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1926
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— IBI — pag. 49. Dice l’autore: «È assai credibile che sull'isola di Arbe gli insediamenti dei liburni assomigliassero assai a quelli degli odierni contadini che abitano nei casali dell’isola». Congettura assai azzardata e priva di fondamento dopo i molti ed esaurienti studi di Carlo de Marchesetti. Vedasi «Notizie degli Scavi del Ministero della Pubblica Istruzione», Roma, ultima puntata
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1932
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3 i 9 « Questa nostra istanza non ebbe alcuna risposta. Il giorno 11 decidemmo di rivolgerci direttamente a S. E. il capo di stato maggiore della Marina a Roma. « In fede di che ». Arbe, 26 Novembre 1918. (firme). ISOLA DI AJtiBE , n M (Timbro del Dottor Stmone Svircic I. R. notaio) « A Sua Eccellenza il capo di stato maggiore della Marina — Roma. « Il popolo di Arbe, che fu romana
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1958
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. E’ perciò che le agiografie sono anche monumenti storici. (1) A Montecassino, alla Vallicelliana e a Santa Cecilia di Roma, alla Lau-renziana di Firenze. Su tutto cfr. l’Op. cit. di H. G. Voigt. (2) Leone Marsicano, il glorioso storico di Montecassino, ricorda S. Adalberto nell’incompiuta Chrortica Monasterii Casinensis, nella quale trova menzione anche la Vita S. Constantini di Gauderico di Velletri: De adventu
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1843
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tutte le genti del suo equipaggio in alcuni canotti ed avea in cia-schedun d’essi collocato tre indiani. Un giorno disparve uno di questi canotti e non vi fece più ritorno. Le Gu lo credette perduto; ma quale fu la sua sorpresa allorché Io rinvenne poco dopo a Valparaiso a cento leghe da Juan Fernandez, cogl’ indiani che Io montavano ! Stanchi della pescagione sulle coste di un’ isola deserta, aveano risoluto
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1847
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contro il francese Laugier, che violentemente s’intrometteva nel porto non ancora ceduto. Ad una cogl’ inquisitori di Stalo, domandava il Bo-naparte la punizione del capitano fedele. Son tempi in cui la nobiltà dell’ anima è grande peccalo. La Certosa. Quest’ isola, chiamata anche Sant’Andrea del Lido, diede il nome al castello anzidetto. Fu pur chiamata San Bruno in isola, dal nome del fondatore dell’ ordine
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1848
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il suo avere e reliquie, » e fabbricarono una chiesa e monastero sotto il nome di sant’An-» tonio, il quale è sino al presente : e ivi é il corpo di santa Cri- • stina. » Queste notizie del Sanudo, riferite al corpo di santa Cristina, sono sommamente inesatte, perchè quel sacro corpo non fu portato all’ isola di Torcello, al monastero di sant’ Antonio, se non che nell’ anno 1^55 ; ossia, due secoli dopo 1’ età
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1912
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Fuori di Venezia, nelle Isole. S. Giorgio. CHIESA S. GIORGIO IN ISOLA. Nel sopralluogo fatto al momento del panico generale pel crollo del campanile di S. Marco, le condizioni statiche della chiesa di S. Giorgio in isola furono dichiarate in generale buone. Furono riscontrati bensì danni alle volte e alla cupola della chiesa, come pure al campanile, nella cella campanaria ; dichiarati non gravi
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1903
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1931
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L’isola, dove il Marsigli cadde prigioniero dei tartari il 2 luglio 1683.
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1848
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214 2 Dicembre. Lo squillo delle campane e il tuono di numerose artiglierie salutava l’aurora del giorno A." di dicembre. La Lega lombarda, stretta in tal giorno , sette secoli innanzi, doveva commemorarsi coi riti solenni della religione e coll’apparato giulivo di quanto di nobile e commovente presenta questa città nei monumenti, nelle fogge e nella frequenza del popolo e delle milizie
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1927
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, 368; —, cattedrale, 335. cresima, sacramento, 464. Creta, isola, 490. Crisotora, Emanuele, umanista, 424. Cristian, Natichiero, suo asilo per i poveri (1312), 490. Cristianesimo, sua diffusione, 13, 14. Cristina, schiava, 347; —, da Zara, ivi. Crivelli, Carlo, pittore, v. Cortese. Croati, Croazia, 76, 121, 213, 224. Croce (de la), Guidolo, 318 n. crociate, 131, 215, 240. cronaca altinate, 17 n., 57
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1719
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cum prepotenti Republica, cujus imperium late terra, marique pateat, certare velit. Sed cum nulla ratione ab inftituto Bajoarius dimoveretur, ea de re ad Pontificem literas dant 3 petunt, quenam illius iìt mens , re-fcribat. Veneti oratores de orta cum Bajoario contentione Senatum certiorem faciunt, quiitatim, ne publice dignitari deiìnt , jura , decufque publicum tueantur, precipit. Pontifex rei novitate
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1719
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a Theupolo magna diccndi vi expofitis , permo-tus Pontifex , quo ftatu res Veneto fint , in purpuratorum collegio expofuit : Máximos fumptus , quos pro maritimis ditionibus defendendis erogare Veneti cogantur , qua barbarorum imperio c ir cum fufa ingenti peditum , e quit um , trire-miumque numero indigeant , omni fiudio enitendum effe , ut ad potentiffimi boftis excipiendum impetum paratiores reddan-tur
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1824
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i8o5. Tomo II. pag. x58 e seg.). pagina g5. linea 8. quella correggi quelle e linea a5. potuernnt : correggi: potuerunt. pagina g5. linea 4g. lesolo nel territorio Trivigiano: correggi: negli esluarii Veneti. ( Vedi il Fìliasi. Aleni, de' Veneti. T. III. p. 85. e seg. edizione 1811 ). Tom. I. ✓ 557 Aggiungi, che Pietro Natali fu uno de’ proposti all arcivescovado di C.andia nel i568 ( Flam. Cornaro
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1718
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&c eqnitatum trajiciendum . Grittus etiam Senatus juffu una cum Lucio ad Padi ripam eas quas habebat copias duxit, militibus paucis & equitibus Montaniani reli&is. interea cum Senatus decreviffet, ut triremes odo in Creta Ínfula , Zacynthi una, Cephallenæ altera, duæ in Dalmatis Jadera & Afcrivio , decem & oäo in urbe armaren tur , omnes numero ad triginta , quarum decem effent ex iis quæ
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1718
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, continuo ad Genuenfes legatio eft decreta , quæ illis denunciaret, ut Creta iniula, velut antea polliciti eifent, abftinerent. Re-citatis in Senatu literis , refponfum eft Cretenfibus : non poife Genuenfes, publica fide incolumi, id præftare : dolere publice & privatim omnibus, nobiliffimam infulam, & ( quod ex ipfa legatione intelligi poifet ) Genuenfis no-minis valde ftudiofam , non licere
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1718
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, arx reftituta eft. Earn confeftim Liopoldi prafidium iniit. Hac in Tauriiinis gerebantur : quum Veneti ( quia fama erat, Ligures numerofam claifem comparaife, ac nil-per illam domo profedam ) veriti ne longa naves quas ab initio veris in Cretam Simoneto Prafedo miferant, ab c*tlu£ hofte fubito incurfu opprimerentur, odo validas triremes Inferi marts inftruunt, inftrudas Zenus, cui maris imperium
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1718
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LIBER IV. 343' bore, quam turn in Creta effet, rem gerendam, fi infu- 1365 lam retinere vellent. Darent itaque operam, ut majores fibi copis ex Italia in fupplementum mitterentur. Non* dum Mocenigi liters Venetias fuerant perlats, quum novi legati Panthaleon Barbus, Joannes Zenus, Nicolaus Tri-vifanus, Andreas Zenus, Nicolaus Juilinianus cum aliquot peditum centuriis domo profedi, in infulam
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1718
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caufam in patriarci revocaretur, ft non qua vellet, qua faltem poifet, conditione. Demum quum nihil alipquin noxae in ea compertum eifet, in in-fulam noviifime ablegatus , vitam in ea cum morte corn* i ? mutavit. Sub id quoque tempus Andreas Donatus Sfor-cix largitionis reus, ex Creta quam infulam Ducaria po-teftate adminiftrabat, juifu Patrum advedus , ad Decem-viros caufam dixit. Eum qusftioni
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1719
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rerum occafìonein intenti funt . Hac fpc fubnixus Sely-mus Airic« minitabatur. Veneti vero Marco Quirino clailis prefetto , Lue« Michaelio legato , ne in Creta claflem augerent, ne ex infulis novas triremes armarent, neve preter dccem e Cre- 1574 $inatusri-fpinfum.

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