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civiltà minoica che fu madre della civiltà micenea e della civiltà greca, sarebbe parecchi millenni] anteriore alla scissione del popolo ario; e nell’isola di Greta troviamo una cultura completa e perfetta prima che gli Indo-germani potessero occupare i paesi dove secondo i glottologi ebbe origine la nostra civiltà. Dimostrata insostenibile l’ipotesi primitiva che il popolo ario avesse un’origine
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dei viaggi che si fecero fuori del Mediterraneo prima di Omero. La leggenda di Ercole ricorda che l’eroe nazionale degli Elleni andò a Creta e scortò vivo a Micene il toro furioso che Minosse non aveva voluto sacrificare. Il viaggio lungo le coste della Libia e l’aver egli piantato le colonne nello Stretto di Gibilterra per lasciar un ricordo del suo passaggio, sono fatti che ora ci appaiono
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di queste tombe con quelle minoiche di Creta, perchè il loro contenuto (cioè la suppellettile) è meno antico del contenente. Le più gravi lacune dell’archeologia moderna riguardano l’origine degli Etruschi e il tempo che ha preceduto la fondazione di Roma, e sono proprio questi gli argomenti più vitali della nostra storia. Il Boni trovò sul terreno vergine del Foro Romano la tomba di una bambina, che ci riempie
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La distruzione delle foreste nei tempi preistorici 279 Lo disse Omero1) nell’Odissea: Scilla e Cariddi oltrepassate, in faccia La feconda ci apparve isola amena; Ove il gregge del sol pasce, e l’armento; E ne ginngean dall’ampie stalle a noi I belati su l'aure ed i muggiti. Nell’età minoica il legname era molto ricercato per fare le case e le barche. III. La distruzione delle foreste
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DELLA REPUBBLICA DI CARTAGINE 493 ritirata. Il re dopo una numerosa serie di sciagure ( Fedi Siria) deputa al campo dei Romani domandando a qualunque prezzo la fine della guerra e la pace (189). Il vincitore vendicativo impone per prima condizione di consegnar Annibaie, al clic Antioco non può rifiutarsi. Il Cartaginese si ritira opportunamente nell’isola di Creta, e di là passa presso Prusia
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LE CATTEDRALI VESCOVILI 45 tropoli e dei vescovadi ad esse soggetti, e rinnovate piti volte attraverso i tempi, a norma dei bisogni e delle mutate condizioni ecclesiastiche. Di tali Notitiae, due soltanto si conservano appartenenti al nostro periodo, le quali si occupano altresì dell’ isola di Creta. Ma, come vedremo, nè l’una nè l’altra offre sufficenti garanzie, perchè si possa prestar fede
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dal governo veneto oppure conventi non tocca a noi intrattenerci. Rimandiamo dai fondatori e quelli ove invece l’abate, durante in a quanto ne scrisse recentemente E. Tea, Saggio cit. carica tre anni, era eletto dai monaci stessi, vedasi E, pur non escludendo si tratti di eccezione, vi ag- F. Cornelius, Creta cit., I, 226. — Il divario tut- giungiamo il brano di un documento dell’8 agosto torà mantenuto
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matassa che è la questione riguardante gli altri vescovadi dell’ isola. Flaminio Corner (1) ne ha invero discusso già lodevolmente, per quanto glielo poterono concedere le ristrette cognizioni ed il metodo storico, non ancora perfezionato, dell’epoca in cui egli visse. Ma se i risultati stessi cui egli giunse non sempre possono appagare le esigenze attuali della critica, altri scrittori venuti
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358 J KCMMM1 MM.U EELL’iSTLA DI CRETA FIG. 398 — * ORTHÈS (MILOPOTAMO) — FRAMMENTO DELLA TOMBA CALERGI NELLA CHIESA DI S. MARIA E S. FANURIO. (587). Dei depositi a sarcofago invece ci rimangono non solo molti esempi nelle varie chiese dell’ isola, ma ci resta memoria altresì in un disegno della fine del secolo XVI, rappresentante piuttosto che il letto funebre, lo stesso mausoleo di Matteo
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l’architettura e la scultura 289 liana. Più fortunate al contrario furono le linee e le sagome che il tardo gusto del rinascimento derivò dalle antiche forme romane e nelle quali Creta non potè a meno di subire il fascino di principi già noti da secoli, e da secoli gloriosa-mente diffusi nell’isola: onde moltiplicò volentieri le severe porte classiche con timpano triangolare, e ornò
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LA CITTÀ DI SITÌA 177 dizione e stridente contrasto si mostrava di fronte alle nuove fortezze di cui Venezia lasciò in Creta splendidi saggi ; ed il borgo al di fuori del castello, da niuna cinta fortificato, esposto ad ogni pericolo, sembrava quasi un incentivo ed un invito al nemico per una fortunata incursione. Se non che quando Gerolamo Trevisan, il nuovo provveditore, tornò a segnalare
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, che in ,, certi luoghi somministra „ vene d’acque dolci, e che „ rimosso il primo fango e-„ sibisce densissima creta , ,, e poi sodissimo fondo , „ non può certamente dir-„ si, che sia prodotto dal-,, la sola melma, e conti-,, nua deposizione delle tor-,, bidè acque salse ; la buo-,, na Fisica sembrami aqtie. „ sto contraria ,,. 100)
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1931
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). Minotauro. — Mostro mitologico, con forme umane e testa di toro, figlio di Minosse TI, re di Creta, il quale lo teneva chiuso nel labirinto dell’isola stessa. Si nutriva di carne umana e gli Ateniesi, vinti da Minosse, erano obbligati a somministrargli ogni anno il tributo di 7 giovani, tirati a sorte. Teseo, con l’aiuto di Arianna, figlia di Minosse, riuscì a penetrare nel labirinto, ad uccidere
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.“ Quando l’isola di Candia (o Creta) cadde nel 1669 in mano dei Turchi, numerose famiglie greche preferirono esulare piuttosto che rimanere sotto il dominio ottomano. Accolte ospitalmente dalla Republica, alcune di esse vennero trasportate a Parenzo, ove, dopo quell’ anno, troviamo stabilite ses-santaquattro famiglie candiote. Di mano in mano ch’era avvisato il loro arrivo, il senato faceva preparare le case
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Antioco e Demetrio, e gli affidò a un amico eh’ egli si avea a Gnido nell’isola di Creta, chiamato Lastene. I due rivali non tardarono in effetto di venire una seconda volta alle mani. Lo scontro fu allora decisivo, e Demetrio vi perdette la battaglia e la vita (i5o). (Justin. lib. XXXIII, c. 2.). ALESSANDRO BALA. i5o. Alessandro, nome che si diede Rala quando volle spacciarsi per il figlio di Antioco
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e terribili le prime pagine della preistoria; perchè era troppo crudele il pensiero sostenuto fino ad ora dalla maggioranza degli archeologi che fosse penetrato in Europa dall’Asia il popolo ario che portava con sè le armi di bronzo, sfidando a battaglia per sterminarli i popoli che erano armati solo con ascie e coltelli di pietra. Dall’Egeo e dall’isola di Creta vedemmo come lentamente siano penetrati
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1883
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Lateie, Hist. de l’ìle de Chi/pre, II, 250. — Fl. Coenelii, Creta sacra, II, 327, 111. — s. d. (1363, Novembre 24). — c. 31 (27) t.° — Pietro I re di Cipro alla regina sua consorte ed a suo fratello governatore del regno. Ad istanza della Signoria veneta, ingiunge loro di comandare a tutti gli ufficiali del regno e di provvedere che i ribelli di Candia non possano avere aiuto di sorta dai suoi sudditi
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1938
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I PAESI DANUBIANI E BALCANICI Ohardagh, 32. Chassia, 171. Chichli, 269. Chilia, 11. Chisinao, 235, 241. Cialdaris, 187, 193 a 195. Cianak, 277. Ciano, conte Galeazzo, 63, 64, 69, 105, 214, 227, 284, 292, 321. Ciano, contessa, 321. Cistalgia, 33, 34, 271. Cicladi, isole, 165, 170, 175. Cina, 289. Cipro, isola di, 26, 172. Cirenaica, 32. Ciriaci, Nunzio, 158, 159. Cirillo, Principe di Bulgaria, 134
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1933
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d’un interesse altissimo per parte di Venezia, le cui flotte veliche dovevano trovare appoggi e risorse in molti luoghi per imprescindibili esigenze tecniche di navigazione. Creta era la Gibilterra del ’200, la « forza e la saldezza dell’impero »; il porto di Candia, ne era come l’anima (3). Un interesse immediato sospinge Venezia a porre un saldo piede sull’isola che vigila verso l’Egeo, verso l’Jonio
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1933
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) ci dice: « ...noi Nobeli e Feudatari del Ser.mo Principe et Ill.mo Dominio Veneto con molte preminenze et honoratissimi privileggi fussemo disposti nelli tempi passati ad habitare in questa isola di Creta ». « Vi è notissimo quanto benignamente secondo la solita magnificenza sua il Ser.mo Principe con il suo Ill.mo Senato abbia concesso di tempo in tempo molti privileggi alla Nobeltà nostra, acciò li animi
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