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I CENTRI ABITATI 39 FIG. 25 — RUDERI DI UNA VILLA VENEZIANA : * ETHIÀ (SITIA). (985). Non dobbiamo però esagerare. E dai villaggi abitati esclusivamente da contadini e relegati nelle più inaccesse plaghe dell’isola è d’uopo anzi tutto sceverare quei molti dove aveano i lor palazzi o le ville loro i feudati sì veneti come cretesi. L’alto maniere o la svelta torre del proprietario, conferiva
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1911
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— 53 — ed Agostino Barbarigo faceva nota questa lega, per mezzo di Geronimo Zorzi, Nicolò Michiel ed Antonio Loredan in Angers. Condotta la guerra, cacciato il duca da Milano, questa fu occupata dai Francesi, e Cremona dai Veneziani giusta il convenuto. In questo stesso anno perdevano i Veneziani sotto Antonio Grimani la gran battaglia contro i Turchi all’ Isola della Sapienza
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1906
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169 dalie parti dei Veneti o progredendo quindi per le foci dei fiumi, edificasse Padova. « Nè mancarono le favole dei poeti che recavano che iu questa Provincia, Cadmo fosse stato mutato in serpente, mentre sta il fatto storico, che Cadmo, cacciato dal suo regno venne in Dalmazia, e divenne pirata crudelissimo, scorrendo per il mare quasi come un serpente, insidiando i naviganti e opprimendo
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di altra stirpe continuarono le loro ribellioni contro i veneziani. Varda Calergi da Chissamo a capo dei ribelli espugnò Castel Seiino, e prese Ermolao Belegno colla moglie e figli che vi erano rinchiusi, e andossi a collocare a Siuriti. Era duca dell’ Isola Giovanni Corner dalla Ca granda, ed uno dei suoi consiglieri era Lorenzo Morosini. Il primo avviossi verso Pir-giotissa
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— 168 — disgustoso, sorgeva nel dicembre del 1747; il Marchese di Pissieux si lagnava a Parigi col Tron, perchè secondo un rapporto del Console francese a Venezia alcuni marinari veneti in un’isola presso Venezia, essendosi radunati cominciarono a burlare ed insultare dei marinai francesi, e che poi condotti dall’odio e dal dispetto contro la Francia, aveano fatto un uomo di paglia, vestito
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>i3o 353 POLANI Pietro originario da Poi;», da Foia. ]Q (|anno tut li li storici veneti , come Pietro Tradonico, e perciò viene ragionevolmente poslo nel novero degli istriani. Fu egli personaggio di gran virtù , di religione, e di carattere pacifico. Forzato però dalle molestie di quelli di Fano nella Marca , spedì contro di essi una flottiglia, che in pochi giorni li rese al dovere
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93 Marchio fiol del clarissimo mesier Francesco Coppo noi lo ignoriamo. Il magnifico e clarissimo, a quel tempo , era titolo de’ patrizj veneti, e possiam credere che tale appunto egli fosse, mentre sappiamo che vi era in Venezia la famiglia Coppo patrizia veneta, e da tutte le cronache abbiamo che questa famiglia trasse sua origine dall’ Istria. Sembra dal contratto nuziale, che Pietro Coppo
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1848
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CAPITOLO V. SOMMARIO Trattato di pace fra la republica e Francesco Carrara — Il duca d’Austria invade il territorio veneziano — Lega dei Genovesi col re d’Ungheria, il patriarca d’Aquileia,. i signori di Verona e di Padova, e la regina di Napoli a danno della republica—Un solo principe italiano viene in sussidio di Venezia — L’isola di Tenedo conquistata da Carlo Zeno — Guerra tra Venezia
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4?2 160. Contesimi Lelio Ettoreo da Isola nell’ Istria, di arciprete della sua patria fu esaltato alla sede vescovile di Pola nel 1730, e dichiarato prelato domestico, ed assistente al soglio pontificio. Governò il suo gregge da buon pastore, seguendo le traccie del benemerito, e santo di lui predecessore monsignor Bottori, e dopo due anni di sede, compì il corso de’ suoi giorni nel dì 17
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X *« X REGNO D’ ITALIA, Jl Direttore Generale della Polizia negli Stati Veneti. Ordina, che il presente Avviso, sia affis« so , e pubblicato : Alcuni individui, i quali non hanno l’onore di far parte, nè delle Truppe Francesi, nè delle Italiane, nè dei Corpi Veneti, e che non appartengono per la menoma funzione all* Armata , si permettono di portare, in Venezia ^ il cappello, la ganza , ( o Asola
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1932
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stessa è il piccolo ponte sul Platanès presso al villaggio di S. Marco: un ponticello ad unica arcata, lungo 15 metri e largo, compresi i due parapetti, m. 31 /2. Nella sua fronte meridionale sono murati due stemmi di patrizi veneti ed una epigrafe del 1582. Come però la lingua greca in cui è dettata l’iscrizione ci richiama di bel nuovo all’elemento indigeno dell’isola, ciò conferma come l’iniziativa
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1933
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164 Benedetto XIV. 1740-1758. Capitolo III. con la Biblioteca vaticana venne presa appena nell’autunno del 1755.1 Nella prefazione al terzo volume della sua Roma sotterranea, comparso nel 1754, Bottari deplorava la dispersione di tanti monumenti cristiaini e salutava con entusiasmo la nuova iniziativa.2 L’oratoriano Giuseppe Bianchini era stato incaricato da Benedetto di raccogliere materiale
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1892
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nel loro ordinamento, gli Osmani avevan cercato di compensare la qualità col numero. Il mucchio delle navi turche sembrò ai Veneziani stragrande. Lorenzo Loredano si ripiegò sul grosso dell’armata ed i due 'patrizi veneti giudicarono saggio consiglio il ritirarsi. Canale sospettando che i Turchi mirassero a Negroponte, vi spedì 3 galee con scorta di viveri, mentre i Turchi si baloccavano a dare il sacco
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1847
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in istato di contumacia dai possedimenti veneti nel Levante, non sussistette che fino alla metà del passato secolo (1754), alla qual epoca, per lo stato rovinoso del fabbricato e per la insalubrità del sito, venne intieramente abbandonato, altaiche nel 1775 ideavasi di erigerne un altro nell’ isola di Santo Spirito ; ma poi, nel 1782, si divisò di sostituirvi per secondo lazzaretto l’isola di Poveglia
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l’isola a soggezione. — Sulla piazza di Zara venne giustiziato il Conte eletto da quelli di Pago ; vennero presi ottantasei ostaggi nel novero dei migliori cittadini e sacerdoti; giustiziati poi tutti, addì 24 Marzo 1393. — Sparita la città antica di Quessa, sorse la nuova di Pago, nell’a. 1442, con veneti ajuti, costretti a stabilirvisi gli abitanti della vicina Terravecchia e di altri luoghi
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1842
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S. ADRIANO detto S. ARIAN 4G3 IN ISOLA. Cyostanziaca era grande isola nella Laguna Veneta supcriore posln verso il margino del continente, popolata al principio dagli Allinali. Fu chiamata con tal nome da’Veneti in onore, dicono alcuni, di Costanzo Impcradore; ma altri, forse con più di fondamento, dicono essersi cosi chiamata da una delle sci porte della Città di Aitino cui era stato imposto
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. Cicogna riferisce,che i veneziani non volendo alla testa dell’armata porre Obelerio, che conoscevano partigiano di Pipino, vi misero Vittore d’Eraclea ; e che quanto al promesso annuo grosso tributo a Pipino, appena questo uscito dalle maremme, i veneti costrinsero i francesi a contentarsi d’assai minor somma. Agevolmente intanto s’era potuto ravvisate in Obelerio un principe traditore della patria
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1908
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fu eletto Procuratore di San Marco, dignità la più elevata dopo quella dogale. Morì l’Emo il i° marzo 1792 nell’isola di Malta e la sua nave La Fama ne riportò in patria la salma. Angelo Emo fu l’ultimo degli ammiragli veneti, come la flotta da lui comandata fu l’ultima che la Repubblica vide partire. Fu insigne marinaio e valoroso soldato, sprazzo vivissimo di pura gloria nella generale decadenza
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1859
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vincia di Venezia,unitamente a s.Erasmo e le Vignole, di cui nel n. i a. La rendono (ale la regolare sua ampiezza, il numero de’suoi abitanti, l’importanza delle sue officine, i suoi monumenti e le storiche sue memorie. Posta al sedenti ione di Venezia, non è più lontana da essa che un mezzo migliori suo circuito è di circa due, secondo il eh. Luigi Carrer nella bella descrizione
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1847
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<*» 386 -°3> per la massima parie abitale e fiorenti anche al tempo romano, 1’ architettura veniva a suffragare la sentenza. Nelle lagune si trovarono, in ogni tempo, in luoghi diversi e lontanissimi tra loro, ruderi di antichi monumenti, are, cippi, sepolcreti. Oltre a quello che su questo argomento raccolsero il Filiasi, Bernardo Giusti-nian, il Gallicciolli, il Temanza, se il tempo
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