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CAPITOLO III. 63 lilolo e tornare in ossequio alle buone intenzioni dell’autore. Per cui andrebbe molto errato chi pretendesse di giudicarla sotto tutt’altro punto di vista. Ma torniamo ai fatti. 11 successore del Gradenigo morì subito un anno dopo la sua elezione. Nell’anno 1512 era già doge Giovanni Soranzo, che riconquistò a Venezia Zara e l’isola di Negroponte. In questi tempi la rcpublica
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282 vaderleo molestarle; e che ai Veneziani, Veneti,dovessero essere mantenuti i possedimenti, le franchigie ed immunità, godute nel regno italico. E ricordiamo al lettore la distinzione che abbiamo fatta nel capitolo primo fra la Venezia mediterranea colle sue marittime città e le isole e gli esterni lidi dei Veneziani ; nè al tempo di questo trattato Venezia era, ma sì l’isola Rivoalto
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1854
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82 LIBRO ILI, CAPO XXVI. » baldanzosi ’< Come salverebbesi 1’ artiglieria e il bagaglio ? Chi » potrebbe rassicurarne l’imbarco? Ci siamo allontanati dalla Morea » non per lasciarla in preda a’ turchi, ma per rendere più potente » la repubblica co’ nuovi acquisti a proteggerla e mantenerla. Se è » decreto del cielo, che a’ greci di quest’ isola macchiati ancora dei » loro errori non tornino
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1925
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, Pisa od Ancona od in due di esse ; non avendo il re Pietro di Cipro mandato suo rappresentante a Torino, i Veneziani non s’ingerirebbero nella guerra di lui con Genova, ma continuerebbero tranquillamente il loro commercio in quell’ isola in comune eoi Genovesi 4 avrebbero i Veneziani libero il commercio, come il solito, a Costantinopoli senz’ alcuna molestia per parte dei Genovesi ; si adopre-rebbero
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1892
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82 Stona generale La terra brettone era come l’antichissima italica, la ellenica e la fenicia predisposta a doventare patria di marinari. I Veneti erano commercianti attivissimi, tra i loro luoghi (Armorica, da Ar Mor, il mare, in idioma gallese). e la opposta isola chiamata Britannia Maggiore con nome che serba tuttavia, ed a-llor abitata da popolo consanguineo. Cesare che nel domare la Gallia
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’è giuocoforza concludere attribuendo a quella stessa inesorabile legge di distruzione, che ha fatto scomparire a migliaia i monumenti della sapienza antica e che non ha permesso giungesse fino a noi, se non a mezzo di copie medioevali, nemmeno una delle carte greche o romane ‘), la dispersione delle carte nautiche e dei portolani veneti, la esistenza dei quali, anteriore al secolo XIII, anteriore for-s
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in ogni genere di virtù celeberrimi, e per fama di consiglio e di valore da tutto il mondo ammirata ? Tanto gli antichi popoli delle Venezie, quanto i Veneti moderni fino da’primi secoli della fondazione della città e della istituzione della repubblica, di monumenti, ed inscrizioni onorarono i cittadini, e massime nei tempi più a’ nostri vicini vollero che i fatti cospicui della repubblica col mezzo di lapidi
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LETTERARIA. 581 -4380. Biblioteca Mapliaei Pinelli Veneti magno jam stmlio collecta a Jacobo Horellio Bibliotiieeae Venetae I). Marci custode descripta et annotationibus illustrata. Vcnetiis, Palese, 1780, tomi sei, in 8. La fama di questa Biblioteca è notissima, e come a carissimo prezzo fu venduta in Inghilterra. Quest’è uno de’cataloghi più ben fatti. Alla One del t. v, vi è l’elenco
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1847
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<-> 96 *s> centro metri 27, o piedi veneti 80; l’altezza, metri 36, o piedi veneti 108, osserveremo le cospicue opere d’arte ivi raccolte, da costituirlo il Panteon primario di questa bella Venezia. E parlando de’ monumenti sepolcrali, qui ne sono raunati tanti e sì nobili e sì stupendi, clic può a ragione appellarsi questo tempio come dicemmo, il Panteon veneziano. Molli ne sorsero
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sul mare? La storia parla esplicitamente: « Nell’827, i pirati rompono ogni alleanza politica con Costantinopoli, conquistano e saccheggiano l’isola Brazza (872), Grado e Comacchio (875), battono i veneti nelle vicinanze di Zara, e nella battaglia (887) rimane ucciso il doge Pietro Candiano I. Nel 940 è in loro possesso quasi tutto il centro della Dalmazia, s’impadroniscono di Stagno, Lissa e Lagosta
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1903
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32 Novi schizzi dall’ Adria greca. In una necropoli scopertavi nel 1895, fra le altre -cose vennero pure alla luce delle figure d’argilla simili a quelle di Tanagra. Gli oggetti ornamentali di bronzo e di ambra, trovati in altre tombe di Lesina, come pure nella vicina isola di Torcola, ribadiscono la prova, che già per tempo Etruschi e Veneti v’aveano relazioni commerciali . Da Lissa la via
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STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI voluttuoso di quell’isola, le facili attrattive delle blandizie e della dominazione, abbiano invogliato a recarsi colà molti nobili veneti, i quali avrebbero riportato in patria l’abitudine dell’ozio e della sregolatezza. Si sa, d’altronde, che il nostro Consiglio dei Dieci non si dava troppa briga per le cose riguardanti il costume, appunto in ragione
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1831
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10 STORIA a far male; però egli all’avvenire userebbe anche maggior diligenza ili raffrenarli e contenerli in disciplina. Così fu fermato per allora 11 male, che più oltre non camminasse. Ma un accidente nuovo porse loro comodo ' di mal operare con minor impedimento. Imperocché in quel tempo gli abitanti dell’isola d’Agosla, sudditi de’ Ragusei, per qualche pretensione
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1848
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, è falso. Genova c Pisa alti falli operarono; noi accennere-» mo a quelli di Venezia. Fino dal X secolo si aprì in Venezia uno » spedale per accogliere i pellegrini, clic transitavano per Gerusa-» lenirne, nell’isola della Giudecca; un altro, nell’XI secolo, nel- • l’isola di sant’Elena ; un terzo, ai santi Pietro c Paolo a Castello ; (i) Pisani ac Veneti propulsant ae- (2) Venezia e le sue lagune, pari
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1925
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499 sione, e a ciò fare incoraggiavalo tra altri Pietro Basa-donna mandato sindico in Levante nel 1566 (1). Intendeva così a liberarli dalla gravissima tirannide dei loro padroni, consigliava a levare il pesante ed odioso aggravio della capitazione, ad incoraggiare con favori i forastieri a venire a stabilirsi nell’ isola, a introdurre un miglior ordine nella distribuzione dei frumenti
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1925
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283 dei parici colle affrancazioni e colle beneficenze facendo por esempio distribuire ad ogni donna parica una coperta per l’inverno, maritandone le figlie, provvedendo i figliuoli, disti’ibuendo viveri, poco o nulla per naturale lentezza faceva di miglioramenti radicali, e intanto sopraggiunse la guerra turchesca e l’isola andò perduta. Mentre tutto inclinava a guerra, moriva il 5 maggio 1570
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1853
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Don*’ A.yna. 271 recai con essi in Cundia sopra alcune galee annate a nostre spese alla difesa di ciudi’ isola assalita con formidabile armata dagli Ottomani, della qual isola questi fieri nemici della cristianità aveano progettala la conquista a danno della veneta repubblica. Sapete altresì, o signori, e parte ve ne descrissi, i tentativi immensi e idoli accanili combattimenti per impedire
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1915
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i/ADRIATICO pliati nel 1148, quando la Corte di Costantinopoli chiese soccorsi alla regina dell’Adriatico contro una nuova minaccia normanna. L’impero deve in parte la propria salvezza al valore dei marinai veneti, i quali, disfatta al capo Malea la flotta di Ruggero II, liberarono pure l’isola di Corfù, donde i Normanni avrebbero potuto facilmente attaccare la Grecia e particolarmente chiudere
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1938
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che, nel secolo successivo, si sarebbe ingrandito, e, in un certo senso, trasformato. (*) La speciale storia dei coloni veneti di Candia ispirò una tragedia al Pindemonte : / coloni di Candia. (2) La cessione per parte dell’impero bizantino dell’isola Tenedo a Venezia fu causa di una nuova guerra veneto-genovese.
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1913
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e sono veneti : — Mol-la! Agguanta! L’Adriatico è il mare nel quale dobbiamo sentirci ancora umili. Nel passato.... Ma che importa il passato? Si lascia Trieste quasi a sera, coronata di baleni, segnata nella ferru-gigna costa come nell’ode carducciana. Mira-mare bianchissima scompare nella foschia della calda ora d’agosto, porta lontano con sè il primo fantasma : Massimiliano, il fiore della stanca schiatta
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