano di stringerlo sempre più. Intorno al 1070 queste lotte devono aver attraversato una fase acuta e devono essersi concluse con un vantaggio di Cressimiro. Precisare è impossibile, ma pare che Stefano perdesse la parte meridionale di Pago, l’isola di Maoni e forse parte dei zupanati di Lica e di Corbavia. La posizione di Stefano rimase tuttavia abbastanza
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nel 1910, intesa a sostenere da un lato che la «Melita» dove naufragò s. Paolo è l’isola di Meleda vicino a Ragusa, dall’ altro quella di Malta]. — A. B., Giorgio Spalatino. [L’a. sostiene che il Georgius Spalatinus, teologo, compagno di Lutero, sia stato dalmata, di Spalato o di Arbe. Alla sua tesi si oppone la testimonianza dello stesso Spalatino che nella sua autobiografia scrive: «Nascitur Spalati
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1927
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Ragusium et habitaverunt in eo»15). Questi «advene» che vengono dall’Italia, impugnano e distruggono la città bizantina di Epidauro (Ragusa), non possono essere che longobardi. Anche oggi sull’ isola di Curzola, di fronte alla terraferma ragusea, c’è un villaggio che ha nome Lombarda. Ecco dunque che la visione si allarga. Intorno al 640 non solo Spalato è in piedi, ma in piedi, sebbene impugnata
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1884
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604 Norico 435 Nortumbria 587 Novara 482 erdrauburg 596 Oderzo 203, 435 Oriente 128, 529 Orsaria 347 Osimo 533 Osoppo, comune 96, 209, 257, 292, 358, 469, 580, 649, 655, 714 Osoppo, fortezza 5, *8. 29, 30, 49, 148, 157, 40«, 448, 616, «93, «94 Ospedaletto 690 Ovaro 54 Paciana, isola 256 Padova 34, 45 , 46, 99, 180, 183, 222, 225, *««, 282, 293, 300, 313, 319, 383, 389, 391, 392, 404, 428, 432, 463
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) notaio 127. Albina, bosco 38. Albinella, bosco 38 n. Albrigherio (Albrigerius) di Lorenzo 127. Aleardi Alessio, ingegnere 42 n, 67 n, 101 n, 147 n. Alemagna 72 ; strada 15. Alessandria 12. Aleximili v. Examilion. Allegri, villa 53 n. Alsa, fiume 109 n. non, 116 n. Alterius, villa v. Altichiero. Altichiero {Alterius ?) villa 12811. Alluvioni antiche non, 114 n. Ammiano, isola 30, 41 n, 54, 59, 75-78
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1970
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443 * MDXXiX, AGOSTO. 444 potenlia da 3000, restano 11 milia, el questi è ub-bligati dar una certa provision di tutto quello i arcogieno a li patroni di locbi che i lavorano, in altri el quarto, in altri el quinto, in altri el sesto; per la Reai si scodeva li bisanti 5 per la fabrica. Questi è sparsi per tutta l’isola, del 152*2 fono apal-tati tutti a domino Cesare Podacataro cavalier, et li tene
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. Vighizzolo (Vivaruol) (cremonese), 31. Villaco (Carintia), 151, 241, 523. Villa Douai, v. Douai. Villafranca o Villefranche (Provenza), 288. » (Romagna), 485. » (veronese), 344, 430. Villanterio ( Vilantè) (pavese), 600. Vinegia, v. Venezia. Vipao, v. Wippach. Viscontado, contrada dell’ isola di Cipro, 442. Visentina, Visenza, v. Vicentino, Vicenza. Vivaruol, v. Vighizzolo. Voghera (Vogera) (pavese), 496
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1969
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di lì, e non era. 1502. La Vaticha, Castel Rampar), sotto'Malvasia, presi da’ turchi, et il Paccasu depopulato con fuste. 1502. Santa Maura, ditto Leucate, 29 septembrio, el zeneral Pexaro per forza obtene, haven-do prima aquistato l’isola di la Zefalonia, con bataia et opugnato Metelin, tolto XI galie a l’Arta di turchi, et plura alia. 1502. Si comenzò a tratar paxe, per via di Charze-goli bassa, et di Hongaria
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1931
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in Napoli tra il 1272 e 73. Di lui già parlai in un altro discorso agli Amici dell’arte e della storia barlettana, e perciò passo oltre. La storia ricorda pure un Francesco Bonelli, priore di S. Sepolcro di Barletta, il quale, nel formidabile assedio ordinato da Maometto II contro l’isola di Rodi, con due navi barlettane potè portar vettovaglie ai Crociati passando incolume tra lo sparo di 162 navi
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1931
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. Costei con Filippo d’Ibelin, sire di Beyrouth, teneva la reggenza del figliuolo e nipote Henricus re di Cipro sin dal 1228; è una dei discendenti di Guido da Lusignano, il quale ebbe in dono l’isola da Riccardo Cuor di Leone, il 1192. -¡- In Nomine domini 1356 eie. Lodovici domini nostri Regis, anno nono, et Iolianne domine nostre Regine, anno quartodecimo feliciter amen. Nos Nicolaus de luca de Messana Imperiali
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